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sabato 24 novembre 2018

DOV'È FINITO PAOLO BARNARD?

[ 25 ottobre 2018 ]

Il 15 ottobre scorso su questo blog davamo conto dell'ultima farneticazione di Paolo Barnard, questa:
«Sinceramente, se essere Sovranista in Italia oggi significa allinearsi a un razzista ignorante cattolico antiabortista spompina preti bovaro padano fascistoide come Salvini, io voto Europa. Ripeto: Salvini o Europa, io voto Europa».
Pensavamo che al peggio non ci fosse limite invece...
Invece il Barnard c'è andato, facendo, contro il governo giallo-verde, il controcanto all'élite eurocratica e alla sua feccia piddina. 
Leggere per credere ...


* * *

L’AUTARCHIA DI SAL-MAIO NON LA COMPRA PIU’ NEPPURE IL SIGNOR FRANCO
di Paolo Barnard


Quando si esce in mare con un peschereccio di Comacchio (giallo-verdi) per affrontare una portaerei nucleare (UE+Mercati) si finisce alla disperazione di dover far ricorso all’autarchia di Mussolini, e poi a far figure da operetta come ieri al Tesoro.

Sono sei mesi che a ogni asta di debito del Tesoro i bravi e anonimi tecnici di Tria sudano ghiaccio perché non solo devono vendere titoli che vanno dai 3 mesi di scadenza ai 3-5-10-30 anni a interessi che crescono come funghi (particolarmente ogni volta che Claudio Borghi apre bocca), indebitando quindi tuo figlio come un tossico di Las Vegas, ma il dramma è che proprio fanno fatica a completare le aste. Cioè: devono vendere, fa conto, 5 miliardi di debito – cioè trovare qualcuno che presta al Tesoro 5 miliardi comprandogli Titoli – ma arrivano a fine asta che non hanno abbastanza compratori per neppure la metà della somma. E sono guai, perché, dal momento che non abbiamo una moneta sovrana, sono quelle aste che pagano per pensioni, strade, scuole, ospedali, Stato sociale.

La linea del governo Sal-Maio allora è stata di rispolverare l’autarchia di Mussolini: siano gli italiani, coi loro risparmi, a comprare il debito italiano al Tesoro. Parentesi: una genialata da italioti con l’insegnante di sostegno, perché delle due lo Stato dovrebbe aiutare ad aumentarli i tuoi risparmi, non chiederteli indietro per pagare le sue bollette facendoti investire in Titoli non sovrani e perdenti che poi tu e i tuoi figli ripagherete tutti in tasse. Ma questo hanno fatto i ‘Lumi’ al governo, con l’emissioni dei ‘gloriosi’ Btp Italia indicizzati all’inflazione proprio ieri. Ecco come è andata.


La roba sopra significa che i signori Franco e le Signore Susanna d’Italia, dopo solo 6 mesi di governo Sal-Maio, hanno mangiato la foglia e sticazzi che li hanno comprati i Titoli dell’autarchia (i Btp Italia). L’asta in oggetto è stata un flop peggiore dell’ultimo flop del 2012, e neppure gli investitori istituzionali (mega-banche e fondi) hanno riempito il buco.

Vorrei dirvela io la morale di questa favola, ma l’ha detta molto meglio di me un analista di Londra alla Reuters: “Questo ci rammenta che mentre il pubblico italiano genericista applaude sto governo che fa il duro con l’UE, i piccoli risparmiatori italiani stanno già votando coi loro portafogli”.

E io ripeto: non si esce da Comacchio per affrontare una portaerei nucleare con un peschereccio. Ci si doveva armare prima. Il resto è roba da operetta alla Sal-Maio, ma fatta però col culo dei vostri figli che sti disastri, e le sparate Twitter di Borghi, li ripagheranno in tasse per 30 anni.

* Fonte: Paolo Barnard

lunedì 15 ottobre 2018

C'ERA UNA VOLTA PAOLO BARNARD di Sandokan


[ 15 ottobre 2018 ]

Leggete cosa ha scritto ieri Paolo Barnard sul suo profilo Twitter.
«Sinceramente, se essere Sovranista in Italia oggi significa allinearsi a un razzista ignorante cattolico antiabortista spompina preti bovaro padano fascistoide come Salvini, io voto Europa. Ripeto: Salvini o Europa, io voto Europa».
Barnard ci aveva abituato alle sue alzate d'ingegno, alle sue narcisistiche provocazioni, finanche pornografiche. Questa volta ha passato il segno.
Che il nostro non fosse votato alla politica lo sapevamo, ma da lì ad abbracciare la narrazione dell'élite ce ne corre.
Questa narrazione sostenendo che con Salvini si andrebbe verso il clerico-fascismo, avanza la conclusione che non ci sarebbe altra possibilità che affidarsi alla custodia o protezione di poteri stranieri, in questo caso dell'Unione europea. In poche parole: meglio restare nella gabbia eurista piuttosto che venirne fuori poiché, se se ne viene fuori con Salvini, gli italiani passerebbero dalla padella alla brace.

Provate a grattate via la verniciatura di superficie e vedrete che dietro all'odio per Salvini c'è il disprezzo spocchioso degli italiani e dell'Italia, marchio di fabbrica dell'élite di regime. C'è quindi il morbo che affetta le classi dominanti nostrane, quello per cui, davanti alla minaccia di perdere il potere, si preferisce consegnare il Paese al dominio straniero.

Francamente non mi aspettavo che Barnard giungesse a tanto, a dare una mano a chi usa lo spauracchio di Salvini affinché noi si resti in cattività. L'evasione ha dei rischi? Oh sì che ce l'ha! Ma tra la certezza di restare in gabbia ed i rischi che corriamo tentando di aprire un varco nella muraglia che ci tiene prigionieri, noi non abbiamo dubbi sul da farsi.

Con buona pace di Barnard si può essere "sovranisti" senza essere salvinisti. Si può e si deve sostenere questo governo se disobbedisce davvero all'Unione europea ponendo fine alle politiche austeritarie ed antipopolari. Di più, dal governo giallo-verde, non ci aspettiamo. Se il governo la spuntasse, non sarà una vittoria solo di Di Maio e Salvini, sarà una vittoria del popolo lavoratore. Una vittoria di cui c'è bisogno per far uscire finalmente i cittadini dallo stato di torpore indispensabile per tenerli assoggettati.

Vinciamo dunque questa battaglia che così si aprirà una fase nuova. Poi, risvegliato il gigante che dorme, potremo fare i conti con Salvini. Non è invocando il dittatore esterno che eviteremo quello interno.




mercoledì 21 marzo 2018

PAOLO BARNARD, L'ANTITALIANO

[ 21 marzo 2018 ]

Prendendo spunto dalla vicenda Cambridge Analytica/Facebook Paolo Barnard ne ha sparata una delle sue. Sentiamo:
«La Casaleggio Associati e tutta la dirigenza vera (non il codino Di Maio) del M5S sono la larva del più scioccante attacco al processo democratico” degli ultimi tempi piantata in Italia da anni, e precisamente questo è il motivo per cui li dobbiamo temere a morte». 
E ancora: «...il partito dell’azienda di marketing Casaleggio Associati è la più micidiale mina nella pancia della (semi) democrazia italiana dopo Benito Mussolini, lasciandosi nei gas di scarico le P2, 3, e soci».

