[ 12 settembre ]
1. Traduco, per maggior beneficio dei lettori, la parte finale dell'ultimo commento di Bazaar:
"Il debitore ha concluso un contratto con il creditore e si è impegnato nel senso che, se non dovesse restituire il dovuto, darà in sostituzione qualcos'altro che possiede, qualcosa su cui ha il controllo, per esempio, il suo corpo, sua moglie, la sua libertà...Chiariamo la logica di tale forma di compensazione: è alquanto singolare. Un'equivalenza è stabilita dall'atto del ricevere del creditore, in luogo di una letterale compensazione (monetaria ndr.) per qualsiasi danno (da inadempimento) (così, al posto del denaro, terra, possedimenti di ogni tipo), un vantaggio apprezzabile nella forma di un tipo di piacere - il piacere di essere autorizzato a dar liberamente sgofo al suo potere sopra chi ne sia totalmente privo, il piacere voluttuoso "di fare il male per il piacere di farlo", il godimento del violentare...Nel "punire" il debitore, il creditore partecipa del diritto (illimitato) dei padroni...La compensazione, allora, consiste in una garanzia "di" e in una legittimazione "a" la crudeltà"(Corey Robin 2015, sulla Grecia)
2. Questa impressionante, ma non sorprendente, citazione sul modo neo-liberista di intendere i vincoli contrattuali e creditizi, è in realtà l'essenza del "mondo moderno" che si afferma con il Rinascimento e la Riforma innescata dalla predicazione di Lutero, in Germania.
Dovrebbe essere inutile ripetere che per arrivare, nell'evoluzione da mercantilismo a capitalismo industriale, a una mitigazione che potesse ribaltare questa crudeltà, occorrerà la stagione costituzionale democratica, conseguente alle lotte sociali dell'800 e del primo '900. La intrinseca logica luterana e liberista verrà però scansata solo a fronte della sconfitta militare, disastrosa, degli estremi mandatari (per conto delle oligarchie dei creditori) di questa "logica".
3. La citazione sopra tradotta ci consente di riagganciarci con le vicende alle origini di tale traiettoria "culturale" della modernità (finanziaria), narrate in un interessante libro di Carlo Martigli, "La congiura dei potenti" che, appunto, verte sul ruolo dei banchieri Fugger nella vicenda, ambigua e manovrata, di Lutero.
Sono vicende a taluni note, ma più spesso ignorate, dato la attuale grancassa mediatica: la vendita delle "indulgenze" che scatenò il malcontento verso il papato, fu in realtà indotta ed estesa su larga scala dagli stessi Fugger, al fine di lucrare una lauta percentuale del ricavato, che non andava affatto a Roma.
La Riforma, non moralizzò tale aspetto (di prelievo sostanzialmente fiscale a vantaggio di principi e vescovi, pubbliche autorità costituite), ma stabilì in definitiva che l'intero flusso di queste entrate dovesse restare in Germania (divenendo imposizione fiscale "nazionalizzata" per risanare il debito verso le banche del tempo); con, appunto, il prelievo della ricca intermediazione bancaria.
4. Dal libro ora citato, traiamo alcune citazioni in linea con quanto postato da Bazaar:
Qui (pagg.211-212), il pensiero del cardinale, vescovo-principe di Magdeburgo e Halberstadt, Alberto di Hohenzollern (uno dei maggiori protagonisti della vicenda della riforma protestante):
"I briganti come quelli che lo avevano assalito erano utili per giustificare dazi e gabelle e imporre l'ordine anche quando non serviva. Pure dei facinorosi a volte si ha necessità, per far funzionare la gogna e la forca a alimentare nel popolo la paura, fornendogli al tempo stesso qualche motivo di svago... Si creano anche ad arte, alla bisogna, le teste calde, che non mancano mai tra gli spriti più esaltati, e basta il suggerimento di una spia per spingerle ad alzare il collo, giusto in tempo perchè venga stretto da una corda nella piazza. Ma le rivolte no, su questo Fugger non sbagliava. Quelle non sono mai opportune e occorre stroncarle sul nascere, prima che il vento delle idee si faccia tempesta".
5. E' noto che tale rivolta fu quella che, - "prendendo sul serio" le iniziali prediche anti-papato, e contro l'immorale oppressione fiscale feudale ed ecclesiastica, di Lutero-, fu innescata dal monaco "folle" Thomas Muntzer. Sulla sua figura e azione Friedrich Engels scrisse un saggio nel 1850, "La guerra dei contadini in Germania".
