Visualizzazione post con etichetta F.S.. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta F.S.. Mostra tutti i post

domenica 4 agosto 2019

NATURA E FUNZIONE STORICA DEL POPULISMO DI SALVINI di F.S.

[ domenica 4 agosto 2019 ]

Prosegue su SOLLEVAZIONE il dibattito sul populismo. Siamo effettivamente nel cosiddetto "momento Polaniy" In questo caso il nostro collaboratore F.S. s'interroga sul fenomeno Salvini, le sue contraddizioni, le sue possibili evoluzioni. Tra queste egli sembra escludere una possibilità che pure è in campo: che la sua forza propulsiva si esaurisca a causa del combinato disposto dei suoi limiti intrinseci e della capacità del sistema di riassorbirlo.




*  *  *

“Il popolo ama soltanto i soldati usciti dalle sue file”
Blanqui 20 aprile 1848 

Il sionismo globale contro Salvini?


Ritorno sull’argomento, poiché, a differenza di quanto pensano i più quotati analisti, dalle varie mosse tattiche delle superpotenze sulla politica italiana e mediterranea si può meglio comprendere lo scontro interimperialista in atto e non viceversa. Chi controlla il Mare Mediterraneo controlla la politica mondiale: dopo anni di bombardamenti ideologici economicistici che poggiavano sull’Indo Pacifico o sulla presunta locomotiva economica eurofrancotedesca, che avrebbero ridisegnato i confini geopolitici universali, per non parlare del recente bluff di Acquisgrana 2019, Limes inizia seppur timidamente a sviluppare un approccio più equilibrato e realistico (in particolare si veda il prezioso saggio del viceministro degli esteri Emanuela C. Del Re, pp. 283 e sgg). Come aveva segnalato SOLLEVAZIONE , Gibuti — ben più di Taiwan — è già attualmente il punto geopoliticamente più caldo nello scontro interimperialista in atto tra superpotenze e tra potenze medie.

Ricostruendo così le ultime vicende interne, avevo azzardato che fosse in atto un assedio politico, mediatico, informatico dello Stato profondo Italia-Usa-Israele contro il populismo conservatore di Salvini. Avevo tra l’altro parlato – riguardo la vicenda Savoini – di un attacco politico preciso dello stato profondo clintoniano, non di una banale vicenda complottistica da servizi segreti.

Sia gli elementi che emergono dall’inchiesta sul Moscagate, sia l’ennesimo radicale affondo sionista contro Salvini del tutto gratuito ed immotivato, sembrano confermare tale originaria ipotesi di lettura condivisa. Chiaramente questo significa che nonostante il tentativo salviniano di accreditarsi come un “amico di Israele”, e le fazioni dell’imperialismo neocons presenti nell’amministrazione Trump, e le fazioni sioniste della sinistra imperialista occidentale non lo considerano affatto un amico. Anzi, lo considerano ora come ora il Nemico principale, anche perché non è chiaro dove voglia andare a parare.

Entrambe le fazioni hanno ormai puntato, infatti, sui Cinque Stelle. Il premier Conte si va sempre di più proponendo come un elemento diplomatico di mediazione globale tra le varie linee in lotta anche in Usa ed Israele, il suo discorso del 26 luglio alla Conferenza degli ambasciatori in cui ha elevato gli USA addirittura a modello di società democratica globale lo conferma. Il significato politico immediato dell’importante discorso del premier, oltre le evidenti mistificazioni costituzionali storiche-politiche, oltre le spallucce levantine sui genocidi sistemici interni e internazionali compiuti dalla “democrazia liberale imperialista” USA, non è stato colto. Conte infatti vuole strategicamente espropriare il bergoglismo della strategia politica alterglobalista di cui il partito politico del pontefice si è appropriato sino ad ora. Il profilo ambizioso dell’agenda Conte si potrebbe autonomizzare anche dal disegno compassato che prevede in proposito il presidente della repubblica. C’è quindi maretta nel “partito badogliano” (Conte, Tria, Trenta, Moavero) e non è da escludersi un serio tentativo di opa sui Cinque Stelle da parte di Conte, che si immagina ormai nella veste di statista dal profilo internazionale. Il leader leghista sembra però non reagire sul piano della politica internazionale; ma mira a consolidare il consolidare il consenso popolare.


Il salvinismo come nuovo blocco sociale?


La scelta politica di Salvini, di definitiva conquista del Sud Italia, è in proposito giusta e tempestiva. E’ definita dai media “la campagna d’agosto”. Ciò significa liquidazione interna della linea della piccola — e politicamente debole — frazione della grande borghesia del Nord timidamente filoleghista, autonomista in politica interna ed eurista, seppur criticamente, sul piano internazionale. E’ una scelta coraggiosa e strategica, sarà probabilmente l’addio alla fase orbaniana di Matteo Salvini. Il leader milanese va entrando in uno spazio ignoto, di difficile definizione. Inevitabilmente, andranno curati con più precisione e metodica particolarità i legami geopolitici e le prospettive di politica internazionale, altrimenti lo scopo finale dell’ “operazione Sud Italia” perderebbe di senso compiuto. Ciò in definitiva significherebbe nella prassi spostamento dei rapporti di forza politici interni sulla centralità del blocco sociale tra elite dell’esercito, piccola impresa padana e masse piccolo-borghesi o proletarie del Centro-Sud

Salvini si trova però nel classico vicolo cieco; autonomia differenziata e flat tax non vanno affatto nella direzione auspicata dalla piccola borghesia del Centro Sud. I toni cupi nel rapporto della Svimez sul Mezzogiorno d’Italia lo mostrano. Si parla di spopolamento e Pil sottozero. Sono gli effetti voluti della cura Monti, la strategia mercantilista e liberista dei franco-tedeschi basata sul rafforzamento dei poli nordisti ha ulteriormente degradato il tessuto meridionale. Quindi, se campagna del Sud sarà, o il salvinismo si tradurrà in Destra sociale o Sinistra nazionale, come scrivevo giorni fa, o sarà un fallimento. Chiaramente, la campagna del Sud non può prescindere da un nuovo modello di “Roma capitale” a trazione universale, moderna, una sorta di “smart city” d’avanguardia che punti a superare Milano. Ciò sarà difficilissimo dopo le devastazioni strategiche piddine e pentastellate, è evidente. Ma necessario più d’ogni altra cosa. Roma è l’Italia. L’Italia è Roma sovrana e guida.

Il populismo contemporaneo e il parricidio di Matteo Salvini


Il populismo contemporaneo nacque in Italia a cavallo della tempesta golpista denominata Tangentopoli. Bossi fu il primo politico populista dell’era odierna. L’Italia anticipa, come suo solito, tendenze politiche strategiche che poi ritroveremo sia in Oriente (il populismo né destra né sinistra di Ahmadinejad), sia in Sudamerica (il populismo socialdemocratico di sinistra di Chavez), sia in Occidente (il populismo conservatore della Brexit e di Trump). Bossi, a differenza di quello che sosteneva la sinistra radicale sistemica e subimperialista (che si arruolò nella battaglia “in difesa della patria” con Cossiga e G. Fini….), fu un fiero antifascista, figliastro politico non dell’élitismo populista blanquista e machiavelliano di Mussolini ma delle lotte partigiane. Bossi incarnò allora l’idea di popolo del “patriottismo” democratico antifascista. Lo stato centralista romano era, in base all’ottica autonomista e neo-resistenziale padanista, un residuo “fascista” da spazzare via. Per Bossi, non a caso, la svolta salviniana sarà di tipo neofascista

A mio avviso, la lettura di Bossi è forzata ed antistorica, ma è significativa per comprendere come le analisi di sinistra siano comunque in fondo sistemiche e fuorvianti, dopo il 1990 quasi generalmente interne ad un’ottica liberal-occidentale. Lo furono, fuorvianti, negli anni ’90 sul fenomeno Bossi, lo sono oggi allo stesso modo sul salvinismo. Berlusconi, che avrebbe potuto consacrarsi storicamente con decenni d’anticipo come il Trump in lotta contro le élite antiproletarie di sinistra, a parte talune coraggiose scelte sul piano della politica internazionale, è quindi finito nel deliquio politico liberale ed antipopolare da cui proveniva. Il popolo non lo ha riconosciuto perché non era un soldato uscito dal popolo e perché è stato un politico debole. Ben diverso il caso di Matteo Salvini, figlio del proletario e della piccola borghesia della Lombardia.

Salvini il neutralista e la Russia: Berlusconi 2011?


Evidentemente, la via maestra salviniana sarebbe quella di uno sparigliamento generale; sia nei rapporti di forza interni rappresentati dalla religiosità cattolica, sia nei rapporti di forza con le élite. E qui Salvini sbaglia: sia ad appoggiare esclusivamente le forze conservatrici del cattolicesimo, anche perché cattolicesimo sociale non fa affatto rima con macronismo o con ordo-liberismo eurista genderista e deportatore (come il partito bergogliano ama far credere), sia a posizionarsi nella dimensione di oppositore totale ed acritico delle élite. 

Salvini rischia così di risultare funzionale al sistema. Non è da escludere del resto che se un eventuale esecutivo tecnico mettesse fine alla fase del governo gialloblu — per quanto sia nell’immediato da escludere — un Draghi o un Cottarelli o un altro nome tecnico premier non potrebbero essere la bella copia dell’austero e grigio premierato Monti, ma dovrebbero anche loro fare ricorso a una inedita miscela di neoélitismo tecnocratico e populismo tattico. 

Anche in tal caso, proprio nella prospettiva di sparigliare i vari fronti che sembrano monolitici, se Salvini — come più volte ha detto e come continua a ripetere — sembra tenere così tanto alla causa del cristianesimo martirizzato e perseguitato, e di quello mediorientale in modo particolare, minacciato effettivamente su tutti i fronti dal terrorismo globale e dal sionismo, è un mistero allora comprendere come il Nostro possa geopoliticamente preferire Netanyahu a Nasrallah, Bergoglio-Macron a Khamenei, Trump “il saudita” al presidente Assad e al Fplp palestinese e così via…..

Come possa in sostanza preferire il militarismo razzista e guerrafondaio sionista, che peraltro lo sta ostacolando su tutta la linea sia in patria sia all’estero, al Ba’th socialnazionale siriano, fortezza inespugnata di modello di stato filocristiano mediterraneo come nessuno altro nell’era odierna. In definitiva: come possa preferire l’Occidente imperialista e bergogliano che non muove un dito per difendere le comunità cristiane mediterranee al putinismo diplomatico, moderato e pacificatore? 

Ad esempio: pochi giorni fa si è registrato un avanzamento strategico senza ritorno nell’alleanza marittima tra l’Iran e la Russia. Salvini con chi si posizionerebbe al riguardo? Con il putinismo diplomatico, che vuole salvare la pace e che sta salvando le comunità cristiane nel Medio Oriente, o con le frazioni più guerrafondaie e fanatiche d’Occidente e d’Israele?

Ciò riporta alla mente il Berlusconi del 2011, a parole fervidamente filorusso, ma nei fatti interventista — contro gli stessi interessi nazionali italiani — sul fronte libico contro la “gran Jamahiriya”. Pochi mesi dopo l’intervento sul teatro libico, Berlusconi sarebbe caduto. Finiva di fatto così la sua carriera da statista. 

Ben altro destino storico e politico andrebbe auspicato a un figlio del popolo e del proletariato italiani come Matteo Salvini.


Sostieni SOLLEVAZIONE e Programma 101

giovedì 1 agosto 2019

TRUMP SACRIFICHERÀ SALVINI ? di F.S.

[ giovedì 1 luglio 2019 ]

Rino Formica rimane un ottimo analista da tenere in considerazione.


In base alla sua recente previsione sono però necessarie tre riflessioni generali. Formica prevede infatti l’arretramento del leghismo salviniano, sarebbe il populismo conservatore trumpiano, per il Nostro, a decretare la fine della stagione populista italiana e la vittoria interna, per quanto inutile, di quello che definisce il partito “badogliano”. Formica ha ragione quando dice che “prescindere dalla situazione in continuo movimento fa sì che il dibattito avvenga sulle clausole contrattuali prefissate. Ma queste sono continuamente superate, modificate, cancellate dal processo politico in atto. Di per sé già questo sancisce il fallimento del governo giallo-verde” e contesta dunque su tali basi il “contrattualismo” gialloverde. Ma viceversa sembra ben lontano dalla realtà e dai problemi comuni quando sostiene che “chi governa il paese lo ha potato all’esasperazione, additando come cause fattori esogeni: l’immigrazione, l’incertezza sul lavoro, l’Europa, la corruzione, la mancata crescita”.


Orbanizzazione del quadro politico euroccidentale


L’Ue a trazione franco-tedesca ha orbanizzato il quadro politico e sociale euroccidentale, per miopia politica e sudditanza all’ordo-liberismo eurista, che ha necessità di importare schiavitù sottosalariata puntando sull’estinzione sociale della piccola borghesia e del proletario euromeridionale. Formica, stranamente, dato il calibro del personaggio politico, non vede l’incipiente orbanizzazione della vita sociale e civile, messa in moto in Europa occidentale dal ministro piddino Minniti e non da Matteo Salvini. 


Accusa Salvini di agitare fattori esogeni della crisi, mentre in realtà Salvini, seppur demagogicamente, opportunisticamente, arrivando però allo scontro reale con i franco-tedeschi sulle quote dei migranti e sulla politica europeistica della deportazione, ha smascherato agli occhi e al sentire dei proletari italiani il razzismo sociale delle élite subimperialiste franco-tedesche. Ignorare questo elemento, che sta portando a contrapposizioni intereuropee nette e alla rinascita dello Stato nazione seppur entro la politica UE, parlando di una presunta stabilità europea, significa falsificare il quadro analitico. 

E questo è grave se a farlo è un ex trotzkista e un socialista come Formica. Le recenti nomine europee, peraltro, non sono una vittoria del subimperialismo francotedesco che si sta invece sgretolando a vantaggio di nuovi stati nazionali politicamente sempre più autonomizzati proprio sul nodo migratorio, ma dello stato profondo statunitense, di cui i franco-tedeschi sono quinta colonna russofoba. Chiunque prevarrà, sarà esso il partito “badogliano” evocato da Formica (Conte Tria Moavero) o i Cinque Stelle o Salvini, l’orbanizzazione del quadro politico italiano è irreversibile. La declinazione tattica di tale tendenza sarà però fondamentale e decisiva. Se Salvini si appresta a cavalcare il Sud, come dirò alla fine, ciò significa abbandono del modello orbaniano con cui ha tirato avanti la Lega nazionale sino ad oggi.

La testa di Salvini?


Formica si spinge a immaginare che Putin e Trump sacrifichino Salvini nella partita tattica con l’UE.


Difficilmente i russi potranno sacrificare Salvini, poiché a differenza di quanto la propaganda globale della frazione Clinton vuole far credere, i russi – a parte la nota relazione energetica strategica con i precedenti Governi Berlusconi e con ENI – non hanno mai interferito nella vita politica italiana, né penso lo vogliano fare. E’ comunque chiaro che l’unico esplicito sostegno russo nelle vicende interne europee è andato nell’ultimo anno alla frazione sociale, pacifica e democratica dei Gilet Gialli francesi. Su Trump, è assai improbabile che ceda ai desiderata di Angela Merkel, con cui attualmente è in guerra commerciale strategica.