Come dire: ma quale terremoto elettorale? ma quale protesta di massa riversatasi nelle urne? ma quale sconfitta delle élite? Il voto del 4 marzo, "certamente" manipolato da grandi corporation globali, avrebbe artificialmente favorito la vittoria dei pentastellati. Ergo: gli italiani sono, di contro a quel che pensiamo noi, un popolo bue, i poteri forti possono dormire sonni tranquilli.
Difficile trovare in rete scemenze più grandi...



IL BEL PAESE DEI BEATI IGNARI. IL PERICOLO FACEBOOK E’ A 5 STELLE.
di Paolo Barnard

Solo dieci anni fa il Movimento 5 Stelle sarebbe stato un imbarazzante pollitalico folklore, l’ennesimo. Oggi, e questo io lo dicevo da un pezzo, dopo l’esplosione dello scandalo Cambridge Analytica-Facebook, il partito dell’azienda di marketing Casaleggio Associati è la più micidiale mina nella pancia della (semi) democrazia italiana dopo Benito Mussolini, lasciandosi nei gas di scarico le P2, 3, e soci.
L’irreversibile fantozziano provincialismo dell’Italia è da 30 anni l’oggetto dei miei strali, poiché fonte dell’imbarazzante ma anche devastante arretratezza che ci colloca sempre ultimi, nel G8, per l’OCSE, nella crescita in Eurozona, nella politica, nella cultura contemporanea. Non ritiro una singola parola, ma quando per un colpo di c… l’irreversibile fantozziano provincialismo dell’Italia ci salva, almeno per adesso, ho il dovere di dirlo, assieme però a un serissimo avvertimento strettamente correlato.
Se infatti Gianroberto Casaleggio non fosse sbucato da un’aziendina fallita che gravitava attorno a noti Boiardi italiani, quindi nelle province pollitaliche del Web, e se, al contrario, fosse cresciuto in un “Paese serio” (citaz. Travaglio), oggi la Magistratura dovrebbe iniziare furiosamente a scavare per capire se dietro il 4 marzo anche noi abbiamo avuto un turbo-finanziere come Robert Mercer, un’azienda di marketing come la Cambridge Analytica, accademici come Alexandr Kogan, e Facebook, tutti in combutta con laCasaleggio Associati – sottratto però il pentito della Cambridge Analytica Christopher Wylie, perché da popolo vile quale siamo, noi un whistleblower vero dall’interno dell’azienda Casaleggio lo vedremo solo in cartolina, da qui alla fine dei tempi.
Scrivo di questo tema perché io ho il polso di come lo scandaloCambridge Analytica-Facebook stia mandando in fibrillazione chiunque al mondo conti in democrazia, mentre qui nel Bel Paese dei Beati Ignari la cosa sta passando nei media e nella politica come una specie di Social-videogame che però entro giovedì sarà scordato da tutti perché c’è il vertice del centrodestra con Travaglio dalla Gruber.
No, se ne deve invece parlare eccome, perché il partito-truffa e partito-azienda M5S comunque rimane un potenziale gravissimo per noi. Infatti, anche se di provincial-pollitaliche fattezze, il 5S costituisce un pertugio spalancato in Italia per il più insidioso pericolo democratico mai esistito dopo Hitler e Stalin: le guerre cyber attraverso i Social Networks.* Come dire: da noi il virus Ebola non è ancora veramente arrivato, ma il 5S è come una scimmietta che saltella in giro per l’Italia a bocca spalancata per beccarselo. E non si scherza con ste cose.
L’incipit di questo articolo sull’italica eterna provincialità non è affatto acidamente polemico, perché davvero se voi poteste interrogare un qualsiasi parlamentare o direttore di giornale italiani e chiedergli che voto da 1 a 10 attribuiscono in gravità alle guerre cyber nei Social Networks, la maggioranza risponderebbe che neppure sa cosa sono, una minoranza bofonchierebbe un 2, e vi darebbe dei complottisti. Ponete oggi la stessa domanda alloSpecial Counsel americano Robert Mueller, alla Electoral Commission e al Information Commissioner’s Office britannici, poi al Cremlino, ma anche alle maggiori Corporations globali, e la risposta sarà 11. Come sempre noi ci azzuffiamo nei pollitalici problemi senza mai sollevare la cresta 2 cm sopra il becchime, ma così facendo arriviamo sempre quei 10 anni dopo tutti e subiamo 10 volte più danni.
Quindi torno al M5S/Casaleggio Associati. E’ ultra noto che la Casaleggio nacque come, e rimane, un’azienda di Web marketing, ma questo è anche perennemente ultra dimenticato purtroppo. E’ ultra evidente come fin dai tempi dei Meet up, Gianroberto Casaleggio mise insieme una macchina di creazione del consenso fanatico con la programmazione neurolinguistica come prima rudimentale arma. La sua opera, come detto, rimase sempre nel provinciale e mai si affinò al livello oggi esploso davanti al mondo con le rivelazioni su Cambridge Analytica/Facebook, ma comunque quell’uomo è riuscito a creare un insulto all’intelligenza umana nel noto gregge ormai decorticato chiamato “i grillini”, che ora ahimè stanno conquistando il Paese. Questo per l’Italia significa una cosa:
E’ già pronto anche da noi quel terreno di cultura, la cultura Casaleggio-Web-politica appunto, su cui attecchiranno le micidiali “information operations” proprie delle guerre cyber nei Social Networks, altrimenti chiamate da Christopher Wylie gli “Steve Bannon’s psy-ops mindfuck tools”, oggi al centro dello scandalo Cambridge Analytica/Facebook. Ciò che l’inglese The Guardian ha definito “il più scioccante attacco al processo democratico” degli ultimi tempiE quel terreno di cultura già pronto da noi è stato scientemente voluto da un singolo uomo, Gianroberto Casaleggio, con l’infame partecipazione di un truffatore come Beppe Grillo.
Se Vittorio Sgarbi o Renzi o chiunque in Italia pensa che il pericolo pentastellato stia nella loro manifesta incompetenza, si sbagliano di grosso. La Casaleggio Associati, mentre i suoi manager divorano ogni riga dello scandalo Cambridge Analytica/Facebook, sogna il Potere ad occhi aperti e una chiamata da gente come Alexander Nix, padre-padrone della Cambridge Analytica. Gianroberto fu il nostro primo (fantozziano) “influencer” di massa, e per capire cosa sia veramente una figura del genere e a che livello di sovversione democratica può arrivare, raccomando la lettura suComedonchisciotte.org dell’eccellente articolo CAMBRIDGE ANALYTICA II, autorevole e vero.
Quanto sia pericoloso il fenomeno M5S in Italia, viene inoltre sottolineato nello scandalo Cambridge Analytica/Facebook dalla parte che riguarda il (per noi pollitalici ancora nebuloso) mondo dove l’Accademia si fonde coi peggiori mostri di Potere esistenti. Pochi stanno particolarmente considerando questo aspetto della vicenda. La perfidia della sopraccitata fusione sta nel fatto che grazie ai Piero Angela di questo mondo, noi tutti siamo stati forgiati con l’idea dell’autorevole Professore, dell’autorevole Ateneo, dell’imparzialità scientifica, per cui i reporter di rado vanno a ficcare il naso fra le aule universitarie. Nulla esiste di più falso e pericoloso. Là fuori nelle università brulica un sottobosco diporciprof eternamente pronti a vendersi, e a vendere la Ricerca, al miglior offerente anche a scapito di milioni di persone. Nello scandalo Cambridge Analytica/Facebook è stata la Cambridge University nientemeno, con figure come i Prof. Michal Kosinski e David Stillwell, e soprattutto Aleksandr Kogan, esperti di studi sulla personalità umana.
Il The Guardian scrive che non solo il Dottorato di Kosinski fu in parte finanziato dal Pentagono per mano del suo più avanzato lab di ricerca in armi chiamato DARPA, ma un gigante di Potere globale come la Boeing se lo prese sotto braccio quando era ancora uno studente. Il lavoro di questi accademici è poi confluito nel marasma di Apps vendute a Facebook e direttamente nella manipolazione di massa di milioni di americani ai tempi dell’elezione Trump. E non solo: fu usato dalla Difesa britannica e americana in “psy-ops” sui teatri di guerra, soprattutto con la tecnica “informational dominance”. Ci siete fin qui? Allora: chiunque di noi scorga i Casaleggio per strada con un Prof., si metta le mani nei capelli.
Concludendo. I puntini da unire sono chiari e ultra dimostrati dalla bomba Cambridge Analytica/Facebook: oggi le vere guerre per il primato politico in Occidente sono acclarate guerre cyber nei Social Networks; vengono usate aziende di marketing con mezzi studiati nelle università; a manovrare tutto sono grandi finanzieri o le Corporation globali. Bene. La Casaleggio Associati e tutta la dirigenza vera (non il codino Di Maio) del M5S sono la larva del più scioccante attacco al processo democratico” degli ultimi tempi piantata in Italia da anni, e precisamente questo è il motivo per cui li dobbiamo temere a morte.
Come sempre io vi avevo avvisati».

