Visualizzazione post con etichetta global warming. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta global warming. Mostra tutti i post

martedì 21 maggio 2019

CLIMA 7: PERCHÉ LO FANNO? di Leonardo Mazzei

[ martedì 21 maggio 2019 ]


Questo articolo — l'ultimo della serie dedicata ai "cambiamenti climatici" — non ha certo la pretesa di dare risposte definitive alla domanda contenuta nel titolo. Esso ha invece uno scopo più limitato, ma ugualmente importante: quello di esaminare i tanti motivi ed interessi che sembrano convergere nell'attuale narrazione dominante.
Tuttavia, nella formulazione della domanda c'è già un giudizio ben preciso. Ci chiediamo infatti "perché lo fanno", solo perché diamo per assodato il fatto che sul clima non ce la stanno raccontando giusta. Una convinzione, questa, che credo di aver motivato a sufficienza nei sei articoli già pubblicati.
I precedenti interventi sul cosiddetto "riscaldamento globale" — Clima 1 - E se fosse la lobby nucleare? (18 marzo 2019). Clima 2 - Quelli che non se la bevono(25 marzo 2019). Clima 3 - Nessuna catastrofe in vista (1 aprile 2019). Clima 4 - La bufala dell'aumento degli "eventi estremi" (11 aprile 2019). Clima 5 - Tutta colpa della CO2?(26 aprile) - Clima 6 - Catastrofismo e socialismo (6 maggio)
*  *  *


Una necessaria premessa (a proposito delle critiche ricevute)



Come i precedenti, anche l'ultimo articolo ha suscitato commenti di segno diverso. Ed agli apprezzamenti fanno riscontro diverse critiche. E' normale che sia così. Purtroppo, però, nessuno dei critici entra minimamente nel merito degli argomenti trattati. Eppure su temperature e livello dei mari, sugli eventi estremi come sul ruolo della CO2, i temi caldi non sono certo mancati. Perché, allora, questo silenzio? Forse mi sbaglierò, ma la sensazione è che tra i critici prevalga un atteggiamento religioso nei confronti della teoria dell'AGW (Anthropogenic Global Warming).

Quella del "riscaldamento globale" è in fondo una religione assai degna del nostro tempo. Essa è infatti cangiante e personalizzabile, una merce ideale nel supermarket di un capitalismo che punta a colpevolizzare l'uomo per assolvere se stesso. Questa religione acchiappa tutto va bene, infatti, sia per chi crede alla neutralità ed alla sacralità della scienza, sia per chi immagina un bucolico ritorno ad un imprecisato "stato di natura". Nulla di nuovo in tutto questo: turbocapitalismo e figli dei fiori son sempre state due facce di un'identica medaglia.

Qualche riga in più la devo dedicare a Mauro Pasquinelli, il quale si è nuovamente scagliato contro i miei articoli sul clima con una foga degna di miglior causa. Come già in precedenza, Mauro mi attribuisce cose che non ho detto e convinzioni che non ho. E fin qui passi, che nel mondo ci vuol tanta pazienza. Poi, siccome a lui non va giù che mi sia dedicato alla questione del clima seriamente, entrando cioè nel merito delle incongruenze della teoria dell'AGW — tema sul quale in tutta evidenza non sa cosa dire —, mi attacca perché avrei trattato la questione separandola dalle altre catastrofi prodotte dal capitalismo. Ragion per cui, egli ne consegue, sarei affetto da "idiotismo specialistico".

E' questo un modo per non prendere atto di quella che è la mia tesi centrale, che ripeto per la centesima volta, e cioè che bisogna distinguere tra la sacrosanta lotta per l'ambiente e la salute (da promuovere e sostenere con ogni forza) e l'ingannevole narrazione dominante sul clima. Il perché l'ho già spiegato diverse volte e non ci torno sopra. Dico solo che si tratta di lottare, qui e ora, contro la catastrofe reale prodotta dal capitalismo reale, senza farsi avvolgere nelle spire di una narrazione basata su una teoria non dimostrata, che ha lo scopo di condannare indistintamente gli essere umani proprio per meglio assolvere il sistema. Questa mia tesi può essere ovviamente disapprovata (ci mancherebbe!), ma non si può dire che non l'abbia esposta in maniera chiara. Dunque non si può fingere di non averla intesa. 

Che dice invece Mauro? Semplice, poiché io respingo il catastrofismo sul clima sarei sostanzialmente diventato un "agente" del capitalismo. A questo punto, dopo essermi fatto quattro risate, che fan sempre bene alla salute, la chiudo qui. Su queste basi, al momento ogni discussione è palesemente impossibile. Più avanti vedremo, che il tempo è galantuomo. So bene che nella lotta contro il capitalismo la razionalità non basta, ma questo significa forse che le sciocchezze catastrofiste siano più efficaci? Ai lettori la ben poco ardua sentenza.


In questo articolo



Passiamo al tema che qui ci interessa trattare. In primo luogo vedremo cos'è l'IPCC, com'è nato, come funziona, qual è la sua credibilità. In secondo luogo - e questo è ovviamente il cuore dell'articolo - affronteremo i diversi interessi (economici, politici, di controllo sociale) che ben si intravvedono dietro la narrazione ufficiale. In terzo luogo, cercheremo di arrivare ad alcune conclusioni.


Cos'è l'IPCC 


Partiamo dall'IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) perché in fondo è quella la decisiva fonte che alimenta incessantemente la teoria dell'AGW. La qual cosa è del tutto naturale, dato che l'IPCC non è sorto per studiare il clima, ma per avallare la tesi dei "cambiamenti climatici", che se per caso dovesse arrivare alla conclusione che i cambiamenti in corso sono del tutto compatibili con la ciclicità climatica storicamente conosciuta, l'IPCC dovrebbe semplicemente chiudere i battenti con tutte le spiacevoli conseguenze del caso.

Il nome, del resto, dice già tutto. L'IPCC non è un'istituzione scientifica in senso proprio, bensì un "gruppo intergovernativo", cioè di fatto una struttura sostanzialmente politica. A chi risponde questa struttura? Lasciamo la parola a due scienziati, Sonja Boehmer-Christiansen e Aynsley John Kellow:
«Il Dipartimento di Stato USA voleva che le conclusioni scientifiche fossero nelle mani del governo e non di accademici senza controllo. Così usò la sua influenza sulla Commissione Esecutiva dell'Organizzazione Meteorologica Mondiale (WMO) per dare il via alla creazione dell'IPCC sotto l'egida del WMO e dell'UNEP (il Programma ONU per l'Ambiente), nel 1988... L'IPCC fu disegnato come un'organizzazione intergovernativa formata da scienziati ma con il coinvolgimento dei governi nel processo di approvazione delle conclusioni: in pratica i governi tengono il controllo dei processi di formazione dei documenti finali».

Siamo dunque alla scienza di Stato, ci dicono i due autori al pari di altre migliaia di scienziati in tutto il mondo. Già, ma quale Stato in particolare? Evidentemente gli Stati Uniti d'America. Comprendo che questa affermazione possa prestarsi a critiche. Non è forse proprio negli USA che si manifestano a livello politico i maggiori contrasti (vedi Trump) sulla teoria dei "cambiamenti climatici"? E' indubbiamente così, ma è così perché essendo tuttora gli USA il centro del sistema, è lì che si addensano maggiormente i conflitti tra i diversi interessi in gioco. Quel che è certo, però, è che con la svolta degli anni ottanta gli Stati Uniti, assodata la sua rilevanza strategica (ed anche militare), abbiano deciso di prendere in mano la questione del clima. E lo strumento principale di questo controllo è proprio l'IPCC.


Come funziona l'IPCC?


I media amano presentarci l'IPCC come un consesso di scienziati intenti a studiare tutti gli aspetti dell'andamento climatico. Si tratta però di una falsa rappresentazione. In realtà l'IPCC è un ibrido senza precedenti. Esso include sia uomini di scienza che rappresentanti politici, ma alla fine le decisioni che contano spettano sempre a questi ultimi. 

I report finali, cioè i famosi documenti che dovrebbero orientare i decisori politici, vengono infatti definiti in un processo a tre stadi. Il primo è di competenza dei soli esperti, i quali però non sono per lo più climatologi, ma specialisti delle varie discipline che confluiscono nei report. In pratica ogni gruppo di lavoro - composto con criteri geografici e coordinato dal panel vero e proprio, in cui siedono i rappresentanti nominati dai governi - opera in maniera separata dagli altri. Nonostante questi limiti è questa la fase propriamente scientifica. Nel secondo stadio, di revisione dei lavori scientifici, un numero più ristretto di esperti lavora insieme ai rappresentanti governativi. Alla terza e decisiva fase, quella che porta alla stesura dei documenti finali, tra i quali i Summaries for Policy Makers, partecipano soltanto i rappresentanti dei governi.

Domanda leggermente retorica: possiamo definire "scienza" una roba del genere? Ovvio che no. A proposito delle "opportune modifiche" abitualmente apportate nella fase finale di cui sopra, già nel lontano 1996 così scriveva l'ex presidente dell'Accademia delle Scienze degli Stati Uniti, Frederick Seitz:
«Non ho mai visto una insopportabile corruzione del processo di revisione come questa che ha portato al secondo rapporto dell'IPCC. Quasi tutte le modifiche hanno rimosso ogni accenno di possibile scetticismo con cui molti scienziati guardano alle affermazioni sul riscaldamento globale». (da Che tempo farà - R. Cascioli e A. Gaspari)

Ma non c'è solo l'IPCC. Giusto 10 anni fa, nel 2009, scoppiò il cosiddetto Climategate. La diffusione di 5mila e-mail dell'unità di ricerca climatica della University of East Anglia (Gran Bretagna) portò a galla la disonestà intellettuale di certi "scienziati". «Il fatto è che non riusciamo a dar conto del mancato riscaldamento al momento. Non riuscirci è una farsa», scriveva ad esempio uno di loro. Insomma: se i dati non danno ragione alla nostra teoria bisognerà pure inventarsi qualcosa... 


Segui i soldi e... troverai l'AGW


«Segui i soldi e troverai la mafia», diceva Giovanni Falcone. Bene, seguire la scia dei soldi è un buon metodo per capire come funziona oggi la scienza. A dirlo non sono io. Sono gli scienziati, quelli seri.

Nel campo della climatologia, inteso qui in senso lato, i soldi vanno in una sola direzione, quella che incoraggia l'allarmismo climatico. Università, agenzie ed istituzioni varie che lavorano sul clima sanno perciò come devono comportarsi in proposito: mai ridurre l'allarme, piuttosto incrementarlo ad ogni passo. 

«I flussi di denaro sono diventati la raison d’être di molta della ricerca fisica, il sostentamento vitale di una sua porzione ancor maggiore, e forniscono il sostentamento ad un indicibile numero di occupazioni professionali». 
Queste le parole del fisico Harold Lewis - ne abbiamo già parlato nel secondo articolo - nella sua lettera di dimissioni dall'American Physical Society, dove denuncia la «frode del riscaldamento globale»... «che ha corrotto così tanti scienziati».


Gli interessi in gioco


I sostenitori della teoria dell'AGW amano denunciare gli interessi delle grandi multinazionali che operano nel settore delle fonti fossili. Interessi indubbiamente giganteschi, ma non più grandi di quelli di altri settori dell'economia che dalla narrazione catastrofista sul clima hanno tutto da guadagnare. E' il capitalismo, bellezza! Un sistema centrato sul profitto, non importa se ottenuto con la produzione di alimenti per bambini oppure con quella di mine antiuomo. 

Ma dietro alla teoria dell'AGW non ci sono soltanto interessi economici. Ci sono pure interessi politici e di classe, dato che quella teoria mentre da un lato si sposa alla perfezione con il disegno globalista, dall'altro funge anche da formidabile ingrediente di un più sofisticato meccanismo di controllo sociale. Andiamo dunque a vedere meglio tutti questi aspetti.


Gli interessi economici


Parlando degli interessi economici, la cosa fondamentale da capire è solo una: che mentre quelli di chi difende le fonti fossili tradizionali sono puramente "conservativi" - si mira cioè a conservare ciò che già esiste -, quelli legati alla transizione energetica sono sistemici e "rivoluzionari" al tempo stesso - si mira cioè ad innescare un nuovo salto tecnologico ed industriale, e soprattutto un nuovo ciclo di accumulazione capitalistica. Se si comprende questa cosa non sarà difficile capire quali dei due interessi è, specie in tendenza, il più forte. 

