[ 7 settembre ]
Prosegue la discussione sull'immigrazione suscitata dall'articolo Immigrazione di massa e suicidio a sinistra.
E' la volta della dura replica all'articolo di Pasquinelli del compagno e amico Giuseppe Pelazza
«Sento il dovere
morale (Moreno dirà che è perché voglio “mettermi
l’anima in pace”, ma non importa) di dire la mia sulla discussione in tema
di immigrazione. Sono opinioni modeste, ma ritengo che tutti abbiamo diritto di
parola. E su questo fondamentale argomento, come già detto, anche il “dovere” di parola.
Non sono d’accordo con
Moreno, ed indico i punti del suo ragionare che, secondo me, sono assai deboli.
1) Nell’intervento
del 2 settembre scrive che “va da sé che
per porre fine davvero alla deportazione di massa la soluzione consiste nel
farla finita con questa globalizzazione imperialistica… Una soluzione che
appare lontana nel tempo poiché implica una rivoluzione globale, un
rovesciamento del sistema economico e politico internazionale.”
Bene (anzi male), da questo postulato mi pare si dipani tutto il resto,
che è l’antico discorso che ha sempre condotto all’abbandono della lotta per il
sovvertimento dello stato di cose presenti e, nei fatti, all’inserimento nello
status quo, seppure per modificarlo.
2) L’argomentare
di Moreno è poi condito con la suggestiva tesi che deportazione ed accoglienza
sono le due facce di una stessa medaglia voluta dai paladini della
globalizzazione. E qui, noi (come area politica), che siamo sempre rifuggiti
dalle tesi complottiste, ci troviamo a fare i conti con un quadro che vedrebbe
l’attuale moltiplicarsi della deportazione economica come frutto di un disegno
dei “dominanti”, teso a distruggere
il demos dei paesi ospitanti e democrazia e diritti di cittadinanza sostanziali,
anziché come frutto delle politiche, militari ed economiche, dei paesi
imperialisti.
Ma Moreno dimentica che lo spazio giuridico statuale imperiale, già oggi,
a prescindere dall’attuale intensificazione dell’immigrazione, non può
essere democratico. Gli consiglierei, a questo proposito, la lettura del
rapporto NATO “Urban Operations in the
Year 2020”, redatto nel 2002 e reso pubblico nel 2003, e, in
ogni caso di riflettere sui mutamenti istituzionali avvenuti negli ultimi
decenni, e sugli armamentari repressivi di anno in anno aumentati. Non mi
dilungo sul punto. Ed è inoltre tutto da verificare che i “dominanti”, da una politica da “Fortezza
Europa”, siano effettivamente intenzionati a passare ad una politica di
accoglienza. Io non lo credo proprio.
3) E’,
vado di fretta, poi impressionante che nell’articolo “Immigrazione: un no e quattro sì” del 4 settembre, Moreno affermi
che uno Stato Sovrano può “stabilire il
primato dei diritti di cittadinanza su quelli genericamente umani”.
Ricordo che già oggi vige un doppio diritto, assai particolare per chi
non è cittadino: ad esempio privazione della libertà personale per lunghissimi
periodi nei CIE senza aver commesso alcun reato, illiceità per chi è non cittadino di condotte invece lecite
per chi cittadino è.
Peraltro, sono proprio i sottosalari in nero degli irregolari che fanno
concorrenza al lavoro regolare, ma non certo i salari di chi è regolarizzato,
ovvero “accolto”.
Ma poi, che vuol dire “primato del
diritto di cittadinanza? Che si hanno più punti per la graduatoria della
casa popolare? Che solo il cittadino può accedere a certi lavori o a certi
istituti scolastici?
4)
Moreno conclude marchiando come “ignavi” e “disertori”
coloro che fuggono dalle guerre.
D’accordo che
l’internazionalismo, nel suo parlare, è divenuto un “malinteso” internazionalismo, un “cosmo -internazionalismo”, ma come dimenticare che le guerre da
cui moltissimi dei “deportati” fuggono
sono guerre volute e praticate con incommensurabile criminalità dagli Stati
imperialisti? Questo non può, al più, essere solo accennato, ma deve essere il
quadro di riferimento dell’intero argomentare sull’immigrazione, senza
dimenticare che l’Occidente, oltre alle guerre in senso proprio, militare, sta
conducendo da anni una feroce guerra economica contro il Sud del mondo, con
tutte le ovvie conseguenze in tema di spostamenti di numerose quote di
popolazione.