* Fonte: Paolo Barnard

martedì 22 agosto 2017

PAOLO BARNARD E L'ISLAM di Moreno Pasquinelli

[ 23 agosto 2017 ]
A scanso di equivoci: sono tra coloro che riconoscono ad uno Stato democratico il diritto di legiferare in materia di immigrazione. Ritengo anzi —tanto più se si è in presenza di flussi ingenti che impattano sul tessuto sociale del Paese— che esso abbia il dovere, come davanti ad ogni altro fenomeno, di dotarsi degli strumenti necessari per regolarlo e tenerlo sotto controllo.

Tre sole sono le correnti di pensiero che negano questo diritto-dovere ad uno Stato: la liberista, la cattolica, e l'anarchica. Per tutte e tre, seppure per diverse ragioni, la potestà e l'autorità di uno Stato sono sottordinate rispetto a enti o figure di grado superiore. Per i liberisti è al mercato che spetta la supremazia; per i cattolici la santa e cristiana civitas maxima o la comunità universale, prevale sempre sulle profane e arbitrarie costruzioni politiche umane; gli anarchici, com'è noto, negano in linea di principio ogni legittimità a qualsiasi forma politica statuale.

Nel mio recente saggio SINISTRA TRANSGENICA mettevo sotto accusa il pensiero cosmopolitico vigente e segnalavo la sua origine kantiana. Mi corre ora l'obbligo di spezzare una lancia a favore di Immanuel Kant, visto che nel suo Zum ewigen Frieden avanzava sì l'idea di un diritto cosmopolitico (weltbürgerrecht), ma nella cornice di una "Lega dei Popoli" che giammai implicava la negazione della sovranità delle singole nazioni.

L'obiezione politicamente corretta al principio che uno Stato sovrano ha il diritto-dovere di sottoporre al proprio controllo politico e giurisdizionale l'immigrazione, si fonda su due asseverazioni. La prima è che "migrare è un diritto umano universale e fondamentale", tale che esso non può in alcun modo essere ostacolato dai singoli Stati i quali, essendo costruzioni anacronistiche, dovrebbero anzi assoggettarsi davanti alla tendenza non solo ineluttabile ma auspicabile verso un ordinamento giuridico globale. La seconda è che
saremmo in presenza di un fenomeno epocale e irreversibile per cui ogni tentativo di regolazione sarebbe vano —discorso che, se ci fate caso, va in rima baciata con quello tipico degli xenofobi che parlando di "invasione", e fa il paio a quello dei corifei liberisti per i quali la globalizzazione dei mercati sarebbe oramai inarrestabile.

Una risposta esaustiva a queste due obiezioni ci porterebbe lontano. Se ho sottolineato le tre parole chiave —ineluttabile, irreversibile, inarrestabile— è perché esse svelano il principio errato che sta a loro fondamento: la concezione naturalistica della storia, l'idea che questa soggiaccia alle medesime leggi deterministiche del mondo naturale —andremmo qui ancora più lontano tirando in ballo la meccanica quantistica e il principio di indeterminazione di Heisenberg. Invece nella storia, non solo tutto è transeunte, nulla è definitivo e irreversibile. 

Ma veniamo al punto.



Non nascondo che sono rimasto sconcertato da quel che ha scritto recentemente Paolo Barnard. Mi riferisco al suo TAQIYYA, E PERCHE’ L’ISLAM VA BANDITO DALL’OCCIDENTE, A PATTO CHE...

Se il titolo (L'Islam va bandito dall'Occidente) è categorico e francamente un po' fascista, alcuni passaggi del suo intervento sono ancora più brutali e spietati.

Sorvoliamo per carità di patria sulle ostentazioni di cultura islamica del Nostro —livello da Bar dello sport: vedi tirare in ballo la taqiyya, che si capisce subito che Barnard non c'ha capito una mazza, o l'infibulazione che anche i somari sanno che non è una pratica islamica.

Stupisce il conato d'odio, la violenza verbale, sulla falsa riga dell'islamofobia di certa
estrema destra cristianista e sionista o dei suprematisti bianchi recentemente assurti alle cronache. Ci ricorda la cazzata del sicofante Magdi Allam per cui 
«... La radice del male è insita in un Islam che è fisiologicamente violento e storicamente conflittuale».
Barnard non solo odia visceralmente l'Islam, ha un irriducibile disprezzo per ogni singolo musulmano, anzi, per essere più precisi, col pretesto della tenebrosa taqiyya, per ogni cittadino, foss'anche un onesto lavoratore, di origine araba o maghrebina, che dovrebbe, appunto "essere bandito dall'Occidente".

Non solo islamofobia. Questo è razzismo punto e basta, anzi un razzismo raddoppiato perché incrocia quello ontologico verso chiunque professi la fede musulmana, e quello biologico. Sentite infatti questa chicca: 
«Veramente, di tutte le culture, l’Islam di sti TAQIYYA/TAWAKKUL, sono la peggior feccia da avere in Italia, fanno schifo a vederli da tanto sono barbari. Siamo sinceri: i Filippini, i Peruviani, i Sudafricani, i Kurdi, i Cinesi fanno così schifo come sti stronzi islamici?». 
Come se i curdi non fossero musulmani, come se non ci fossero musulmani tra i cinesi, i filippini o gli africani. Per la cronaca Barnard: gli italiani di fede islamica sono circa
100mila. Che facciamo bandiamo anche loro? Li priviamo della cittadinanza? Li chiudiamo in un lager?