Avere ben presente questa realtà non significa affatto sposare gli "interessi conservativi" contro quelli innovativi e sistemici. Significa invece un'altra cosa: porre la necessità di un punto di vista autonomo ed alternativo alle dinamiche del capitalismo, un punto di vista socialista su questa gigantesca questione.

Partiamo allora da un punto fermo. Il sottoscritto è per realizzare, nel più breve tempo possibile, il passaggio alle energie rinnovabili. Ho scritto della necessità e della ragionevole realizzabilità di questo passaggio certo assai più di tutti i miei critici messi insieme. E, nel mio piccolo, ho sostenuto questa posizione fin dalla fine degli anni settanta. La transizione energetica va dunque realizzata, ma non perché il disastro climatico sia alle porte - cosa che abbiamo visto ad abundantiam non essere vera - bensì perché è necessario combattere l'inquinamento e preservare materie prime (si pensi al petrolio ed alla petrolchimica) utili anche in futuro.

Ma c'è modo e modo di realizzare questa transizione. E per elaborare un punto di vista socialista occorre anzitutto averne chiara l'immane portata. 

Non sto qui a citare le stime sul business della transizione energetica. Per comprenderne le dimensioni basti pensare alla dismissione di tutte le centrali termoelettriche, alla loro sostituzione con nuovi impianti, dunque (senza considerare per ora il nucleare) alla gigantesca produzione di pannelli fotovoltaici e turbine eoliche, alla sostituzione integrale dell'attuale parco automobilistico con quello nuovo con motori elettrici, ai nuovi sistemi di rifornimento. Ma non basta. Mentre dovranno scomparire pozzi petroliferi e gasiferi, miniere di carbone, oleodotti, gasdotti e raffinerie (con i relativi problemi di bonifica), nasceranno inevitabilmente nuove e più potenti linee per il trasporto dell'energia elettrica, dunque nuove stazioni di trasformazione, eccetera, eccetera. 

Non solo, se alcune materie prime perderanno quasi del tutto la loro importanza, con conseguenze devastanti per interi stati, altre diventeranno ancora più preziose: si pensi al rame per l'elettrificazione integrale del sistema energetico, al litio ed al cobalto per le potenti batterie delle auto (e più avanti dei camion, degli autobus, e già si pensa agli aerei).

Da questa sommaria descrizione emergono in tutta evidenza sia problemi di ordine geopolitico, che di natura ambientale e sociale. Su quelli ambientali voglio ricordare tre cose. La prima è che anche le centrali rinnovabili hanno il loro impatto sull'ambiente, si pensi ad esempio alle pale eoliche che sarà sempre più necessario posizionare in mare. La seconda è che il consumo di materie prime continuerà, anche se in termini generali in misura assai ridotta rispetto ad oggi. Cosa che però non varrà per i già citati litio e cobalto, che vedranno invece impennare i consumi. Giusto per dare un'idea, se nelle batterie degli smartphone troviamo 20 grammi di cobalto, in quelle delle auto elettriche si arriva a 15 kg. Detto in altri termini, una macchina elettrica vale in cobalto 750 smartphone. E visto che parliamo di batterie, ecco il terzo problema da segnalare: quello del loro smaltimento.

Detto questo, giusto per ricordarci che non esistono soluzioni miracolistiche ad impatto zero, la mia opinione resta assolutamente favorevole alla transizione energetica inclusa l'auto elettrica, purché ci si ricordi che quest'ultima è davvero più ecologica solo a condizione che il sistema di produzione dell'elettricità sia stato nel frattempo interamente decarbonizzato.

Ma le nostre ragioni, ambientalmente e socialmente motivate, non sono le stesse delle gigantesche forze sistemiche che spingono alla transizione energetica, in primo luogo con l'ingannevole narrazione dei "cambiamenti climatici". Ma cos'è allora che muove i dominanti?


Un interessante articolo di Alessandro Visalli


Poco dopo il famoso 15 marzo, Alessandro Visalli ha scritto un interessante articolo che può aiutarci nel nostro ragionamento. Visalli non entra nel merito della teoria dell'AGW, dunque non la mette in discussione ed anzi sembra avallarla. Lo fa però con una certa prudenza, perché avverte anch'egli l'insostenibilità della narrazione dominante. Ma questa è la parte meno interessante dello scritto. Tralasciando qui le conclusioni (sulle quali ci sarebbe da discutere), la questione centrale che Visalli pone è un'altra, ed è esattamente la stessa del titolo del nostro articolo: perché lo fanno?

L'autore, partendo dallo schema interpretativo di Giovanni Arrighi sui cicli di accumulazione del sistema capitalista, giunge ad inquadrare l'attuale campagna sul clima nella spinta verso una nuova fase di «espansione del sistema-mondo allo scopo di trovare "terre vergini" nelle quali siano presenti opportunità più convenienti». 

Si tratterebbe, in altri termini, di risolvere la crisi superando l'attuale fase terminale finanziaria del precedente ciclo espansivo, creando le condizioni per un nuovo ciclo che per avviarsi ha bisogno di investimenti produttivi in qualche modo forzati dall'esterno, attraverso una dialettica tra gli interessi degli agenti economici (i capitalisti) e la logica di potenza del soggetto che si impone in quel ciclo come centro del sistema.

In questa dinamica c'è dunque un elemento economico (l'uscita dalla crisi), ma anche uno politico (la definizione del nuovo centro), laddove il determinarsi del secondo elemento è condizione per la piena realizzazione del primo. Ma affinché questo processo possa andare a buon fine, dice Visalli, occorre che gli "spiriti animali" del capitalismo - sempre portati a guardare solo i guadagni del giorno dopo - vengano indeboliti da un'emergenza che li metta momentaneamente a tacere. Detto in altro modo, quel che occorre al capitalismo è che - almeno per un periodo - gli interessi generali del sistema (dunque gli stessi interessi di classe dei dominanti visti nel loro insieme) prevalgano sugli interessi immediati dei singoli capitalisti.

Quale potrà essere allora l'emergenza da utilizzare a tale scopo? Questa è la sua ipotesi: 
«La quadra, come fu negli anni cinquanta la guerra fredda, può venire dalla ‘distruzione del pianeta’. In questo modo i capitali possono forzatamente essere impiegati in investimenti guidati dallo Stato, ma salvaguardanti l'iniziativa privata. In conseguenza nella parte diffusa della ‘manutenzione territoriale’ e della ‘economia circolare’ si impiegano i ‘superflui’, combattendo il sottoconsumo occidentale, e la capacità produttiva si riconverte riducendo la sovracapacità e la sovrapproduzione. Una quadra perfetta per quello che Minsky chiamava "Keynesismo privatizzato"». Quindi: «La riconversione ecologica e slogan come “Non c’è più tempo”, svolgerebbe questa funzione strutturale vista dal punto di vista delle élite».

Ma c'è un altro passaggio di Visalli che mi pare utile segnalare. Poiché la lotta per conquistare il centro del sistema è anche lotta per l'egemonia, ecco che entra in gioco un potere addizionale di cui dobbiamo tenere conto:
«La questione è che l’egemonia mondiale si ottiene quando alla capacità di governance delle forze sistemiche si aggiunge la leadership, che come dicono Arrighi e Silver in “Caos e governo del mondo”: “si fonda sulla capacità del gruppo dominante di presentarsi, ed essere percepito, come portatore di interessi generali” (p.30), questa capacità porta un potere “addizionale”. Gruppo dominante e gruppi subordinati in qualche modo concordano che la direzione nella quale il primo dirige le forze è a vantaggio comune. Il sistema è gestibile, dunque, senza ricorrere alla pura e semplice forza».

Bene, in queste righe c'è esattamente l'ipotesi che stiamo sostenendo, individuando nella questione climatica (ed ovviamente nella sua gestione) uno snodo di portata strategica per l'intero sistema capitalista. Questo significa che si debba allora esser contro alla transizione energetica? Ovviamente no, e questo vale (al di là delle diverse valutazioni della teoria dell'AGW) tanto per Visalli (il cui pensiero spero e credo di aver riportato correttamente) quanto per il sottoscritto.


Chi guiderà la transizione energetica?
Per un punto di vista socialista sulla questione


Si pone adesso un piccolo problema: chi guiderà questa transizione? Certo, chi la sta guidando ad oggi è fin troppo evidente. E poiché le forze socialiste sono non deboli, ma debolissime ai quattro punti cardinali, poco c'è da illudersi sulla capacità di incidere sul tema. Ma come affermare almeno un diverso punto di vista socialista sulla questione?

Il tema è talmente vasto che conviene qui limitarsi a segnalare le questioni principali. In primo luogo si tratta di sostenere una transizione energetica che non solo non includa un rilancio del nucleare, ma che ne determini invece la definitiva chiusura (ma su questo torneremo più avanti). In secondo luogo le fonti rinnovabili vanno sostenute ed incentivate, ma con grande attenzione sia al loro impatto (che comunque c'è) sia alle speculazioni di ogni tipo che un passaggio fatto all'insegna del "non c'è più tempo" porterebbe inevitabilmente con se. In terzo luogo - e qui si va oltre il settore energetico in senso stretto - bisogna dire di no ad ogni intervento artificiale sul clima (no dunque alla geoingegneria, ma anche di questo parleremo più avanti). In quarto luogo, i costi di questa gigantesca transizione dovranno essere fatti ricadere sui ceti più abbienti, tutelando invece in pieno le classi popolari. In quinto luogo, contro il "Keynesismo privatizzato", bisogna affermare il controllo e la proprietà pubblica (dunque dello Stato) dell'intero sistema energetico.

Attenzione, però, questo punto di vista socialista potrà emergere solo ad una imprescindibile condizione: che si contesti con decisione la narrazione dominante sul clima e dunque la teoria dell'AGW. E' questo un punto ostico quanto decisivo, dato che se invece si accetta la narrazione del "non c'è più tempo", i dominanti avranno gioco facile a far passare ogni porcheria, a scaricare sui più deboli i costi dell'intera operazione, a favorire gli interessi delle grandi corporation del settore energetico e non solo. Di più, avranno buon gioco pure nel prevedibile rilancio del nucleare.


Di nuovo sul nucleare


Ne abbiamo già parlato nel primo articolo di questa serie: attualmente il nucleare è in naftalina, ma potrebbe venire facilmente riesumato qualora si accettasse davvero il folle "non c'è più tempo" della propaganda sul clima.

Il perché è presto detto. Il passaggio alle rinnovabili è possibile, oltre che desiderabile, ma richiederà un certo numero di decenni. Viceversa, qualora accettassimo la narrazione dominante sul clima, tutto quel tempo non ci sarebbe. L'unica cosa da fare sarebbe la rapida elettrificazione integrale del sistema energetico (per la gioia delle grandi multinazionali dell'auto), contestualmente ad un'altrettanto rapida nuclearizzazione del sistema elettrico (per la felicità dei signori dell'atomo), un processo nel quale le rinnovabili potrebbero aspirare solo ad un ruolo complementare, ma non sostitutivo come è invece necessario. 

Alla fine di questo processo avremmo sì meno CO2 (la cui effettiva incidenza sul clima è tutta da accertarsi), ma un ben più alto rischio nucleare (la cui pericolosità milioni di essere umani hanno invece già accertato nella realtà). E' davvero il caso di rischiare di finire dalla padella alla brace? La risposta mi pare fin troppo scontata.


Gli interessi politici della narrazione dominante


Già parlando degli interessi economici abbiamo visto come questi si intreccino con importanti interessi politici. Tra questi ultimi bisogna distinguere tra i grandi interessi (sistemici) ed i "piccoli interessi" dei vari governi nazionali e locali.

Liquidiamo subito questi ultimi, perché meno importanti dei primi, anche se talvolta pure questi "piccoli interessi" sono davvero irritanti. Tutti avranno notato come ormai al più piccolo stormir di foglie si grida all'uragano, e se per caso una zona si allaga è certo che lì ha colpito il male assoluto: quel "cambiamento climatico" tanto sfuggente quanto terrorizzante. In questo modo i "bravi" governanti possono sempre autoassolversi. Una zona si è allagata? Nessuno parlerà più della cattiva politica del territorio, della sua progressiva cementificazione, tanto a spiegar tutto basterà l'immaginifica "bomba d'acqua" subito invocata dai media. In città una pianta è caduta (ma oggi nel linguaggio mediatico si dice "crollata", quasi fosse un edificio!) colpendo a morte un passante? La colpa non è della cattiva manutenzione alle aree verdi, magari dovuta pure ai tagli imposti dall'Europa (non sia mai!), ma del fatto che i colpi di vento son diventati quasi tutti dei tornado. E si potrebbe continuare con gli esempi.

