[ 14 luglio]
Qualche giorno fa, mentre davamo per certa la capitolazione di Tsipras, mettevamo in guardia il fallimento di SYRIZA avrebbe aperto un'autostrada ai neofascisti greci di Alba Dorata [TSIPRAS IN GINOCCHIO. Alba Dorata in agguato]. A conferma di questo pericolo viene un'istruttiva intervista di Ettore Livini ad uno dei fondatori di Alba Dorata, Theodoros Koudounas, il quale afferma: "Tsipras ha dimostrato di essere come Pasok e Nea Demokratia: torneremo presto al voto e siamo pronti a prenderci le nostre responsabilità".
Qualche giorno fa, mentre davamo per certa la capitolazione di Tsipras, mettevamo in guardia il fallimento di SYRIZA avrebbe aperto un'autostrada ai neofascisti greci di Alba Dorata [TSIPRAS IN GINOCCHIO. Alba Dorata in agguato]. A conferma di questo pericolo viene un'istruttiva intervista di Ettore Livini ad uno dei fondatori di Alba Dorata, Theodoros Koudounas, il quale afferma: "Tsipras ha dimostrato di essere come Pasok e Nea Demokratia: torneremo presto al voto e siamo pronti a prenderci le nostre responsabilità".
Un'analisi lucida, spietata, che adombra il rischio che il marasma greco di oggi possa sfociare domani in una vera e propria guerra civile.
"Syriza ha fallito, dimostrando di non essere differente da Pasok e Nea Demokratia. La Grecia tornerà presto al voto e noi siamo pronti a prenderci la nostra responsabilità se verrà il nostro turno". Theodoros Koudounas è uno dei fondatori di Alba Dorata. I vertici del partito sono agli arresti domiciliari e sotto processo con l’accusa di avere creato un’associazione a delinquere, dell’omicidio del rapper Pavlos Fyssas e di numerose aggressioni a immigrati per le strade di Atene. Il governo ha ritirato i finanziamenti pubblici alla formazione neonazista. Alle ultime elezioni però Alba Dorata è diventata il terzo partito del paese con il 6,9% dei voti, eleggendo 17 deputati, molti dei quali possono entrare in aula solo accompagnati dalla polizia perché in libertà vigilata. E molti sotto il Partenone pensano che saranno proprio i nazionalisti ellenici a guadagnare di più nelle urne dopo il compromesso di questa notte.
Cosa ne pensa di questo accordo Koudounas?
"Syriza, come previsto, ha fallito. Aveva promesso di chiudere con l’austerità e i memorandum e ora ci fa approvare nuova austerità e un terzo memorandum. Ha dimostrato quello che tutti sappiamo: è uguale a Pasok e Nea Demokratia. Ha ereditato da loro anche la protezione del pubblico impiego. Parlano del popolo ma non conoscono la gente, non hanno la minima idea di come vivono davvero i greci. In sei mesi di governo non hanno combinato nulla. Se non fare leggi per gay e immigrati che tanto costano solo una firma sotto una norma".
Dove ha sbagliato Tsipras?
"Ha fatto solo un negoziato virtuale, mostrando una faccia in Europa e una diversa quando parlava ai greci. Sostengono di aver combattuto, ma non hanno portato a casa niente se non mettere in ginocchio l’economia della Grecia. Hanno promesso che avrebbero aggredito l’evasione fiscale e gli oligarchi e invece zero. Ci sarà nuova austerità, ci chiederanno interventi che l’esecutivo non riuscirà a implementare. Interverrà la Troika a imporci altre tasse e altri tagli. E tra sei mesi Atene andrà di nuovo in tilt. E allora toccherà a noi".
In che senso?
“Il nostro momento sta arrivando. La gente ci voterà. Come è successo in Finlandia, Olanda e Estonia. L’unico problema è che forse il nostro turno arriva un po’ troppo presto. Se andassimo alle urne ora saremmo appena al 12-13%, secondo i nostri sondaggi. Ma appena usciremo dal processo inscenato da Nea Demokratia contro i vertici del nostro partito vareremo una rifondazione di Alba Dorata e a quel punto varremo il 25% dei voti. Tutti hanno capito che quel processo è una messa in scena, ne verremo fuori puliti. E dietro le sbarre ci sarà chi – come Samaras & C. – ha messo in ginocchio il nostro paese".
* Fonte: la repubblica, 13 luglio 2015
"Syriza ha fallito, dimostrando di non essere differente da Pasok e Nea Demokratia. La Grecia tornerà presto al voto e noi siamo pronti a prenderci la nostra responsabilità se verrà il nostro turno". Theodoros Koudounas è uno dei fondatori di Alba Dorata. I vertici del partito sono agli arresti domiciliari e sotto processo con l’accusa di avere creato un’associazione a delinquere, dell’omicidio del rapper Pavlos Fyssas e di numerose aggressioni a immigrati per le strade di Atene. Il governo ha ritirato i finanziamenti pubblici alla formazione neonazista. Alle ultime elezioni però Alba Dorata è diventata il terzo partito del paese con il 6,9% dei voti, eleggendo 17 deputati, molti dei quali possono entrare in aula solo accompagnati dalla polizia perché in libertà vigilata. E molti sotto il Partenone pensano che saranno proprio i nazionalisti ellenici a guadagnare di più nelle urne dopo il compromesso di questa notte.
Cosa ne pensa di questo accordo Koudounas?
"Syriza, come previsto, ha fallito. Aveva promesso di chiudere con l’austerità e i memorandum e ora ci fa approvare nuova austerità e un terzo memorandum. Ha dimostrato quello che tutti sappiamo: è uguale a Pasok e Nea Demokratia. Ha ereditato da loro anche la protezione del pubblico impiego. Parlano del popolo ma non conoscono la gente, non hanno la minima idea di come vivono davvero i greci. In sei mesi di governo non hanno combinato nulla. Se non fare leggi per gay e immigrati che tanto costano solo una firma sotto una norma".
Dove ha sbagliato Tsipras?
"Ha fatto solo un negoziato virtuale, mostrando una faccia in Europa e una diversa quando parlava ai greci. Sostengono di aver combattuto, ma non hanno portato a casa niente se non mettere in ginocchio l’economia della Grecia. Hanno promesso che avrebbero aggredito l’evasione fiscale e gli oligarchi e invece zero. Ci sarà nuova austerità, ci chiederanno interventi che l’esecutivo non riuscirà a implementare. Interverrà la Troika a imporci altre tasse e altri tagli. E tra sei mesi Atene andrà di nuovo in tilt. E allora toccherà a noi".
In che senso?
“Il nostro momento sta arrivando. La gente ci voterà. Come è successo in Finlandia, Olanda e Estonia. L’unico problema è che forse il nostro turno arriva un po’ troppo presto. Se andassimo alle urne ora saremmo appena al 12-13%, secondo i nostri sondaggi. Ma appena usciremo dal processo inscenato da Nea Demokratia contro i vertici del nostro partito vareremo una rifondazione di Alba Dorata e a quel punto varremo il 25% dei voti. Tutti hanno capito che quel processo è una messa in scena, ne verremo fuori puliti. E dietro le sbarre ci sarà chi – come Samaras & C. – ha messo in ginocchio il nostro paese".
* Fonte: la repubblica, 13 luglio 2015