La vera partita


Salvini ha annunciato un giro politico al Sud in agosto. Questo è il fronte strategico che intelligentemente il leader leghista apre, scavalcando il partito “badogliano” o del Quirinale. Una nuova Lega a trazione meridionalista, dunque nazionalpopolare, se effettivamente il progetto si radicasse significherebbe un più convinto sovranismo mediterraneo, uno spostamento interno su posizioni di “destra sociale” o “sinistra nazionale” e una linea geopolitica probabilmente antimperialista non occidentalista e non arabofoba. In quanto, se la geopolitica leghista è quella angloeuropeista che, come il PD e FI, dà voce ai golpisti venezuelani, o quella dei Georgetti, fedele trumpiano ed avversario delle Vie della Seta sul Mediterraneo, o quella di chi, come Usa, sauditi, Tel Aviv ed estrema sinistra, sostiene il francofilo antitaliano Haftar sul fronte libico: non ha molto senso allora continuare a parlare di “interesse nazionale” e sovranismo, in quanto l’unico interesse nazionale del paese è evidentemente sul Mediterraneo, nel Sud e verso Sud. Il sovranismo dunque o è il sovranismo di Roma o non è. Il giro del Sud salviniano potrebbe per questo imprimere una positiva svolta politica alla Lega nazionale.



Sostieni SOLLEVAZIONE e Programma 101

sabato 27 luglio 2019

LO STATO PROFONDO USA-ISRAELE-ITALIA CONTRO SALVINI di F.S

[ sabato 27 luglio 2019]



Vari autori di analisi politica, tra cui Piemme, ritengono che Salvini stia giocando male la sua partita e avanti di questo passo rischia un veloce tramonto stile Renzi. Altri, come Maurizio Blondet, lo considerano un primitivo politico pericoloso per sé e per gli altri. Altri ancora, a sinistra, passati dal culto dell’eroico e terzomondista Ernesto Che Guevara – antieurocentrista - a quello di Greta e della Rackete, le nuove eroine dello Stato profondo sionista pangermanico senza reggiseno ma con tshirt da antifa della prima ora, da esibire proprio il 25 luglio e il 25 aprile come fossero cittadine italiane e non tedesco-svedesi (Salvini c’entra qualcosa per caso?), lo considerano addirittura un agente di Netanyahu il cattivo, mentre per costoro il sionismo di sinistra di Peres ed Haaretz sarebbe buono e quasi “umanitarista” perché combatte l’islamofascismo di Khomeini e Ahmadinejad!

Chiunque, viceversa, va esaminando i meccanismi odierni della politica italiana avrà avuto modo di constatare che Salvini è oggettivamente considerato il politico più pericoloso ed il principale nemico dello stato profondo ebraico statunitense clintoniano o neocons (di “esito deludente” delle visite salviniane in Israele ed Usa parlava ieri Marcello Sorgi nel quotidiano di Torino La Stampa, dando per implicita la trazione eccessivamente russofila del ministro dell’interno leghista) proprio in base all’assedio politico e istituzionale di cui è vittima da tutti fronti. Dai fiduciari dell’Alleanza Atlantica in Italia (Mattarella, il premier Conte e la frazione dei magistrati che a costoro risponderebbero) al movimento grillino che giustamente Sorgi considera fiduciario dello Stato semiprofondo trumpiano e israeliano, secondo un piano in elaborazione da tempo, per finire ad alti ambienti curiali che ben si guarderebbero dal mettere in discussione l’opzione geopolitica occidentale antirussa dell’Italia. Per tutti questi ambienti, che nell’aprile scorso sono addirittura arrivati a accusare il ministro dell’interno di “negazionismo storico” antisemita, senza però scalfire affatto il consenso popolare, Salvini è realmente pericoloso non perché “neofascista”, ma perché filorusso dotato di un consenso popolare irreversibile e non passeggero o liquido come era evidentemente quello berlusconiano. 


In un certo senso, come alcuni hanno colto acutamente Salvini, a differenza di Crosetto o della Meloni o di vecchi esponenti del Movimento Sociale italiano che parlavano di “sfondamento a sinistra” nel periodo degli anni ’80 di disorientamento del proletariato italiano, è stato effettivamente in grado di recuperare in larga parte l’eredità storica e politica del PCI nazionalizzandola. 

Nella storia contemporanea d’Italia e del Mediterraneo, il Piano sionista Yinon vinse purtroppo su tutta la linea sul Piano neutralista Craxi. Grazie al Vaticano woytiliano, grazie a Cossiga, grazie alla sinistra e alla destra più o meno radicali, solita carne da macello dell’imperialismo sionista. 


Fu la catastrofe italiana, forse la peggiore della nostra storia e il fatto che i media dello stato profondo non ne parlano mai lo conferma. Stefania Craxi, in conferenza al Ministero degli affari Esteri nel marzo 2006 sulla missione mediterranea italiana, disse al riguardo:

«Bettino sapeva anche quanto fosse difficile guadagnare un quarto di punto sui mercati occidentali e vedeva nei paesi emergenti del Mediterraneo il luogo di elezione per lo sviluppo delle medie industrie italiane con le loro avanzate tecnologie. Con l’allargamento dell’Europa ad Est, l’Italia, ma soprattutto il Sud, rischia di diventare in Europa marginale, a meno che non senta profondamente l’impulso naturale che la spinge a collegarsi con i popoli e i paesi della regione mediterranea, aspirando a diventarne punto di riferimento. Una vocazione antica, che l’intuizione di Craxi aveva riportato in vita, dopo decenni di oscuramento. Credo sia utile, a questo punto, riportare una curiosa lettera ricevuta dall’ambasciatore Sergio Romano e la risposta data nella rubrica a lui affidata sul “Corriere della Sera”. La lettera lamentava che nel concorso per l’ammissione alla carriera diplomatica fosse stato affidato ai candidati il compito, definito astruso, di parlare della “politica italiana in Medio ed Estremo Oriente tra le due guerre mondiali”: una prova talmente vacua, diceva la lettera, “che solo 15 fantasiosi eroi sono stati ammessi agli orali” su 27 posti disponibili. Nella risposta, Sergio Romano documenta invece l’intensa attività della diplomazia italiana nel Mediterraneo e in Asia non senza sbavatura di velleitarismo come la “spada dell’Islam” a Mussolini nel ’37, di fronte a 2000 cavalieri arabi. Fu aiutato Bourghiba, leader del movimento indipendentista in Tunisia e altri esponenti del nazionalismo arabo in Egitto, Siria, Iraq. Sì infastidì gli inglesi in Palestina. Insomma fu un periodo molto attivo. E’ noto del resto che un bel capitolo sulla “funzione del Mediterraneo” figurava a quei tempi in tutti i libri di storia adottati nei ginnasi e nei licei. La conclusione è purtroppo la solita: la faziosità di una cultura che ha imposto “il sonno della memoria” su tutto quello che accadde in un ventennio in un grande paese come l’Italia. Una giusta politica mediterranea si presenta ancora oggi nella sua attualità indicando prospettive d’avvenire, all’insegna della pace, dell’indipendenza e dei diritti dei popoli, del ruolo che l’Italia può svolgere in ogni campo della cooperazione economica, tecnica, culturale. L’Italia, con Moro e Fanfani ha fatto sempre una politica filo araba. Ma questa politica aveva due soli capisaldi: il petrolio e la sicurezza. Craxi aveva ben altre idee, pensava ai popoli, ai loro diritti, alla loro libertà. Una pace totalmente disarmata come quella urlata dai noglobal appartiene all’ideale. Una pace organizzata nella sicurezza appartiene al reale».
Il 23 luglio scorso, Giulietto Chiesa scriveva che lo stato profondo occidentale starebbe pianificando una ripetizione della “strategia della tensione” con obiettivo proprio l’Italia. Carne da macello la solite correnti impolitiche dall’estrema destra all’estrema sinistra. L’analista parla di “operazione politica in grande stile” che abbisogna evidentemente del supporto operativo. 

In conclusione, il problema principale che i critici di Salvini non comprendono è che nella guerra di posizione contro lo Stato profondo italiano (oggi capeggiato da Mattarella ieri da Napolitano) emanazione di quello sionista euroamericanista, vincitore assoluto della guerra fredda contro l’Italia conclusasi nel 1993, non è sufficiente il consenso popolare, se i margini parlamentari sono purtroppo ancora ridotti. Per conquistare da solo il governo Salvini ha bisogno del Sud, dei collegi uninominali del Sud; ha quindi bisogno della pace tattica con i Cinque Stelle per crescere al Sud, alleandosi su tutta la linea con la componente “sovranista” dei Cinque Stelle. L’incontro con Di Maio andrebbe in tale direzione e non è da escludere una “bomba giudiziaria” (tipo il Russiagate di Savoini) proprio contro il vicepremier pentastellato se effettivamente quest’ultimo prestasse consapevolmente il fianco al progetto salviniano. Salvini ha quindi bisogno dei collegi uninominali del Sud e di tempo. Solo allora, se questo disegno si realizzerà, potremo conoscere la politica italiana “globale” del leader leghista. E solo allora sarà possibile giudicarlo. Vedremo se sarà un primitivo politico o un nuovo Craxi in versione un po’ più machiavelliana, capace di rimettere il Mediterraneo — né l’euroamericanismo né l’Occidente né il sionismo buono della sinistra gretoracketiana Lgtbq* — al centro della nostra geopolitica.

Sostieni SOLLEVAZIONE e Programma 101

domenica 21 luglio 2019

I TEMPI CHE VIVIAMO, QUELLI CHE VIVREMO di F.S.

[ domenica 21 luglio 2019 ]

Scrivevo pochi giorni fa come il “Deep state” occidentale, di cui espressioni politiche son tanto i neo-cons quanto la frazione Clinton, punti a disarcionare la Lega a trazione salviniana di cui non può tollerare l'apparente volontà strategica di legare Roma mediterranea alla Russia. In questo senso, Salvini, come hanno scritti i reazionari fautori dell’ordine globale liberale ed unipolare occidentale, è "il politico più pericoloso che oggi vi sia". Questo elemento dà anche modo di comprendere i tempi che viviamo e che vivremo.


Alexander Svechin e la guerra non ortodossa


Non fu la scuola tedesca l’ideatrice della guerra lampo, come erroneamente si tramanda nell’ambito della storiografia militare; fu invece il generale russo Aleksey Brusilov (1853-1926) il quale dopo aver elaborato il concetto di offensiva strategica, lo sperimentò con successo nell’estate 1916 nei frangenti della prima guerra mondiale, in quella che sarà tramandata alla storia come l’ultima coraggiosa iniziativa vittoriosa dell’esercito zarista. Allo stesso modo, non sono stati gli americani, né tantomeno i cinesi, i teorici della guerra ibrida ed asimmetrica di cui oggi si fa un gran parlare: fu Alexander Svechin (1878-1938), cristiano ortodosso nato ad Odessa e fervido patriota russo, ucciso impietosamente ed inspiegabilmente dal terrore staliniano, oscura fase a cui solo la “grande guerra patriottica” mise fine riconciliando il popolo russo con lo stato sovietico;“i russi ritrovarono finalmente la Patria…” disse ricordando quei tragici giorni Alexander Solzenicyn, che cita peraltro in più contesti Svechin con notevole ammirazione, ad esempio nel ciclo della “Ruota Rossa”.

Alexander Svechin
Svechin è probabilmente il genio strategico del XX secolo. Gerasimov lo considera una personalità eccezionale, con idee rivoluzionarie e anticipatrici, appartenente al piccolissimo novero dei “fanatici” (nell’accezione positiva del termine) pronti a dare la vita per la santa Russia. 
«Il nostro paese ha pagato con fiumi di sangue il non aver dato ascolto alle profezie di questo professore dell’Accademia dello Stato Maggiore». (V.Gerasimov, Il valore della scienza nella previsione). 
Con decenni d’anticipo rispetto alla “Guerra senza limite” di Liang Qiao-Xiangsui Wang o a quanto finirà per esporre in Occidente il più dotato teorico del realismo liberale che ha sviluppato anni fa l’idea globale di “superimperialismo benigno”, l’ebreo-americano “neokautskyano” Richard Haas; con decenni d’anticipo rispetto alle successive rivoluzioni tecnologiche e alla Cyberwar, Svechin, solitario, intuì la superiorità della tattica sulla strategia. Ciò significa non solo necessità del superamento del vuoto o del brevissimo limite spazio/temporale tra fase di guerra e fase di apparente stasi, ma anche, in contrapposizione alla scuola giacobina-napoleonica e a quella prussiana allora dominanti, ridimensionamento della guerra d’assalto. L’onda lunga dell’insigne pedagogia storica politica di Suvorov (1729-1800) e Kutuzov (1745-1813), della quale la miglior e più vivida rappresentazione ci è data in Guerra e pace di Tolstoj, finisce così per ispirare Svechin.

Elaborando la visione della grande retrovia interna e dello spazio territoriale di profondità, da cui conservare e estrarre le strategiche materie prime, Svechin nei primi Anni Trenta, critico moderato di Clausewitz ma deciso ammiratore di Helmuth Von Moltke (1800-1891), si contrappone al neobonapartismo del maresciallo Tuchacevskij, che verrà anch’egli ucciso dal regime sovietico nel giugno del 1937, teorizzando, ormai certo dell’arrivo della seconda guerra mondiale, che la vittoria militare potrebbe anche corrispondere ad una misera sconfitta geopolitica e politica o viceversa. 

In epoca contemporanea, perciò, la fase strategica per il Nostro non è tanto decisa dall’abbagliante lampo dei missili o dalla fulmineità della pianificazione militare, quanto invece lo possa essere dal profondo intimo possesso di un pensiero politico tattico. Diversamente dall’opera di G.S. Isserson, Nuove forme di combattimento
Un saggio di ricerca sulle guerre moderne (1940), Svechin considerava già dai primi Anni Trenta politicamente superato l’esempio della guerra lampo o le modalità offensiviste e
strategiche. Il concetto di “guerra non ortodossa” implica anzitutto una possibile attenuazione politica e diplomatica della dimensione militare. 

L’apparato profondo industrial-militare americano ha saputo utilizzare per i propri fini, nel corso della guerra fredda, il concetto di “guerra non ortodossa” ben più di quanto abbia saputo fare lo stato profondo sovietico, che soprattutto nella tarda epoca brezneviana ha puntato erroneamente sul militare convenzionale, sbagliando obiettivo. La dottoressa finlandese Rauni Kilde prima di deviare in astrazioni ufologiche, dette la contezza di vari esperimenti indirizzati in tal senso dallo stato profondo occidentale, anche sul piano del controllo mentale di massa. 

La regolazione della bilancia


Tentando di applicare oggi l’immortale lezione di Svechin, ci dobbiamo perciò per forza di cose ricollegare alla teoria della “regolazione” della bilancia di Haas. La regolazione della bilancia interimperialista globale ha l’obiettivo esplicito di una ordinata gestione del declino relativo degli USA. Lo stesso Craig Van Grasstek, specialista americano del commercio con decenni di esperienza accademica e professionale, agente della globalizzazione unipolare per conto di istituzioni come la Banca Mondiale e OCDE, grande cultore del pensiero realista di Tucidide, ha scritto di recente: “Si può immaginare che nel corso di 10 anni i rapporti di forza tra le potenze imperialiste rimangano immutati? Assolutamente no”. Anche per i realisti liberali, l’ordine liberale, dogmaticamente imposto, ha messo in crisi tutto l’Occidente.