Ma veniamo ora ai ben più importanti interessi sistemici. Cosa c'è di meglio dell'allarme climatico per rilanciare una globalizzazione in crisi? Cos'è in fondo il modello di funzionamento dell'IPCC di cui ci siamo occupati, se non una prova tecnica di governo mondiale? D'altronde, qualora accettassimo la teoria dominante, è chiaro che nuove e rilevanti cessioni di sovranità statuale si renderebbero necessarie. Questo modello è utile alle classi dominanti perché serve anche a tecnicizzare la politica, a "depurarla" da ogni residuo di democrazia. Non vedere questo aspetto, tanto più da parte di chi vorrebbe porsi in alternativa all'attuale sistema, è semplicemente intollerabile. Un modo di essere ciechi anche se si hanno dieci decimi dall'oculista.

Ma c'è di più. L'attuale narrazione climatica potrebbe portarci non solo verso un sistema nei migliore dei casi ademocratico. Essa potrebbe condurci addirittura verso forme dispotiche del tutto nuove, basate sul controllo del clima attraverso qualche applicazione della geoingegneria. 


Attenzione alla geoingegneria! 


Sono forse diventato un complottista? No, se ne scrivo non è per una lettura notturna di qualche misterioso sito dedito alla dietrologia, bensì per un articolo apparso sull'autorevole rivista (si fa per dire) le Scienze. «Clima: ultima chiamata», questo il titolo di copertina del numero di aprile di questa rivista. Bene, ho subito pensato, forse ci sarà qualche novità. Oppure, nella peggiore delle ipotesi, ci verrà solo riproposta la solita solfa degli ultimi tempi. Invece no. Né l'una né l'altra, le Scienze ha infatti deciso di andare oltre. Ce lo spiega subito il sottotitolo: «Ridurre le emissioni non basta più. Per limitare l'aumento della temperatura dovremo anche eliminare dall'atmosfera la CO2 accumulata finora». 

Siamo cioè alla tesi della urgente necessità delle cosiddette "emissioni negative". Una cosa assurda, dato che ove si ponesse davvero fine alle emissioni industriali (e prescindendo qui dalla variabilità di quelle naturali, di cui abbiamo parlato nel quinto articolo, ma che i sostenitori dell'AGW nemmeno prendono in considerazione), il problema della CO2 si risolverebbe progressivamente da solo, dato che la sua permanenza in atmosfera è comunque limitato nel tempo.

Ma di cosa si tratta esattamente? L'articolo a pag. 46 ha un titolo sobrio, roba da scienziati attenti a non impressionare: «L'ultima speranza». Avete capito bene: l'ultima speranza. Insomma, la rivista si è portata avanti col lavoro. Anche in questo caso è interessante il sottotitolo: «Riusciremo a eliminare dall'atmosfera abbastanza CO2 da rallentare o addirittura invertire il cambiamento climatico?». Invertire? Si proprio "invertire", come se qualcuno sapesse che la temperatura giusta per il pianeta è quella, che ne so, del 1860 piuttosto che quella del 1917 (effettivamente a me più simpatica). Avete capito dove si vuole arrivare?

L'autore, Richard Conniff, riferisce di alcuni studi sul tema ed elenca 7 possibili metodi per la cattura della CO2. Di questi solo uno è naturale: la riforestazione delle foreste abbattute e l'afforestazione, ciò la trasformazione in foreste di terreni oggi non alberati. Troppo facile, troppo naturale, ma soprattutto troppo poco redditizio per i moderni stregoni della CO2. Gli altri 6 metodi sono invece del tutto artificiali, ma uno in particolare interessa all'autore, e di conseguenza incuriosisce pure noi. 

Vediamolo da vicino. L'idea è quella della cattura diretta della CO2 dall'atmosfera tramite macchinari che dopo aver aspirato l'aria ne estrarrebbero chimicamente l'anidride carbonica per poi iniettarla nel sottosuolo, con l'obiettivo di stoccarla in via definitiva a profondità piuttosto elevate. Al momento, un simile macchinario (peraltro di potenza ridottissima) esiste solo in Islanda, ma quel che conta è l'idea. 

Conniff riferisce quindi alcuni dati basati sulle stime di chi studia questa possibilità. Secondo questi "esperti" si potrebbero eliminare in questo modo da 10 a 40 miliardi di tonnellate di CO2 dall'atmosfera all'anno. Poiché il costo di questa cattura andrebbe da 100 a 300 dollari a tonnellata, avremmo un business annuo compreso tra i mille ed i dodicimila miliardi! Ma non sbellicatevi dalle risate, che il meglio ha da venire. Queste simpatiche macchine consumano ovviamente energia, ma quanta esattamente? Secondo l'articolista per eliminare un milione (milione, non miliardo) di tonnellate di CO2 servirebbe la quisquilia di una potenza elettrica da 300 a 500 megawatt. Dunque, calcoliamo noi, per smaltire da 10 a 40 miliardi di tonnellate servirebbe da un minimo di 3 milioni (300x10.000=3.000.000) ad un massimo di 20 milioni di megawatt (500x40.000=20.000.000). Giusto per avere un'idea la potenza elettrica complessiva installata in Italia è pari a 117mila megawatt, dunque per soddisfare i folli progetti di costoro ci vorrebbe da un minimo di 25 ad un massimo di 170 Italie. Devo aggiungere altro?

Ora, dopo aver mostrato l'assurdità di certe riviste tutte protese a salvare il pianeta, dunque affidabilissime più di ogni altra fonte, resta però un fatto assai inquietante. L'idea del controllo del clima è un progetto al quale si sta effettivamente lavorando. Al momento non possiamo sapere con quale esito, ma si sta lavorando al disegno di un pianeta ridotto alla stregua di un appartamento climatizzato. Ma chi avrà le chiavi di questo mega-termostato del futuro? Ma naturalmente un bel governo mondiale democratico di un pianeta finalmente senza confini, diranno subito i globalisti di ogni risma... Come no, ma certo che è a questa prospettiva che stanno lavorando, mica sarete diventati complottisti pure voi?


La paura come strumento di controllo sociale


Ho parlato già abbastanza della funzione del moderno catastrofismo (non solo quello climatico) nel sesto articolo. Viviamo in effetti un'epoca strana, dove all'ottimismo esagerato del periodo precedente - l'idea piuttosto ingenua di un infinito progresso lineare per quanto diseguale - che tuttavia alimentava la sinistra, si è sostituito un pessimismo antropologico senza precedenti. Questo pessimismo è il nemico giurato di ogni speranza di cambiamento. Proprio per questo piace tanto alle èlite, oggi evidentemente non più in grado (a differenza del passato) di offrire una positiva narrazione a lieto fine dell'umana vicenda.

Sta di fatto che la paura è diventata il principale ingrediente di ogni discorso sul futuro. E' così al bar come nei media. Nei discorsi dei politici come in quelli degli intellettuali. Infine sono arrivati gli scienziati con il loro carico da 90 del "global warming".

Attraverso la paura si possono controllare le menti, istillando fra l'altro un diffuso senso di colpa, ad esempio quello verso le nuove generazioni, da cui è difficile liberarsi. A questo punto, però, la narrazione sistemica mostra una curiosa contraddizione. Da un lato la cultura dominante consiglia vivamente agli uomini di ridursi allo stato di meri consumatori in competizione tra loro - guai ad avere altri "grilli" nella testa, di cambiare il mondo poi non se ne deve proprio più parlare. Dall'altro, questo uomo-consumatore viene invece criminalizzato in quanto inquinatore. 


Il cerchio magico consumi-paura-nuovi consumi


Parrebbe questa una contraddizione insanabile, ma l'apparenza non deve ingannare. Anche la criminalizzazione contribuisce infatti a ridurre l'uomo alla sola dimensione del consumo. Ma mentre questo schema è perfettamente interclassista, dato che inquina la Ferrari ma pure la Panda, esso sembrerebbe però senza soluzione, visto che un consumo (per quanto minimo) vi sarà sempre e comunque. Come venirne fuori allora?

Sulla paura indotta dalla narrazione dominante sul clima sicuramente qualche psicologo non troppo indottrinato potrebbe dirci cose molto più profonde ed interessanti delle mie. Io mi limito quindi a riprendere e concludere il discorso sui consumi, che un suo interesse comunque ce l'ha.

Colpevolizzato e ridotto nella sua gabbia, all'uomo-consumatore-colpevole non sembrerebbe concessa altra via se non quella di... nuovi consumi. Vuoi superare i tuoi sensi di colpa e sentirti migliore degli altri? Cambia la tua vecchia auto diesel e passa all'elettrico, lascia la tua vecchia casa e costruiscine una nuova "ambientalmente sostenibile", cambia la caldaia a metano che quella di ultima generazione emette meno CO2, sostituisci quanto prima il tuo frigorifero, la lavatrice e la lavastoviglie, che gli elettrodomestici che hai consumano troppo... E potremmo continuare a lungo, visto che abbiamo già la moda "ecosostenibile", l'alimentazione "ecosostenibile", il turismo "ecosostenibile". Insomma, alla fine il cerchio magico consumi-paura-nuovi consumi si chiude alla grande, e l'anti-consumismo alimentato a CO2 si rovescia nel suo contrario, un'ultra-consumismo a trazione ecologica. Non c'è che dire: per il capitalismo in crisi una bella boccata d'ossigeno.  


Conclusioni


Siamo così arrivati alla conclusione di questa serie di articoli sui "cambiamenti climatici". Chi ha avuto la pazienza di leggere avrà capito il senso di queste riflessioni. Le conclusioni a cui siamo giunti sono disseminate nei tanti punti che abbiamo toccato. Si tratta naturalmente di conclusioni provvisorie, dato che una discussione vera sulla teoria dominante è ben lungi dall'aprirsi. Questo fatto non deve scandalizzare: il martellamento mediatico è troppo potente e le forze che dovrebbero esercitare la critica troppo deboli. Tuttavia, un maggiore sforzo teso a superare tanto la pigrizia mentale, quanto questo penoso stato di subalternità, male non farebbe.

Per quanto mi riguarda chiudo sintetizzando in sei punti le conclusioni del lungo ragionamento svolto: 

1. La narrazione dominante sul clima, incentrata su un interessato catastrofismo, va respinta.
2. La teoria dell'AGW fa infatti acqua da tutte le parti, ed i fatti la smentiscono alla grande.
3. Dietro alla narrazione del punto 1 ed alla teoria del punto 2 si celano gli enormi interessi economici, politici e di controllo sociale che abbiamo esaminato in questo articolo.
4. La necessaria lotta per l'ambiente e per la salute non va perciò confusa con la questione climatica; occorre anzi sviluppare una critica ambientalista della teoria dell'AGW.
5. La ricerca sul clima mantiene ovviamente tutta la sua importanza e deve essere sviluppata, ma essa sarà credibile solo quando verrà tolta di mano ad istituzioni controllate dalle èlite come l'IPCC.
6. La scelta di ridurre l'utilizzo dei combustibili fossili (fino al loro totale superamento) va perseguita fino in fondo, ma secondo criteri politici e sociali opposti al disegno dei dominanti, ed in base a criteri ambientali che impediscano il passaggio dalla padella delle fonti fossili alla brace del nucleare.  

Queste conclusioni sono decisamente controcorrente. A dispetto delle sue incongruenze, il "pensiero unico climatico" appare ancora oggi inattaccabile. Del resto, la tipica forma mutevole in cui esso si presenta - passando sempre più spesso dal "riscaldamento globale" agli inafferrabili e non meglio definiti "cambiamenti climatici" - non è certo quella di una teoria scientifica, perlomeno non nel senso di Popper, bensì quella di una moderna religione che nessuno può discutere. Fra l'altro una religione che "battezza" i bambini già in tenera età, come si è visto col loro disinvolto utilizzo (magari in buona fede, ma poco cambia) nelle manifestazioni del 15 marzo. 