Dalle citazioni-glossario al termine del libro, (pag.337), traiamo questa citazione del saggio di Engels (neretto aggiunto):
"Chi trasse profitto dalla rivoluzione dei contadini? I principi. Chi trasse profitto dalla rivoluzione del 1948? I grandi principi d'Austria e Prussia. Dietro ai piccoli principi [di allora] stavano i piccoli borghesi che li tenevano a sè con il pagamento delle imposte, dietro ai grandi principi del 1850 stanno i grandi borghesi filistesi che li sottomettono ben presto al loro giogo con il debito pubblico".
Insomma, "purezza del sangue" kalergica o meno, i "principi" messi accanto ai banchieri - per Kalergy, nella Pan-Europa federale, la classe dirigente naturale e incorrotta-, sono l'ideale per sottomettere l'intera società col debito pubblico, per disciplinare la masse inevitabilmente pigre e riottose che meritano la "durezza del vivere".
Naturalmente, nei tempi moderni, tutto ri-nasce con la banca centrale indipendente "nel quadro della costruzione €uropea"...
Insomma, per chi non volesse ancora capire (e forse non vorrà mai capire), il debito pubblico non è la causa della crisi: è la legittimazione del vero potere (e della soddisfazione del piacere della crudeltà") e, dunque, ci deve essere e possibilmente aumentare, (appunto, quando si infligge crudeltà con l'idea di ridurlo!).
Che è poi "il più grande successo dell'euro", quello dell'aumento del debito/PIL nei paesi debitori e quindi dell'aumento di asservimento e simmetrico godimento. E infatti (Monti ipse):
* Fonte: Orizzonte Quarantotto
7 commenti:
il piacere di essere autorizzato a dar liberamente sgofo al suo potere sopra chi ne sia totalmente privo, il piacere voluttuoso "di fare il male per il piacere di farlo", il godimento del violentare
Esatto, un esempio di questo è Henry Paulson che se la ride mentre dice di aver aumentato le disparità di reddito. Analogo ai nostri politici ed affaristi che ridevano di disgrazie come il terremoto a L'Aquila o di aver simulato una lacrimuccia.
Io credevo che scene come queste (col cattivo che sghignazza) esistessero solo nelle caricature delle finzioni cinematografiche.
Mi dispiace dare un giudizio negativo, ma l' articolo proposto è un classico esempio di erudita miopia storica ( per quale scopo poi? ) l' autore dimentica che uno dei motivi delle prime secessio plebis nell' antica Roma era la facoltà per i creditori patrizi di ridurre in schiavitù i debitori plebei insolventi, allora come oggi la schiavitù del debito era uno degli strumenti della lotta di classe.
Ippolito, ti dispiace essere più chiaro? Le tue mi sembrano parole ar-cane.
È molto semplice Fiorenzo, mi danno fastidio queste analisi complesse in cui si mescolano argute argomentazioni storico filosofiche con vaghi elementi complottisti.
La realtà fondamentale è molto più prosaica, semplice.
Sarò ancora più chiaro: il movimento antieuro fonda la sua debolezza sulla tragedia dell' analisi e più aumentano le sconfitte più ci si avvita nell' analisi delle sconfitte, di questo passo chi veramente esercita il potere ci darà sempre più motivi di dimostrare la nostra arguzia analitica.
Sig. Ippolito, la tragedia dell'euro si fonda sul fatto che noi, non avendo più la nostra moneta e, questa viene gestita da bande private, ha fatto si che il Sud Europa sia andato distruggendosi.
Qui mi sembra la sua una deriva per non centrare il problema.
Vorrei ricordare che il sistema monetario, si fonda principalmente sul sistema ebreo, nel quale però come la loro legge vietava agli stessi di accettare in prestito la moneta, per non esserne SCHIAVI.
Poi se non ricordo male, nell'antica Roma, tale pratica era stata contestata ed ogni 10 anni venivano rimessi i debiti... cosa che attualmente tale pratica se la sognano, con il bene placido della pseudo chiesa.
Orazio
Sulla riforma protestante sentite cosa ha da dire Giacinto Auriti dal minuto 6.40
https://youtu.be/aLnaLihChDs
Grazie Orazio, la sua risposta dimostra che non abbiamo bisogno di ulteriori forbite analisi per sviscerare chissà quali arcani arcani risvolti.
Proprio in questi giorni l' ARS sembra sia indirizzata verso l' azione politica svincolandosi dalla trappola dell' analisi trita e ritrita; è un segnale positivo.
Spero che questo cambiamento di prospettiva li aiuti a superare la retorica neorisorgimentale che è stata insieme la forza ed il limite del loro proselitismo.
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