L’ineguale sviluppo politico e economico porterebbe all’erosione del primato globale nord-americano, generato da un lato dalla stabilizzazione policentrica di altre potenze, dall’altra dall’indebolimento strutturale interno statunitense. Hass sostiene a tal riguardo che è quindi necessario prevenire una combinazione ostile di elementi in Europa, nel Golfo Persico, nell’Asia, stabilizzando “bilance accettabili” per l’interesse globale statunitense, prevenendo nella tattica oppositiva o antagonista ogni alterazione eccessivamente sovversiva del quadro geopolitico e geoeconomico tollerabile.

Tuchačevskij, Michail Nikolajevič
La dottrina Haas è una variante, ma realistica, almeno nelle intenzioni, della globalizzazione gestita. Ciò che però oggi emerge a Washington nelle nuove dottrine dell’amministrazione Trump è la tesi centrale che proprio la linea dell’internazionalismo liberale avrebbe consentito ad avversari sistemici dell’Occidente come Russia e Cina di ritornare al centro della contesa globale. All’internazionalismo liberale, tra le righe, nella lotta di frazioni sistemiche occidentali, viene in definitiva anche addebitata la responsabilità politica e economica delle due guerre mondiali: l’ordine liberale globale avrebbe avuto bisogno di far crescere e avanzare le forze che poi lo avrebbero voluto spazzare via, come oggi sta avvenendo con la Cina socialconfuciana. E’ quello che VanGrasstek definisce “il paradosso dell’egemonia”: il mercato mondiale aperto, di cui la superpotenza egemone ha bisogno per rafforzare il proprio pluspotere strategico, non sarebbe affatto garanzia di pace ed equilibrio sistemico. VanGrasstek studia economicamente i due conflitti mondiali, deideologizza gli stessi movimenti storici di tipo fascista e bolscevico e rileva una certa costanza fenomenica in tale ciclo. 
«Negli anni dal 1917 al 2017, gli USA hanno combattuto 9 guerre dichiarate che si sono combattute per 41 anni. Hanno attraversato 18 recessioni durate 38 anni. Essendo le guerre frequenti la metà ma lunghe il doppio delle recessioni, ci si potrebbe aspettare che gli economisti dedichino tanta attenzione a questi fallimenti politici quanta ne dedicano ai fallimenti di mercato. Viceversa, le opere di scienza economica dedicata alla guerra non riempiono nemmeno il più modesto tra gli scaffali».
VanGrasstek, legato allo stato profondo, sostiene però che il trumpismo nazionalpopolare e nazionalizzato durerà molto più a lungo dell’uomo politico Trump e che anche se Cina ed Usa non si impegnassero in conflitti diretti, i tempi che verranno saranno assai caotici.
Secondo la linea trumpiana, le due guerre mondiali sarebbero state precedute da una mondializzazione liberoscambista per molti versi simili a quella odierna. Se ciò può esser vero per quanto riguarda la prima guerra mondiale, di assai ardua definizione complessiva è il quadro caotico che precede la seconda guerra mondiale. 

Equilibrio e rottura dell’equilibrio, nello sviluppo ineguale, non possono che concretamente tradursi nella lotta per l’egemonia politica imperiale o imperialista e proprio il contesto strategico tipico dell’internazionalismo liberale favorirebbe, più di ogni altro, la logica della spartizione ineguale e dello sfruttamento, come mostrerebbe appunto la politica strategica migratoria mediante la quale si sottrae la “catena del valore” e la forza lavoro al continente africano. La trumpiana guerra mondiale dei dazi e delle sanzioni sembra per il momento ridisegnare l’ordine globale, rimettendo momentaneamente al centro l’Impero. Un eventuale fallimento del trumpismo riporterebbe però in auge il partito della guerra mondiale, la frazione Clinton o una nuova frazione neo-cons (che è del resto presente anche se non centralmente nella stessa amministrazione Trump), espressioni dirette del “Deep State” e della dottrina Haas. La frazione Clinton è quel partito elitista che sta provocando oltre modo l’Iran in questi giorni. Quello che è arrivato a Kiev nel 2014 sperando che Putin cadesse nel tranello dell’invasione russa per legittimare la terza guerra mondiale basata sul termonucleare – e in questa ottica si spiega l’ulteriore, enorme rafforzamento russo nel settore nucleare in questi ultimissimi anni. L’apparato militare-finanziario-mediatico occidentale è infatti, nonostante Trump, quasi totalmente diretto da clintoniani e ha fatto della UE l’agente tattico di una aggressiva e suicida politica russofoba.

Momento Craxi della storia italiana


Ispirandosi a un filone del pensiero risorgimentale, Bettino Craxi propose dalla metà degli anni ’80 la tattica della “pace nel Mediterraneo” con l’Italia in posizione centrale: apertura all’Urss e graduale disinnesco del progetto sionista e americano, basato sulla guerra di civiltà alla Palestina allora socialista e cristiana, ai regimi baathisti e alla Libia gheddafiana. Come noto, lo stato profondo occidentale fece fuori il craxismo, costringerà Gorbacev alla catastrofe di civiltà, imporrà il ciclo liberista globale su base transatlantica europea ed avrebbe infine reso il Grande Medio Oriente una polveriera, radicalizzando la borghesia sunnita, portando ancora più instabilità e sangue nella fascia mediterranea. Ho tentato di precisare nei vari articoli precedenti che il Mediterraneo è il centro strategico della nuova contesa globale, non lo è l’Asia né l’Eurasia. 

Oggi, a differenza di quanto pensa certo “sovranismo”, ma in parte la stessa corrente elitista liberale — che finisce per essere l’altro volto della stessa medaglia del sovranismo — non si sta riaffacciando in Italia né la “fase Mussolini” né la “fase Cavour”. Se l’Italia avesse oggi un ruolo effettivamente globale, potrebbe essere proprio all’insegna di un nuovo “momento geopolitico Craxi”. Depotenziare la supremazia americana e sionista nel Mediterraneo sarebbe una azione di notevole prassi politica e di nuova civilizzazione, al servizio e in difesa della pace globale, nella prioritaria strategia dell’Indipendenza nazionale dalla NATO e dai franco-tedeschi, fanatici partigiani dell’imperialismo a stelle e strisce come abbiamo visto nelle recentissime nomine di Bruxelles, con la fondamentale designazione di E. McCauli al board BCE passata stranamente sotto silenzio. 

Sigonella, 1985: quando il governo Craxi sfidò gli USA
Ciò significherebbe inevitabilmente coinvolgere direttamente la Russia in un grande e decennale disegno geopolitico e diplomatico, caratterizzato da una leale collaborazione funzionale alla missione di pace mediterranea. Il ventre molle cinese è caratterizzato dal ritardo sul piano del nucleare ed in tal senso si spiega l’abbocco anti-occidentale con il putinismo, a sostegno del quale è sceso in campo anche il Patriarcato di Mosca con la teoria della legittimità della “difesa nucleare ortodossa” contro l’imperialismo razzista antirusso degli occidentali. In tal senso, G. Chiesa, uno dei rarissimi analisti italiani che non risponde ad altro se al proprio pensiero, ha ben mostrato in Putinofobia come il presidente russo sia stato il politico e lo statista a cui dobbiamo il fatto storico odierno che ha fatto sì che la guerra ibrida ancora non è deflagrata in guerra mondiale aperta. Le Vie della Seta nel Mediterraneo e il sostegno franco e diretto alla politica imperiale russa nel Grande Medio Oriente, contro ogni suicida tentazione arabofoba, sarebbero perciò il compito di civiltà che uno statista italiano che abbia a cuore il futuro strategico del Paese, la pace e la autentica regolazione della bilancia dovrebbe perseguire con prudenza, abilità ma assoluta determinazione. Avrebbe ben poco senso evocare in tal senso una nuova strategia della tensione o i rischi che una tale missione comporterebbero. Proprio il presidente Putin, al FT, ha detto: “non tutti i rischi sono uguali. E, quando se ne corre uno, bisogna saper prevedere le possibili conseguenze”. 

Questa è politica e arte di governo. Alla luce del pensiero tattico di Svechin, il coraggio senza prudenza è un eccesso di idealismo che ci porta fuori strada; ma la prudenza senza coraggio è un falso realismo che si degrada in basso pragmatismo che non lascia il segno. Fare politica significa perciò cogliere il momento tattico nel particolare momento storico e concentrare lì tutta la forza d’azione. Del resto, negli anni recenti il nostro popolo ha sperimentato una insipienza culturale, morale, politica — alle soglie dello stato di coma profondo — ben peggiore dei pur problematici Anni Settanta.

mercoledì 17 luglio 2019

L'EUROMAIDAN DE NOANTRI di F.S.

[ mercoledì 17 luglio 2019 ]

Riceviamo e volentieri pubblichiamo


I fatti emersi in questi ultimi giorni hanno confermato quanto scrivevo tre giorni fa, ovvero che la frazione imperialista russofoba di Clinton ed i sionisti d'estrema destra — un bel fronte compatto e dotato di forti mezzi che va dall'Espresso con Tizian e Vergine attivi sul campo operativo sino ai suprematisti bianchi dell'Azov ucraino — hanno individuato, in questo momento storico, in Matteo Salvini il bersaglio principale da abbattere. I quotidiani del liberalismo angloamericano indicano ogni giorno nel leader leghista il “nemico principale”, l'uomo politico più pericoloso.

Il pm Greco, stranamente, “salva” però il governo e manda di traverso il progetto geopolitico del “Deep State” occidentale russofobo, il cui fine sarebbe stato — lo dichiara esplicitamente Bersani martedì 16 luglio 2017, a progetto fallito dunque.... — 

«mettere in piedi un Governo per la salvaguardia della NATO e per la continuità alla fedeltà atlantica contro il filorusso Salvini». [Il Giornale, del 17 luglio]
La stessa posizione tenuta a Bruxelles dai “grillini” ben mostra come Salvini sia sostanzialmente assediato e solitario. Ha dalla sua parte “solo” la metà, o forse più probabilmente la grande maggioranza del popolo italiano.

Contro di lui: piddini, estrema sinistra, estrema destra russofoba filosionista e filoucraina, la maggior parte dello stesso centro-destra, l'élite liberale globalista occidentale, di cui i franco-tedeschi sono manovalanza fanatica e pericolosissima.

Al suo fianco praticamente nessuno: Trump non si fida di lui in quanto troppo filorusso, gli israeliani idem, Putin si fiderebbe ma, dopo esser rimasto scottato con Berlusconi, non può aiutarlo in quanto ben sa calibrare il peso degli apparati americani in Italia e vista la inesperienza ed il pressapochismo dello staff leghista ben si guarda dal cadere nella trappola.

Fatto sta, arrivando al dunque, che occorre avere ben chiaro che obiettivo del “Deep State” liberale occidentale è preparare una crisi per imporre — mediante la solita tecnica del “dolce colpo di stato” — un Governo antisovranista e russofobo basato sul quadrilatero composto da Quirinale, tecnico (o tal punto lo stesso ex-piddino Conte che nel frattempo ha dato segno di solida fedeltà atlantica potrebbe andare bene) a Palazzo Chigi, dalla frazione ambrosiana della magistratura e dall'europeismo grillino-piddino. 

A differenza del “ventennio” berlusconiano, però, mancano le truppe cammellate. I girotondi, il popolo viola, gli attivisti dei centri sociali erano anni fa ancora in grado di mobilitare molte migliaia di italiani: ricordiamo infatti i “No Berlusconi Day”, gli scontri e le centinaia di feriti delle giornate del dicembre 2010. Oggi non è più così; anzi, sono i leghisti gli unici in grado di mobilitare i lavoratori, gli autonomi, i piccoli imprenditori italiani dissanguati dalle politiche austeritarie successive al Berlusconi IV. Alla sinistra radicale non rimangono che manciate di “migranti”, cosmopoliti e apolidi, da esibire in piazza e così ci possiamo spiegare la coincidenza tattica tra la frazione dominante in Vaticano e l'attivismo “sociale” della sinistra radicale. A quest'ultima non interessa la lotta antimperialista di Maduro, né la guerra globale interimperialista, criminale e disumana, che si sta combattendo da circa dieci anni nel cuore del Mediterraneo, sulla pelle del popolo siriano. Alla sinistra radicale interessa, come ai supercapitalisti liberal ed agli imperialisti dirittoumanitari della Deportazione, come ai Gesuiti, riempire le città italiane di “migranti” ed annientare così la figura sociale del lavoratore italiano.

Il sottosegretario all'Economia, Massimo Bitonci sostiene che 
«Salvini ha capito che imboccare la strada elettorale significa cadere nella trappola del “governo giallorosso spacciato all'insegna della “fedeltà atlantica”. Invece, ora noi teniamo duro. Fra qualche mese vedremo se il Pd avrà il coraggio di attaccarci in Emilia perché noi abbiamo preso i rubli virtuali, mentre loro per una vita hanno preso quelli veri!».
Dunque, per quanto la politica sia assolutamente lotta di frazioni ed élite strategiche, strumentalizzazione della fase tattica (amico e avversario), nonostante decenni di bombardamento ideologico oligarchico-liberale, ancora adesso chi ha del ferro ha del pane. E il ferro è rappresentato dal consenso delle masse popolari. Dall'esercito del popolo che la liquidità “post-ideologica” presente non ha affatto reso elemento secondario. La nequizia e la passività staticistica del Governo bonapartista e gollista di Macron, che ha inchiodato da un anno circa, di fronte all'onda gialla francese che non accenna affatto a placarsi, lo mostra bene. 

Salvini — a differenza del suddetto quadrilatero — ha il jolly. Da come lo saprà maneggiare, dalla sua prudenza e astuzia, si determinerà non solo il suo futuro personale, ma quello della Nazione che proprio gli ultimi anni hanno rimesso, per quanto indirettamente, al centro della contesa globale. 
La politica è sintesi di Fortuna e Virtù. La prima sembra arridere al leader lombardo. La seconda?

Sostieni SOLLEVAZIONE e programma 101

mercoledì 3 luglio 2019

GUERRA MODERNA E UTOPISMO TECNOLOGICO di F.S.

[ giovedì 4 luglio 2019 ]


Sean McFate è un ricercatore di sicurezza in Africa e docente di teoria militare alla Georgetown University. In The Modern Mercenary (2017) fornisce un chiaro scenario sull’industria degli eserciti privati e mercenari che la maggior parte degli analisti definisce “molto inquietante”. 


L'autore, che fu paracadutista dell’esercito Usa e appaltatore militare nel settore privato per la compagnia militare DynCop, offre un'analisi che ci invita a riflettere su una forma “neomedievale” di guerra moderna. Le società di sicurezza private stanno emergendo
ovunque, la Cina schiera i contractors a guardia della Via della Seta, la Russia disporrebbe del temibilissimo Moran (Gruppo Wagner) fondato dal leggendario Dmitriy V. Utkin, che
secondo molti studiosi nemmeno esisterebbe concretamente ma sarebbe una invenzione della propaganda imperialista statunitense, un po’ come le fakes sugli hackers russi e Trump.

McFate porta un esempio che conosce direttamente, quello della Liberia.


