14 giugno. Come Alberto Bagnai si è (meritatamente) guadagnata la sua
fama è noto. Egli ha sfidato con coraggio la folta schiera di economisti e politicanti asserviti alle potenti
oligarchie euriste sostenendo, fatti e dati alla mano, la necessità per l’Italia
di uscire dall’euro e tornare alla lira. Punto.
Il "manifestino" cerca una soluzione che eviti il redde-rationem ai politici del sud, che è invece proprio quello che essi si meritano e che vogliamo noi. Un redde-rationem che non può non esserci, perché l'euro è stato molto di più di un errore tecnico. Tenersi un euricchio, che sta in piedi perché se ne va l'ingombrante Germania, ma conservare tutto l'impianto liberista (concorrenza tra Stati oltre che tra operatori economici, libera circolazione dei capitali, indipendenza della BCE etc..), cioè una serie di cose che non serve essere marxisti per detestare dal profondo del cuore, significa continuare ad accettare il dominio della finanza privata sulla democrazia. Garantito dalla classe politica che ci ha propinato l'Unione Europea alla Maastricht.
Passaggio 2:
Qui traspare, in modo evidente, l'urgenza di trovare una soluzione che freni il panico sui mercati. Saggezza da buoni padri di famiglia, o angoscia per la sorte dei piccioli? Ai posteri l'ardua sentenza.
Ps.
Il Nostro è fatto così. Oltre ad essere un'opportunista Madre Natura l'ha tagliato con l'accetta e con un ego smisurato.
Per questo, per primi, lo abbiamo apprezzato e difeso.
Poi è venuto quello che abbiamo definito “voltafaccia”, la
sua adesione al Manifesto di solidarietà europea,
lanciato il 24 gennaio a Bruxelles assieme ad una davvero ambigua compagnia. Quindi
la
nostra critica, che ha fatto uscire dai gangheri il Nostro, adagiatosi sugli
allori a forza di ricevere lodi ruffiane da parte dei suoi adepti.
Che il nostro biasimo fosse giustificato è chiaro a chiunque
abbia preso sul serio la battaglia politica contro il regime della moneta
unica (non solo quindi contro l'euro), ad ognuno che sappia almeno distinguere i fischi dai fiaschi.
E’ un classico che chi abbia commesso un errore e non voglia
riconoscerlo finisca per aggravare la sua posizione. Questo è proprio il caso
di Alberto Bagnai. Si era già giustificato malamente sul suo blog, adesso l’ha dovuto
fare pubblicamente, intervenendo su Il
fatto Quotidiano dell’11 giugno (vedi foto sopra), con un articolo dal titolo stentoreo: “L’Europa
si salva solo se Berlino lascia l’euro”.
Il Nostro ci informa che domani, 15 giugno, a Parigi, verrà
ri-presentato il Manifesto di solidarietà europea di cui è co-firmatario, un Manifesto che ha come
scopo dichiarato, leggiamo su Il Fatto: “... evitare il collasso economico e politico dell’Unione
europea”, un collasso che andrebbe appunto sventato spingendo la Germania a tornare al Marco, dando così sostanza all’idea
intangibile della “segmentazione controllata dell’eurozona”.
Sul piano astrattamente teorico, dato che la dissoluzione
dell’eurozona è nell’ordine delle cose —e lo è non solo per questioni di
tecnica monetaria o di partite correnti, come pensa il Bagnai, ma a causa dell’insostenibilità
del capitalismo-casinò che pone fine
al lungo ciclo globalizzatore riportando in auge i conflitti
inter-capitalistici e quindi la funzione degli stati-nazione— il ritorno al
Marco della Germania è certo plausibile.
Si tratta di capire, sbarazzandoci delle fumisterie
econometriche che lasciano il tempo che trovano, due cose: la prima è se
questa modalità è realistica e, in secondo luogo, a quale finalità questa
modalità corrisponda.
