[ 2 dicembre ]
Si sta facendo un gran casino dopo la decisione del preside di una scuola di di Rozzano, periferia Sud di Milano, per aver cancellato la consuetudine di celebrare il Natale con dei canti dedicati.
Si sta facendo un gran casino dopo la decisione del preside di una scuola di di Rozzano, periferia Sud di Milano, per aver cancellato la consuetudine di celebrare il Natale con dei canti dedicati.
La scuola è frequentata da mille studenti e classi che vanno dall’asilo alle superiori. Gli studenti stranieri sono tanti, il venti per cento, e molti i musulmani. "Non possiamo offendere i bambini di famiglie musulmane", ha spiegato il preside, che così si adegua alla nuova legge renziana che lo vuole manager che fa e disfà.
Una decisione che prima di tutto è stupida ed in secondo luogo politicamente sbagliata.
Non conosciamo le idee politiche e la cultura di questo preside, è un fatto che chi sostiene la sua decisione lo fa in nome di una visione secolarista e laicista di stampo francese —oltralpe si è giunti addirittura a vietare l'esposizione in pubblico di ogni simbolo religioso, quelli cristiani compresi, cosa che a noi appare come una lesione del diritto insindacabile alla libertà di pensiero e di espressione. Una visione non meno integralista e fondamentalista di quelle settario-religiose che dice di contrastare.
Ai demagoghi leghisti, berlusconiani e neofascisti non è parso il vero, e si son messi tutti a sbraitare contro questa decisione che, lo ripetiamo, è stupida prima ancora di essere sbagliata.
Che questo preside ritenga che celebrare il Natale rappresenti un'offesa ai musulmani la dice lunga su quanto poco sappia dell'Islam e di riflesso sullo stato di decadimento culturale dell'istruzione pubblica. Prima di fare questa sciocchezza questo preside non poteva, non diciamo leggicchiarsi il Corano, ma anche solo chiedere l'opinione dell'Imam della moschea di Rozzano?
Lo avesse fatto avrebbe saputo che l'Islam non solo considera il cristianesimo una "religione del libro", ma addirittura venera Gesù come il più importante dei profeti prima di Mohammed quindi Maria che l'ha concepito. [Il Corano 4:171]
Un imam nemmeno troppo erudito gli avrebbe spiegato che sì l'Islam condanna ogni idolatria o venerazione di simboli religiosi quali che siano (compresi quelli islamici), ma che quando Mohammed rientrò vincitore, dopo l'Egira, a La Mecca, distrusse tutti i simboli e le icone nella Ka'ba, tranne tuttavia quelle cristiane raffiguranti Gesù e Maria.
Forse non era necessario, né erudirsi sull'Islam, né chiedere lumi ad un imam, ma solo consultare i genitori di fede musulmana. Invece il preside-manager non l'ha fatto, procedendo di testa sua, come se la scuola fosse una sua pertinenza.
Qualcuno ci dirà che il gesto del preside è legittimo, poiché rispetta la composizione multietnica della scuola che dirige. Che razza di discorso? Non il divieto alle celebrazioni di una parte rispetta la cosiddetta "multietnicità", semmai lo sarebbe la tolleranza, ovvero, al contrario, l'autorizzazione a che ogni cultura abbia diritto di cittadinanza.
E comunque i discorsi stanno zero. In nome di una malintesa "integrazione" si è fatto il gioco di chi punta sull'odio e cavalca l'islamofobia. Un bel pateracchio!