La Liberia, paese ricchissimo di materie prime, fu devastata — in seguito al ritorno in patria di Charles Taylor, fuggito da un carcere americano con la complicità, a quanto pare, della Cia, poi arruolato da Gheddafi — da una serie di guerre civili che portarono il paese al disastro. Nel 1975 il reddito procapite liberiano superava quello egiziano ed era quasi il doppio di quello indiano, nel 2003 la Liberia era il paese più povero dell’Africa. Nel 2005, la Firestone Natural Rubber Company investiva in Liberia più di 103,75 milioni di dollari ufficialmente con il fine di migliorare le condizioni del paese; solo due società, la Dyson Corp e la Pacific Architets and Engineers furono chiamate a presentare offerte per riorganizzare le forze armate liberiane sotto la supervisione del dipartimento di stato americano. 

Lo studio di McFate sui mercenari si completa con il fondamentale saggio pubblicato di recente: The new Rules of War, grazie al quale si è guadagnato, da parte dell’ex capo del Comando Nato Jim Stavridis, il nome di “nuovo Sun Tzu”. McFate è un machiavellico e un realista politico, ovvero nega che sia in corso una mutazione antropologica e ridicolizza gli utopisti tecnologici, che citano senza soluzione di continuità l’avvento delle “guerre tecnologiche” o delle “cyberguerre”. L’autore sostiene che sì, la guerra convenzionale è morta per sempre, ma non per lasciare il passo alla cyberguerra, che conta solo sino a un certo punto, bensì alla “guerra ombra” (Shadow War), la guerra non dichiarata come tale, uno stato di guerra permanente che non solo vedrà emergere sempre più insurrezioni che potranno trasformare improvvisamente i vari quadri sociali consolidati e vedrà l’affermazione di nuovi tipi di potenze mondiali, ma finirà per insegnare che la vittoria non sarà mai definitiva e stabilizzata. 

Altra perla nella visione di McFate è che le migliori armi non saranno quelle visibili o quelle che sparano meglio o quelle di ultimissima generazione, ma quelle che marceranno a lato di un pensiero politico strategico che possegga il segreto della tattica operativa, segreto che pare essere dimenticato dalle nuove generazioni di politici e militari. Il mondo, in preda alla furia del dileguare e assolutamente non stabile che l’autore prevede, richiederà sempre più questo pensiero politico capace di declinare una visione con una tattica quotidiana e realistica; non a caso, gli Stati Uniti hanno praticamente perso tutte le guerre imperialiste che hanno combattuto dopo il 1945 in quanto continuano a guerreggiare basandosi sul prototipo, ormai superato, della Seconda Guerra mondiale. Unica eccezione, a fronte di tale sequela di sconfitte tattiche statunitensi, fu, almeno a mio avviso (non vi è stranamente infatti segnalazione del fatto in McFate), l’aggressione armata al popolo serbo compiuta dalla frazione Clinton nel corso degli interi anni ’90 dello scorso secolo. 

Come si ricorderà, fu prima portata alla ragione a suon di bombardamenti la piccola Repubblica Serba di Bosnia nella prima metà degli anni ’90, poi venne il turno di Belgrado nel ’99 a causa della vicenda del Kosovo. A cosa fu dovuta questa eccezione?
Probabilmente all’applicazione, nel caso serbo, di un modello strategico tardo bizantino da parte della politica strategica americana. Luttwak, nella Grande strategia dell’impero bizantino, comprese che le alte gerarchie dell’Impero Romano d’Oriente, seppur tardivamente, superando l’insegnamento di Vegezio puntarono ad imporre il principio geopolitico che non si può sconfiggere un nemico semplicemente abbattendolo. Ciò non solo richiederebbe una dissipazione eccezionale di energie di ogni tipo, ma quasi mai condurrebbe al risultato politico che si auspica. 

Di conseguenza, senza esser ascoltato, Luttwak propose nel 2010 al Pentagono ed alla Casa Bianca clintoniana guidata da Obama il modello geopolitico e geostrategico di Bisanzio. Nel contesto jugoslavo, gli Usa finirono viceversa per appoggiarsi a livello tellurico soprattutto sull’armata jihadista islamica, supportata logisticamente dall’oligarchia imperialista clintoniana; i jihadisti non sconfissero militarmente l’esercito jugoslavo, ma furono un esempio di entità extra-statale e forse pure non convenzionale (come la definirebbe McFate) che preparò, per quanto indirettamente, il terreno politico al governo di occupazione Nato che avrebbe messo fuori gioco Slobodan Milosevic e il Partito Socialista Serbo. I vari Minic, Dindìc come il DOS di Kostunica, non erano classificabili, nel corso della guerra, come agenti strategici jugoslavi della frazione Clinton. Tutt’altro. Fu la pressione politica globale scagliata contro Belgrado, associata alla reiterata logica di sanzioni e provocazioni sociali ed economiche, a giocare un ruolo anche in quel caso decisivo. 

La storia della “guerre jugoslave” merita a nostro avviso di essere ancora analizzata e studiata a fondo, in quanto i serbi si ritrovarono sconfitti politicamente pur avendo trionfato in tutte le battaglie militari (Kosovo compreso). Fu e rimane perciò un caso da manuale di guerra militare e politica. Quanto agli Usa, nei casi successivi, in particolare nel Vicino Oriente dagli anni del 2000, il fallimento strategico della “Dottrina Wolfowitz” è parso evidente. E’ stato, non tanto un fallimento militare, quanto appunto politico e tattico. La Siria come la solida resistenza del fronte bolivariano in Venezuela, ben mostrano attualmente che la superpotenza in teoria più evoluta e ipermoderna, quella americana, si sta rivelando in concreto quella politicamente più ferma in un impasse strategico, soprattutto di fronte ai russi che paiono aver ripreso a fare “grande politica” risvegliandosi finalmente sul piano globale. Ciò conferma pienamente quanto sostiene McFate.


Sostieni SOLLEVAZIONE  e Programma 101

martedì 2 luglio 2019

LA STRATEGIA DI PUTIN di F.S.

[ martedì 2 luglio 2019 ]

“Vivremo finché vivrà la nostra causa, finché vivranno i nostri ideali…”.

Vladimir Putin, Financial Times


Secondo Francesco Maria Toscano Putin decreta la fine del mondo liberale; l’intervista rilasciata al Financial Times avrebbe perciò "carattere epocale". Per Toscano l’analisi di Putin, basata sulla strategia antiliberale, ricalcherebbe la via tracciata da Dughin, teorico della “Quarta teoria politica”. Per Leonid Bershidsky, viceversa, l’antiliberalismo putiniano affonderebbe il suo gene originario nella storica tradizione conservatrice dell’arte di governo russa. Lo stesso Dragosei, sul Corriere della Sera del 29 giugno 2019, sostiene che la Russia avrebbe conosciuto solo parvenze di vero e proprio liberalismo nella sua storia: ai tempi della rivoluzione del 1905 e negli anni del governo Elstin dopo lo scioglimento dell’Urss. Per Putin, come per la stragrande maggioranza dei russi, quest’ultimo periodo è indissolubilmente legato allo sfacelo del paese, con la diaspora russa e la rapina oligarchica liberista dei tesori di stato — “Una delle più grandi tragedie del secolo” secondo lo stesso Putin. Che il liberalismo sia stato, nel conflitto interimperialista che va da fine '800 ai nostri giorni, e nella logica geoeconomica stessa dello scambio ineguale, lo strumento ideologico e la storytelling con cui la frazione liberal dell’Occidente si è imposta a livello planetario pare ormai fuori discussione. E ciò con il portato di razzismo soft e imperialismo che ha caratterizzato e caratterizza la superpotenza statunitense.

Tornando alla questione dell’antiliberalismo putiniano, in realtà la realpolitik putinista è quanto mai distante dalla declinazione ideologica della visione di Heidegger e della rivoluzione conservatrice tedesca proposta da Dughin, essendo un tentativo di sintesi tra una cultura di governo imperiale di sostanza tardo sovietica e una concezione del mondo appartenente ad un filone ben preciso della destra nazionale russa, che è quella di Berdjaev e Solzenicyn. 


Quest’ultimo in più casi è stato definito da Putin il suo “padre spirituale” e tale milieu culturale, che si può considerare basato sul principio di una cultura cristiano-ortodossa fortemente politicizzata e modernizzata, è oggi ben rappresentato in Russia dalla
Tikhon, vescovo di Egor’evsk, vicario del patriarca Kirill e Putin
carismatica figura del metropolita di Pskov Tikhon per il quale la rivoluzione bolscevica sarebbe stata, almeno agli inizi, una sovversione russofoba guidata da una élite ebraica occidentalizzante e per il quale il primo avversario strategico della Russia putiniana non è affatto l’Islam ma l’ecumenismo di Roma e dell’ebraismo che mirerebbero a conquistare l’ecumene politico spirituale ortodossa, come i recenti fatti concernenti l’autocefalo scissionista Patriarcato di Kiev peraltro attesterebbero. 

Putin lancia, nell’intervista al “Financial Times”, un profondo messaggio all’Occidente che è sfuggito agli analisti; lo statista russo definisce infatti Pietro il Grande il suo modello di governatore. Apparentemente sembra prendere così le distanze dalla destra imperial-bizantina ed antioccidentale tikhonita, che ha sempre visto il petrismo “prebolscevico” come fumo negli occhi. Ma Putin, da politico pragmatico, rivolgendosi all’Occidente afferma a chiare lettere di essere il continuatore di Pietro, il modernizzatore rivoluzionario e conservatore al passo con lo “spirito del tempo” e non della tarda élite sovietica, ingabbiata in un immobilismo conservativistico fondato sulla mera stabilità giuridica e poliziesca. Putin ribadisce che la Russia parteciperà su tutta la linea alle sfide strategiche del futuro prossimo, dall’IA alle nuove tecnologie militari. Non è pero in discussione la linea neo-bizantina basata sul concetto di Stato potenza imperiale

Non a caso tutto incentrato sulla Lezione di Bisanzio è il grande insegnamento politico del “metropolita di Putin”. Alla fine di gennaio 2008 il canale di stato russo mandò in onda per la Federazione tutta, per volontà diretta di Putin, il documentario dell’allora archimandrita Tikhon: 
«La caduta di un impero. La lezione di Bisanzio». Il messaggio politico del consigliere spirituale del presidente russo, traendo spunto dalla fine dell’Impero romano d’Oriente, era assai chiaro: il nemico politico della santa Russia o Terza Roma non è ad Oriente ma si trova ad Occidente. La terza Roma non avrebbe perciò dovuto ripetere l'errore strategico della seconda Roma, ossia volgersi con volontà imitativa ed infantile alle mode politiche e sociali occidentali. Tali mode politiche sarebbero rappresentate dal liberalismo, dal capitalismo casinò privatistico ed anticomunitario, dalla dittatura culturale e amorale Lgtb — che Putin ha anche di recente definito satanocratica e quintessenza dell'europeismo arcobaleno — e così di seguito. Da Occidente sarebbe arrivato il definitivo tentativo della sovversione globale russofoba o della nuova Rivoluzione colorata contro il Cremlino, avvertiva Tikhon più di dieci anni fa. Il metropolita di Pskov, che ha fortemente criticato nel settembre 2017 l’indifferenza del Patriarca Kirill nel corso delle proiezioni del film “Matilda” che avrebbero messo in cattiva luce “San Nicola lo Zar” (1868-1918), vide nel 2016 nell’incontro tra Papa Francesco e Kirill un esempio di linea “nikodimica”. 

Nikodim Rotov
Il nikodimismo prende il nome dal metropolita Nikodim Rotov, che misteriosamente passò a miglior vita proprio nel corso di un’udienza con Giovanni Paolo I nel 1978. Nikodim avviò una politica di collaborazione con Roma e con il Gran Rabbinato israeliano in epoca krusheviana sovietica.

Nikodimismo, nel lessico politico della destra imperialista neo-bizantina, significa perciò non ortodossia o vera e propria eresia in quanto l’essenza della teologia patristica sarebbe appunto anti-ecumenista ed antigiudaica. Gli antinikodimisti evocano lo spirito dell’Anticristo, che avanzerebbe mediante sionismo, ecumenismo, europeismo occidentale per il quale laicismo non significa legittima separazione tra sfera religiosa e politica, che lo stesso tikhonismo rivendica per la Russia, ma soppressione di ogni anelito spirituale e sacrale. 

Circa un mese dopo l’incontro cubano tra Papa Francesco e il Patriarca Kirill del 12 febbraio 2016, la frazione maggioritaria del Patriarcato di Mosca emanò un «Messaggio dei cittadini ortodossi russi agli organi di potere statale e alla gerarchia ecclesiastica con la richiesta di ripristinare legge e ordine». Il messaggio, di evidente ispirazione tikhonita, attaccò frontalmente la dichiarazione congiunta siglata dal Patriarca di Mosca e dal Papa durante l’incontro a L’Avana, in quanto non avrebbe rispettato il vero insegnamento ortodosso e sarebbe stata una apologia dell’eresia ecumenista, progettata per legittimare il movimento ecumenico al Sinodo pan-ortodosso che si sarebbe tenuto mesi dopo a Creta. L’attacco fu poi apertamente diretto contro Kirill, colpevole di aver firmato a nome di tutta la Chiesa ortodossa, di cui si sarebbe illegittimamente appropriato, una dichiarazione con il capo del Vaticano, riconoscendo di fatto una sorta di uguaglianza canonica con il Pontefice e delegittimando perciò stesso la definizione, di origine patristica, del “papismo” come eresia. 

Va comunque precisato che ogni paragone di presunta affinità ideologica tra la prassi politica reazionaria e antimodernista di un K.P. Pobedonoscev (1827-1907) e il tikhonismo sarebbe fuori luogo. Il metropolita Tikhon non è infatti un reazionario né uno zarista stricto sensu. Per quanto anti-bolscevico che rivendica la storia di martirio e sofferenza dell’Ortodossia panrussa nel corso del XX secolo, egli, da buon realista, coglie nelle sue analisi i limiti strategici e politici del monarchismo zarista. Tikhon è infatti un bizantino moderno, che comprende la necessità di una dottrina strategica e di una prassi politica basata sulla tutela di un grande blocco imperiale di radice panrussista. 

Putin si è sempre mosso, con saggia circospezione e prudenza, ricalcando questa visione politica e geopolitica di natura modernistico-bizantina tikhonita, non quella tutto sommato occidentalistica e germanofila, oltre che profondamente impolitica, di Dughin. 

La democrazia sovrana tikhonita ha un ispiratore nell’imperatore bizantino Basilio II (958-1025), colui che realizzò il potere verticale e organico colpendo ribelli sovversivi e oligarchi accumulatori. Tikhon ama ripetere la frase di Alessandro II (1818-1881) che recita che «governare la Russia è molto facile, ma inutile»: ciò sottintende che il destino della Russia sarebbe nelle mani della “santa Vergine” e poco possono fare gli uomini al riguardo. 