Ritornando, per
finire, all’inizio, forse il nodo della questione è proprio lì: se
l’immigrazione non è arrestabile se non con una rivoluzione globale, non
bisognerebbe, allora, lavorare per inserire l’attuale deportazione nello
scavare della vecchia talpa?
Mi accorgo che
la mia critica a Moreno è stata dura. Ma io non ho la sua abilità di retore, ho
solo il dispiacere di vedere una persona che stimo assai sostenere tesi
pericolosamente sbagliate, inducendo, causa il suo carisma, anche altri in
questi errori.
Frantz Fanon |
E, infine, è in
tema una qualche citazione di Frantz Fanon da “I dannati della terra”: “… Quel che conta oggi, il problema che sbarra
l’orizzonte, è la necessità di una ridistribuzione delle ricchezze. L’umanità,
sotto pena di esserne sconvolta, dovrà rispondere a questa domanda… Per secoli
i capitalisti si sono comportati nel mondo sottosviluppato come veri criminali
di guerra… La ricchezza dei paesi imperialisti è anche la nostra ricchezza…
Molto concretamente l’Europa si è gonfiata smisuratamente dell’oro e delle
materie prime dei paesi coloniali… Agitando il Terzo Mondo come una marea che
minaccerebbe di ingoiare tutta l’Europa, non si arriverà a dividere le forze
progressive che intendono condurre gli uomini verso la felicità. Il Terzo Mondo
non intende organizzare una immensa crociata della fame contro tutta l’Europa.
Ciò che esso si attende da quelli che l’han mantenuto in schiavitù per secoli,
è che lo aiutino a riabilitare l’uomo a far trionfare l’uomo dovunque, una
volta per tutte. Ma è chiaro che noi non spingiamo l’ingenuità fino a credere
che ciò si farà con la cooperazione e la buona volontà dei governi europei. Questo
lavoro colossale che è quello di reintrodurre l’uomo nel mondo, l’uomo totale,
si farà con l’aiuto decisivo delle masse europee che, devono riconoscerlo, si
sono spesso allineate circa i problemi coloniali sulle posizioni dei nostri
comuni padroni. Per questo bisognerebbe anzitutto che le masse europee
decidessero di svegliarsi, si scuotessero il cervello e cessassero di giocare
al gioco irresponsabile della bella addormentata nel bosco.”
Essere o dover essere,
Moreno?
Con affetto.
Milano, 07.09.2015
Giuseppe
Pelazza
10 commenti:
Sono momenti nei quali nessuno può essere certo di cosa sia vero, giusto e politicamente opportuno.
Credo che Pasquinelli abbia capito tutto e che Pellazza per ragioni morali non voglia invece capire. Pasquinelli resiste disperatamente al suicidio della sinistra ed alla sua definitiva dissoluzione nell'immaginario globalizzato, punta i piedi sul sovranismo e sul demos, nella speranza di poter regredire al "bel mondo passato" Pellazza marcia eroicamente verso il nuovo mondo. Accetta e promuove il suicidio, nella speranza che come un'Araba Fenice, sorgano nuovi presuposti per una remotissima rivoluzione. Recita l'eterna figura dell'anima bella.
Preferisco Pasquinelli. Ha capito fino in fondo il processo in corso, il deperimento del materiale umano solido, delle coesioni sociali e dei progetti comuni, la multulturalità che interferisce irrimediabilmente con la lotta di classe, un processo storico il cui senso un pensatore di destra avrebbe immediatamente inquadrato.
Onore alla discussione. Perchè verte su un dramma.
Rdk
Mi spiace, ma mi aspettavo da Pelazza una risposta migliore.
Oltre al dovere morale, esiste anche il "realismo politico".
"l’antico discorso che ha sempre condotto all’abbandono della lotta per il sovvertimento dello stato di cose presenti" è proprio il discorso di Pelazza, non di Pasquinelli.
Tanto Pelazza quanto Pasquinelli hanno come fine ultimo il sovvertimento delle dello status quo.
Bene. Sul fine coincidono, ma Pelazza non si rende conto che con il suo ragionamento non fa proprio nulla per contribuire alla realizzazione di quel fine.
E' chiaro che il problema immigrazione e aggiungo anche la nostra emigrazione, sono il risultato di una politica neoliberista, ipercapitalista, da affrontare qui e ora.