Barnard giunge quindi a magnificare la civiltà occidentale, malgrado la sua storia sia stata segnata per secoli e secoli da un integralismo religioso non meno brutale di quello di certe sette musulmane, malgrado l'Occidente si sia macchiato, col colonialismo e oggi ancora con l'imperialismo, di crimini che fanno impallidire quelli commessi dai califfi e dai sultani. 
«STI ISLAMICI DEVONO AVERE IL TEMPO CHE NOI ABBIAMO AVUTO PER CAPIRE COS’E’ LA CIVILTA’, DEVONO AVERE I LORO ROUSSEAU, I LORO BECCARIA, I LORO MAZZINI… MA...DEVONO AVERLO A CASA LORO. LIBERI DA NOI. NON A CASA NOSTRA, CAZZO».
Qui l'ignoranza è abissale, quanto becera è la vanagloria eurocentrica: l'Islam, caro Barnard, ha avuto nel corso dei secoli così tante scuole di pensiero, così tanti innovatori e riformatori, anzi veri rivoluzionari, di quanti ne abbiamo avuti in occidente e spesso con migliore fortuna.

Quelli come Barnard sono l'immagine speculare dei fanatici takfiri dello Stato Islamico. Questi ultimi, per giustificare il loro disprezzo dell'occidente, come un disco rotto, si scagliano contro le crociate, come se tutta la ricca e complessa storia del cristianesimo,  si risolvesse in quella sciagurata impresa.

C'è da chiedersi da dove venga  tale cieca islamofobia, tanta irrazionale e tenebrosa paura del musulmano. C'è chi dice che tale timore sia un sintomo della crisi d'identità dell'Occidente, della cosiddetta "perdita di valori", quindi dello spavento che si prova dinnanzi a chi invece, per i suoi valori, è disposto a tutto, anche al sacrificio della propria vita.

C'è chi mi suggerisce che questo non sia affatto il caso di Barnard, che egli maledice l'Islam perché, "rendendo le donne sarcofaghi umani", impedisce a queste di concedersi tanto facilmente ai maschietti occidentali come lui il quale, com'è noto, mise in bella mostra la sua nudità, erezione compresa, e non esita a vantarsi di andare a troie (preferibilmente slave) per i viali di Bologna.








lunedì 6 giugno 2016

UN ALTRO PARADIGMA SALTATO: I MEDIA USA/GB MASSACRANO ISRAELE. E ALLORA? di Paolo Barnard

[ 6 giugno]

Al netto delle sue conclusioni disperatamente aristocratiche —"...chi cambia la Storia sono le élite, buone o cattive che siano... è con loro e su di loro che dobbiamo lavorare per un Mondo Migliore, che ci piaccia o no. La gggènte è carne da cotoletta, inutile e uno spreco di tempo. Sempre"— un articolo davvero interessante.

«Passo le notti a guardarmi clip dei maggiori media USA e britannici in tema di Israele. Cosa dice la narrativa arci nota e soprattutto quella eternamente ripetuta dai sinistrosi o ‘belle anime’ del web? Dice che “i grandi media sono tutti controllati dagli ebrei Sionisti cattivi e per questo le due maggiori potenze militari anglosassoni e i loro Padroni sempre scusano e sostengono i crimini contro l’umanità d’Israele ai danni dei palestinesi”.

Balle. O meglio: dal 2014 a oggi sono balle.

E’ scioccante invece per chi sa guardare al mondo con oggi liberi e non avvoltolati di stupidità fideista, rendersi conto di cosa sta succedendo nei grandi media che contano (non i nostri 4 puzzoni) in tema di conflitto Israelo- Palestinese, meglio chiamato genocidio ebraico contro i palestinesi. E ciò che sta accadendo è una svolta fin feroce, contro Israele.
In Gran Bretagna quello che è oggi di sicuro il talk politico più di grido, il John Snow di Channel 4, vede John Snow che ha impalato una sfilza di politici israeliani e portavoce di Tel Aviv in interviste atroci, li ha pestati, umiliati, li ha strattonati facendoli passare senza mezzi termini per i bugiardi assassini che sono. In un’occasione ha persino tagliato l’audio a un portavoce israeliano dopo avergli dato del falsario.

La CNN americana oggi non tentenna più, e mena Israele. Fantastica una presentatrice che durante Operazione Protective Edge, cioè l’ennesimo sterminio dei civili di Gaza nel 2014 da parte israeliana, ha umiliato una funzionaria del Ministero della Difesa israeliano con una ferocia da lasciare la poveraccia sull’orlo di una crisi di nervi, l’ha frustata senza pietà con dati e immagini orribili sbugiardandola a morte, e siamo alla CNN.
Fox News, che Dio santo è di destra ma tanto, bè anche lì in diversi show ci sono schiaffoni in faccia a Israele senza guanti, ve lo assicuro, ma sberle sonore.
The New Yorker è uno dei periodici più prestigiosi d’America, e da sempre organo e megafono della lobby ebraica USA. Il suo direttoreDavid Remnick, ebreo, ha infilato una serie di editoriali dove non tentenna con le parole: Israele hai rotto il cazzo, hai esagerato, sei un imbarazzo per gli USA, e Obama deve mandarti a spendere.

The New Republic, altro pilastro storico e autorevole dei potenti ebrei americani, ha avuto il suo ex Guru e direttore, Peter Beinart, ebreo, che ha fatto la stessa cosa del collega Remnik, sempre dopo il 2014. Roba da far tremare Tel Aviv sotto shock, perché mai e poi mai Israele avrebbe pensato di perdere l’appoggio dei due organi di stampa più prestigiosi della comunità ebraica statunitense.
Alla MSNBC, colosso delle news USA, c’è uno show ultra popolare condotto da Chris Matthews, e indovinate che? Giù calci nei denti a Netanyahu, il premier israeliano, ma con una cattiveria che nessun puzzone conduttore dei talk italiani si sognerebbe neppure sotto dosi di LSD.


La ABC ha ospitato 200 volte in prima serata l’ex super dirigente della CIA Michael Scheuer, l’uomo che è stato pe 10 anni a capo dell’Unità Bin Laden dei servizi segreti americani, e Sheuer mena ma mena Israele con frasi tipo “Israele è un cancro per l’America”, “Non ha diritto di esistere moralmente”, “Dobbiamo mollarli al loro destino”. Lo ha detto persino davanti al Congresso degli Stati Uniti, ripreso da C-SPAN in diretta in tutto il Paese. No censure.
E vi ho già raccontato come il finanziere ebreo Robert Rosenkranz, ex scherano della famigerata RAND Corporation, paga per dibattiti sempre alla ABC dove di regola Israele viene fatto a pezzi.

Hey, sveglia, i PARADIGMI SONO SALTATI, anche qui. La spiegazione di questa incredibile, indicibile svolta sta probabilmente in una lunga serie di passaggi dove la follia omicida neo-nazista dei Sionisti di Tel Aviv ha, dopo 50 anni, tirato la corda fino a spezzarla. Ed essa ha colmato il limite proprio nello sterminio di civili palestinesi in Operazione Protective Edge  del 2014.
Oggi gli ebrei americani e inglesi, anche i più super influenti, anche i mega banchieri, sentono che essere associati ai Sionisti di Tel Aviv, cioè a una manica di omicidi di massa psicopatici bugiardi capaci di bombardare 4 ospedali dell’ONU di fila a Gaza, massacrando quasi tutti all’interno e poi mentendo persino davanti alle immagini dei mega media americani; capaci di distruggere 19.000 case civili palestinesi con dentro le famiglie per vendicarsi di una, UNA casa israeliana colpita da Hamas; capaci di far bruciare vivi 550 bambini palestinesi con le bombe al fosforo per vendicare un, UN bambino ebraico ucciso non intenzionalmente da chi si ribella alla più brutale occupazione rimasta al mondo; bè essere associati a sti mostri, i Sionisti d’Israele, oggi disgusta anche i più conservatori multimiliardari ebrei anglosassoni, padroni dei media, e hanno deciso: Israele hai rotto il cazzo, ora basta.