Lo stesso Solzenicyn stupì l’Occidente nel corso di una pubblica conferenza americana affermando: «Signori, la madre di Dio ha nel cuore la santa Russia» e concludendo così una sessione universitaria, che doveva durare almeno due ore… A differenza di Solzenicyn, lo starec solitario premiato da Putin con la croce di S. Andrea, il metropolita di Pskov è stato però capace di tradurre in realismo politico la visione del mondo basata sulla centralità assoluta della ”idea Russa”. L’organicismo antiliberale e democratico-ortodosso di Tikhon, piaccia o meno, si è inverato come mito politico del putinismo di governo. Nella concezione tikhonita, la riconquista ortodossa di Gerusalemme è un programma politico-strategico, da sviluppare diplomaticamente, come è ovvio, non militarmente, ma tale simbolicamente rimane. La visione del metropolita, tenuta in buona considerazione dal presidente, chiama alla battaglia per la sopravvivenza strategica panrussa con l’Occidente, anche cattolico, ed Israele, molto più che con l’Islam, che è ormai una componente fondamentale della Federazione. E' un mito politico, potenzialmente universalistico, assai più adeguato dunque alla nuova fase strategica e al conflitto imperialistico globale del tradizionalismo metafisico ed impolitico di Dughin. La chiave di volta per la comprensione della geopolitica e della storia contemporanea risiede soprattutto sul fatto che — quelle che seguono sono sue parole — 
«l'odio vendicativo dell'Occidente nei confronti di Bisanzio e dei suoi eredi... continua tuttora. Senza capire questo stupefacente ma indubbio fatto politico, rischiamo di non capire molte cose della storia passata e contemporanea».