Sono un problema oggi, e ora bisogna trovare una risposta politica.
Se si aspetta la rivoluzione mondiale, la prassi è paralizzata e sulla base di un "dovere morale", si arriva ad un "accogliamoli tutti" indiscriminato e generalizzato.
Non condivido neppure l'accusa a Pasquinelli di complottismo.
Non c'è ombra di complottismo nel ragionamento di Pasquinelli, solo lucida analisi.
Se Pasquinelli parla di disegno pianificato dei dominanti, intende dire, cieco chi non lo vuole vedere, che la globalizzazione, il capitalismo finanziario ecc, vogliono la deportazione, perchè procura mano d'opera a basso costo. Sfruttabile. Mano d'opera a basso costo in occidente e fabbriche ed industrie dove si può sfruttare meglio il lavoratore. Tanto che con la globalizzazione, direttamente si spostano le industrie.
Deindustrializzazione e disoccupazione da noi, sfruttamento nei paesi in via di sviluppo.
Primato del diritto di cittadinanza vuol dire che sì, io italiano con famiglia a carico e senza lavoro, penso di avere più diritto di un immigrato alla casa popolare.
E non penso di essere razzista per questo.
Dovrei privare i miei figli del diritto ad un tetto sopra la testa concedendo tale diritto ad un extra comunitario?
I CIE? Cosa orribile, ne convengo. Chiudiamoli.
Quindi? Li accogliamo tutti? E' impossibile.
Convengo anche che le guerre imperialiste hanno distrutto e continuano a farlo, il sud del mondo, e che l'Occidente ha responsabilità enormi. Ma , dice Pelazza, non bisognerebbe allora "lavorare per inserire l’attuale deportazione nello scavare della vecchia talpa?"
No. Non saranno gli immigrati a collaborare con noi, poi, chiedo: accoglierli tutti significa aiutarli davvero?
Il punctum dolens che fa rabbrividire la sinistra, è che Pasquinelli ha definito "disertori ed ignavi" coloro che fuggono dalle guerre. Scandalo! Il dovere morale, il nostro essere cristiani, ci impone di avere pietà. Attenzione! Un rivoluzionario ha il dovere morale di pensare e agire per scardinare lo status quo, in questo caso, di lottare contro l'assimilazioni e l'interiorizzazione da parte degli immigrati del nostro stile di vita occidentale, borghese, capitalista, globalizzato. Non pemettiamo loro di accettare e desiderare il buen vivir capitalista. Se lo hanno già accettato, se lo cercano al punto da rischiare la vita in mare, significa che il sistema li ha indotti a credere (quindi in modo coercitivo) nei valori della cultura dominante, li ha già trasformati in soggetti alienati. Quindi, onore a chi resta a combattere per la Liberazione del suo paese.
Vado sul pragmatico: ma se per Pasquinelli e quelli di Ora farsi votare un giotno è già difficile...quanto sarà difficile per qurlli come Pellazza? Utopia allo stato puro. Buona per i circoli di filosofia.
Concordo in toto con Rdk. Sepulveda dice che senza sogni siamo perduti. Ecco, credo che dal Cile possa venire qualche insegnamento. Il neoliberismo ha ampiamente dimostrato di non avere molta pazienza con i principi democratici, ha bisogno di centri decisionali che seguano le indicazioni dei grossi gruppi di potere. In questo senso Syriza è una copia già vista di processi di omologazione verso destra (la supposta "terza posizione" -né destra né sinistra- guarda caso è di destra). Il problema immigrazione si inserisce in quest'ottica, l'immigrato non è né di destra né di sinistra e quindi è l'attore ideale per portare avanti il disegno neoliberista. Lasciando da parte discorsi fin troppo ovvi sul dumping salariale (popoli ridotti alla fame accettano condizioni di lavoro che decenni di lotte sindacali aborrono), voglio soffermarmi sulla questione diritti umani, che è stata messa di traverso per bloccare tutta la macchina dei diritti sociali.
Voglio dire che davanti al dramma dei profughi i diritti sociali vengono messi in disparte, e anche questo fa parte del piano neoliberista. Tranquilli che senza sanità possiamo cavarcela bene lo stesso, l'importante è donare due euro ai rifugiati. E così mentre non ci sono manifestazioni contro i pesantissimi tagli ai vari comparti del welfare (e se va avanti così arriveremo ai livelli della Grecia), le piazze si riempiono di persone festanti per il gay pride. O per i diritti altrui, quasi che quelli nostri fossero un peccato mortale.