Significativamente, in tempi in cui si parla di fascismo anche quando si discute di sport, a nessuna anima candida di sinistra è venuto in mente che, al di là dei diversissimi scopi e della diversissima situazione, quell'utilizzo delle scolaresche delle elementari, in sfilate per lo più organizzate e benedette dalle autorità politiche, poteva ricordare certe manifestazioni del ventennio. Certo, i giovani "Balilla" portavano un moschetto giocattolo a tracolla, quelli di oggi cartelli apparentemente innocui a "difesa del pianeta", ma questo giustifica forse l'attuale strumentalizzazione dei buoni sentimenti di ragazzi e bambini?

Detto questo, avrò certamente scandalizzato qualcuno. Ben venga lo scandalo, se potrà servire a far ragionare sulla natura totalitaria della narrazione dominante sul clima.

Ad ogni modo, quel che avevo da dire l'ho detto e qui mi fermo. Solitamente il tempo (talvolta anche quello meteorologico) è galantuomo. Chissà che non lo sia anche stavolta.

7 - fine

Lettori fissi di SOLLEVAZIONE

Temi

Unione europea (953) euro (784) crisi (640) economia (630) sinistra (549) teoria politica (296) finanza (285) Leonardo Mazzei (282) M5S (275) P101 (251) grecia (247) Movimento Popolare di Liberazione (244) Governo giallo-verde (242) elezioni (239) imperialismo (237) sfascio politico (235) resistenza (226) Moreno Pasquinelli (225) sovranità nazionale (219) banche (215) internazionale (213) risveglio sociale (184) alternativa (168) seconda repubblica (167) Syriza (155) piemme (147) Tsipras (146) antimperialismo (135) debito pubblico (133) Matteo Renzi (131) programma 101 (129) spagna (122) filosofia (121) Francia (119) immigrazione (117) marxismo (117) PD (111) destra (111) sovranità monetaria (111) democrazia (109) costituzione (106) Matteo Salvini (104) neoliberismo (104) populismo (104) sollevazione (103) Stefano Fassina (97) islam (97) Grillo (94) Sandokan (94) elezioni 2018 (94) berlusconismo (91) proletariato (91) geopolitica (88) Carlo Formenti (86) Germania (86) Alberto Bagnai (83) Emiliano Brancaccio (83) austerità (80) bce (80) Medio oriente (79) Coordinamento nazionale della Sinistra contro l’euro (78) sindacato (77) Podemos (76) Stati Uniti D'America (75) referendum costituzionale 2016 (74) sinistra anti-nazionale (73) Mario Monti (72) guerra (72) capitalismo (70) Libia (66) Russia (65) capitalismo casinò (63) Sergio Cesaratto (62) Rivoluzione Democratica (61) rifondazione (61) Lega (60) globalizzazione (60) liberiamo l'Italia (60) CLN (59) Siria (59) CONFEDERAZIONE per la LIBERAZIONE NAZIONALE (57) bancocrazia (57) immigrati (57) Sicilia (56) Alexis Tsipras (55) Alitalia (54) cinque stelle (54) legge elettorale (54) sovranismo (54) Diego Fusaro (53) Legge di Bilancio (53) brexit (53) Lega Nord (52) Pablo Iglesias (52) moneta (52) referendum (52) socialismo (52) neofascismo (51) sionismo (51) sovranità popolare (51) Emmezeta (50) fiat (50) Manolo Monereo (49) Movimento dei forconi (49) solidarietà (49) campo antimperialista (48) sinistra sovranista (48) gilet gialli (46) immigrazione sostenibile (46) Beppe Grillo (45) Nichi Vendola (45) renzismo (45) Troika (44) Yanis Varoufakis (44) astensionismo (43) inchiesta (43) uscita dall'euro (43) Luciano Barra Caracciolo (42) Mario Draghi (42) Israele (41) liberismo (40) palestina (40) Mimmo Porcaro (39) patriottismo (39) Fiorenzo Fraioli (38) Ugo Boghetta (38) proteste operaie (38) sinistra patriottica (38) italicum (37) Giorgio Cremaschi (36) Karl Marx (36) Marine Le Pen (35) ambiente (35) fiscal compact (35) uscita di sinistra dall'euro (35) III. Forum internazionale no-euro (34) Luigi Di Maio (34) Ucraina (34) egitto (34) nazione (34) 9 dicembre (33) Def (33) azione (33) ISIS (32) Merkel (32) cina (32) default (32) fiom (32) iran (32) islamofobia (32) populismo di sinistra (32) scienza (32) Forum europeo 2016 (31) Sel (31) governo Renzi (31) unità anticapitalisa (31) Fabio Frati (30) ecologia (30) xenofobia (30) Nello de Bellis (29) Putin (29) catalogna (29) storia (29) eurostop (28) napolitano (28) nazionalizzazione (28) Assemblea di Chianciano terme (27) menzogne di stato (27) Donald Trump (26) Mauro Pasquinelli (26) USA (26) elezioni europee 2019 (26) nazionalismi (26) silvio berlusconi (26) Beppe De Santis (25) Comitato centrale P101 (25) Forum europeo (25) Nato (25) elezioni siciliane 2017 (25) religione (25) scuola (25) Europa (24) Movimento 5 Stelle (24) Quantitative easing (24) Venezuela (24) finanziarizzazione (24) Aldo Giannuli (23) Lavoro (23) Stato di diritto (23) antifascismo (23) manifestazione 12 ottobre 2019 (23) ora-costituente (23) razzismo (23) repressione (23) Coordinamento nazionale sinistra contro l'euro (22) Esm (22) Roma (22) emigrazione (22) keynes (22) nazionalismo (22) Chianciano Terme (21) Front National (21) Simone Boemio (21) Stato islamico dell’Iraq e del Levante (21) Unità Popolare (21) etica (21) Conte bis (20) Emmanuel Macron (20) Foligno (20) Laikí Enótita (20) Marcia della Dignità (20) Regno Unito (20) Vladimiro Giacchè (20) coordinamento no-euro europeo (20) crisi di governo (20) iraq (20) manifestazione del 12 ottobre (20) melenchon (20) minibot (20) tecnoscienza (20) umbria (20) MES (19) Mariano Ferro (19) Norberto Fragiacomo (19) Sicilia Libera e Sovrana (19) Tunisia (19) fronte popolare (19) Domenico Moro (18) Donbass (18) F.S. (18) Izquierda Unida (18) Noi siciliani con Busalacchi (18) lotta di classe (18) pace (18) senso comune (18) Assisi (17) Costanzo Preve (17) Forum europeo delle forze di sinistra e popolari anti-Unione europea (17) Jacques Sapir (17) Paolo Savona (17) Perugia (17) Pier Carlo Padoan (17) chiesa (17) complottismo (17) cosmopolitismo (17) euro-germania (17) media (17) piano B (17) Enrico Letta (16) Forum di Atene (16) Luciano B. Caracciolo (16) Marco Mori (16) Prc (16) Reddito di cittadinanza (16) Renzi (16) Tonguessy (16) appello (16) ballottaggi (16) casa pound (16) fascismo (16) internazionalismo (16) sciopero (16) vendola (16) Cremaschi (15) Daniela Di Marco (15) International no euro forum (15) M. Micaela Bartolucci (15) Salvini (15) clima (15) comunismo (15) diritto (15) indipendenza (15) internet (15) manifestazione (15) piattaforma eurostop (15) tasse (15) vaccini (15) 15 ottobre (14) Alessandro Visalli (14) Alitalia all'Italia (14) Brancaccio (14) Enea Boria (14) Ernesto Screpanti (14) Eurogruppo (14) Fridays for Future (14) MMT (14) Monte dei Paschi (14) Movimento pastori sardi (14) Stato Islamico (14) Turchia (14) Vincenzo Baldassarri (14) no tav (14) obama (14) potere al popolo (14) salerno (14) Alessandro Di Battista (13) Bersani (13) Chavez (13) Enrico Grazzini (13) Eos (13) Jobs act (13) Legge di stabilità (13) Marino Badiale (13) Virginia Raggi (13) Wilhelm Langthaler (13) acciaierie Terni (13) cultura (13) disoccupazione (13) femminismo (13) finanziaria (13) giovine italia (13) privatizzazioni (13) regionalismo differenziato (13) sardine (13) unione bancaria (13) Alfredo D'Attorre (12) Costas Lapavitsas (12) D'alema (12) Forum europeo 2015 (12) Giulietto Chiesa (12) Negri (12) Panagiotis Lafazanis (12) Sergio Mattarella (12) analisi politica (12) decreto salva-banche (12) europeismo (12) global warming (12) keynesismo (12) salari (12) terzo memorandum (12) 14 dicembre (11) AST (11) Aldo Zanchetta (11) De Magistris (11) Dicotomia (11) France Insoumise (11) Gennaro Zezza (11) Ilva (11) Papa Francesco (11) Pardem (11) Portogallo (11) Stato (11) Stefano D'Andrea (11) corruzione (11) de-globalizzazione (11) elezioni anticipate (11) iniziative (11) mediterraneo (11) nucleare (11) ordoliberismo (11) presidenzialismo (11) proteste (11) sindacalismo di base (11) sinistra Italiana (11) sovranismi (11) Art. 18 (10) Bagnai (10) Bruno Amoroso (10) Carl Schmitt (10) Claudio Borghi (10) Fausto Bertinotti (10) Fmi (10) Forum Internazionale Anti-Ue delle forze popolari e di sinistra (10) Forum di Roma 2019 (10) George Soros (10) Gianluigi Paragone (10) Giorgetti (10) Hollande (10) Jean-Luc Mélenchon (10) Lista del Popolo (10) Marco Passarella (10) Marco Zanni (10) OLTRE L'EURO (10) Ora (10) Paolo Barnard (10) Quirinale (10) Risorgimento Socialista (10) Terni (10) cattiva scuola (10) decrescita (10) diritti civili (10) facebook (10) fisco (10) golpe (10) islanda (10) legge di bilancio 2020 (10) povertà (10) taranto (10) ANTARSYA-M.A.R.S. (9) Algeria (9) Antonio Rinaldi (9) Argentina (9) Bernie Sanders (9) CGIL (9) Campagna eurostop (9) Diritti Sociali (9) Draghi (9) Forconi (9) Paolo Ferrero (9) Stato nazione (9) Terza Repubblica (9) ThyssenKrupp (9) Von Hayek (9) Wolfgang Schaeuble (9) bail-in (9) bipolarismo (9) classi sociali (9) cosmo-internazionalismo (9) deficit (9) futuro collettivo (9) il pedante (9) istruzione (9) liberalismo (9) medicina (9) moneta fiscale (9) necrologi (9) questione nazionale (9) sociologia (9) sovranità (9) tecnologie (9) Antonio Gramsci (8) Corte costituzionale (8) DOPO IL 4 DICEMBRE (8) Erdogan (8) F.f (8) Fratelli d'Italia (8) Genova (8) Goracci (8) Gran Bretagna (8) II assemblea della CLN (1-3 settembre) (8) Ingroia (8) Italia Ribelle e Sovrana (8) Julio Anguita (8) Landini (8) Lenin (8) Luca Massimo Climati (8) Mattarella (8) Mirafiori (8) Yanis Varoufakys (8) borsa (8) debitocrazia (8) destra non euro (8) elezioni anticapte (8) elezioni anticipate 