Sostieni SOLLEVAZIONE e programma 101 

Lettori fissi di SOLLEVAZIONE

Temi

Unione europea (953) euro (784) crisi (640) economia (630) sinistra (549) teoria politica (296) finanza (285) Leonardo Mazzei (282) M5S (275) P101 (251) grecia (247) Movimento Popolare di Liberazione (244) Governo giallo-verde (242) elezioni (239) imperialismo (237) sfascio politico (235) resistenza (226) Moreno Pasquinelli (225) sovranità nazionale (219) banche (215) internazionale (213) risveglio sociale (184) alternativa (168) seconda repubblica (167) Syriza (155) piemme (147) Tsipras (146) antimperialismo (135) debito pubblico (133) Matteo Renzi (131) programma 101 (129) spagna (122) filosofia (121) Francia (119) immigrazione (117) marxismo (117) PD (111) destra (111) sovranità monetaria (111) democrazia (109) costituzione (106) Matteo Salvini (104) neoliberismo (104) populismo (104) sollevazione (103) Stefano Fassina (97) islam (97) Grillo (94) Sandokan (94) elezioni 2018 (94) berlusconismo (91) proletariato (91) geopolitica (88) Carlo Formenti (86) Germania (86) Alberto Bagnai (83) Emiliano Brancaccio (83) austerità (80) bce (80) Medio oriente (79) Coordinamento nazionale della Sinistra contro l’euro (78) sindacato (77) Podemos (76) Stati Uniti D'America (75) referendum costituzionale 2016 (74) sinistra anti-nazionale (73) Mario Monti (72) guerra (72) capitalismo (70) Libia (66) Russia (65) capitalismo casinò (63) Sergio Cesaratto (62) Rivoluzione Democratica (61) rifondazione (61) Lega (60) globalizzazione (60) liberiamo l'Italia (60) CLN (59) Siria (59) CONFEDERAZIONE per la LIBERAZIONE NAZIONALE (57) bancocrazia (57) immigrati (57) Sicilia (56) Alexis Tsipras (55) Alitalia (54) cinque stelle (54) legge elettorale (54) sovranismo (54) Diego Fusaro (53) Legge di Bilancio (53) brexit (53) Lega Nord (52) Pablo Iglesias (52) moneta (52) referendum (52) socialismo (52) neofascismo (51) sionismo (51) sovranità popolare (51) Emmezeta (50) fiat (50) Manolo Monereo (49) Movimento dei forconi (49) solidarietà (49) campo antimperialista (48) sinistra sovranista (48) gilet gialli (46) immigrazione sostenibile (46) Beppe Grillo (45) Nichi Vendola (45) renzismo (45) Troika (44) Yanis Varoufakis (44) astensionismo (43) inchiesta (43) uscita dall'euro (43) Luciano Barra Caracciolo (42) Mario Draghi (42) Israele (41) liberismo (40) palestina (40) Mimmo Porcaro (39) patriottismo (39) Fiorenzo Fraioli (38) Ugo Boghetta (38) proteste operaie (38) sinistra patriottica (38) italicum (37) Giorgio Cremaschi (36) Karl Marx (36) Marine Le Pen (35) ambiente (35) fiscal compact (35) uscita di sinistra dall'euro (35) III. Forum internazionale no-euro (34) Luigi Di Maio (34) Ucraina (34) egitto (34) nazione (34) 9 dicembre (33) Def (33) azione (33) ISIS (32) Merkel (32) cina (32) default (32) fiom (32) iran (32) islamofobia (32) populismo di sinistra (32) scienza (32) Forum europeo 2016 (31) Sel (31) governo Renzi (31) unità anticapitalisa (31) Fabio Frati (30) ecologia (30) xenofobia (30) Nello de Bellis (29) Putin (29) catalogna (29) storia (29) eurostop (28) napolitano (28) nazionalizzazione (28) Assemblea di Chianciano terme (27) menzogne di stato (27) Donald Trump (26) Mauro Pasquinelli (26) USA (26) elezioni europee 2019 (26) nazionalismi (26) silvio berlusconi (26) Beppe De Santis (25) Comitato centrale P101 (25) Forum europeo (25) Nato (25) elezioni siciliane 2017 (25) religione (25) scuola (25) Europa (24) Movimento 5 Stelle (24) Quantitative easing (24) Venezuela (24) finanziarizzazione (24) Aldo Giannuli (23) Lavoro (23) Stato di diritto (23) antifascismo (23) manifestazione 12 ottobre 2019 (23) ora-costituente (23) razzismo (23) repressione (23) Coordinamento nazionale sinistra contro l'euro (22) Esm (22) Roma (22) emigrazione (22) keynes (22) nazionalismo (22) Chianciano Terme (21) Front National (21) Simone Boemio (21) Stato islamico dell’Iraq e del Levante (21) Unità Popolare (21) etica (21) Conte bis (20) Emmanuel Macron (20) Foligno (20) Laikí Enótita (20) Marcia della Dignità (20) Regno Unito (20) Vladimiro Giacchè (20) coordinamento no-euro europeo (20) crisi di governo (20) iraq (20) manifestazione del 12 ottobre (20) melenchon (20) minibot (20) tecnoscienza (20) umbria (20) MES (19) Mariano Ferro (19) Norberto Fragiacomo (19) Sicilia Libera e Sovrana (19) Tunisia (19) fronte popolare (19) Domenico Moro (18) Donbass (18) F.S. (18) Izquierda Unida (18) Noi siciliani con Busalacchi (18) lotta di classe (18) pace (18) senso comune (18) Assisi (17) Costanzo Preve (17) Forum europeo delle forze di sinistra e popolari anti-Unione europea (17) Jacques Sapir (17) Paolo Savona (17) Perugia (17) Pier Carlo Padoan (17) chiesa (17) complottismo (17) cosmopolitismo (17) euro-germania (17) media (17) piano B (17) Enrico Letta (16) Forum di Atene (16) Luciano B. Caracciolo (16) Marco Mori (16) Prc (16) Reddito di cittadinanza (16) Renzi (16) Tonguessy (16) appello (16) ballottaggi (16) casa pound (16) fascismo (16) internazionalismo (16) sciopero (16) vendola (16) Cremaschi (15) Daniela Di Marco (15) International no euro forum (15) M. Micaela Bartolucci (15) Salvini (15) clima (15) comunismo (15) diritto (15) indipendenza (15) internet (15) manifestazione (15) piattaforma eurostop (15) tasse (15) vaccini (15) 15 ottobre (14) Alessandro Visalli (14) Alitalia all'Italia (14) Brancaccio (14) Enea Boria (14) Ernesto Screpanti (14) Eurogruppo (14) Fridays for Future (14) MMT (14) Monte dei Paschi (14) Movimento pastori sardi (14) Stato Islamico (14) Turchia (14) Vincenzo Baldassarri (14) no tav (14) obama (14) potere al popolo (14) salerno (14) Alessandro Di Battista (13) Bersani (13) Chavez (13) Enrico Grazzini (13) Eos (13) Jobs act (13) Legge di stabilità (13) Marino Badiale (13) Virginia Raggi (13) Wilhelm Langthaler (13) acciaierie Terni (13) cultura (13) disoccupazione (13) femminismo (13) finanziaria (13) giovine italia (13) privatizzazioni (13) regionalismo differenziato (13) sardine (13) unione bancaria (13) Alfredo D'Attorre (12) Costas Lapavitsas (12) D'alema (12) Forum europeo 2015 (12) Giulietto Chiesa (12) Negri (12) Panagiotis Lafazanis (12) Sergio Mattarella (12) analisi politica (12) decreto salva-banche (12) europeismo (12) global warming (12) keynesismo (12) salari (12) terzo memorandum (12) 14 dicembre (11) AST (11) Aldo Zanchetta (11) De Magistris (11) Dicotomia (11) France Insoumise (11) Gennaro Zezza (11) Ilva (11) Papa Francesco (11) Pardem (11) Portogallo (11) Stato (11) Stefano D'Andrea (11) corruzione (11) de-globalizzazione (11) elezioni anticipate (11) iniziative (11) mediterraneo (11) nucleare (11) ordoliberismo (11) presidenzialismo (11) proteste (11) sindacalismo di base (11) sinistra Italiana (11) sovranismi (11) Art. 18 (10) Bagnai (10) Bruno Amoroso (10) Carl Schmitt (10) Claudio Borghi (10) Fausto Bertinotti (10) Fmi (10) Forum Internazionale Anti-Ue delle forze popolari e di sinistra (10) Forum di Roma 2019 (10) George Soros (10) Gianluigi Paragone (10) Giorgetti (10) Hollande (10) Jean-Luc Mélenchon (10) Lista del Popolo (10) Marco Passarella (10) Marco Zanni (10) OLTRE L'EURO (10) Ora (10) Paolo Barnard (10) Quirinale (10) Risorgimento Socialista (10) Terni (10) cattiva scuola (10) decrescita (10) diritti civili (10) facebook (10) fisco (10) golpe (10) islanda (10) legge di bilancio 2020 (10) povertà (10) taranto (10) ANTARSYA-M.A.R.S. (9) Algeria (9) Antonio Rinaldi (9) Argentina (9) Bernie Sanders (9) CGIL (9) Campagna eurostop (9) Diritti Sociali (9) Draghi (9) Forconi (9) Paolo Ferrero (9) Stato nazione (9) Terza Repubblica (9) ThyssenKrupp (9) Von Hayek (9) Wolfgang Schaeuble (9) bail-in (9) bipolarismo (9) classi sociali (9) cosmo-internazionalismo (9) deficit (9) futuro collettivo (9) il pedante (9) istruzione (9) liberalismo (9) medicina (9) moneta fiscale (9) necrologi (9) questione nazionale (9) sociologia (9) sovranità (9) tecnologie (9) Antonio Gramsci (8) Corte costituzionale (8) DOPO IL 4 DICEMBRE (8) Erdogan (8) F.f (8) Fratelli d'Italia (8) Genova (8) Goracci (8) Gran Bretagna (8) II assemblea della CLN (1-3 settembre) (8) Ingroia (8) Italia Ribelle e Sovrana (8) Julio Anguita (8) Landini (8) Lenin (8) Luca Massimo Climati (8) Mattarella (8) Mirafiori (8) Yanis Varoufakys (8) borsa (8) debitocrazia (8) destra non euro (8) elezioni anticapte (8) elezioni anticipate 2017 (8) elezioni siciliane (8) grexit (8) inflazione (8) lira (8) manifestazione 25 marzo 2017 (8) marxisti dell'Illinois (8) nuovo movimento politico (8) questione femminile (8) regionalismo (8) sardegna (8) seminario programmatico 12-13 dicembre 2015 (8) svalutazione (8) transfemminismo (8) trasporto aereo (8) unità anticapitalista (8) unità nazionale (8) Abu Bakr al-Baghdadi (7) Alessandro Chiavacci (7) Alternative für Deutschland (7) Articolo 18 (7) CUB (7) Cub Trasporti (7) Dino Greco (7) Ernesto Laclau (7) Flat tax (7) Franz Altomare (7) Gaza (7) Giancarlo D'Andrea (7) Giuseppe Angiuli (7) ISIL (7) Inigo Errejón (7) Je so' Pazzo (7) Jeremy Corbyn (7) Joseph Stiglitz (7) MMT. Barnard (7) Macron (7) Massimo Bontempelli (7) Maurizio Landini (7) Me-Mmt (7) Michele Berti (7) Nuit Debout (7) Oskar Lafontaine (7) Papa Bergoglio (7) Pil italiano (7) Riccardo Achilli (7) Samuele Mazzolini (7) Sapir (7) Seconda Assemblea P101 (7) Ttip (7) agricoltura (7) aletheia (7) anarchismo (7) autodeterminazione dei popoli (7) bankitalia (7) confederazione (7) contante (7) derivati (7) eurexit (7) eurocrack (7) giovani (7) il manifesto (7) incontri (7) magistratura (7) nazismo (7) patria e costituzione (7) pensioni (7) risorgimento (7) rivolta (7) rivoluzione civile (7) rossobrunismo (7) sanità (7) spread (7) trasporto pubblico (7) Ars (6) Banca centrale europea (6) Bazaar (6) Bottega partigiana (6) CETA (COMPREHENSIVE ECONOMIC AND TRADE AGREEMENT) (6) Carlo Galli (6) Casaleggio (6) Contropiano (6) Eros Cococcetta (6) Eugenio Scalfari (6) Franco Bartolomei (6) Frédéric Lordon (6) Giorgia Meloni (6) M.AR.S. (6) Maduro (6) Marx (6) Militant-blog (6) Nino galloni (6) No Renzi Day (6) Noi con Salvini (6) ORA! (6) Pcl (6) Pisapia (6) Polonia (6) REDDITO MINIMO UNIVERSALE (6) Regioni autonome (6) Sandro Arcais (6) Stato di Polizia (6) Target 2 (6) Teoria Monetaria Moderna (6) Thomas Fazi (6) Titoli di stato (6) Toni negri (6) USB (6) Ungheria (6) Viktor Orban (6) assemblea nazionale 2-3 luglio 2016 (6) automazione (6) beni comuni (6) cinema (6) fabrizio Marchi (6) famiglia (6) giovanni Tria (6) governo Gentiloni (6) ideologia (6) incontro internazionale (6) la variante populista (6) liberosambismo (6) migranti (6) no-Ttip (6) nuovo soggetto politico (6) populismo democratico (6) suicidi (6) suicidi economici (6) tecnica (6) terremoto (6) uber (6) utero in affitto (6) Alberto Negri (5) America latina (5) Angelo Panebianco (5) Anguita (5) Antonio Ingroia (5) Assad (5) Carola Rackete (5) Dario Guarascio (5) Decreto Dignità (5) Decreto sicurezza (5) Dimitris Mitropoulos (5) Federalismo (5) Federico Fubini (5) Ferdinando Pastore (5) Finlandia (5) Forza Italia (5) Franco Busalacchi (5) Giuseppe Mazzini (5) HAMAS (5) Hilary Clinton (5) Il popolo de i Forconi (5) Joël Perichaud (5) Kirchner (5) Lucca (5) Luigi De Magistris (5) MOHAMED KONARE (5) Marcello Teti (5) Mario Monforte (5) No Monti Day (5) No debito (5) Npl (5) Nuova Direzione (5) Paolo Becchi (5) Parigi (5) Partito tedesco (5) Pier Paolo Dal Monte (5) Rete dei Comunisti (5) Romano Prodi (5) Rosatellum 2 (5) Sharing Economy (5) Soleimani (5) Stathis Kouvelakis (5) TTIP (TRANSATLANTIC TRADE AND INVESTMENT PARTNERSHIP) (5) Trump (5) Val di Susa (5) Wolfgang Munchau (5) Yemen (5) afghanistan (5) alleanze (5) banche popolari (5) brasile (5) camusso (5) chiesa ortodossa (5) confindustria (5) cuba (5) debitori (5) decreto vaccini (5) di Pietro (5) donna (5) elezioni regionali 2015 (5) elezioni. Lega (5) fratelli musulmani (5) giornalismo (5) governo (5) greta thumberg (5) jihadismo (5) laicismo (5) massimo fini (5) pomigliano (5) procedura d'infrazione (5) proteste agricoltori (5) rifugiati politici (5) salvinismo (5) teologia (5) tremonti (5) wikileaks (5) 16 giugno Roma (4) ALBA (4) Africa (4) Alessandro Somma (4) Alessia Vignali (4) Altiero Spinelli (4) Andrea Ricci (4) Anna Falcone (4) Antonio Amoroso (4) Assange (4) Aurelio Fabiani (4) Autostrade per l'Italia (4) Bergoglio (4) Brigate sovraniste (4) CSNR (4) Candidatura d’Unitat Popular (CUP) (4) Carovana di solidarietà (4) Cesaratto (4) Charlie Hebdo (4) Chiavacci Alessandro (4) Città della Pieve (4) Claudio Martini (4) Comitato per il No nel referendum sulla legge costituzionale Renzi- Boschi (4) Consiglio nazionale ORA! (4) Coordinamento per la Democrazia Costituzionale (4) Corea del Nord (4) Danilo Calvani (4) Danilo Zolo (4) Deutsche Bank (4) Die Linke (4) Diego Melegari (4) Emanuele Severino (4) Ernesto Galli Della Loggia (4) Felice Floris (4) Francesco Giavazzi (4) Frente civico (4) Fronte Sovranista Italiano (4) GIAPPONE (4) Giuliano Pisapia (4) Giulio Regeni (4) Giulio Sapelli (4) Imu (4) Incontro di Roma (4) Italexit (4) JP Morgan (4) Jacques Nikonoff (4) Karl Polany (4) Kke (4) L'Altra Europa con Tsipras (4) Lafontaine (4) Laura Boldrini (4) Leonardo Mazzzei (4) Luciano Canfora (4) Luciano Gallino (4) Luciano Vasapollo (4) Lucio Chiavegato (4) Luigi Ferrajoli (4) Lupo (4) MPL (4) Marcello Minenna (4) Marchionne (4) Martin Heidegger (4) Morgan Stanley (4) Mosul (4) NO TAP (4) Noi sicialiani con Busalacchi (4) ONU (4) Oscar Lafontaine (4) Paolo Gerbaudo (4) Pci (4) Piattaforma di sinistra (4) Piero Bernocchi (4) Prodi (4) ROSSA (4) Rajoy (4) Sefano Rodotà (4) Sergio Starace (4) Simone Pillon (4) Slavoj Žižek (4) Stato d'emergenza (4) TAP (4) Tyssenkrupp (4) VOX (4) Varoufakis (4) Visco (4) Vladimiro Giacché (4) Xarxa Socialisme 21 (4) Xi Jinping (4) agricoltura biologica (4) al-Sisi (4) alceste de ambris (4) anarchici (4) antisemitismo (4) antisionismo (4) arancioni (4) bigenitorialità (4) califfato (4) carceri (4) cipro (4) coalizione sociale (4) crisi bancaria (4) cristianesimo (4) cristianismo (4) curdi (4) demografia (4) diritti di cittadinanza (4) donne (4) elezioni 2017 (4) elezioni comunali 2017 (4) elezioni siciliane 2012 (4) filo rosso (4) gender (4) il fatto quotidiano (4) informatica (4) intelligenza artificiale (4) irisbus (4) irlanda (4) italia (4) ius soli (4) legge del valore (4) legge di stabilità 2017 (4) parti de gauche (4) patrimoniale (4) porcellum (4) precarietà (4) presidente della repubblica (4) primarie (4) protezionismo (4) risparmio (4) salute (4) saviano (4) seminario (4) sinistra transgenica (4) sottoscrizione (4) spending review (4) spesa pubblica (4) statizzazione banche (4) terzo polo (4) transizione al socialismo (4) trattati europei (4) truffa bancaria (4) università (4) wikidemocrazia (4) xylella (4) 19 ottobre (3) Ahmadinejad (3) Alavanos (3) Albert Einstein (3) Alberto Alesina (3) Alfiero Grandi (3) Amodeo (3) Antonella Stirati (3) Aquisgrana (3) Arabia saudita (3) Armando Mattioli (3) Associazione Riconquistare la Sovranità (3) Atene 26-28 giugno (3) Aventino (3) BRIM (3) Barbara Spinelli (3) Benedetto Croce (3) Benetton (3) Bernd Lucke (3) Bin Laden (3) Bloco de