Arriva il giorno, arriva sempre per i mostri della crudeltà umana. E neppure il loro Re, Henry Kissinger, ci può più fare nulla. Israele, rileggi sopra, e te lo dico in linguaggio diplomatico: hai esagerato e ora sei nella merda.
Ma Obama e Cameron continuano a bofonchiare il loro “totale appoggio al diritto di difendersi d’Israele”. Perché? Non lo sappiamo veramente, di certo conta la lobby ebraico-Sionista d’America (AIPAC e soci), ma forse la realtà è che sti politici fetenti sono “out of touch”, cioè sono rimasti indietro rispetto alle loro stesse elite. 
E allora?



Per adesso l’unica lezione che ne traggo è che come sempre, e purtroppo, chi cambia la Storia sono le elite, buone o cattive che siano, e infatti lo predico disperatamente da anni: è con loro e su di loro che dobbiamo lavorare per un Mondo Migliore, che ci piaccia o no. La gggènte è carne da cotoletta, inutile e uno spreco di tempo. Sempre».

* Fonte: Paolo Barnard

martedì 17 novembre 2015

PER CHI SI ACCENDONO LE CANDELINE? di Paolo Barnard


[ 17 novembre]

Nella foto: Siria, villaggio di al-Bayda, luglio 2013. 

«Nel mondo dei ‘negri’ – di cui a noi beceri occidentali frega un cazzo – un milioncino di morti; 345 bambini carbonizzati; un ginecologo ‘negro’ che piange davanti a una telecamera che mostra il corpo della sua bimba stampato sul soffitto da una 500 libbre laser-guided US/Israeli bomb; 19.000 contadini sbudellati in Libano dai caccia US/Israeli; 31 matrimoni finiti a cistifellee, polmoni, pezzi di braccia di poveracci spiaccicati sui tavoli per qualche ‘errorino’ dei Drones americani guidati da una base in Florida… sta roba per loro, per i ‘negri’, è normale, non fa notizia da nessuna parte. Lo sanno, sanno che a noi becere m... di un mondo del Nord non ci frega poi un cazzo. Si rassegnano e tutto scivola via, da noi. Non da loro. Ma da noi forse neppure scivola via, manco appare.

Ma sanno che invece fra ste m... del Nord, una manciatina di ammazzati ci fa saltare in aria a milioni. Manda nel panico isterico tutti i Presidenti, paralizza la vita dei Parlamenti, spruzza caos sui Mercati che impazziscono, ci costa miliardi… insomma, a loro, ai ‘negri’, bastano un paio di mitra, un 'nugoletto' di morti bianchi, e bang! una cinquantina di nazioni super potenti annaspano nel caos.

Eh, siamo fottuti.
2004 vicino a Falluja: un iracheno liberato dagli americani


Io porto sfiga, state attenti. Dopo la ridicola pomposità di quel cretino (criminale) di Obama quando annunciò al mondo “We got him” (cioè abbiamo beccato Bin Laden), pensai una cosa profonda: sticazzi. Pensai che all’Islam combattente non servivano più spettacolari orrori come le Torri Gemelle, perché in fondo per metterci nel terrore, a noi ricche m... del Nord, gli sarebbe appunto bastato un nugoletto di morti bianchi, e bang! una cinquantina di nazioni super potenti avrebbero annaspato nel caos. Pensai: cosa gli ci vuole a un paio di questi Jihadisti a scaraventare giù da un camion cisterna di benzina il conduttore, salire al volante e dopo 2 chilometri scaraventarsi contro un asilo? V’immaginate l’orrore? Sì, ve lo immaginate, perché quei bambini bianchi diventerebbero neri – però quando USA/Israele fanno diventare decine di migliaia di bambini ‘negri’ ancora più neri (vedi foto sotto) vi frega un cazzo. Eh?. Ma v’immaginate l’orrore di una attacco così semplice da fare in una città come Verona, o Lione o Monaco o Amsterdam? V'immaginate l'implosione socio-politica che ci causerebbe?
Gaza, luglio 2014: Gli "effetti collaterali" dei bombardamenti israeliani


Ecco, sta accadendo. Io lo pensai anni fa, ora l’hanno capito anche loro, quelli dell’ISIS. Noi siamo fottuti perché loro, i ‘negri’, ci sono abituati alle amputazioni degli arti senza anestesia come fosse la norma; noi bianchi borotalco se ci tagliano male una pellicina saltiamo in aria, con Presidenti, eserciti, tecnologie, Mercati, media e il resto. Capita la metafora?

Loro ci hanno passato un secolo a piangere, a seppellire nelle fosse comuni (o a tirar fuori dalle fosse comuni) milioni e milioni di loro morti senza che a nessuno qui fottesse nulla e senza che neppure due righe apparissero su un giornale, neppure a pagine 36. Noi no. A noi un nugoletto di morti ci fa saltare in aria l’intero sistema, e per farceli bastano 4 tizi con armi banali, o, appunto, un camion cisterna su una scuola. Per loro la nostra scuola arsa dal camion cisterna con tutti dentro è una bazzecola, gliene abbiamo causate l'equivalente di migliaia. Per noi è la paralisi nel terrore di 800 milioni di occidentali ipocriti, menefreghisti, che depongono le candeline a Parigi ma quando un Cruise americano fa 423 civili carbonizzati in Iraq accendiamo Sky per la Champions o la sigaretta nella pausa in ufficio. Mica candeline.

Siamo fottuti. L’hanno capito, loro, ISIS et al. In inglese si chiama Retail Terrorism, cioè terrorismo alla spicciolata. Economico, con mezzi rudimentali, risorse umane minime, ma effetto colossale su di noi ignoranti, menefreghisti, viziati, ipocriti del Nord che sulle loro fosse comuni ci abbiamo costruito la nostra civiltà. Siamo fottuti perché un terrorismo così…


… come lo fermi? *

Ora accendete una candelina e vediamo se il ‘negretto’ qui accanto, poverino piuttosto annerito da USA/Israele, si schiarisce.


* Lo fermi quando l'Occidente smetterà di terrorizzare i 'negri' per i suoi porci interessi, e quando gli permetterà di vivere da svizzeri. Fidatevi: nell'ISIS non si arruolano ragazzi di Lugano».

* Fonte: Paolo Barnard

martedì 25 agosto 2015

LA TRAPPOLA DEL WEB ED I CYBERCOMBATTENTI SENZA PALLE di Paolo Barnard

[ 25 agosto ]

«La conclusione che propongo è chiara. L’arrivo di Internet nelle trincee della lotta sociale non ha migliorato il mondo, né l’Italia, anzi. Questo perché il suo scopo era e rimane quello di drogare milioni di persone comuni, e di far scadere i pochi attivisti in una patologia ossessiva da attivismo di tastiera che li rendesse del tutto inutili. Ci sono riusciti....» 

Ci segnalano e volentieri pubblichiamo

Io e voi che leggete, poveri stronzi, di nuovo fottuti dal Potere.