Sia chiaro: capisco benissimo le ragioni tanto degli immigrati che dei gay, ma qui la questione è ben diversa: perchè la gente non si rende conto che il centro focale di tutti i discorsi è sempre e solo l'attenzione verso fattori estranei alla nostra sovranità (se non in netto antagonismo con essa)? Si, esiste il rischio che l'idea di sovranità si fossilizzi nel nazionalismo etnocentrista, ma oggi il rischio maggiore (vorrei dire la certezza matematica) è l'esatto contrario: la perdita totale di identità. La sinistra, ad esempio, quale identità può ancora vantare? E non credete che una qualche responsabilità (vedi questo articolo, peraltro importante perchè suscita un dibattito rimasto per troppo tempo sopito) ce l'abbiano anche i migranti per il ruolo che loro malgrado si trovano a veicolare? Attualmente esiste una mancanza totale di prospettiva storica, questo è il dramma della sinistra. Ci siamo dimenticati da dove veniamo, e non sappiamo dove andare, perchè le indicazioni sono sempre più discutibili, roba da pensiero debole tout-court. In tutta questa confusione qualsiasi linea di pensiero va bene. Tanto qualcuno che ci darà ragione esiste sempre, grazie magari al bel servizio della Bianca Berlinguer o della Maggioni.
Vorrei riscrivere, per rilanciare la "ruvidezza" dell'articolo (ma sempre per suscitare un dibattito ampio e franco, con chiari schieramenti che sappiano difendere la propria opinione una volta tanto) la famosa poesia del pastore Niemoller, poi ripresa anche da Brecht:
Prima vennero i marocchini, e non alzai la voce, perché ero un comunista.
Quindi vennero gli albanesi , e non alzai la voce, perché ero di sinistra.
Quindi vennero anche i rumeni, e non alzai la voce, perché ero del PD.
Quindi vennero da tutto il resto del mondo, e a quel punto non vi era rimasto più nessuno di sinistra.
La domanda è solo questa: vale davvero la pena di dimenticarci del tutto dei diritti acquisiti con anni di dure lotte per aiutare i portatori sani di dumping salariale e del welfare state che, forti del diktat neoliberista sulla libera circolazione di merci, capitali e persone, stanno scappando da neocolonialismi e guerre? E' questo l'internazionalismo che l'attuale sinistra (o ciò che resta di essa) sta promuovendo? O non si tratta piuttosto della solita cancrena bipolare (o con me o contro di me) messa in atto da Bush nel suo War on Terror?
Comunque la si voglia vedere c'è sempre un bias neoliberista che mina alla base una discussione su questi temi, se notate.
OT
Pellazza è solo l'evidenza che la Sinistra si è già suicidata.
Pasquinelli è un panda, o megio, ha compreso che tutta la retorica di "sinistra" degli ultimi cinquant'anni è stata, quando andava bene, folklore, nei casi peggiori, ignobile tradimento dei lavoratori.
Leggi Lenin o la Luxemburg e senti analisi di socialisti, che capivano tanto la logica hegeliana quanto le scienze economiche disponibili in quegli anni: quando leggi Brancaccio, Giannuli o il Pellazza....
Non lo so: credo che il problema sia invece di ordine morale. L'etica socialista, almeno di quella, tra le diverse, che ha fatto star bene i lavoratori, non ne vedo. Mi spiace.
Non basta chiamarsi "compagni" per essere compagni. Credo siamo in un limbo: ci sono partiti che si richiamano alla "destra nazionale" che portano avanti battaglie sacrosante della Sinistra storica - come il sovranismo - ci sono elementi di sinistra, come il Pellazza, che portano avanti il cosmopolitismo della tradizione dell'estrema destra economica, bancaria e multinazionale.
Ne ho le tasche piene: è di "sinistra" colui che difende gli interessi dei lavoratori, quindi colui che promuove politiche economiche a difesa del lavoro.
Questa è "ortodossia"!
Il 99,99% dei sedicenti socialisti che conosco appoggiano idee dell'estrema destra economica: bene. Non sono miei compagni e, soprattutto, non sono socialisti: devono smetterla di scimmiottare la cultura della Sinistra storica, ne sono semplicemente indegni.