Esquerda. (3) Cerveteri Libera (3) Cia (3) Ciudadanos (3) Comitato No Debito (3) Commissione europea (3) Coordinamento Democrazia Costituzionale (3) Coordinamento dei Comitati per il NO-Umbria (3) Coordinamento no E45 autostrada (3) Davide Serra (3) Dieudonné M'bala M'bala (3) Diosdado Toledano (3) EDWARD SNOWDEN (3) Eleonora Forenza (3) Ernest Vardanean (3) Eurasia (3) Fabio Nobile (3) Fabrizio Tringali (3) Fausto Sorini (3) Filippo Abbate (3) Francesco Neri (3) Francesco Salistrari (3) Fratoianni (3) Gianni Ferrara (3) Giorgio Lunghini (3) Giovanni Gentile (3) Giuliana Nerla (3) Giulio Bonali (3) Giuseppe Pelazza (3) Goofynomics (3) Gramsci (3) Guido Grossi (3) HELICOPTER MONEY (3) Hezbollah (3) ISTAT (3) Ilaria Bifarini (3) Iugoslavia (3) Ivan Cavicchi (3) Jens Weidmann (3) Jugoslavia (3) Leonardo SInigaglia (3) Lista Tsipras (3) Luca Ricolfi (3) Magdi Allam (3) Manolo Monero Pérez (3) Marcello Foa (3) Marco Bulletta (3) Marco Mainardi (3) Mario Volpi (3) Marxista dell'Illinois n.2 (3) Massimo De Santi (3) Massimo cacciari (3) Maurizio Fratta (3) Maurizio del Grippo (3) Milton Friedmann (3) Modern Money Theory (3) Moldavia (3) Morya Longo (3) Napoli (3) Nigel Farage (3) No Mes (3) No e-45 autostrada (3) Noi Mediterranei (3) Olanda (3) Palermo (3) Panagiotis Sotiris (3) Paola De Pin (3) Partito Italexit (3) Patrizia Badii (3) Pedro Montes (3) Pkk (3) Poroshenko (3) Rinascita (3) Rodoflo Monacelli (3) Ruggero Arenella (3) Salento (3) Sarkozy (3) Scenari Economici (3) Six Pack (3) Stavros Mavroudeas (3) Ugo Arrigo (3) Ungheria. jobbink (3) Ventotene (3) Viareggio (3) al-Nusra (3) alba dorata (3) austria (3) biotecnocrazia (3) bollettino medico (3) crediti deteriorati (3) debito (3) deflazione (3) deflazione salariale (3) diritto d'asilo politico (3) diritto di cittadinanza (3) divorzio banca d'Italia Tesoro (3) dollaro (3) economia sociale di mercato (3) elezioni 2020 (3) euroasiatismo (3) foibe (3) forza nuova (3) giustizia (3) inceneritori (3) indignati (3) ines armand (3) insegnanti (3) internazionale azione (3) legge di stabilità 2015 (3) legge truffa (3) machiavelli (3) maternità surrogata (3) mattarellum (3) mezzogiorno (3) minijobs. Germania (3) negazionismo (3) noE-45 autostrada (3) occidente (3) oligarchia (3) olocausto (3) partito (3) partito democratico (3) prescrizione (3) psicanalisi (3) quota 100 (3) rai (3) ratzinger (3) riforma del senato (3) robotica (3) sanità. spending review (3) sciopero generale (3) seminario teorico (3) senato (3) sme (3) social media (3) socialdemocrazia (3) sondaggi (3) sovranità e costituzione (3) sovrapproduzione (3) takfir (3) tassisti (3) terza assemblea P101 (3) tv (3) violenza (3) web (3) 11 settembre (2) 12 aprile (2) 25 aprile 2017 (2) 27 ottobre 2012 (2) A/simmetrie (2) ALDE (2) Ada Colau (2) Agenda Monti (2) Alberto Benzoni (2) Alberto Montero (2) Alétheia (2) Amando Siri (2) Amazon (2) Andalusia (2) Angelo Salento (2) Antonello Ciccozzi (2) Antonello Cresti (2) Arditi del Popolo (2) Armando Siri (2) Atlante (2) Baath (2) Bahrain (2) Banca (2) Bandiera rossa in movimento (2) Berretti Rossi (2) Bilderberg (2) Black Lives Matter (2) Blockchain (2) Bolivia (2) Bolkestein (2) Borotba (2) Brushwood (2) CISL (2) Carc (2) Carlo Clericetti (2) Carlo Freccero (2) Carlo Romagnoli (2) Cernobbio (2) Certificati di Credito Fiscale (2) Cesarina Branzi (2) Cgia Mestre (2) Chantal Mouffe (2) Cile (2) Cirimnnà (2) Civati (2) Claudia Castangia (2) Colonialismo (2) Comitato antifascista russo-ucraiono (2) Conte (2) Coordinamento europeo della Sinistra contro l’euro (2) Dani Rodrik (2) De Bortoli (2) Der Spiegel (2) Diem25 (2) Domenico Losurdo (2) Don Giancarlo Formenton (2) Dugin (2) EReNSEP (2) Edoardo Biancalana (2) Ego della Rete (2) Emilia Clementi (2) Emilia-Romagna (2) Emiliano Gioia (2) Enzo Pennetta (2) Eric Toussaint (2) Ettore Livini (2) European Quantitative-easing Intermediated Program (2) Extincion Rebellion (2) F.List (2) Federal reserve (2) Fidel Castro (2) Fidesz (2) Filippo Gallinella (2) Fiumicino (2) Forestale (2) Forum Internazionale antiEU delle forze popolari (2) Forum Popoli Mediterranei (2) Francesco Lamantia (2) Francesco Maria Toscano (2) Francesco Piobbichi (2) Franco Russo (2) Frosinone (2) Fulvio Grimaldi (2) Futuro al lavoro (2) Generale Pappalardo (2) Gentiloni (2) Giacomo Bracci (2) Giacomo Russo Spena (2) Giada Boncompagni (2) Giancarlo Cancelleri (2) Gig Economy (2) Giorgio Gattei (2) Giuliano Amato (2) Giuseppe Palma (2) Goldman Sachs (2) Google (2) Grottaminarda (2) Guido Viale (2) Hartz IV (2) Hegel (2) Hitler (2) Héctor Illueca (2) INPS (2) Incontro di Madrid 19/21 febbraio 2016 (2) Iniciativa za Demokratični Socializem (2) Iniziativa per il socialismo democratico (2) Italia Ribelle (2) Iugend Rettet (2) JULIAN ASSANGE (2) Jacopo Custodi (2) Javier Couso Permuy (2) Juan Carlos Monedero (2) Juncker (2) Junker (2) Kalergy (2) Ken Loach (2) Kostas Lapavitsas (2) Kurdistan (2) La Grassa (2) Lelio Basso (2) Lelio Demichelis (2) Loretta Napoleoni (2) Ltro (2) M-48 (2) Maastricht (2) Mali (2) Manolis Glezos (2) Marco Revelli (2) Marco Rizzo (2) Maria Elena Boschi (2) Maria Rita Lorenzetti (2) Mario Tronti (2) Mark Zuckerberg (2) Marocco (2) Massimo D'Antoni (2) Massimo PIvetti (2) Michele Serra (2) Michele fabiani (2) Microsoft (2) Militant (2) Moscovici (2) Movimento Politico d'Emancipazione Popolare (2) Mussari (2) Mélenchon (2) Nadia Garbellini (2) Netanyahu (2) Nicaragua (2) Omt (2) Oriana Fallaci (2) Ostia (2) Paolo Maddalena (2) Papa (2) Partito comunista (2) Patto di Stabilità e Crescita (2) Paul Krugman (2) Paul Mason (2) PdCI (2) Pdl (2) Piano di eradicazione degli ulivi (2) Piemonte (2) Pippo Civati (2) Portella della Ginesta (2) Preve (2) Quarto Polo (2) Raffaele Alberto Ventura (2) Reddito di inclusione sociale (2) Riccardo Bellofiore (2) Riccardo Ruggeri (2) Riscossa Italia (2) Roberto Ferretti (2) Rosanna Spadini (2) Rosarno (2) Rosatellum (2) Rozzano (2) Ryan air (2) SPD (2) STX (2) Sahra Wagenknecht (2) Salistrari (2) Schumpeter (2) Scilipoti (2) Scozia (2) Seconda Assemblea CLN (2) Sergio Bellavita (2) Sergio Cararo (2) Sergio Cofferati (2) Severgnini (2) Shale gas (2) Simone Di Stefano (2) Slovenia (2) Stato penale (2) Stefano Zecchinelli (2) Steve Bannon (2) Stiglitz (2) Tasi (2) Tasos Koronakis (2) Telecom (2) Terzo Forum (2) Thissen (2) Thomas Piketty (2) Tito Boeri (2) Tiziana Alterio (2) Tiziana Ciprini (2) Tltro (2) Tomaso Montanari (2) Tor Sapienza (2) Torino (2) Transatlantic Trade and Investment Partnership (2) Transnistria (2) Trilateral (2) UIL (2) UKIP (2) Umberto Eco (2) Ursula von der Leyen (2) Valerio Bruschini (2) Von Der Leyen (2) Vox Italia (2) Zagrebelsy (2) Zoe Constantopoulou (2) accordo del 20 febbraio (2) accordo sul nucleare (2) agricoltori indignati (2) al Serraj (2) al-Durri (2) al-qaeda (2) alawismo (2) animalismo (2) antimperialista (2) antispecismo (2) antropologia (2) atac (2) banche venete (2) battaglia d'autunno (2) blocco sociale (2) bontempelli (2) burkini (2) calunnia (2) casa (2) clausole di salvaguardia (2) cobas (2) comitato di Perugia (2) composizione di classe (2) comuni (2) comunicazione (2) debito privato (2) denaro (2) deregulation (2) domenico gallo (2) due euro (2) dughin (2) elezioni comunali 2015 (2) elezioni comunali 2019 (2) embraco (2) enel (2) energia (2) ennahda (2) esercito (2) eugenetica (2) expo (2) export (2) fake news (2) fecondazione eterologa (2) fincantieri (2) fine del lavoro (2) frontiere (2) gaypride (2) genetica (2) gennaro Migliore (2) geoeconomia (2) giacobinismo (2) governicchio (2) indignatos (2) industria italiana (2) intimperialismo (2) isu sanguinis (2) legge (2) legge di stabilità 2018 (2) lgbt (2) libano (2) liberi e uguali (2) libertà di pensiero (2) maidan (2) manifestazione 2 giugno 2018 (2) marina silva (2) mercantislismo (2) nazionalizzare le autostrade (2) no expo (2) non una di meno (2) omosessualità (2) ong (2) paolo vinti (2) pareggio di bilancio (2) parlamento europeo (2) patria (2) patto del Nazareno (2) patto grecia-israele (2) patto politico (2) peronismo (2) petrolio (2) pietro ratto (2) poste (2) poste italiane (2) proporzionale (2) province (2) razionalismo (2) reddito di base (2) ricchezza (2) riduzione parlamentari (2) rifiuti (2) riformismo (2) rivoluzione russa (2) rivoluzione socialista (2) scissione pd (2) serbia (2) shador (2) shoa (2) silicon valley (2) sinistra anticapitalista (2) sinistra critica (2) società (2) stagnazione secolare (2) stop or-me (2) studenti (2) tasso di cambio (2) transgender (2) transumano (2) ulivi (2) unioni civili (2) uniti e diversi (2) uscita da sinistra (2) vincolo di mandato (2) vota NO (2) "cosa rossa" (1) 100 giorni (1) 101 Dalmata. il più grande successo dell'euro (1) 11-12 gennaio 2014 (1) 14 novembre (1) 17 aprile (1) 19 ottobre 2019 (1) 1961 (1) 20-24 agosto 2014 (1) 25 aprile 2014 (1) 25 aprile 2015 (1) 25 aprile 2018 (1) 28 marzo 2014 (1) 31 marzo a Milano (1) 4 novembre (1) 5G (1) 6 gennaioMovimento Popolare di Liberazione (1) 8 settembre (1) 9 febbraio 2019 (1) 9 novembre 2013 (1) A. Barba (1) AL NIMR (1) Abd El Salam Ahmed El Danf (1) Aberto Bellini (1) Accellerazionismo (1) Achille Occhetto (1) Acqua pubblica (1) Adenauer (1) AirCrewCommittee (1) Alain Parguez (1) Alan Greenspan (1) Alan Johnson (1) Alba Libica (1) Albania (1) Albert Jeremiah Beveridge (1) Albert Reiterer (1) Albert Rivera (1) Alberto Perino (1) Alcoa (1) Aldo Barba (1) Aldo Bronzo (1) Aleksey Mozgovoy (1) Alemanno (1) Aleppo (1) Alesina (1) Alessandro Mustillo (1) Alessandro Trinca (1) Alex Zanotelli (1) Alexander Zakharchenko (1) Alterfestival (1) Alternativa per la Germania (1) Alì Manzano (1) Ambrogio Donini (1) Ambrose Evans Pritchard (1) Amedeo Argentiero (1) Amintore Fanfani (1) Amoroso (1) Anders Breivik (1) Andrew Brazhevsky (1) Andrew Spannaus (1) Angela Matteucci (1) Angelo di Carlo (1) Angus Deaton (1) Anis Amri (1) Anna Angelucci (1) Anna Lami (1) Anschluss (1) Anthony Coughlan (1) Antonella Stocchi (1) Antonio De Gennaro (1) Antonio Guarino (1) Antonio Rinaldis (1) Antonis Ragkousis (1) Antonis-Ragkousis (1) Apple (1) Arditi (1) Argo Secondari (1) Argyrios Argiris Panagopoulos (1) Arnaldo Otegi (1) Ars Longa (1) Art 81 (1) Art. 11 (1) Art.50 Trattato Lisbona (1) Articolo1 (1) Artini (1) Artuto Scotto (1) Ascheri (1) Atene (1) Athanasia Pliakogianni (1) Atlantia (1) Attali (1) Augusto Graziani (1) Australia (1) BDI (1) BORIS NEMTSOV (1) BRI (1) Banca d'Italia (1) Banca mondiale (1) Barcelona en comú (1) Bashar al-Assad (1) Basilicata (1) Bastasin (1) Battaglione Azov (1) Bazar (1) Bcc (1) Bekaert (1) Belardelli (1) Belgio (1) Benigni (1) Benoît Hamon (1) Bernard-Henri Levy (1) Bielorussia (1) Bifo (1) Bilancio Ue (1) Bini Snaghi (1) Bisignani (1) Bismarck (1) Black Panthers (1) Blade Runner 2049 (1) Boicotta Eurovision (1) Boikp Borisov (1) Bolsonaro (1) Bossi (1) Branko Milanovic (1) Brennero (1) Bretagna (1) Brigata kalimera (1) Brindisi (1) Britannia (1) Bruderle (1) Bruno Steri (1) Bruno Vespa (1) Bulgaria (1) ByoBlu (1) C.f.. Governo giallo-verde (1) CARTA DI FIRENZE 2019 (1) CCF (1) CNL (1) COMITATO OPERAI E CITTADINI PER L'AST (1) COSMOPOLITICA (1) Calabria (1) Calenda (1) Cambiare si può (1) Cameron (1) Cammino per la libertà (1) Cancellieri (1) Carchedi (1) Caritas (1) Carlo Candi (1) Carlo De Benedetti (1) Carlo Rovelli (1) Carmine Pinto (1) Casal Bruciato (1) Cascina Raticosa (1) Casini (1) Cassazione (1) Cassese Sabino (1) Catarina Martins (1) Cekia (1) Cesare Battisti (1) Checchino Antonini (1) Checco (1) Chiaberge Riccardo (1) Chiara Appendino (1) Chisinau (1) Chișinău (1) Christian Napolitano (1) Christian Rocca (1) Christoph Horstel (1) Circo Massimo (1) Cirinnà (1) Civitavecchia (1) Claudia Zeta (1) Claudio Maartini (1) Claudio Magris (1) Claus Offe (1) Concita De Gregorio (1) Confederazione europea (1) Conferenza d'apertura (1) Consiglio europeo del 26-27 giugno 2014 (1) Coord (1) Coordinamento europeo per l'uscita dall'Unione (1) Corea del Sud (1) Corriere della sera (1) Corte Europea sui diritti dell'uomo (1) Cosenza (1) Crimea (1) Cristina Re (1) Cuperlo (1) DDL (1) Dagospia (1) Daisy Osauke (1) Damiano palano (1) Dan Glazebrook (1) Daniela Conti (1) Daniele Manca (1) Danimarca (1) Dario Fo (1) Davide Bono (1) Davide Gionco (1) Davos (1) De Masi (1) De Vito (1) Debora Billi (1) Debt Redemption Fund (1) Del Rio (1) Denis Mapelli (1) Dichiarazione universale dei diritti umani (1) Dimitris Christoulias (1) Dio (1) Dmitriy Kolesnik (1) Domenico Quirico (1) Domenico Rondoni (1) Dominique Strauss-Khan (1) Don Sturzo (1) Donald Tusk (1) Duda (1) ECO (1) EPAM (1) Eco della rete (1) Eduard Limonov (1) Elctrolux (1) Eleonora Florenza (1) Elinor Ostrom (1) Elliott Gabriel (1) Emanuele Filiberto (1) Emilio Gentile (1) Emma Bonino (1) Emmanuel Mounier (1) Emmeffe (1) Enrica Perucchietti (1) Enrico Angelini Partigiano (1) Enrico Gatto (1) Enrico Rossi (1) Enrico padoan (1) Erasmo vecchio (1) Ernesto Pertini (1) Ernst Bloch (1) Eros Francescangeli (1) Erri De Luca (1) Etiopia (1) Ettore Gotti Tedeschi (1) Eugenio Scalgari (1) Eunoè (1) Eurispes (1) Europa a due velocità (1) Evo Morales (1) FF2 (1) Fabiani (1) Fabio Amato (1) Fabio De Masi (1) Fabio Dragoni (1) Fabio Mini (1) Fabio Petri (1) Fabriano (1) Fabrizio De Paoli (1) Fabrizio Rondolino (1) Falluja (1) Favia (1) Federazione delle Industrie Tedesche (1) Federica Aluzzo (1) Federico Caffè (1) Federico II il Grande (1) Ferrero (1) Fertility Day (1) Filippo Dellepiane (1) Filippo Nogarin (1) Filippo Santarelli (1) Fiorito (1) Florian Philippot (1) Folkebevægelsen mod EU (1) Foodora (1) Foro di Sao Paulo (1) Forum Ambrosetti (1) Forum dei Popoli Mediterranei (1) Forum di Assisi (1) Francesca Donato (1) Francesco Campanella (1) Francesco Cardinali (1) Francesco Garibaldo (1) Francesco Giuntoli (1) Francesco Lenzi (1) Francesco Magris (1) Franco Venturini (1) Frauke Petry (1) Fred Kuwornu (1) Freente Civico (1) Freud (1) Front de gauche (1) Fronte della gioventù comunista (1) Fuad Afane (1) Fukuyama (1) Fuori dall'euro (1) GMJ (1) Gabanelli (1) Gabriele Gesso (1) Gandhi (1) George Friedman (1) George Monbiot (1) Germanicum (1) Gesù (1) Gezi park (1) Giacomo Bellini (1) Giacomo Bellucci (1) Giacomo Vaciago (1) Giacomo Zuccarini (1) Giancarlo Bergamini (1) Gim cassano (1) Giordano Sivini (1) Giovanna Vertova (1) Giovanni De Cristina (1) Giovanni Lo Porto (1) Giovanni Schiavon (1) Giovanni Tomei (1) Giovanni di Cristina (1) Giulia Grillo (1) Giuliana Commisso (1) Giuliano Procacci (1) Giulio Ambrosetti (1) Giulio Girardi (1) Giulio Tarro (1) Giulio Tremonnti (1) Giuseppe Altieri (1) Giuseppe Guarino (1) Giuseppe Travaglini (1) Giuseppe Turani (1) Giuseppe Zupo (1) Glauco Benigni (1) Godley (1) Grasso (1) Graziano Priotto (1) Grecia presidio 9/9/19 (1) Guerra di liberazione algerina (1) Guglielmo Forges Davanzati (1) Guido Lutrario (1) Guido Ortona (1) Günther Anders (1) HSBC (1) Hainer Flassbeck (1) Haitam Manna (1) Haiti (1) Haver Analytics (1) Hawking (1) Heiner Flassbeck (1) Hillary Clinton (1) Hjalmar Schacht (1) Hong Kong (1) Huawei (1) Huffington Post (1) IPHONE (1) IRiS (1) IS (1) Ida Magli (1) Ignazio Marino (1) Il tramonto