Dio mio, il Potere ci ha fottuti di nuovo, poveri stronzi che siamo tutti noi scribacchini dall’Antiqualcosa, e tutti voi tossicomani della Rete. Poveri, poveri gonzi, la pena che facciamo è straziante. Ditemi, dove risiede la stanza dei bottoni di questo meraviglioso web? Sta in America, fra le mura dell’ICANN, per fare un esempio, ma sta lì, nelle corporate rooms di quel Paese, proprio quello, chiaro? E allora, allora, ma vi sembrava possibile che sta gente ci regalasse una macchina da guerra immane con cui fargli un mazzo così? Ma vi sembrava possibile che se ne stessero inerti a guardare mentre le ‘belle anime’ del pianeta si armavano di blog, news networks, social networks, siti, forum, video, piazze virtuali, per spaccargli la schiena? Peter Sutherland, Leon Brittan, George Shultz, Lloyd Blankfein, Pascal Lamy, Mario Draghi… i padroni del mondo, gente così secondo voi è idiota? Stanno tremando di paura, secondo voi, ogni volta che cliccano su Democracy Now, su Znet, o su Grilloblog? Oppure se ne stanno rilassati nelle loro suites di Londra, Roma, Parigi e Manhattan? La seconda. Ecco perché, e vien da piangere.

La Rete esiste in media nelle nostre case dalla metà degli anni novanta, oggi siamo nel 2010. Diciamo quindici anni. Prendiamo i quindici anni prima dell’arrivo del web, 1980-1995. I mezzi di comunicazione e di organizzazione civica fra cittadini attivi di quell’epoca erano l’equivalente del biroccio col mulo a confronto di ciò che la Rete ci ha reso disponibile, cioè lo Space Shuttle. Il paragone calza, anzi, forse è anche inadeguato. Meglio la cerbottana a confronto con la portaerei USS Enterprise. Se io munisco un uomo di cerbottana per difendersi dal suo nemico, mi aspetto una lotta. Se gli fornisco una portaerei nucleare e aerei supersonici mi aspetto un altro tipo di lotta, oserei dire più efficace, cioè un altro risultato, ben altro. E cosa abbiamo fatto noi con i nostri ordigni al plutonio nuovi di zecca? Sapete qual è la risposta? E’ che ne abbiamo fatto un videogioco planetario, e gli stiamo davanti istupiditi, drogati, nevrotizzati, ma anche compiaciuti nel più straziante autoinganno globale della Storia. Non abbiamo fatto esplodere una singola bomba, il nemico è illeso, anzi, rafforzato, con forse l’unica preoccupazione quella di pulirsi dal fondo dei pantaloni la polvere dei petardini che ogni tanto la nostra portaerei gli butta fra i piedi. Questa è la realtà, Dio mio. Come abbiamo fatto a ridurci così?

Di nuovo una risposta: è stato possibile perché, come vado denunciando da anni, la massa delle ‘belle anime’ occidentali si ostina a non voler capire cosa sia il Potere, o meglio, si ostina a non voler vedere l’entità della scaltrezza del Potere. Se solo qualcuno di noi si fosse arrestato di fronte al primo click in rete quindici anni fa e si fosse fatto le domande che ho scritto sopra, se ci fossimo subito chiesti “Alt, calma, che è sta roba che ci hanno scodellato, alt, cosa sta cucinando il Potere qui?”, forse non saremmo a sto miserabile punto. Perché era evidente, Cristo, che se ci davano la Rete era perché loro sapevano benissimo cosa la Rete ci avrebbe fatto, lo sapevano con serena precisione, ci avevano pensato a lungo, si erano confrontati, e la loro conclusione era che ne avremmo fatto questo videogioco da videodipendenti all’ultimo stadio, e cioè, udite, l’ennesimo prodotto di consumo compulsivo della loro Esistenza Commerciale e Cultura della Visibilità, cioè di nuovo un ulteriore passo verso l’abisso della paralisi civica. Esattamente ciò che loro vogliono ci accada. Ed è accaduto, siamo sempre più inerti, noi, manica di deficienti convinti di essere in lotta ogni mattina quando clicchiamo in questo web che figlia informazioni a ritmo frenetico come un colossale brodo batterico fuori controllo. In lotta noi, ingozzati d’informazione oggi a un ritmo così stordente che neppure il tetro immaginario di George Orwell l’avrebbe potuto concepire come macchina di annullamento civile. Lotta? Ma dove? Ma i risultati li vedete? Lo ripeto, abbiamo in mano una portaerei nucleare quando solo pochi anni fa avevamo le cerbottane, e cosa è cambiato?

Gli uomini e le donne delle cerbottane vissero in un mondo manifestamente imperfetto, ma date un’occhiata: nell’Italia dei mezzi d’informazione collosi, pochi, e blindati dalla Democrazia Cristiana-Vaticano costoro furono capaci di ribaltare la Storia del Paese con divorzio e aborto, difeso quest’ultimo poi nel 1981 con un referendum da record (67%), in un’affermazione di volontà civica unica al mondo in questo ambito. Le donne italiane nell’era in cui i computer erano scatole di dimensioni industriali seppero prendere il maschio latino per le orecchie e ficcargli la testa nei pannolini puzzolenti dei figli, le braccia sui manici del passeggino, e si ritagliarono una larga fetta di dignità in un mondo tutto di pantaloni. Non la perfezione, ma un salto in avanti storico. E, sempre senza Internet col suo immane seguito di starnazzamenti, gli operai italiani soffocarono il terrorismo rosso dopo l’assassino di Guido Rossa nel gennaio del 1979, di nuovo una dimostrazione di forza civica ammirevole se si considerano le tremende condizioni lavorative operaie di allora, sulle quali la tentazione di scadere nella violenza poteva avere una facile presa. I magistrati dell’Italia di Fantozzi presero di petto gli scandali petroliferi, quelli dei colossi imprenditoriali di Stato (IRI), scoperchiarono la P2, e poi ci fu Tangentopoli, altro capitolo storico senza precedenti forse in tutto l’Occidente che trovò impeto senza blog, V-day, senza i ‘paladini’ e i loro diecimila libri e video. Un capitolo questo che di nuovo fu difeso dall’Italia dei rudimentali fax nell’estate del 1994 (decreto Biondi salva ladri) con una quasi insurrezione popolare (mai più vista da allora così veemente). In quello stesso anno la tenacia decennale di un popolo in stracci e costretto alla schiavitù, unitamente al lavoro di migliaia di attivisti europei armati di telefoni se andava bene, sconfisse l’Apartheid in Sudafrica. Poco prima era crollato il muro di Berlino, portando fra le altre cose all’unificazione della Germania, dove io ricordo l’esistenza di vibranti forze civiche anti imperialiste e anti nucleari di cui ora, col nostro stupefacente web, non si trova più traccia. E al nucleare, l’Italia del TG1, TG2 e TG3 seppe nel 1987 porre un freno netto, in un referendum che toccò punte dell’80% di cittadini contrari all’atomo, che oggi invece rialza la testa nell’indifferenza quasi generale. 

Gli anni delle cerbottane, dal 1980 in poi, videro anche l’esplosione della consapevolezza ambientale grazie a Greenpeace, e il crollo di dittature fra le più atroci della Storia moderna, in America Latina; lì lottarono per sbarazzarsi non dico di un Berlusconi, o della Camorra, ma di un impero neonazista finanziato e armato dalla più grande potenza mondiale, delle sua infinite camere di tortura e dei campi di concentramento. Lottarono morendo a decine di migliaia in condizioni disumane, e nessuno di loro mai cliccò un mouse, non c’era Facebook. Nel 1984, con una telecamera e un aereo bimotore, un singolo reporter, Mohamed Amin, portò sugli schermi del mondo la tragedia della fame in Etiopia, salvò milioni, l’ondata di indignazione mondiale costrinse i Paesi ricchi a mettere in agenda la fame dei poveri per la prima volta. Amin morì prima ancora che nascessero i blog. E così fu, in una lunga scia di vittorie contro la barbarie nell’era delle cerbottane.

