[ 28 settembre 2018 ]
Il Consiglio dei ministri ha licenziato la Nota di aggiornamento al Def. Non è certo una rivoluzione ma, nonostante le ingiunzioni di Bruxelles (e di Francoforte), sostenute da un'aggressiva e asfissiante campagna intimidatoria dei media, viene confermata l'inversione di tendenza rispetto alle politiche austeritarie e antipopolari seguite negli ultimi anni. Un palese atto sovrano di disobbedienza all'Unione europea che porta con se la sconfitta, per certi versi umiliante, di Tria e della Quinta Colonna quirinalizia e confindustriale in seno al governo.
Tuttavia se la contentezza è comprensibile, l'euforia non è giustificata. E' stata vinta una prima battaglia, non la guerra.
Se quanto dicono questa mattina i giornali di Sua Maestà fosse vero, Bruxelles respingerà la Legge di bilancio (la cui geometria è scolpita nel Def) e avvierà la cosiddetta "procedura d'infrazione", di conseguenza, la pistola puntata fino a ieri alla tempia del governo, verrà ora rivolta contro il Parlamento, che la Legge dovrà rendere esecutiva —e noi speriamo radicalizzare.
Come i nostri lettori sanno noi abbiamo sostenuto che la Legge di bilancio sarebbe stato un primo e decisivo banco di prova per il governo giallo-verde. Di contro a chi riteneva che i "populisti" Di Maio e Salvini avrebbero piegato la testa (modalità Tsipras o giù di lì), che l'alleanza tra M5S e Lega sarebbe presto andata in pezzi, noi avevamo previsto, al contrario, che l'assalto del partito eurista (o meglio, tedesco) sarebbe fallito, che l'asse Di Maio-Salvini non solo avrebbe retto l'urto ma si sarebbe consolidato.
Ora è chiaro chi avesse avuto ragione nel dire che con la rivolta elettorale del 4 marzo si era aperta una fase nuova, inedita; che l'Italia era diventato il principale laboratorio politico dove si decidono le sorti non solo del nostro Paese ma dell'Unione europea.
L'euforia, lo ripetiamo, non è giustificata. Vero che le misure previste nel Def mettono la parola fine all'austerità, ma esse non faranno uscire l'Italia dal marasma, né debelleranno d'un tratto la povertà. Una spesa pubblica in deficit è una misura necessaria ma non sufficiente.
Torneremo sulle radicali misure che occorrono affinché l'inversione di tendenza diventa una vera e proprio Nuova Politica Economica.
Ma affinché questa Nuova Politica Economica possa essere perseguita occorre prepararsi e attrezzarsi a vincere la prossima battaglia ove l'Unione europea, ovvero la sua cupola oligarchica di Bruxelles, decida davvero di andare allo scontro scatenando le sue potenti armate.
Se vincono loro altro che Nuova Politica Economica! L'Italia finirà nell'abisso come semicolonia.
Diverse sono le cose che a noi non piacciono di questo governo; chiari ci sono le sue storture, anche molto gravi, ed i suoi punti deboli. Ma ciò non può essere un alibi per una posizione indifferentista o attendista.
Noi confermiamo quale sarà il lato della barricata che la sinistra patriottica dovrà necessariamente presidiare se non vorrà essere espulsa dalla storia. Confermiamo che il nostro campo è quello del "populismo sovranista", dove ci collochiamo non in modo codista ma nella prospettiva della sfida per l'egemonia.
Di questo, anzitutto, discuteremo il 13 ottobre a Roma.
Lì ci vediamo.
Il Consiglio dei ministri ha licenziato la Nota di aggiornamento al Def. Non è certo una rivoluzione ma, nonostante le ingiunzioni di Bruxelles (e di Francoforte), sostenute da un'aggressiva e asfissiante campagna intimidatoria dei media, viene confermata l'inversione di tendenza rispetto alle politiche austeritarie e antipopolari seguite negli ultimi anni. Un palese atto sovrano di disobbedienza all'Unione europea che porta con se la sconfitta, per certi versi umiliante, di Tria e della Quinta Colonna quirinalizia e confindustriale in seno al governo.
Tuttavia se la contentezza è comprensibile, l'euforia non è giustificata. E' stata vinta una prima battaglia, non la guerra.
Se quanto dicono questa mattina i giornali di Sua Maestà fosse vero, Bruxelles respingerà la Legge di bilancio (la cui geometria è scolpita nel Def) e avvierà la cosiddetta "procedura d'infrazione", di conseguenza, la pistola puntata fino a ieri alla tempia del governo, verrà ora rivolta contro il Parlamento, che la Legge dovrà rendere esecutiva —e noi speriamo radicalizzare.
Come i nostri lettori sanno noi abbiamo sostenuto che la Legge di bilancio sarebbe stato un primo e decisivo banco di prova per il governo giallo-verde. Di contro a chi riteneva che i "populisti" Di Maio e Salvini avrebbero piegato la testa (modalità Tsipras o giù di lì), che l'alleanza tra M5S e Lega sarebbe presto andata in pezzi, noi avevamo previsto, al contrario, che l'assalto del partito eurista (o meglio, tedesco) sarebbe fallito, che l'asse Di Maio-Salvini non solo avrebbe retto l'urto ma si sarebbe consolidato.
Ora è chiaro chi avesse avuto ragione nel dire che con la rivolta elettorale del 4 marzo si era aperta una fase nuova, inedita; che l'Italia era diventato il principale laboratorio politico dove si decidono le sorti non solo del nostro Paese ma dell'Unione europea.
L'euforia, lo ripetiamo, non è giustificata. Vero che le misure previste nel Def mettono la parola fine all'austerità, ma esse non faranno uscire l'Italia dal marasma, né debelleranno d'un tratto la povertà. Una spesa pubblica in deficit è una misura necessaria ma non sufficiente.