dell'euro (1) Ilaria Lucaroni (1) Illueca (1) Imposimato (1) Improta (1) Indesit (1) Indipendenza e Costituzione (1) Inge Höger (1) Intellettuale dissidente (1) International Forum of Sovereign Wealth Funds (1) Intesa Sanpaolo (1) Istituto Italiano per gli Studi Filosofici (1) Italia dei valori (1) J.Habermas (1) JAMES GALBRAITH (1) JOBS ACT(ING) IN ROME (1) Jacques Delors (1) Jacques Rancière (1) James Holmes (1) James K. Galbraith (1) James Petras (1) Jaroslaw Kaczynsk (1) Jason Barker (1) Je so' Pazz' (1) Jean Claude Juncker (1) Jean-Claude Juncker (1) Jean-Claude Lévêque (1) Jean-Claude Michéa (1) Jean-Jacques Rousseau (1) Jean-Paul Fitoussi (1) Jeremy Rifkin (1) Jo Cox (1) Joel Perichaud (1) John Laughland (1) John Locke (1) John Pilger (1) Jorge Alcazar Gonzalez (1) Joseph De Maistre (1) Joseph Shumpeter (1) Josephine Markmann (1) João Ferreira (1) Jugend Rettet (1) Juha Sipila (1) Junge Welt (1) Kalecky (1) Kalergi (1) Kelsen (1) Kemi Seba (1) Kenneth Kang (1) Kiev (1) Kirill Vasilev (1) Kolesnik Dmitriy (1) Kosovo (1) Kostas Kostoupolos (1) Kostas-Kostopoulos (1) Kouachi (1) Koutsianas Pantelis (1) Kruhman (1) Ktragujevac (1) Kyenge (1) L'Aquila (1) La Pira (1) La forte polarizzazione (1) La sinistra e la trappola dell'euro (1) La via maestra (1) La7 (1) Lagarde (1) Lapo Elkann (1) Lars Feld (1) Lasciateci fare (1) Leave (1) Lecce (1) Left (1) Legge 194 (1) Legge Acerbo (1) Legge Severino (1) Leonardo Coen (1) Leopolda (1) Lettera aperta ai movimenti sovranisti (1) Lev Gumilev (1) LexitNetwork (1) Lia De Feo (1) Lidia Riboli (1) Lidia Undiemi (1) Liguria (1) Lillo Massimiliano Musso. Leoluca Orlando (1) Lituana (1) Livorno (1) Logistica. Ikea (1) London Corrispondent Society (1) Lorenzin (1) Lorenzin Beatrice (1) Lorenzo Alfano (1) Lorenzo Del Savio (1) Lorenzo Dorato (1) Lorenzo Fioramonti (1) Lorenzo Fontana (1) Loris Caruso (1) Luca Donadel (1) Luca Pagni (1) Lucarelli (1) Lucia Annunziata (1) Lucia Morselli (1) Luciana Castellina (1) Luciano Violante (1) Lucio Magri (1) Lucio garofalo (1) Luigi De Giacomo (1) Luigi Nanni (1) Luigi Preiti (1) Luigi Zingales (1) Luka Mesec (1) López Obrador (1) M. Pivetti (1) M48 (1) M5 (1) MH 17 flight paths (1) MNLA (1) MOSE (1) Macchiavelli (1) Macedonia (1) Maida (1) Manuel Monereo (1) Manuel Montejo (1) Manuela Cadelli (1) Manuela Carmena (1) Marcello Barison (1) Marcello De Cecco (1) Marcello Veneziani (1) Marcia Perugia-Assisi (1) Marco Bersani (1) Marco Carrai (1) Marco Cattaneo (1) Marco Di Steafno (1) Marco Ferrando (1) Marco Fortis (1) Marco Giannini (1) Marco Palombi (1) Marco Pannella (1) Marco Parma (1) Marco Rovelli (1) Marco Santopadre (1) Marcuse (1) Margarita Olivera (1) Maria Grazia Da Costa (1) Marina Calculli (1) Marina Minicuci (1) Mario Esposito (1) Mark Rutte (1) Maroni (1) Marta Fana (1) Martin Lutero (1) Martin Wolf (1) Marxista dell'Illinois n.1 (1) Massimiliano Panarari (1) Massimo Costa (1) Massimo Gramellini (1) Massimo Recalcati (1) Massimo Villone (1) Matt O'Brien (1) Mattei (1) Matteo Mameli (1) Matteo Pucciarelli (1) Mauricio Macri (1) Maurizio Alfieri (1) Maurizio Blondet (1) Maurizio Franzini (1) Maurizio Leonardi (1) Maurizio Lupi (1) Maurizio Molinari (1) Maurizio Ricci (1) Maurizio Sgroi (1) Maurizio Vezzosi (1) Maurizio Zenezini (1) Maurizio zaffarano (1) Mauro Alboresi (1) Mauro Bocci (1) Mauro Maltagliati (1) Mauro Scradovelli (1) Mauro Volpi (1) Maximilian Forte (1) Mdp (1) Me.Fo. (1) Melanchon (1) Meloni (1) Mentana (1) Meridionalisti Italiani (1) Merk (1) Merloni (1) Messico (1) Metallurgiche Forschungsgesellschaft (1) Micah Xavier Johnson (1) Michael Jacobs (1) Michael Ledeen (1) Michael Moore (1) Michelangelo Vasta (1) Michele Ainis (1) Michele Ruggero (1) Mihaly Kholtay (1) Milano (1) Milosevic (1) Milton Friedman (1) Mimmo Lucano (1) Mincuo (1) Ministero economia e finanza (1) Mladic (1) Mohamed bin Salman (1) Mohammad Javad Zarif (1) Monica Maggioni (1) Monicelli (1) Mont Pélerin Society (1) Montegiorgio in Movimento (1) Moshe Ya’alon (1) Moves (1) Movimento 77 (1) Movimento R(e)evoluzione (1) Movimento democratici e progressisti (1) Movimento di Liberazione Popolare (1) Movimiento 15-M (1) Mulatu Teshome Wirtu (1) Musk (1) NIgeria (1) Nadia Valavani (1) Naji Al-Alì (1) Nancy Fraser (1) Natale (1) Neda (1) Nepal (1) Nethanyahu (1) New York Times (1) Nicky Hager (1) Nicola Ferrigni (1) Nicolas Dupont-Aignan (1) Nicoletta Dosio (1) Nicolò Bellanca (1) Nimr Baqr al-Nimr (1) No Fertility Day (1) Noam Chomsky (1) Noelle Neumann (1) Noi sicialiano con Busalacchi (1) Norbert Hofer (1) Norberto Bobbio (1) Nord Africa (1) Norma Rangeri (1) Nsa (1) OCSE (1) OLTRE L'EURO L'ALTERNATIVA C'È (1) OPEC (1) OXI (1) Olimpiadi (1) Olmo Dalcò (1) Omnium (1) Onda d'Urto (1) Open Society Foundations (1) Orietta Lunghi (1) P 101 (1) P-Carc (1) P01 (1) PCE (1) PCdI (1) PIANESI MARIO (1) POSSIBILE (1) PRISM (1) PSUV (1) Pablo Stefanoni (1) Padre Pio (1) Paesi baschi (1) Pakistan (1) Palladium (1) Panagoitis Sotiris (1) Panos "Panagiotis" Kammenos (1) Paola Muraro (1) Paolo Ciofi (1) Paolo Di Martino (1) Paolo Giussani (1) Paolo Maria Filipazzi (1) Paolo dall'Oglio (1) Paremvasi (1) Partito Comunista Italiano (1) Partito Comunista d'Italia (1) Partito del Lavoro (1) Partito radicale (1) Pasolini (1) Pasquale Voza (1) Passos Coelho (1) Patto di stabilità (1) Paul "Elliot" Singer (1) Paul De Grauwe (1) Paul Steinhardt (1) Per una sinistra rivoluzionaria (1) Perù (1) Pettirossi (1) Piano nazionale per la fertilità (1) Piepoli (1) Pier Francesco Zarcone (1) Pier Paolo Pasolini (1) Pierfranco Pellizzetti (1) Piero Calamandrei (1) Piero Gobetti (1) Piero Ricca (1) Piero fassina (1) Piero valerio (1) Pierre Laurent (1) Pietro Attinasi (1) Pietro Ingrao (1) Pietro Nenni (1) Pil (1) Pil argentino (1) Pinna (1) Pino Corrias (1) Pino Prestigiacomo (1) Piotr Zygulski (1) Pisa (1) Pizzarotti (1) Pomezia (1) Porto Recanati (1) Postcapitalism (1) Presidenza della Repubblica (1) Profumo (1) Puglia (1) Quadrio Curzio Alberto (1) Quisling (1) RENAUD LAMBERT (1) RISCOSSA ITALIANA (1) ROSS@ Parma (1) Rachid Ghannoūshī (1) Radek (1) Raffaele Ascheri (1) Raffaele Marra (1) Raffaella Paita (1) Ramadi (1) Ramarrik de Milford (1) Ramon Franquesa (1) Rapporto Werner (1) Ras Longa (1) Razem (1) Realfonzo (1) Remain (1) Renato Brunetta (1) René Girard (1) Report (1) Repubblica di Lugànsk (1) Rete Sostenibilità e Salute (1) Riccardo Terzi (1) Riccardo Tomassetti (1) Rino Formica (1) Risorgimento Meridionale (1) Rita Di Leo (1) Rizzo (1) Robert Mundell (1) Roberta Lombardi (1) Roberto D'Agostino (1) Roberto D'Alimonte (1) Roberto D'Orsi (1) Roberto Fico (1) Roberto Grienti (1) Roberto Marchesi (1) Roberto Martino (1) Roberto Massari (1) Roberto Musacchio (1) Roberto Palmerini (1) Roberto Santilli (1) Rocco Casalino (1) Rohani (1) Roma 13 ottobre 2018 (1) Roma 21 novembre 2015 (1) Romney (1) Rosario Crocetta (1) Rossano Rubicondi (1) Rovereto (1) SENZA EURO(PA) (1) SI COBAS (1) SInistra popolare (1) SYLVAIN LEDER (1) Sacko Soumayla (1) Said Gafurov (1) Sakorafa (1) Salmond (1) Salonicco (1) Salvatore Biasco (1) Salvatore D'Albergo (1) Samaras (1) Samir Amin (1) Sandro Targetti (1) Santori (1) Schengen (1) Schlageter (1) Scottish National Party (1) Scuola austriaca (1) Scuola di Friburgo (1) Sebastiano Isaia (1) Serge Latouche (1) Sergeï Kirichuk (1) Sergio Bologna (1) Sergio Romano (1) Shaimaa (1) Shaimaa el-Sabbagh (1) Shakira (1) SiAMO (1) Sig­mar Gabriel (1) Silvana Sciarra (1) Slai Cobas (1) Slavoj Zizek (1) Solone (1) Sorrentino (1) Spoleto (1) Sraffa (1) Standard & Poor's (1) Stanis Ruinas (1) Stefania Giannini (1) Stefano Alì (1) Stefano Azzarà (1) Stefano Bartolini (1) Stefano Feltri (1) Stefano Lucarelli (1) Stefano Musacchio (1) Stefano Petrucciani (1) Stefano Zai (1) Steven Forti (1) Storace (1) Stratfor (1) Strikemeeting (1) Sudafrica (1) Susana Díaz (1) Svitlana Grugorciùk (1) Svizzera (1) TISA (TRADE IN SERVICES AGREEMENT) (1) TPcCSA (1) Tarek Aziz (1) Tariq Alì (1) Tempa Rossa (1) Tfr (1) Thatcher (1) Theodoros Koudounas (1) Theresa Mai (1) Thomas Szmrzly (1) Thomas Zmrzly (1) Tiziana Aterio (1) Tiziana Drago (1) Togliatti (1) Tommaso Nencioni (1) Tommaso Rodano (1) Tonia Guerra (1) Tony Manigrasso (1) Topos Rosso (1) Toscana (1) Tribunale dell'Aia (1) Trichet (1) Tripoli (1) Tuareg (1) Two Pack (1) UGL (1) UPR (1) Udc (1) Ugo Mattei (1) Ulrich Grillo (1) Unicredit (1) Unio (1) United Kingdom Indipendent Party (1) Utoya (1) VLADIMIR LAKEEV (1) Vagelis Karmiros (1) Valerio Colombo (1) Vallonia (1) Vasilij Volga (1) Veltroni (1) Venezia (1) Veronica Duranti (1) Versilia (1) Vertice di Milano (1) Viale (1) Viktor Shapinov (1) Vilad Filat (1) Vincent Brousseau (1) Vincenzo Sparagna (1) Viscione (1) Vito Lops (1) Vito Storniello (1) Vittorio Bertola (1) Vittorio Carlini (1) Vittorio da Rold (1) Von Mises (1) Vox Populi (1) W. Streeck (1) WHIRLPOOL (1) Walter Eucken (1) Walter Tocci (1) Warren Mosler (1) Washington Consensus (1) Wen Jiabao (1) Westfalia (1) Wilders (1) Wolfgang Streeck (1) Wolkswagen (1) Wozniak (1) YPG (1) Ytzhac Yoram (1) Zagrebelsky (1) Zaia (1) Zalone (1) Zbigniew Brzezinski (1) Zecchinelli (1) Zedda Massimo (1) Zizek (1) Znet (1) Zolo (1) Zygmunt Bauman (1) aborto (1) accise (1) adozioni (1) aggressione (1) agorà (1) al-Fatah (1) al-Ghwell (1) alba mediterranea (1) alberto garzon (1) alluvione (1) alt (1) alta velocità (1) amanda hunter (1) amnistia (1) amore (1) andrea zunino (1) antropocene (1) apocalisse (1) appoggio tattico (1) arcelor Mittal (1) aree valutarie ottimali (1) armi (1) arresti (1) asia argento (1) askatasuna (1) assemblea di Roma del 4 luglio 2015 (1) assemblea nazionale del 22 e 23 ottobre (1) ateismo (1) autogestione (1) autostrade (1) ballarò (1) battisti (1) benessere (1) big five (1) bilancia dei pagamenti (1) bioetica (1) biologia (1) black block (1) blocco costituzionale (1) blocco nero (1) bloomberg (1) bomba atomica (1) bonapartismo (1) brigantaggio (1) bufale (1) bullismo (1) calcio (1) califfaato (1) campagna di finanziamento (1) capitolazione (1) carlo Bonini (1) carlo Sibilia (1) carta dei principi (1) cassa depositi e prestiti (1) catastrofe italiana (1) catene di valore (1) cdp (1) censis (1) censura (1) chokri belaid (1) comitato (1) comitato per la salvaguardia dei numeri reali (1) commemorazione (1) confini (1) conflitto di interezzi (1) confucio (1) consiglio superiore della magistratura (1) contestazione (1) controcorrente (1) convegno di Copenaghen (1) coronavirus (1) coronovirus (1) cretinate. (1) curzio maltese (1) cybercombattenti (1) cyborg (1) dabiq (1) dall'euro (1) dalla NATO e dal neoliberismo (1) david harvey (1) decalogo (1) decescita (1) decrescita felice (1) decretone (1) democratellum (1) democratiche e di sinistra (1) democrazia economica (1) deportazione economica (1) depressione (1) di Monica Di Sisto (1) dichiarazione di Roma (1) dimissioni (1) dimitris kazakis (1) diritti dei lavoratori (1) dissesto idrogeologico (1) dracma (1) ebraismo (1) economie di scala (1) economist (1) ecosocialismo (1) egolatria (1) elezioni comunali 2018 (1) elezioni regionali 2019 (1) enav (1) enrico Corradini (1) erasmus (1) esercito industriale di riserva (1) espulsione (1) estremismo (1) eurasismo (1) euroi (1) evasione fiscale (1) fabbriche (1) fallimenti (1) fascistizzazione della Lega (1) felicità (1) femen (1) femminicidio (1) fiducia (1) finan (1) finaza (1) flessibilità (1) flussi elettorali 2016 (1) fondi avvoltoio (1) fondi immobiliari (1) fondi sovrani (1) forme (1) freelancing (1) fuga dei capitali (1) fusione dei comuni (1) genere (1) giusnaturalismo (1) global compact (1) gold standard (1) governabilità (1) governo neutrale (1) grande coalizione (1) gravidanza (1) grazia (1) guerra di civiltà (1) guerra valutaria (1) hansel e gretel (1) hedge funds (1) i più ricchi del mondo (1) il cappello pensatore (1) illiberale (1) ilsimplicissimus (1) import (1) import-export (1) incendi (1) independent contractor (1) india (1) indignados (1) indipendeza e costituzione (1) individualismo (1) indulto (1) intena (1) intervista (1) ius sanguinis (1) ivana fabris (1) joker (1) kafir (1) l (1) la grande bellezza (1) legalità (1) legge Madia (1) legge anticorruzione (1) legge antisciopero (1) legge di stabilità 2016 (1) leva (1) leva obbligatoria (1) lex monetae (1) libaralismo (1) libe (1) liberalizzazioni (1) liberazionne (1) liberiamo (1) libra (1) linguaggio (1) link tax (1) liste civiche. (1) loi El Khomri (1) lotga di classe (1) luddismmo (1) lula (1) madre surrogata (1) mafiodotto (1) maghreb (1) malaysian AIRLINES (1) mandato imperativo (1) manifesto del Movimento Popolare di Liberazione (1) manlio dinucci (1) manovra (1) marchesi Antinori (1) marcia globale per Gerusalemme (1) massacri imperialisti (1) massimo bray (1) massoneria (1) materialismo storico (1) matrimoni omosessuali (1) matteo bortolon (1) matteo brandi (1) megalamania (1) memoria (1) mercantilismo (1) mercato (1) mercato del lavoro (1) militarismo (1) modello spagnolo (1) modello tedesco (1) modernità (1) molestie (1) momento polany (1) monetarismo (1) moody's (1) nascite (1) nazion (1) nazional-liberismo (1) neokeynesismo (1) no allo spezzatino (1) no vax (1) nobel (1) nomine ue (1) norvegia (1) numero chiuso (1) obiezione di coscienza (1) occupy wall street (1) oligarchia eurista (1) openpolis (1) operaismo (1) ore lavorate (1) osvaldo napoli (1) pacifismo (1) palmira (1) partite iva (1) partiti (1) partito americano (1) partito brexit (1) partito umanista (1) pecchioli luigi (1) personalismo (1) petiziion (1) piaciometro (1) piano Silletti (1) piano nazionale di prevenzione (1) piero visani (1) piigs (1) politicamente corretto (1) politiche austeritarie (1) polizia (1) ponte Morandi (1) popolo (1) post-elezioni (1) post-operaismo (1) postumano (1) profughi (1) programma UIKP (1) progresso (1) qualunquismo (1) questione meridionale (1) quinta internazionale (1) rampini (1) rappresentanza (1) recensioni (1) regione umbria (1) rete 28 Aprile (1) ride sharing (1) rider (1) risparmio tradito (1) risve (1) riunioni regionali (1) rivoluzione (1) robot killer (1) rosabrunismo (1) rublo (1) salafismo (1) salir del euro (1) sandro veronesi (1) sanzioni (1) scie chimiche (1) sciopero della fame (1) seisàchtheia (1) sequestro minori (1) sfruttamento (1) sicurezza (1) siderurgia (1) sindalismo di base (1) sinismo (1) smartphone (1) social forum (1) sondaggio demos (1) specismo (1) spionaggio (1) squatter (1) stadio (1) startup (1) statuto (1) sterlina (1) strategia militare (1) stress test (1) sud (1) suez (1) supe-bolla (1) supply-side economics (1) svimez (1) taglio parlamentari (1) takfirismo (1) tango bond (1) tassiti (1) tempesta perfetta (1) terza fase (1) terzigno (1) terzo stato (1) tesaurizzazione (1) torre maura (1) tortura (1) transumanismo (1) trappola della liquidità (1) trasformismo (1) trasumanesimo (1) trenitalia (1) triptrorelina (1) trivelle (1) troll (1) uassiMario Monti (1) uberizzazione (1) ultimatum (1) vademecum (1) vadim bottoni (1) valute (1) vattimo (1) vertice di Roma (1) volkswagen (1) voucher (1) wahabismo (1) wahhabismo (1) xenobot (1) yuan (1) zanotelli (1) zapaterismo (1)