Poi arriva la Rete, ohhhhh! Tutto quanto sopra viene in teoria potenziato nelle stesse proporzioni in cui lo Tzunami potenzierebbe l’ondina della risacca serale. I cittadini attivi del pianeta, i combattenti per la giustizia, scendono dal mulo e salgono sull’Eurostar, gettano la fionda e imbracciano i missili Cruise. E allora tutti con lo sguardo proteso in avanti in trepidante attesa di un’imponente rimonta, di un mondo migliore.

Negli anni che vanno dal 1995 a oggi la povertà nel Sud del mondo è salita a 2,7 miliardi di esseri umani, di cui un miliardo sopravvive con 1 dollaro al giorno rispetto agli 800 milioni di dieci anni fa (+200 milioni). La crisi finanziaria dell’anno scorso ne ha aggiunti 53 milioni, che rischiano la soglia della povertà. Negli Stati Uniti di oggi quasi 50 milioni di persone soffrono la fame, cioè non possono nutrirsi più di una volta al giorno; in Italia adesso il 17% delle famiglie è in grave difficoltà, rispetto al 10% ‘tradizionale’, l’11,2% non arriva a pagare le spese mediche, infatti un italiano su 5 non fa visite specialistiche per povertà. Oggi un 10% di italiani ricchi possiede la metà di tutta la ricchezza, un aumento di concentrazione notevole secondo la Banca d’Italia. E mentre la crisi alimentare sta uccidendo nel mondo numeri senza precedenti, i 12 miliardi di dollari promessi all'inizio del 2009 dai potenti per sradicare la fame (Millennium Development Goal) non si sono materializzati, mentre per salvare le banche ne sono stati spesi dai cinquemila agli undicimila di miliardi di dollari, secondo le stime. Ma cliccando sui mouse della nostra nuova macchina da guerra abbiamo eletto Obama!, certo. Cioè sfruttando la coglionaggine di milioni di attivisti di tastiera si è permesso a un truffatore guerrafondaio, omertoso protettore della CIA, filo sionista di ferro, baciapile dei banchieri che oggi ha il gradimento più basso nella storia delle presidenze USA dai tempi di Dwight Eisenhower, di occupare il posto di uomo più potente del mondo. Che risultato! Navigando con la nostra portaerei le portentose onde dei blog d’informazione, contro-informazione e contro-contro-informazione a suon di decine di milioni di articoli e video ci siamo fatti scappare dai buchi del radar circa 68 guerre, di cui due, Iraq e Afghanistan, nonostante abbiamo ricevuto la più ampia esposizione mediatica della Storia umana. Ah, scordavo, ci è scappato nell’era della trincea di tastiera anche il ritorno in grande stile della tortura, dibattuta tranquillamente sui banchi parlamentari figli di Cesare Beccaria, povero Cesare. La spesa militare globale del 2008, secondo SIPRI, è stata di 1.464 miliardi di dollari, con un aumento del 45% rispetto a dieci anni prima, altra risonante vittoria dei pc internettiani. 

Nell’era del web assieme all’onanismo dei social networks è esploso anche il nuovo Panic Marketing, quello della mucca pazza, di Ebola, della Sars, dell’Aviaria, della Suina, quello che ha il doppio scopo di distrarci in massa dalle questioni concrete e di alleggerirci il portafoglio, e lo sapete, vero, che a proposito di questo noi italiani siamo adesso in passivo per 184 milioni di euro cacciati nel pattume della Suina? E mentre noi cittadini cybercombattenti civici facciamo le ore piccole per non perderci la denuncia numero 430.871 del paladino numero 346 sul blog 5.329 dove sono postati i commenti numero 3.786.987.760, capita che i diritti dei lavoratori si siano estinti… ci siamo distratti un attimo e puff, non ci sono più. Oggi il 52% degli elettori di Berlusconi, di Berlusconi!, approva le occupazioni delle fabbriche da parte di operai disperati; i due terzi dei leghisti approva la mobilitazione della CGIL, e l’80% degli italiani sostiene i picchetti davanti alle fabbriche. Significa forse che un’ondata di sinistra sta spazzando l’Italia? No, significa che un’ondata di disperazione senza precedenti sta spazzando elettori a 360 gradi trascinati mai come oggi di fronte al crollo del bene essenziale del lavoro. Un milione e seicentocinquantamila lavoratori italiani se perdessero il lavoro non avrebbero neppure un euro dallo Stato. Il 61% di tutto il lavoro precario italiano è giustificato unicamente dalla “tendenza a ridurre il costo del lavoro e il costo-opportunità legato alla possibilità di licenziare”. Ma non eravamo noi, i cittadini attivi, che armati di webpower dovevamo migliorare la Storia? Perché sta tutto peggiorando nonostante il tripudio di megawatt di potere informativo e formativo della Rete? Quando il pool di Mani Pulite spedì in pensione (più che in galera) la classe politica della prima Repubblica non c’erano Grillo, Travaglio e i loro seguiti immani in Rete. Oggi ci sono, ma a detta dello stesso autorevole Travaglio le cose in quanto a mazzette sono molto peggio di prima (si legga il suo Mani Sporche). Silvio Berlusconi ha vinto quattro mandati, nonostante il Vajont di sputtanate che la Rete gli ha riversato addosso, la sinistra sta al British Museum accanto alla stele di Rosetta. Le Mafie aumentano gli introiti ogni anno, oggi sono a circa 91 miliardi di euro di bottino. 

L’Europa ci toglie le costituzioni nazionali e la sovranità col Trattato di Lisbona, che di nuovo è filtrato indenne attraverso la nostra possente Rete fottendosene della prerogativa democratica di 500 milioni di cittadini. La lotta al riscaldamento globale ristagna. I banchieri impoveriscono il mondo per dodicimila miliardi di dollari in 12 mesi truffando i cittadini, ma neppure uno di loro finisce in galera, anzi, molti incassano bonus milionari. Le donne dell’era web ridotte a pezzi di scottona sculettanti che hanno orgasmi negli spot con lo yogurt o strusciando un piano cucina, ridotte con l’ano zoomato in edicola o a essere viste ma non udite in Tv. Avete più visto una protesta nelle strade? E infine Haiti. Cosa abbiamo fatto noi eroi del web attivo, noi combattenti di tastiera per gli ultimi della terra? Vorrei che vi fosse un solo essere umano ad Haiti oggi, vivo o morto, che abbia lasciato scritto “dal 1995 le cose sono cambiate qui. Grazie ‘belle anime’ di Internet”. Nel 1994 il loro presidente democraticamente eletto, Jean Bertrand Aristide, fu rimesso da Clinton al suo posto dopo che la CIA nel 1991 aveva pensato bene di cacciarlo, dato che ahimè gli haitiani avevano avuto il coraggio di votare per il solito partito sbagliato (cioè quello che piaceva a loro e non a Washington). Ricordo bene da cronista che in occasione del golpe del ’91 un certo clamore di stampa si era fatto sentire. Dieci anni dopo, nel 2004, di nuovo Francia e USA decisero che Aristide non era accettabile, lo caricarono letteralmente impacchettato su un aereo diretto in centro Africa, e ripresero a succhiare il sangue alla popolazione stremata dai SAP del Fondo Monetario Internazionale. In un rapporto del Dipartimento di Stato americano di allora si leggeva che “il commercio per export e le politiche d’investimento che imponiamo, schiacceranno senza pietà i coltivatori di riso ad Haiti”. Ma nel 2004 avevamo la Rete, i mouse al plutonio, i missili web, i blog nucleari… esplodemmo due petardi. Mi fermo qui, ai piedi di quei 200.000 morti.