Junius
L'orrore della guerra è duro da gestire senza giudicare...non solo quelli che lo affrontano facendoselo amico ma anche quelli che ne fuggono.
Solo l'odio per i dispensatori occulti dell'orrore può renderci amici dell'orrore, fino a morirne, perdendo noi stessi.
"E’ impossibile trovare le parole per descrivere ciò che è necessario a coloro che non sanno ciò che significa l’orrore. L’orrore ha un volto. E bisogna farsi amico l’orrore…orrore, terrore, morale e dolore sono i tuoi amici. Ma se non lo sono, essi sono nemici da temere. Sono dei veri nemici...erano venuti i vietkong e avevano tagliato ogni braccio vaccinato. Erano là in un mucchio. Un mucchio..di piccole braccia. E..e mi ricordo..che ho pianto..pianto come…come…come…una madre...Volevo strapparmi i denti di bocca, non sapevo quel che volevo fare. E voglio ricordarlo, non voglio mai dimenticarlo, non voglio mai dimenticarlo. Poi mi sono reso conto, come fossi stato colpito..colpito da un diamante, una pallottola di diamante in piena fronte.. e ho pensato: mio Dio che genio c’è in questo..che genio, che volontà per far questo..perfetto, genuino, completo, cristallino, puro. E così mi resi conto che loro erano più forti di noi, perchè loro lo sopportavano…Questi non erano mostri, erano uomini, quadri addestrati, uomini che combattevano col cuore, che hanno famiglia che fanno figli che sono pieni d’amore ma che..ma che avevano la forza..la forza..di far questo...Bisogna avere uomini con un senso morale, e che allo stesso tempo siano capaci di utilizzare i loro primordiali istinti di uccidere…senza emozioni, senza passione…senza…discernimento, senza discernimento...Perchè non c’è nulla che io detesti di più del…fetore delle menzogne. E se lei mi capisce Willard…lei farà questo per me…” Col. Kurtz (Marlon Brando)
francesco
Se la guerra in Vietnam avesse luogo adesso, invece della foto del bambino siriano i media di regime mitologizzerebbero quella dei bimbi sudvietnamiti vaccinati a cui è stato amputato il braccio. Renzi parlerebbe di uomini e bestie. E il 99,8% della sinistra attuale, Pelazza in testa, si schiererebbe a sostegno degli americani portatori dei diritti umani e dell'infanzia.
Ora che ho letto i commenti mi accorgo di non essere il solo.
A Pellazza hanno mostrato il bambino affogato (una truffa mediatica) e la marcia epica dei "migranti" per i sentieri dei Balcani, l'arrivo della processione migrante con bandiera blu-stellata UE alto levata e infine colonne di auto mittel-europee che recano i transfughi a rievocare i taxi della battaglia della Marna in chiave pacifista globalizzata ...e il Pellazza ha ceduto di schianto all'immaginario globalizzato, come un qualsiasi giovinotto liquido ed incapace di reagire alla sofferenza.
Gli unici a reagire all'imponente trasfigurazione capitalista sono i giornali di destra. Considerazione non da poco, per valutare lo stato della sinistra.
Da notare che tutti si occupano dei profughi siriani. Nessuno dei 18 milioni di siriani non profughi e rimasti. Nessuno intervista un siriano di Damasco, dove la vita prosegue normale o qualche milite delle numerose milizie di autodifesa spontanee sorte in Siria, persone ancora disponibili alla sofferenza e al sacrificio per la comunità
Chi è di sinistra è quasi meglio che si legga Maurizio Blondet.
Rdk
Moreno, vedi quanti commentatori reazionari di destra che (oltre a scrivere gran cazzate offensive su Pippo Pelazza, che evidentemente non conoscono punto) approvano più o meno convintamente quanto scrivi (interpretandolo da destra)?
Non pensi per lo meno di venire gravemente frainteso e che é necessario fare importanti chiarimenti e precisazioni (PER LO MENO)?
Giulio Bonali
Caro Giuseppe sono totalmente in disaccordo con te e condivido invece totalmente l'opinione di Moreno Pasquinelli. Lui ha articolato benissimo il suo ragionamento, tu invece hai fatto il vecchio errore tipico di certi "sinistri" e cioè credere di aver ragione quando invece hanno torto. Mi dispiace Giuseppe, ma la verità non vi appartiene più (in verità non vi apparteneva neanche prima, ma si sa...).
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