2017 (8) elezioni siciliane (8) grexit (8) inflazione (8) lira (8) manifestazione 25 marzo 2017 (8) marxisti dell'Illinois (8) nuovo movimento politico (8) questione femminile (8) regionalismo (8) sardegna (8) seminario programmatico 12-13 dicembre 2015 (8) svalutazione (8) transfemminismo (8) trasporto aereo (8) unità anticapitalista (8) unità nazionale (8) Abu Bakr al-Baghdadi (7) Alessandro Chiavacci (7) Alternative für Deutschland (7) Articolo 18 (7) CUB (7) Cub Trasporti (7) Dino Greco (7) Ernesto Laclau (7) Flat tax (7) Franz Altomare (7) Gaza (7) Giancarlo D'Andrea (7) Giuseppe Angiuli (7) ISIL (7) Inigo Errejón (7) Je so' Pazzo (7) Jeremy Corbyn (7) Joseph Stiglitz (7) MMT. Barnard (7) Macron (7) Massimo Bontempelli (7) Maurizio Landini (7) Me-Mmt (7) Michele Berti (7) Nuit Debout (7) Oskar Lafontaine (7) Papa Bergoglio (7) Pil italiano (7) Riccardo Achilli (7) Samuele Mazzolini (7) Sapir (7) Seconda Assemblea P101 (7) Ttip (7) agricoltura (7) aletheia (7) anarchismo (7) autodeterminazione dei popoli (7) bankitalia (7) confederazione (7) contante (7) derivati (7) eurexit (7) eurocrack (7) giovani (7) il manifesto (7) incontri (7) magistratura (7) nazismo (7) patria e costituzione (7) pensioni (7) risorgimento (7) rivolta (7) rivoluzione civile (7) rossobrunismo (7) sanità (7) spread (7) trasporto pubblico (7) Ars (6) Banca centrale europea (6) Bazaar (6) Bottega partigiana (6) CETA (COMPREHENSIVE ECONOMIC AND TRADE AGREEMENT) (6) Carlo Galli (6) Casaleggio (6) Contropiano (6) Eros Cococcetta (6) Eugenio Scalfari (6) Franco Bartolomei (6) Frédéric Lordon (6) Giorgia Meloni (6) M.AR.S. (6) Maduro (6) Marx (6) Militant-blog (6) Nino galloni (6) No Renzi Day (6) Noi con Salvini (6) ORA! (6) Pcl (6) Pisapia (6) Polonia (6) REDDITO MINIMO UNIVERSALE (6) Regioni autonome (6) Sandro Arcais (6) Stato di Polizia (6) Target 2 (6) Teoria Monetaria Moderna (6) Thomas Fazi (6) Titoli di stato (6) Toni negri (6) USB (6) Ungheria (6) Viktor Orban (6) assemblea nazionale 2-3 luglio 2016 (6) automazione (6) beni comuni (6) cinema (6) fabrizio Marchi (6) famiglia (6) giovanni Tria (6) governo Gentiloni (6) ideologia (6) incontro internazionale (6) la variante populista (6) liberosambismo (6) migranti (6) no-Ttip (6) nuovo soggetto politico (6) populismo democratico (6) suicidi (6) suicidi economici (6) tecnica (6) terremoto (6) uber (6) utero in affitto (6) Alberto Negri (5) America latina (5) Angelo Panebianco (5) Anguita (5) Antonio Ingroia (5) Assad (5) Carola Rackete (5) Dario Guarascio (5) Decreto Dignità (5) Decreto sicurezza (5) Dimitris Mitropoulos (5) Federalismo (5) Federico Fubini (5) Ferdinando Pastore (5) Finlandia (5) Forza Italia (5) Franco Busalacchi (5) Giuseppe Mazzini (5) HAMAS (5) Hilary Clinton (5) Il popolo de i Forconi (5) Joël Perichaud (5) Kirchner (5) Lucca (5) Luigi De Magistris (5) MOHAMED KONARE (5) Marcello Teti (5) Mario Monforte (5) No Monti Day (5) No debito (5) Npl (5) Nuova Direzione (5) Paolo Becchi (5) Parigi (5) Partito tedesco (5) Pier Paolo Dal Monte (5) Rete dei Comunisti (5) Romano Prodi (5) Rosatellum 2 (5) Sharing Economy (5) Soleimani (5) Stathis Kouvelakis (5) TTIP (TRANSATLANTIC TRADE AND INVESTMENT PARTNERSHIP) (5) Trump (5) Val di Susa (5) Wolfgang Munchau (5) Yemen (5) afghanistan (5) alleanze (5) banche popolari (5) brasile (5) camusso (5) chiesa ortodossa (5) confindustria (5) cuba (5) debitori (5) decreto vaccini (5) di Pietro (5) donna (5) elezioni regionali 2015 (5) elezioni. Lega (5) fratelli musulmani (5) giornalismo (5) governo (5) greta thumberg (5) jihadismo (5) laicismo (5) massimo fini (5) pomigliano (5) procedura d'infrazione (5) proteste agricoltori (5) rifugiati politici (5) salvinismo (5) teologia (5) tremonti (5) wikileaks (5) 16 giugno Roma (4) ALBA (4) Africa (4) Alessandro Somma (4) Alessia Vignali (4) Altiero Spinelli (4) Andrea Ricci (4) Anna Falcone (4) Antonio Amoroso (4) Assange (4) Aurelio Fabiani (4) Autostrade per l'Italia (4) Bergoglio (4) Brigate sovraniste (4) CSNR (4) Candidatura d’Unitat Popular (CUP) (4) Carovana di solidarietà (4) Cesaratto (4) Charlie Hebdo (4) Chiavacci Alessandro (4) Città della Pieve (4) Claudio Martini (4) Comitato per il No nel referendum sulla legge costituzionale Renzi- Boschi (4) Consiglio nazionale ORA! (4) Coordinamento per la Democrazia Costituzionale (4) Corea del Nord (4) Danilo Calvani (4) Danilo Zolo (4) Deutsche Bank (4) Die Linke (4) Diego Melegari (4) Emanuele Severino (4) Ernesto Galli Della Loggia (4) Felice Floris (4) Francesco Giavazzi (4) Frente civico (4) Fronte Sovranista Italiano (4) GIAPPONE (4) Giuliano Pisapia (4) Giulio Regeni (4) Giulio Sapelli (4) Imu (4) Incontro di Roma (4) Italexit (4) JP Morgan (4) Jacques Nikonoff (4) Karl Polany (4) Kke (4) L'Altra Europa con Tsipras (4) Lafontaine (4) Laura Boldrini (4) Leonardo Mazzzei (4) Luciano Canfora (4) Luciano Gallino (4) Luciano Vasapollo (4) Lucio Chiavegato (4) Luigi Ferrajoli (4) Lupo (4) MPL (4) Marcello Minenna (4) Marchionne (4) Martin Heidegger (4) Morgan Stanley (4) Mosul (4) NO TAP (4) Noi sicialiani con Busalacchi (4) ONU (4) Oscar Lafontaine (4) Paolo Gerbaudo (4) Pci (4) Piattaforma di sinistra (4) Piero Bernocchi (4) Prodi (4) ROSSA (4) Rajoy (4) Sefano Rodotà (4) Sergio Starace (4) Simone Pillon (4) Slavoj Žižek (4) Stato d'emergenza (4) TAP (4) Tyssenkrupp (4) VOX (4) Varoufakis (4) Visco (4) Vladimiro Giacché (4) Xarxa Socialisme 21 (4) Xi Jinping (4) agricoltura biologica (4) al-Sisi (4) alceste de ambris (4) anarchici (4) antisemitismo (4) antisionismo (4) arancioni (4) bigenitorialità (4) califfato (4) carceri (4) cipro (4) coalizione sociale (4) crisi bancaria (4) cristianesimo (4) cristianismo (4) curdi (4) demografia (4) diritti di cittadinanza (4) donne (4) elezioni 2017 (4) elezioni comunali 2017 (4) elezioni siciliane 2012 (4) filo rosso (4) gender (4) il fatto quotidiano (4) informatica (4) intelligenza artificiale (4) irisbus (4) irlanda (4) italia (4) ius soli (4) legge del valore (4) legge di stabilità 2017 (4) parti de gauche (4) patrimoniale (4) porcellum (4) precarietà (4) presidente della repubblica (4) primarie (4) protezionismo (4) risparmio (4) salute (4) saviano (4) seminario (4) sinistra transgenica (4) sottoscrizione (4) spending review (4) spesa pubblica (4) statizzazione banche (4) terzo polo (4) transizione al socialismo (4) trattati europei (4) truffa bancaria (4) università (4) wikidemocrazia (4) xylella (4) 19 ottobre (3) Ahmadinejad (3) Alavanos (3) Albert Einstein (3) Alberto Alesina (3) Alfiero Grandi (3) Amodeo (3) Antonella Stirati (3) Aquisgrana (3) Arabia saudita (3) Armando Mattioli (3) Associazione Riconquistare la Sovranità (3) Atene 26-28 giugno (3) Aventino (3) BRIM (3) Barbara Spinelli (3) Benedetto Croce (3) Benetton (3) Bernd Lucke (3) Bin Laden (3) Bloco de Esquerda. (3) Cerveteri Libera (3) Cia (3) Ciudadanos (3) Comitato No Debito (3) Commissione europea (3) Coordinamento Democrazia Costituzionale (3) Coordinamento dei Comitati per il NO-Umbria (3) Coordinamento no E45 autostrada (3) Davide Serra (3) Dieudonné M'bala M'bala (3) Diosdado Toledano (3) EDWARD SNOWDEN (3) Eleonora Forenza (3) Ernest Vardanean (3) Eurasia (3) Fabio Nobile (3) Fabrizio Tringali (3) Fausto Sorini (3) Filippo Abbate (3) Francesco Neri (3) Francesco Salistrari (3) Fratoianni (3) Gianni Ferrara (3) Giorgio Lunghini (3) Giovanni Gentile (3) Giuliana Nerla (3) Giulio Bonali (3) Giuseppe Pelazza (3) Goofynomics (3) Gramsci (3) Guido Grossi (3) HELICOPTER MONEY (3) Hezbollah (3) ISTAT (3) Ilaria Bifarini (3) Iugoslavia (3) Ivan Cavicchi (3) Jens Weidmann (3) Jugoslavia (3) Leonardo SInigaglia (3) Lista Tsipras (3) Luca Ricolfi (3) Magdi Allam (3) Manolo Monero Pérez (3) Marcello Foa (3) Marco Bulletta (3) Marco Mainardi (3) Mario Volpi (3) Marxista dell'Illinois n.2 (3) Massimo De Santi (3) Massimo cacciari (3) Maurizio Fratta (3) Maurizio del Grippo (3) Milton Friedmann (3) Modern Money Theory (3) Moldavia (3) Morya Longo (3) Napoli (3) Nigel Farage (3) No Mes (3) No e-45 autostrada (3) Noi Mediterranei (3) Olanda (3) Palermo (3) Panagiotis Sotiris (3) Paola De Pin (3) Partito Italexit (3) Patrizia Badii (3) Pedro Montes (3) Pkk (3) Poroshenko (3) Rinascita (3) Rodoflo Monacelli (3) Ruggero Arenella (3) Salento (3) Sarkozy (3) Scenari Economici (3) Six Pack (3) Stavros Mavroudeas (3) Ugo Arrigo (3) Ungheria. jobbink (3) Ventotene (3) Viareggio (3) al-Nusra (3) alba dorata (3) austria (3) biotecnocrazia (3) bollettino medico (3) crediti deteriorati (3) debito (3) deflazione (3) deflazione salariale (3) diritto d'asilo politico (3) diritto di cittadinanza (3) divorzio banca d'Italia Tesoro (3) dollaro (3) economia sociale di mercato (3) elezioni 2020 (3) euroasiatismo (3) foibe (3) forza nuova (3) giustizia (3) inceneritori (3) indignati (3) ines armand (3) insegnanti (3) internazionale azione (3) legge di stabilità 2015 (3) legge truffa (3) machiavelli (3) maternità surrogata (3) mattarellum (3) mezzogiorno (3) minijobs. Germania (3) negazionismo (3) noE-45 autostrada (3) occidente (3) oligarchia (3) olocausto (3) partito (3) partito democratico (3) prescrizione (3) psicanalisi (3) quota 100 (3) rai (3) ratzinger (3) riforma del senato (3) robotica (3) sanità. spending review (3) sciopero generale (3) seminario