[ 04 ottobre 2010 ]
LULA PAGA PEGNO PER LA SUA POLITICA PRO
CAPITALISTA
il malcontento sociale e ambientalista premia Marina Silva
di Piemme
Tutta la stampa occidentale (sull'onda di quella brasiliana) dava per scontato che la candidata di Lula, Dilma Rousseff, (l'ex guerrigliera tanto amata dala Borsa) avrebbe stravinto già al primo turno. Col suo 46,1% sarà invece obbligata ad andare al ballottaggio. Ciò non è accaduto per l'avanzata del suo principale avversario, José Serra —esponente del "partito socialdemocratico", ovvero il portavoce della oligarchia tradizionale— che ha ottenuto il 33% dei consensi, ma per la inattesa affermazione (20%) di Marina Silva, controversa figura di ambientalista di sinistra e al contempo esponente del tradizionalista mondo evangelico-protestante. La protesta contro l'ingiusto e squilibrato boom economico dell'era Lula, è quindi solo una della ragioni del suo successo. Proprio per il carattere contraddittorio del suo blocco elettorale la vittoria della Rousseff al ballottaggio non è affatto scontata. Una buona parte potrebbe infatti votare per José Silva