La conclusione che propongo è chiara. L’arrivo di Internet nelle trincee della lotta sociale non ha migliorato il mondo, né l’Italia, anzi. Questo perché, come ho già scritto, il suo scopo era e rimane quello di drogare milioni di persone comuni, e di far scadere i pochi attivisti in una patologia ossessiva da attivismo di tastiera che li rendesse del tutto inutili. Ci sono riusciti, il Potere ha di nuovo vinto. Siamo una manica di stronzi maniacali totalmente risucchiati da questo mostruoso videogioco globale, del tutto incapaci di fare quello che i nostri nonni o i nostri padri, ed esseri umani per millenni prima di loro, hanno saputo fare per cambiare il loro mondo. Ed è per questo che io ridicolizzo chi come Antonella Randazzo pretende sovvenzioni perché deve poter dedicare ancora più tempo a scaricare in questa casa di pazzoidi drogati ancora più informazioni. Ecco perché attacco Travaglio e i suoi partner dell’Industria della Denuncia e dell’Indignazione, che significa altre tonnellate di informazioni riversate in questa allucinante discarica del web per produrre solo il nulla. Mentre l’Italia marcisce e il mondo muore. Ecco infine perché dico da tanto tempo che ogni singolo cittadino occidentale sa da decenni e alla nausea cosa non va, la tragedia è che non sa più cosa farci.

E allora, cari colleghi di Paolo Barnard, tu Paolo Barnard e voi tutti popolo del web: il web è stato creato per toglierci definitivamente le palle, non ci serve a nulla nella guerra col nemico. Smettete di leggere e commentare ossessivamente, disintossicatevi, piantiamola di pubblicare a raffica (noi autori e voi siti), ritiriamoci nelle nostre case e chiediamoci fino a piangere: perché non so più cambiare il mio tempo? Perché il Potere mi ha fottuto, ancora una volta?

* Fonte: Paolo Barnard

giovedì 5 febbraio 2015

IL RICATTO (Draghi mette Tsipras con le spalle al muro) di Emmezeta

[ 5 febbraio ]

La Bce, smentendo il capofila dei pirla*, (e quello degli econometristi) non accetterà più a garanzia titoli di debito greci per finanziare le banche elleniche —che rischiano così di andare gambe all'aria. Allineatosi sulle posizioni dei falchi tedeschi, Draghi vuole "spazzare le reni alla Grecia" di Tsipras, costringendolo a capitolare ed a stracciare il programma di salvezza nazionale con cui ha vinto le elezioni.
Risultato: crollo della borsa di Atene, impennata dello spread tra titoli greci e tedeschi.


Baci, abbracci e strette di mano, questa la cronaca della giornata di Tsipras in quel di Bruxelles. Ma dopo che l'infido Juncker l'ha preso perfino per mano, a sera ha parlato Draghi "il buono". Quello che secondo le nostrane leggende tiene testa ai cattivi tedeschi. E che ha detto l'infame? Una cosina semplice, semplice: o la Grecia china la testa, accettando la prosecuzione della "cura" della troika, o le sue banche resteranno a secco di euri.

Così, papale papale, in modo che il ricatto mafioso non si presti a troppi equivoci. Alla faccia di tutti quelli che in questi giorni hanno detto che le elezioni greche non cambiavano niente, che Atene e Bruxelles erano costrette all'accordo, od anche che l'intesa (in termini di dilazione del debito) già c'era.

Non che un qualche intervento sui tempi di restituzione e sugli interessi del debito sia impossibile, ma l'Europa vuole arrivarci alle sue condizioni. Che sono quelle accettate dal precedente governo Samaras. Ma adesso, ad Atene c'è un altro governo che ha un suo programma di uscita dalla crisi, di misure sociali, di lotta alla disoccupazione di massa. Può Tsipras azzerare questo programma, cedendo al diktat diramato da Draghi? No, non può. Se lo facesse sarebbe la sua immediata fine politica.

Spieghiamo ora, dal punto di vista tecnico, in cosa consiste il ricatto della Banca centrale europea. 



Le banche greche, così come tutte quelle dei paesi dell'eurozona, ottengono liquidità dalla Bce in cambio di titoli che vengono messi a garanzia. Lo statuto della Bce prevede però che non possano essere accettati titoli che non siano classificati come investment grade, come sono quelli del debito greco e cipriota. Fino ad oggi, tuttavia, la Bce ha continuato a fornire liquidità, con una deroga motivata con l'accettazione del programma della troika. Adesso che il governo Tsipras ha dichiarato di non accettarlo più, Draghi ha annunciato l'immediata chiusura del rubinetto.
Quanto avvenuto ieri dimostra in abbondanza tre cose
(1) la serietà della partita greca apertasi con le elezioni del 25 gennaio;
(2) l'assoluta impermeabilità dell'Unione Europea ad ogni ipotesi di riformabilità delle sue regole;
(3)  le tremende conseguenze di non poter disporre della sovranità monetaria.

Sul primo punto c'è poco da aggiungere a quanto abbiamo già scritto in precedenti articoli. La questione greca è un tassello fondamentale della crisi europea. Chi continua a sostenere il contrario fa forse onore alla sua cocciutaggine, non certo alla sua intelligenza. Ma con certi economisti che fanno del loro analfabetismo politico un motivo di vanto c'è ben poco da discutere. Idem per chi continua a negare l'evidenza solo per il proprio settarismo politico. Noi non abbiamo mai risparmiato critiche a Syriza, ma da subito abbiamo capito l'importanza di quel che sta succedendo ad Atene e le sue possibili ricadute (positive o negative che siano) anche sulla situazione del nostro paese.

Il secondo punto è forse ancora più chiaro. L'Unione Europea non è riformabile. Ovvio che qualche ritocco di facciata è sempre possibile, ma sempre all'interno delle regole fondative dell'UE, che non solo stanno scritte in tutti trattati, ma che rappresentano il codice genetico della costruzione eurista. Sarebbe forse ora che tutti se ne rendessero conto.

Infine il terzo punto: è così difficile capire cosa significa trovarsi a dipendere da una moneta straniera? Perché l'euro è esattamente questa cosa qui. Il caso greco lo evidenzia che meglio non si potrebbe. Quale democrazia, quale politica può esserci in uno stato la cui liquidità finanziaria è decisa da un'autorità straniera, sulla quale non si ha nessuna possibilità di controllo? E' ancora così difficile capire di cosa parliamo quando mettiamo al centro il tema della sovranità monetaria?


Come si vede i nodi stanno venendo al pettine ancor prima del previsto. Gli oligarchi dell'euro non lasciano nessuno spazio reale a Tsipras. 


Ora la palla è nel campo del governo greco. L'esecutivo di Atene ha un piano B? [Uscita dall'euro e nazionalizzazione del sistema bancario, NdR] E se non lo avesse ancora è in grado di predisporlo alla svelta? 
Noi ci auguriamo di sì, perché se la risposta fosse negativa sarebbe semplicemente un disastro. E non solo per la Grecia.

* Ecco quanto ha scritto l'azzeccagarbugli Paolo Barnard solo l'altro ieri:


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