teorico (3) senato (3) sme (3) social media (3) socialdemocrazia (3) sondaggi (3) sovranità e costituzione (3) sovrapproduzione (3) takfir (3) tassisti (3) terza assemblea P101 (3) tv (3) violenza (3) web (3) 11 settembre (2) 12 aprile (2) 25 aprile 2017 (2) 27 ottobre 2012 (2) A/simmetrie (2) ALDE (2) Ada Colau (2) Agenda Monti (2) Alberto Benzoni (2) Alberto Montero (2) Alétheia (2) Amando Siri (2) Amazon (2) Andalusia (2) Angelo Salento (2) Antonello Ciccozzi (2) Antonello Cresti (2) Arditi del Popolo (2) Armando Siri (2) Atlante (2) Baath (2) Bahrain (2) Banca (2) Bandiera rossa in movimento (2) Berretti Rossi (2) Bilderberg (2) Black Lives Matter (2) Blockchain (2) Bolivia (2) Bolkestein (2) Borotba (2) Brushwood (2) CISL (2) Carc (2) Carlo Clericetti (2) Carlo Freccero (2) Carlo Romagnoli (2) Cernobbio (2) Certificati di Credito Fiscale (2) Cesarina Branzi (2) Cgia Mestre (2) Chantal Mouffe (2) Cile (2) Cirimnnà (2) Civati (2) Claudia Castangia (2) Colonialismo (2) Comitato antifascista russo-ucraiono (2) Conte (2) Coordinamento europeo della Sinistra contro l’euro (2) Dani Rodrik (2) De Bortoli (2) Der Spiegel (2) Diem25 (2) Domenico Losurdo (2) Don Giancarlo Formenton (2) Dugin (2) EReNSEP (2) Edoardo Biancalana (2) Ego della Rete (2) Emilia Clementi (2) Emilia-Romagna (2) Emiliano Gioia (2) Enzo Pennetta (2) Eric Toussaint (2) Ettore Livini (2) European Quantitative-easing Intermediated Program (2) Extincion Rebellion (2) F.List (2) Federal reserve (2) Fidel Castro (2) Fidesz (2) Filippo Gallinella (2) Fiumicino (2) Forestale (2) Forum Internazionale antiEU delle forze popolari (2) Forum Popoli Mediterranei (2) Francesco Lamantia (2) Francesco Maria Toscano (2) Francesco Piobbichi (2) Franco Russo (2) Frosinone (2) Fulvio Grimaldi (2) Futuro al lavoro (2) Generale Pappalardo (2) Gentiloni (2) Giacomo Bracci (2) Giacomo Russo Spena (2) Giada Boncompagni (2) Giancarlo Cancelleri (2) Gig Economy (2) Giorgio Gattei (2) Giuliano Amato (2) Giuseppe Palma (2) Goldman Sachs (2) Google (2) Grottaminarda (2) Guido Viale (2) Hartz IV (2) Hegel (2) Hitler (2) Héctor Illueca (2) INPS (2) Incontro di Madrid 19/21 febbraio 2016 (2) Iniciativa za Demokratični Socializem (2) Iniziativa per il socialismo democratico (2) Italia Ribelle (2) Iugend Rettet (2) JULIAN ASSANGE (2) Jacopo Custodi (2) Javier Couso Permuy (2) Juan Carlos Monedero (2) Juncker (2) Junker (2) Kalergy (2) Ken Loach (2) Kostas Lapavitsas (2) Kurdistan (2) La Grassa (2) Lelio Basso (2) Lelio Demichelis (2) Loretta Napoleoni (2) Ltro (2) M-48 (2) Maastricht (2) Mali (2) Manolis Glezos (2) Marco Revelli (2) Marco Rizzo (2) Maria Elena Boschi (2) Maria Rita Lorenzetti (2) Mario Tronti (2) Mark Zuckerberg (2) Marocco (2) Massimo D'Antoni (2) Massimo PIvetti (2) Michele Serra (2) Michele fabiani (2) Microsoft (2) Militant (2) Moscovici (2) Movimento Politico d'Emancipazione Popolare (2) Mussari (2) Mélenchon (2) Nadia Garbellini (2) Netanyahu (2) Nicaragua (2) Omt (2) Oriana Fallaci (2) Ostia (2) Paolo Maddalena (2) Papa (2) Partito comunista (2) Patto di Stabilità e Crescita (2) Paul Krugman (2) Paul Mason (2) PdCI (2) Pdl (2) Piano di eradicazione degli ulivi (2) Piemonte (2) Pippo Civati (2) Portella della Ginesta (2) Preve (2) Quarto Polo (2) Raffaele Alberto Ventura (2) Reddito di inclusione sociale (2) Riccardo Bellofiore (2) Riccardo Ruggeri (2) Riscossa Italia (2) Roberto Ferretti (2) Rosanna Spadini (2) Rosarno (2) Rosatellum (2) Rozzano (2) Ryan air (2) SPD (2) STX (2) Sahra Wagenknecht (2) Salistrari (2) Schumpeter (2) Scilipoti (2) Scozia (2) Seconda Assemblea CLN (2) Sergio Bellavita (2) Sergio Cararo (2) Sergio Cofferati (2) Severgnini (2) Shale gas (2) Simone Di Stefano (2) Slovenia (2) Stato penale (2) Stefano Zecchinelli (2) Steve Bannon (2) Stiglitz (2) Tasi (2) Tasos Koronakis (2) Telecom (2) Terzo Forum (2) Thissen (2) Thomas Piketty (2) Tito Boeri (2) Tiziana Alterio (2) Tiziana Ciprini (2) Tltro (2) Tomaso Montanari (2) Tor Sapienza (2) Torino (2) Transatlantic Trade and Investment Partnership (2) Transnistria (2) Trilateral (2) UIL (2) UKIP (2) Umberto Eco (2) Ursula von der Leyen (2) Valerio Bruschini (2) Von Der Leyen (2) Vox Italia (2) Zagrebelsy (2) Zoe Constantopoulou (2) accordo del 20 febbraio (2) accordo sul nucleare (2) agricoltori indignati (2) al Serraj (2) al-Durri (2) al-qaeda (2) alawismo (2) animalismo (2) antimperialista (2) antispecismo (2) antropologia (2) atac (2) banche venete (2) battaglia d'autunno (2) blocco sociale (2) bontempelli (2) burkini (2) calunnia (2) casa (2) clausole di salvaguardia (2) cobas (2) comitato di Perugia (2) composizione di classe (2) comuni (2) comunicazione (2) debito privato (2) denaro (2) deregulation (2) domenico gallo (2) due euro (2) dughin (2) elezioni comunali 2015 (2) elezioni comunali 2019 (2) embraco (2) enel (2) energia (2) ennahda (2) esercito (2) eugenetica (2) expo (2) export (2) fake news (2) fecondazione eterologa (2) fincantieri (2) fine del lavoro (2) frontiere (2) gaypride (2) genetica (2) gennaro Migliore (2) geoeconomia (2) giacobinismo (2) governicchio (2) indignatos (2) industria italiana (2) intimperialismo (2) isu sanguinis (2) legge (2) legge di stabilità 2018 (2) lgbt (2) libano (2) liberi e uguali (2) libertà di pensiero (2) maidan (2) manifestazione 2 giugno 2018 (2) marina silva (2) mercantislismo (2) nazionalizzare le autostrade (2) no expo (2) non una di meno (2) omosessualità (2) ong (2) paolo vinti (2) pareggio di bilancio (2) parlamento europeo (2) patria (2) patto del Nazareno (2) patto grecia-israele (2) patto politico (2) peronismo (2) petrolio (2) pietro ratto (2) poste (2) poste italiane (2) proporzionale (2) province (2) razionalismo (2) reddito di base (2) ricchezza (2) riduzione parlamentari (2) rifiuti (2) riformismo (2) rivoluzione russa (2) rivoluzione socialista (2) scissione pd (2) serbia (2) shador (2) shoa (2) silicon valley (2) sinistra anticapitalista (2) sinistra critica (2) società (2) stagnazione secolare (2) stop or-me (2) studenti (2) tasso di cambio (2) transgender (2) transumano (2) ulivi (2) unioni civili (2) uniti e diversi (2) uscita da sinistra (2) vincolo di mandato (2) vota NO (2) "cosa rossa" (1) 100 giorni (1) 101 Dalmata. il più grande successo dell'euro (1) 11-12 gennaio 2014 (1) 14 novembre (1) 17 aprile (1) 19 ottobre 2019 (1) 1961 (1) 20-24 agosto 2014 (1) 25 aprile 2014 (1) 25 aprile 2015 (1) 25 aprile 2018 (1) 28 marzo 2014 (1) 31 marzo a Milano (1) 4 novembre (1) 5G (1) 6 gennaioMovimento Popolare di Liberazione (1) 8 settembre (1) 9 febbraio 2019 (1) 9 novembre 2013 (1) A. Barba (1) AL NIMR (1) Abd El Salam Ahmed El Danf (1) Aberto Bellini (1) Accellerazionismo (1) Achille Occhetto (1) Acqua pubblica (1) Adenauer (1) AirCrewCommittee (1) Alain Parguez (1) Alan Greenspan (1) Alan Johnson (1) Alba Libica (1) Albania (1) Albert Jeremiah Beveridge (1) Albert Reiterer (1) Albert Rivera (1) Alberto Perino (1) Alcoa (1) Aldo Barba (1) Aldo Bronzo (1) Aleksey Mozgovoy (1) Alemanno (1) Aleppo (1) Alesina (1) Alessandro Mustillo (1) Alessandro Trinca (1) Alex Zanotelli (1) Alexander Zakharchenko (1) Alterfestival (1) Alternativa per la Germania (1) Alì Manzano (1) Ambrogio Donini (1) Ambrose Evans Pritchard (1) Amedeo Argentiero (1) Amintore Fanfani (1) Amoroso (1) Anders Breivik (1) Andrew Brazhevsky (1) Andrew Spannaus (1) Angela Matteucci (1) Angelo di Carlo (1) Angus Deaton (1) Anis Amri (1) Anna Angelucci (1) Anna Lami (1) Anschluss (1) Anthony Coughlan (1) Antonella Stocchi (1) Antonio De Gennaro (1) Antonio Guarino (1) Antonio Rinaldis (1) Antonis Ragkousis (1) Antonis-Ragkousis (1) Apple (1) Arditi (1) Argo Secondari (1) Argyrios Argiris Panagopoulos (1) Arnaldo Otegi (1) Ars Longa (1) Art 81 (1) Art. 11 (1) Art.50 Trattato Lisbona (1) Articolo1 (1) Artini (1) Artuto Scotto (1) Ascheri (1) Atene (1) Athanasia Pliakogianni (1) Atlantia (1) Attali (1) Augusto Graziani (1) Australia (1) BDI (1) BORIS NEMTSOV (1) BRI (1) Banca d'Italia (1) Banca mondiale (1) Barcelona en comú (1) Bashar al-Assad (1) Basilicata (1) Bastasin (1) Battaglione Azov (1) Bazar (1) Bcc (1) Bekaert (1) Belardelli (1) Belgio (1) Benigni (1) Benoît Hamon (1) Bernard-Henri Levy (1) Bielorussia (1) Bifo (1) Bilancio Ue (1) Bini Snaghi (1) Bisignani (1) Bismarck (1) Black Panthers (1) Blade Runner 2049 (1) Boicotta Eurovision (1) Boikp Borisov (1) Bolsonaro (1) Bossi (1) Branko Milanovic (1) Brennero (1) Bretagna (1) Brigata kalimera (1) Brindisi (1) Britannia (1) Bruderle (1) Bruno Steri (1) Bruno Vespa (1) Bulgaria (1) ByoBlu (1) C.f.. Governo giallo-verde (1) CARTA DI FIRENZE 2019 (1) CCF (1) CNL (1) COMITATO OPERAI E CITTADINI PER L'AST (1) COSMOPOLITICA (1) Calabria (1) Calenda (1) Cambiare si può (1) Cameron (1) Cammino per la libertà (1) Cancellieri (1) Carchedi (1) Caritas (1) Carlo Candi (1) Carlo De Benedetti (1) Carlo Rovelli (1) Carmine Pinto (1) Casal Bruciato (1) Cascina Raticosa (1) Casini (1) Cassazione (1) Cassese Sabino (1) Catarina Martins (1) Cekia (1) Cesare Battisti (1) Checchino Antonini (1) Checco (1) Chiaberge Riccardo (1) Chiara Appendino (1) Chisinau (1) Chișinău (1) Christian Napolitano (1) Christian Rocca (1) Christoph Horstel (1) Circo Massimo (1) Cirinnà (1) Civitavecchia (1) Claudia Zeta (1) Claudio Maartini (1) Claudio Magris (1) Claus Offe (1) Concita De Gregorio (1) Confederazione europea (1) Conferenza d'apertura (1) Consiglio europeo del 26-27 giugno 2014 (1) Coord (1) Coordinamento europeo per l'uscita dall'Unione (1) Corea del Sud (1) Corriere della sera (1) Corte Europea sui diritti dell'uomo (1) Cosenza (1) Crimea (1) Cristina Re (1) Cuperlo (1) DDL (1) Dagospia (1) Daisy Osauke (1) Damiano palano (1) Dan Glazebrook (1) Daniela Conti (1) Daniele Manca (1) Danimarca (1) Dario Fo (1) Davide Bono (1) Davide Gionco (1) Davos (1) De Masi (1) De Vito (1) Debora Billi (1) Debt Redemption Fund (1) Del Rio (1) Denis Mapelli (1) Dichiarazione universale dei diritti umani (1) Dimitris Christoulias (1) Dio (1) Dmitriy Kolesnik (1) Domenico Quirico (1) Domenico Rondoni (1) Dominique Strauss-Khan (1) Don Sturzo (1) Donald Tusk (1) Duda (1) ECO (1) EPAM (1) Eco della rete (1) Eduard Limonov (1) Elctrolux (1) Eleonora Florenza (1) Elinor Ostrom (1) Elliott Gabriel (1) Emanuele Filiberto (1) Emilio Gentile (1) Emma Bonino (1) Emmanuel Mounier (1) Emmeffe (1) Enrica Perucchietti (1) Enrico Angelini Partigiano (1) Enrico Gatto (1) Enrico Rossi (1) Enrico padoan (1) Erasmo vecchio (1) Ernesto Pertini (1) Ernst Bloch (1) Eros Francescangeli (1) Erri De Luca (1) Etiopia (1) Ettore Gotti Tedeschi (1) Eugenio Scalgari (1) Eunoè (1) Eurispes (1) Europa a due velocità (1) Evo Morales (1) FF2 (1) Fabiani (1) Fabio Amato (1) Fabio De Masi (1) Fabio Dragoni (1) Fabio Mini (1) Fabio Petri (1) Fabriano (1) Fabrizio De Paoli (1) Fabrizio Rondolino (1) Falluja (1) Favia (1) Federazione delle Industrie Tedesche (1) Federica Aluzzo (1) Federico Caffè (1) Federico II il Grande (1) Ferrero (1) Fertility Day (1) Filippo Dellepiane (1) Filippo Nogarin (1) Filippo Santarelli (1) Fiorito (1) Florian Philippot (1) Folkebevægelsen mod EU (1) Foodora (1) Foro di Sao Paulo (1) Forum Ambrosetti (1) Forum dei Popoli Mediterranei (1) Forum di Assisi (1) Francesca Donato (1) Francesco Campanella (1) Francesco Cardinali (1) Francesco Garibaldo (1) Francesco Giuntoli (1) Francesco Lenzi (1) Francesco Magris (1) Franco Venturini (1) Frauke Petry (1) Fred Kuwornu (1) Freente Civico (1) Freud (1) Front de gauche (1) Fronte della gioventù comunista (1) Fuad Afane (1) Fukuyama (1) Fuori dall'euro (1) GMJ (1) Gabanelli (1) Gabriele Gesso (1) Gandhi (1) George Friedman (1) George Monbiot (1) Germanicum (1) Gesù (1) Gezi park (1) Giacomo Bellini (1) Giacomo Bellucci (1) Giacomo Vaciago (1) Giacomo Zuccarini (1) Giancarlo Bergamini (1) Gim cassano (1) Giordano Sivini (1) Giovanna Vertova (1) Giovanni De Cristina (1) Giovanni Lo Porto (1) Giovanni Schiavon (1) Giovanni Tomei (1) Giovanni di Cristina (1) Giulia Grillo (1) Giuliana Commisso (1) Giuliano Procacci (1) Giulio Ambrosetti (1) Giulio Girardi (1) Giulio Tarro (1) Giulio Tremonnti (1) Giuseppe Altieri (1) Giuseppe Guarino (1) Giuseppe Travaglini (1) Giuseppe Turani (1) Giuseppe Zupo (1) Glauco Benigni (1) Godley (1) Grasso (1) Graziano Priotto (1) Grecia presidio 9/9/19 (1) Guerra di liberazione algerina (1) Guglielmo Forges Davanzati (1) Guido Lutrario (1) Guido Ortona (1) Günther Anders (1) HSBC (1) Hainer Flassbeck (1) Haitam Manna (1) Haiti (1) Haver Analytics (1) Hawking (1) Heiner Flassbeck (1) Hillary Clinton (1) Hjalmar Schacht (1) Hong Kong (1) Huawei (1) Huffington Post (1) IPHONE (1) IRiS (1) IS (1) Ida Magli (1) Ignazio Marino (1) Il tramonto dell'euro (1) Ilaria Lucaroni (1) Illueca (1) Imposimato (1) Improta (1) Indesit (1) Indipendenza e Costituzione (1) Inge Höger (1) Intellettuale dissidente (1) International Forum of Sovereign Wealth Funds (1) Intesa Sanpaolo (1) Istituto Italiano per gli Studi Filosofici (1) Italia dei valori (1) J.Habermas (1) JAMES GALBRAITH (1) JOBS ACT(ING) IN ROME (1) Jacques Delors (1) Jacques Rancière (1) James Holmes (1) James K. Galbraith (1) James Petras (1) Jaroslaw Kaczynsk (1) Jason Barker (1) Je so' Pazz' (1) Jean Claude Juncker (1) Jean-Claude Juncker (1) Jean-Claude Lévêque (1) Jean-Claude Michéa (1) Jean-Jacques Rousseau (1) Jean-Paul Fitoussi (1) Jeremy Rifkin (1) Jo Cox (1) Joel Perichaud (1) John Laughland (1) John Locke (1) John Pilger (1) Jorge Alcazar Gonzalez (1) Joseph De Maistre (1) Joseph Shumpeter (1) Josephine Markmann (1) João Ferreira (1) Jugend Rettet (1) Juha Sipila (1) Junge Welt (1) Kalecky (1) Kalergi (1) Kelsen (1) Kemi Seba (1) Kenneth Kang (1) Kiev (1) Kirill Vasilev (1) Kolesnik Dmitriy (1) Kosovo (1) Kostas Kostoupolos (1) Kostas-Kostopoulos (1) Kouachi (1) Koutsianas Pantelis (1) Kruhman (1) Ktragujevac (1) Kyenge (1) L'Aquila (1) La Pira (1) La forte polarizzazione (1) La sinistra e la trappola dell'euro (1) La via maestra (1) La7 (1) Lagarde (1) Lapo Elkann (1) Lars Feld (1) Lasciateci fare (1) Leave (1) Lecce (1) Left (1) Legge 194 (1) Legge Acerbo (1) Legge Severino (1) Leonardo Coen (1) Leopolda (1) Lettera aperta ai movimenti sovranisti (1) Lev Gumilev (1) LexitNetwork (1) Lia De Feo (1) Lidia Riboli (1) Lidia Undiemi (1) Liguria (1) Lillo Massimiliano Musso. Leoluca Orlando (1) Lituana (1) Livorno (1) Logistica. Ikea (1) London Corrispondent Society (1) Lorenzin (1) Lorenzin Beatrice (1) Lorenzo Alfano (1) Lorenzo Del Savio (1) Lorenzo Dorato (1) Lorenzo Fioramonti (1) Lorenzo Fontana (1) Loris Caruso (1) Luca Donadel (1) Luca Pagni (1) Lucarelli (1) Lucia Annunziata (1) Lucia Morselli (1) Luciana Castellina (1) Luciano Violante (1) Lucio Magri (1) Lucio garofalo (1) Luigi De Giacomo (1) Luigi Nanni (1) Luigi Preiti (1) Luigi Zingales (1) Luka Mesec (1) López Obrador (1) M. Pivetti (1) M48 (1) M5 (1) MH 17 flight paths (1) MNLA (1) MOSE (1) Macchiavelli (1) Macedonia (1) Maida (1) Manuel Monereo (1) Manuel Montejo (1) Manuela Cadelli (1) Manuela Carmena (1) Marcello Barison (1) Marcello De Cecco (1) Marcello Veneziani (1) Marcia Perugia-Assisi (1) Marco Bersani (1) Marco Carrai (1) Marco Cattaneo (1) Marco Di Steafno (1) Marco Ferrando (1) Marco Fortis (1) Marco Giannini (1) Marco Palombi (1) Marco Pannella (1) Marco Parma (1) Marco Rovelli (1) Marco Santopadre (1) Marcuse (1) Margarita Olivera (1) Maria Grazia Da Costa (1) Marina Calculli (1) Marina Minicuci (1) Mario Esposito (1) Mark Rutte (1) Maroni (1) Marta Fana (1) Martin Lutero (1) Martin Wolf (1) Marxista dell'Illinois n.1 (1) Massimiliano Panarari (1) Massimo Costa (1) Massimo Gramellini (1) Massimo Recalcati (1) Massimo Villone (1) Matt O'Brien (1) Mattei (1) Matteo Mameli (1) Matteo Pucciarelli (1) Mauricio Macri (1) Maurizio Alfieri (1) Maurizio Blondet (1) Maurizio Franzini (1) Maurizio Leonardi (1) Maurizio Lupi (1) Maurizio Molinari (1) Maurizio Ricci (1) Maurizio Sgroi (1) Maurizio Vezzosi (1) Maurizio Zenezini (1) Maurizio zaffarano (1) Mauro Alboresi (1) Mauro Bocci (1) Mauro Maltagliati (1) Mauro Scradovelli (1) Mauro Volpi (1) Maximilian Forte (1) Mdp (1) Me.Fo. (1) Melanchon (1) Meloni (1) Mentana (1) Meridionalisti Italiani (1) Merk (1) Merloni (1) Messico (1) Metallurgiche Forschungsgesellschaft (1) Micah Xavier Johnson (1) Michael Jacobs (1) Michael Ledeen (1) Michael Moore (1) Michelangelo Vasta (1) Michele Ainis (1) Michele Ruggero (1) Mihaly Kholtay (1) Milano (1) Milosevic (1) Milton Friedman (1) Mimmo Lucano (1) Mincuo (1) Ministero economia e finanza (1) Mladic (1) Mohamed bin Salman (1) Mohammad Javad Zarif (1) Monica Maggioni (1) Monicelli (1) Mont Pélerin Society (1) Montegiorgio in Movimento (1) Moshe Ya’alon (1) Moves (1) Movimento 77 (1) Movimento R(e)evoluzione (1) Movimento democratici e progressisti (1) Movimento di Liberazione Popolare (1) Movimiento 15-M (1) Mulatu Teshome Wirtu (1) Musk (1) NIgeria (1) Nadia Valavani (1) Naji Al-Alì (1) Nancy Fraser (1) Natale (1) Neda (1) Nepal (1) Nethanyahu (1) New York Times (1) Nicky Hager (1) Nicola Ferrigni (1) Nicolas Dupont-Aignan (1) Nicoletta Dosio (1) Nicolò Bellanca (1) Nimr Baqr al-Nimr (1) No Fertility Day (1) Noam Chomsky (1) Noelle Neumann (1) Noi sicialiano con Busalacchi (1) Norbert Hofer (1) Norberto Bobbio (1) Nord Africa (1) Norma Rangeri (1) Nsa (1) OCSE (1) OLTRE L'EURO L'ALTERNATIVA C'È (1) OPEC (1) OXI (1) Olimpiadi (1) Olmo Dalcò (1) Omnium (1) Onda d'Urto (1) Open Society Foundations (1) Orietta Lunghi (1) P 101 (1) P-Carc (1) P01 (1) PCE (1) PCdI (1) PIANESI MARIO (1) POSSIBILE (1) PRISM (1) PSUV (1) Pablo Stefanoni (1) Padre Pio (1) Paesi baschi (1) Pakistan (1) Palladium (1) Panagoitis Sotiris (1) Panos "Panagiotis" Kammenos (1) Paola Muraro (1) Paolo Ciofi (1) Paolo Di Martino (1) Paolo Giussani (1) Paolo Maria Filipazzi (1) Paolo dall'Oglio (1) Paremvasi (1) Partito Comunista Italiano (1) Partito Comunista d'Italia (1) Partito del Lavoro (1) Partito radicale (1) Pasolini (1) Pasquale Voza (1) Passos Coelho (1) Patto di stabilità (1) Paul "Elliot" Singer (1) Paul De Grauwe (1) Paul Steinhardt (1) Per una sinistra rivoluzionaria (1) Perù (1) Pettirossi (1) Piano nazionale per la fertilità (1) Piepoli (1) Pier Francesco Zarcone (1) Pier Paolo Pasolini (1) Pierfranco Pellizzetti (1) Piero Calamandrei (1) Piero Gobetti (1) Piero Ricca (1) Piero fassina (1) Piero valerio (1) Pierre Laurent (1) Pietro Attinasi (1) Pietro Ingrao (1) Pietro Nenni (1) Pil (1) Pil argentino (1) Pinna (1) Pino Corrias (1) Pino Prestigiacomo (1) Piotr Zygulski (1) Pisa (1) Pizzarotti (1) Pomezia (1) Porto Recanati (1) Postcapitalism (1) Presidenza della Repubblica (1) Profumo (1) Puglia (1) Quadrio Curzio Alberto (1) Quisling (1) RENAUD LAMBERT (1) RISCOSSA ITALIANA (1) ROSS@ Parma (1) Rachid Ghannoūshī (1) Radek (1) Raffaele Ascheri (1) Raffaele Marra (1) Raffaella Paita (1) Ramadi (1) Ramarrik de Milford (1) Ramon Franquesa (1) Rapporto Werner (1) Ras Longa (1) Razem (1) Realfonzo (1) Remain (1) Renato Brunetta (1) René Girard (1) Report (1) Repubblica di Lugànsk (1) Rete Sostenibilità e Salute (1) Riccardo Terzi (1) Riccardo Tomassetti (1) Rino Formica (1) Risorgimento Meridionale (1) Rita Di Leo (1) Rizzo (1) Robert Mundell (1) Roberta Lombardi (1) Roberto D'Agostino (1) Roberto D'Alimonte (1) Roberto D'Orsi (1) Roberto Fico (1) Roberto Grienti (1) Roberto Marchesi (1) Roberto Martino (1) Roberto Massari (1) Roberto Musacchio (1) Roberto Palmerini (1) Roberto Santilli (1) Rocco Casalino (1) Rohani (1) Roma 13 ottobre 2018 (1) Roma 21 novembre 2015 (1) Romney (1) Rosario Crocetta (1) Rossano Rubicondi (1) Rovereto (1) SENZA EURO(PA) (1) SI COBAS (1) SInistra popolare (1) SYLVAIN LEDER (1) Sacko Soumayla (1) Said Gafurov (1) Sakorafa (1) Salmond (1) Salonicco (1) Salvatore Biasco (1) Salvatore D'Albergo (1) Samaras (1) Samir Amin (1) Sandro Targetti (1) Santori (1) Schengen (1) Schlageter (1) Scottish National Party (1) Scuola austriaca (1) Scuola di Friburgo (1) Sebastiano Isaia (1) Serge Latouche (1) Sergeï Kirichuk (1) Sergio Bologna (1) Sergio Romano (1) Shaimaa (1) Shaimaa el-Sabbagh (1) Shakira (1) SiAMO (1) Sig­mar Gabriel (1) Silvana Sciarra (1) Slai Cobas (1) Slavoj Zizek (1) Solone (1) Sorrentino (1) Spoleto (1) Sraffa (1) Standard & Poor's (1) Stanis Ruinas (1) Stefania Giannini (1) Stefano Alì (1) Stefano Azzarà (1) Stefano Bartolini (1) Stefano Feltri (1) Stefano Lucarelli (1) Stefano Musacchio (1) Stefano Petrucciani (1) Stefano Zai (1) Steven Forti (1) Storace (1) Stratfor (1) Strikemeeting (1) Sudafrica (1) Susana Díaz (1) Svitlana Grugorciùk (1) Svizzera (1) TISA (TRADE IN SERVICES AGREEMENT) (1) TPcCSA (1) Tarek Aziz (1) Tariq Alì (1) Tempa Rossa (1) Tfr (1) Thatcher (1) Theodoros Koudounas (1) Theresa Mai (1) Thomas Szmrzly (1) Thomas Zmrzly (1) Tiziana Aterio (1) Tiziana Drago (1) Togliatti (1) Tommaso Nencioni (1) Tommaso Rodano (1) Tonia Guerra (1) Tony Manigrasso (1) Topos Rosso (1) Toscana (1) Tribunale dell'Aia (1) Trichet (1) Tripoli (1) Tuareg (1) Two Pack (1) UGL (1) UPR (1) Udc (1) Ugo Mattei (1) Ulrich Grillo (1) Unicredit (1) Unio (1) United Kingdom Indipendent Party (1) Utoya (1) VLADIMIR LAKEEV (1) Vagelis Karmiros (1) Valerio Colombo (1) Vallonia (1) Vasilij Volga (1) Veltroni (1) Venezia (1) Veronica Duranti (1) Versilia (1) Vertice di Milano (1) Viale (1) Viktor Shapinov (1) Vilad Filat (1) Vincent Brousseau (1) Vincenzo Sparagna (1) Viscione (1) Vito Lops (1) Vito Storniello (1) Vittorio Bertola (1) Vittorio Carlini (1) Vittorio da Rold (1) Von Mises (1) Vox Populi (1) W. Streeck (1) WHIRLPOOL (1) Walter Eucken (1) Walter Tocci (1) Warren Mosler (1) Washington Consensus (1) Wen Jiabao (1) Westfalia (1) Wilders (1) Wolfgang Streeck (1) Wolkswagen (1) Wozniak (1) YPG (1) Ytzhac Yoram (1) Zagrebelsky (1) Zaia (1) Zalone (1) Zbigniew Brzezinski (1) Zecchinelli (1) Zedda Massimo (1) Zizek (1) Znet (1) Zolo (1) Zygmunt Bauman (1) aborto (1) accise (1) adozioni (1) aggressione (1) agorà (1) al-Fatah (1) al-Ghwell (1) alba mediterranea (1) alberto garzon (1) alluvione (1) alt (1) alta velocità (1) amanda hunter (1) amnistia (1) amore (1) andrea zunino (1) antropocene (1) apocalisse (1) appoggio tattico (1) arcelor Mittal (1) aree valutarie ottimali (1) armi (1) arresti (1) asia argento (1) askatasuna (1) assemblea di Roma del 4 luglio 2015 (1) assemblea nazionale del 22 e 23 ottobre (1) ateismo (1) autogestione (1) autostrade (1) ballarò (1) battisti (1) benessere (1) big five (1) bilancia dei pagamenti (1) bioetica (1) biologia (1) black block (1) blocco costituzionale (1) blocco nero (1) bloomberg (1) bomba atomica (1) bonapartismo (1) brigantaggio (1) bufale (1) bullismo (1) calcio (1) califfaato (1) campagna di finanziamento (1) capitolazione (1) carlo Bonini (1) carlo Sibilia (1) carta dei principi (1) cassa depositi e prestiti (1) catastrofe italiana (1) catene di valore (1) cdp (1) censis (1) censura (1) chokri belaid (1) comitato (1) comitato per la salvaguardia dei numeri reali (1) commemorazione (1) confini (1) conflitto di interezzi (1) confucio (1) consiglio superiore della magistratura (1) contestazione (1) controcorrente (1) convegno di Copenaghen (1) coronavirus (1) coronovirus (1) cretinate. (1) curzio maltese (1) cybercombattenti (1) cyborg (1) dabiq (1) dall'euro (1) dalla NATO e dal neoliberismo (1) david harvey (1) decalogo (1) decescita (1) decrescita felice (1) decretone (1) democratellum (1) democratiche e di sinistra (1) democrazia economica (1) deportazione economica (1) depressione (1) di Monica Di Sisto (1) dichiarazione di Roma (1) dimissioni (1) dimitris kazakis (1) diritti dei lavoratori (1) dissesto idrogeologico (1) dracma (1) ebraismo (1) economie di scala (1) economist (1) ecosocialismo (1) egolatria (1) elezioni comunali 2018 (1) elezioni regionali 2019 (1) enav (1) enrico Corradini (1) erasmus (1) esercito industriale di riserva (1) espulsione (1) estremismo (1) eurasismo (1) euroi (1) evasione fiscale (1) fabbriche (1) fallimenti (1) fascistizzazione della Lega (1) felicità (1) femen (1) femminicidio (1) fiducia (1) finan (1) finaza (1) flessibilità (1) flussi elettorali 2016 (1) fondi avvoltoio (1) fondi immobiliari (1) fondi sovrani (1) forme (1) freelancing (1) fuga dei capitali (1) fusione dei comuni (1) genere (1) giusnaturalismo (1) global compact (1) gold standard (1) governabilità (1) governo neutrale (1) grande coalizione (1) gravidanza (1) grazia (1) guerra di civiltà (1) guerra valutaria (1) hansel e gretel (1) hedge funds (1) i più ricchi del mondo (1) il cappello pensatore (1) illiberale (1) ilsimplicissimus (1) import (1) import-export (1) incendi (1) independent contractor (1) india (1) indignados (1) indipendeza e costituzione (1) individualismo (1) indulto (1) intena (1) intervista (1) ius sanguinis (1) ivana fabris (1) joker (1) kafir (1) l (1) la grande bellezza (1) legalità (1) legge Madia (1) legge anticorruzione (1) legge antisciopero (1) legge di stabilità 2016 (1) leva (1) leva obbligatoria (1) lex monetae (1) libaralismo (1) libe (1) liberalizzazioni (1) liberazionne (1) liberiamo (1) libra (1) linguaggio (1) link tax (1) liste civiche. (1) loi El Khomri (1) lotga di classe (1) luddismmo (1) lula (1) madre surrogata (1) mafiodotto (1) maghreb (1) malaysian AIRLINES (1) mandato imperativo (1) manifesto del Movimento Popolare di Liberazione (1) manlio dinucci (1) manovra (1) marchesi Antinori (1) marcia globale per Gerusalemme (1) massacri imperialisti (1) massimo bray (1) massoneria (1) materialismo storico (1) matrimoni omosessuali (1) matteo bortolon (1) matteo brandi (1) megalamania (1) memoria (1) mercantilismo (1) mercato (1) mercato del lavoro (1) militarismo (1) modello spagnolo (1) modello tedesco (1) modernità (1) molestie (1) momento polany (1) monetarismo (1) moody's (1) nascite (1) nazion (1) nazional-liberismo (1) neokeynesismo (1) no allo spezzatino (1) no vax (1) nobel (1) nomine ue (1) norvegia (1) numero chiuso (1) obiezione di coscienza (1) occupy wall street (1) oligarchia eurista (1) openpolis (1) operaismo (1) ore lavorate (1) osvaldo napoli (1) pacifismo (1) palmira (1) partite iva (1) partiti (1) partito americano (1) partito brexit (1) partito umanista (1) pecchioli luigi (1) personalismo (1) petiziion (1) piaciometro (1) piano Silletti (1) piano nazionale di prevenzione (1) piero visani (1) piigs (1) politicamente corretto (1) politiche austeritarie (1) polizia (1) ponte Morandi (1) popolo (1) post-elezioni (1) post-operaismo (1) postumano (1) profughi (1) programma UIKP (1) progresso (1) qualunquismo (1) questione meridionale (1) quinta internazionale (1) rampini (1) rappresentanza (1) recensioni (1) regione umbria (1) rete 28 Aprile (1) ride sharing (1) rider (1) risparmio tradito (1) risve (1) riunioni regionali (1) rivoluzione (1) robot killer (1) rosabrunismo (1) rublo (1) salafismo (1) salir del euro (1) sandro veronesi (1) sanzioni (1) scie chimiche (1) sciopero della fame (1) seisàchtheia (1) sequestro minori (1) sfruttamento (1) sicurezza (1) siderurgia (1) sindalismo di base (1) sinismo (1) smartphone (1) social forum (1) sondaggio demos (1) specismo (1) spionaggio (1) squatter (1) stadio (1) startup (1) statuto (1) sterlina (1) strategia militare (1) stress test (1) sud (1) suez (1) supe-bolla (1) supply-side economics (1) svimez (1) taglio parlamentari (1) takfirismo (1) tango bond (1) tassiti (1) tempesta perfetta (1) terza fase (1) terzigno (1) terzo stato (1) tesaurizzazione (1) torre maura (1) tortura (1) transumanismo (1) trappola della liquidità (1) trasformismo (1) trasumanesimo (1) trenitalia (1) triptrorelina (1) trivelle (1) troll (1) uassiMario Monti (1) uberizzazione (1) ultimatum (1) vademecum (1) vadim bottoni (1) valute (1) vattimo (1) vertice di Roma (1) volkswagen (1) voucher (1) wahabismo (1) wahhabismo (1) xenobot (1) yuan (1) zanotelli (1) zapaterismo (1)