Per chi scrive non è realistica, per la ragione che il grande
capitalismo finanziario e industriale tedesco non vorrà rinunciare ai vantaggi
enormi che la moneta unica porta alle sue ambizioni neoimperialistiche. La
Merkel, a nome e per conto del grande capitalismo tedesco, è un’eurista di ferro,
non a caso ha preso le difese di Draghi di contro alle critiche della Bundesbank, tanto più che è data grande
vincitrice delle prossime elezioni di settembre. Alternative für
Deutschland, da
parte sua, come ha ben
spiegato il suo leader Bernd Lucke, vuole che la Germania resti nell’euro
con tutti e due i piedi.
Tuttavia, ammesso che l'uscita della Germania dall'eurozona sia fattibile, non l'abbracciamo poiché questa soluzione, come Bagnai sottolinea su Il fatto Quotidiano, ha come finalità, appunto, quella di “evitare il collasso
economico e politico dell’Ue”.
Paolo di Tarso ebbe la sua illuminazione a Damasco. Bagnai
deve aver avuto la sua sulla via di Bruxelles. E’ come minimo singolare che s’inalberi
se noi, non convertiti alla dottrina eurista, lo giudichiamo come un
voltagabbana. Tutti si ricorderanno gli strali con cui il Nostro, per due anni,
ha colpito tutti i paladini del “più Europa”, e lo spietato sarcasmo che egli
ha rovesciato sugli “europeisti” a prescindere, quelli delle affinità elettive tra finlandesi e italiani, su tutti coloro insomma che
respingevano i suoi argomenti che il ritorno alla Lira era non solo auspicabile
ma inevitabile, nella logica delle cose.
Ci sono due passaggi del pezzo su Il fatto Quotidiano che hanno catturato la nostra attenzione. Nel primo, mefistofelico, il Nostro afferma:
«Ma mentre i nostri politici non possono ora venirci a dire che l’euro è stato un errore, ai politici del Nord è più facile scaricare sui paesi del Sud la colpa e propugnare come soluzione l’abbandono dell’euro. Lo sganciamento dall’Eurozona, vissuto al Sud come una sconfitta, al Nord sarebbe visto come il riappropriarsi di un simbolo vincente di identità nazionale (il marco)».
Fiorenzo Fraioli giustamente fa notare:
Il "manifestino" cerca una soluzione che eviti il redde-rationem ai politici del sud, che è invece proprio quello che essi si meritano e che vogliamo noi. Un redde-rationem che non può non esserci, perché l'euro è stato molto di più di un errore tecnico. Tenersi un euricchio, che sta in piedi perché se ne va l'ingombrante Germania, ma conservare tutto l'impianto liberista (concorrenza tra Stati oltre che tra operatori economici, libera circolazione dei capitali, indipendenza della BCE etc..), cioè una serie di cose che non serve essere marxisti per detestare dal profondo del cuore, significa continuare ad accettare il dominio della finanza privata sulla democrazia. Garantito dalla classe politica che ci ha propinato l'Unione Europea alla Maastricht.
Passaggio 2:
«Se una segmentazione dell’euro è necessaria, è più razionale realizzarla lasciando che nella transizione le economie più deboli godano della relativa stabilità della moneta unica: fra euforia da "nuovo marco" e panico da "liretta" è piuttosto evidente cosa convenga scegliere».
Fraioli chiosa:
Qui traspare, in modo evidente, l'urgenza di trovare una soluzione che freni il panico sui mercati. Saggezza da buoni padri di famiglia, o angoscia per la sorte dei piccioli? Ai posteri l'ardua sentenza.
Noi vorremmo insistere sul secondo passaggio, che pone
un tombale epitaffio sul Bagnai che conoscemmo.
