[ 30 aprile 2019 ]
Nella rubrica delle "lettere" de IL MESSAGGERO, edizione del 28 aprile, un cittadino si pone una domanda... e si da una risposta. Riteniamo giusto condividerla coi nostri lettori...
-->
«Quella dei “naufraghi”, in realtà migranti clandestini, è
una favoletta che raccontano falsi filantropi spinti da interessi politici o
economici.
Non si può chiamare naufrago colui che si pone
volontariamente in mare su di un mezzo dotato di galleggiabilità e stabilità
più o meno precarie, consapevolmente condotto da terzi dietro pagamento di
denaro, a non eccessiva distanza dalla costa, munito di telefono satellitare e
gps, già sapendo a chi rivolgersi per farsi venire a “salvare”.
Inoltre questi naufraghi che secondo la legge del mare
devono essere salvati, non dovrebbero essere così in povertà se possono
permettersi di pagare somme di entità non indifferente a trafficanti privi di
scrupoli che si arricchiscono con questa illecita attività.
Certamente molta di questa gente è in cerca di una vita
migliore, ma il nostro Paese non è in grado di sopportare simile immissione
indiscriminata.
E queste Ong di italiani,
spagnoli, francesi, olandesi e tedeschi, tutti in Mediterraneo con vecchie
carrette o rimorchiatori raffazzonati alla ricerca di “naufraghi” da salvare,
pretendendo di portarceli a casa.
Accettiamo l’immigrazione, ma che sia controllata e filtrata
dai nostri consolati e limitata soltanto agli aventi diritto, evitando in tal
modo di mettere a rischio vite umane e di arricchire farabutti.
Maurizio Nicolini Roma»
Sostieni SOLLEVAZIONE e Programma 101