La relativa stabilità di una moneta
unica che tenga assieme i cocci dell’attuale eurozona? Ma di che sta parlando
il Bagnai? Ritiene davvero che un’unione monetaria europea, perché senza la
Germania, non andrà incontro alle strutturali disfunzioni che la rigidità del cambio si porta appresso? O che sia possibile una moneta unica sovranazionale senza uno Stato
unitario che affianchi alla moneta una comune politica del lavoro, di bilancio
e fiscale, ed infine una politica di compensazione degli squilibri delle
partite correnti e di eventuale mutualizzazione dei debiti esteri?
Il Bagnai che fu è quello che ci fece scoprire Robert Mundell e i suoi studi sulle Aree valutarie Ottimali (Optimum
Currency Area – OCA, a cui il Nostro ha dedicato un intero capitolo del suo libro) [1]. Scriveva Bagnai il 22 aprile di un anno fa quando, lungi
dal flirtare coi liberisti, pascolava a sinistra :
«Robert Mundell lo aveva detto in modo cristallino quasi trenta anni prima: alla domanda “what is the appropriate domain of a currency area?” (quali sono le dimensioni appropriate di una unione monetaria) risponde “an essential ingredient of a common currency area is a high degree of factor mobility”: un elemento essenziale è un livello elevato di mobilità dei fattori. Cosa vuol dire? Vuol dire che una moneta unica può essere sostenuta da un’area geografica all’interno della quale sia facile per i lavoratori (il fattore lavoro) spostarsi da zone depresse a zone in espansione». [One (labour) market, one money, Goofynomics]
Bagnai pensa davvero che quella
tra paesi tanto disparati quali la Grecia e la Slovacchia, o la Francia e l’Estonia, o l'Italia e il Portogallo
(tanto per dire), possa essere un’Area
valutaria ottimale? Una cazzata dal punto di vista strettamente economico, una bestialità neoliberista da quello politico e sociale. Entrambi ce la dicono lunga sul
recente salto della quaglia del Nostro nel campo eurista.
Ognuno a questo punto tiri le conseguenze.
Ognuno a questo punto tiri le conseguenze.
Ps.
Alberto Bagnai, intanto, ne ha combinata un'atra delle sue. Questa mattina ha
depositato l’ultimo
suo post in cui comunica che chiuderà il blog. Sconcerto e panico tra i suoi fans, che forse non capiscono che il suo blog gli è d'impiccio date le sue nuove frequentazioni euriste, in quanto prova e pistola fumante della sua vecchia fede sovanista.
Ad un suo aficionado che gli chiede di desistere risponde
con eloquenza, citiamo:
«Anche tu non hai capito un cazzo, ma almeno sei spiritoso».
Ad un altro
che si dispera e scrive:
“Sono senza parole. Grazie comunque per tutto quello
che ha fatto”, il Nostro risponde testualmente:
«Io invece ne ho tre: sei un coglione. Ma, se può consolarti, sei in buona compagnia. Ho ricevuto tonnellate di email di melensi imbecilli col senso dell'umorismo di un lamantino. Accipicchia, che bella squadra ho tirato su! Avete proprio capito tutto! Poveri noi..».
In verità era una bufala, anzi un ballon d'essai, tanto per mettere alla prova il quoziente di masochismo dei suoi proseliti. Dopo alcune ore il Nostro scrive:
«A polliiiii!
Dio santo, è come pescare con la dinamite! Ma almeno ho capito molte cose. Ho capito quanti di voi mi capiscono (lo 0.00001%). Ho capito quanti di voi ancora pensano di potermi/dovermi dare consigli (il 1000000%). Ho capito quanti di voi hanno senso dell'umorismo (non pervenuto).
Non posso fidarmi di chi non si fida di me. E ora so di chi fidarmi. Di me».
Il Nostro è fatto così. Oltre ad essere un'opportunista Madre Natura l'ha tagliato con l'accetta e con un ego smisurato.
NOTE
[1] A questo proposito, per chi
voglia erudirsi, un’ottima analisi critica la trova in La
Teoria delle Aree valutarie Ottimali non spiega la crisi dell’euro.