Torneremo sulle radicali misure che occorrono affinché l'inversione di tendenza diventa una vera e proprio Nuova Politica Economica.
Ma affinché questa Nuova Politica Economica possa essere perseguita occorre prepararsi e attrezzarsi a vincere la prossima battaglia ove l'Unione europea, ovvero la sua cupola oligarchica di Bruxelles, decida davvero di andare allo scontro scatenando le sue potenti armate.
Se vincono loro altro che Nuova Politica Economica! L'Italia finirà nell'abisso come semicolonia.
Diverse sono le cose che a noi non piacciono di questo governo; chiari ci sono le sue storture, anche molto gravi, ed i suoi punti deboli. Ma ciò non può essere un alibi per una posizione indifferentista o attendista.
Noi confermiamo quale sarà il lato della barricata che la sinistra patriottica dovrà necessariamente presidiare se non vorrà essere espulsa dalla storia. Confermiamo che il nostro campo è quello del "populismo sovranista", dove ci collochiamo non in modo codista ma nella prospettiva della sfida per l'egemonia.
Di questo, anzitutto, discuteremo il 13 ottobre a Roma.
Lì ci vediamo.
12 commenti:
Provo porre la vostra attenzione su di un semplice ragionamento: questo governo, con questa proposta di DEF, si indirizza all'ampliamento del deficit di bilancio per fare più spesa pubblica. Si amplia di certo la torta del reddito pubblico, ma dovremmo chiederci, anche come sinistra di classe, se la ripartizione delle fette della torta resterà invariata a sfavore delle classi inferiori e a favore delle classi superiori di questo paese. Certo, quando sei affamato e assetato, chi ti offre un pasto e sempre benedetto chiunue esso sia. Tuttavia è sempre opportuno verificare la rotta e rifare il punto sulla bussola di classe, e non solo su quella nazionale, altrimenti una sinistra nazionale sarebbe intercambiabile con una destra nazionale. Infatti l'allargamento del deficit, nelle condizioni del modo di produzione di questo mondo, allevia le sofferenze, ma espone in prospettiva il bilancio nazionale agli aggiustamenti speculativi della grande finanza internazionale sul nuovo deficit. Insomma una sinistra di classe dovrebbe preoccuparsi, a mio modesto avviso, anche di parare i colpi speculativi futuri sul debito sovrano che, come da tradizione, colpiranno le classi nazionali inferiori e non le classi nazionali superiori (le quali, non dimentichiamolo, sono parte integrante della grande speculazione finanziaria internazionale). Quindi la una sinistra di classe deve sempre spingere a favore dell'allargamento della fetta di torta per le classi inferiori, e non solo della torta generale. Anche perchè la ripartizione interna della torta ha caratteri strutturali (rapporti sociali di forza) più permanenti rispetto agli allargamenti o restringimenti congiunturali del deficit nazionale. Ricordo che negli anni novanta quando RC proponeva difesa di ticket e pensioni e (una cosa azzeccata ai fini di classe) la riduzione di orario a parità di salario allora "apriti cielo" da parte del main stream di allora (che è quello di oggi) ridicolizzando al pubblico ludibrio la sx (non il csx) a favore della ideologia economica del "Mitico" Nord-Est, da sempre ben supportato dalla allora Lega Nord (oggi furbamente Lega Nazionale)... poi il Nord Est non ha fatto una bella fine, ma sempre meglio del Sud. Va bene le tattiche politiche, ma bisogna far vedere di avere le palle di classe, non solo nazionale. Altrimenti bastano la vecchio corporativismo nazionale di dx, la sx patriottica sarebbe superflua. Spero che la bussola di classe non venga smarrita e mi fa piacere sentire che si è contenti ma non euforici. Bene, è ora di salpare come sx di classe e non solo nazional-patriottica. E' un passo di maturità. Secondo voi?
Vi segnalo la dichiarazione di Fassina a nome del gruppo LEU finalmente anche a sinistra qualcosa si muove
https://corrieredisiena.corr.it/video/video-news-by-vista/529917/manovra-fassina-leu-scelta-governo-necessaria-e-coraggiosa.html
Scrive Fassina sulla sua pagina facebook:
«L'obiettivo di deficit al 2,4% del Pil per il triennio 2019-2021 è necessario e coraggioso, quindi pericoloso, come evidenzia la prevedibile e prevista agitazione dei mercati.
I grandi interessi interni e esterni colpiti reagiscono. Si apre una inedita partita. Finalmente, ritorna il primato della politica sull'economia, condizione necessaria, ahimè non sufficiente dati i rapporti di forza, al primato della sovranità costituzionale. La cosiddetta sinistra da che parte sta? Continua ad affidarsi al "Generale Spread" per miopi illusioni elettorali? Insiste a stare dalla parte degli interessi più forti e a fare coppia di fatto con Ms T.I.N.A. ("There is no alternative" al dominio neo-liberista)?
Torniamo dalla parte del lavoro e dell'Italia».
Sono completamente d'accordo con lui e con voi.
Purtroppo nell'area culturale di sinistra, facendo un giro su facebook, su twitter, vedo commenti sul deficit al 2,4% del Pil talmente assurdi, da massimo di ignoranza e miopia politica.
C'è chi si trincera dietro formalismi economicisti, guardando il dito del numero (quindi sarebbe il numero di deficit più basso degli ultimi anni, ovvero manovra più austera degli ultimi anni), invece che la luna indicata da questo 2,4%, ovvero un piccolo passo contro i dettami della dittatura della Troika; non riescono a formulare il pensiero che.
Mi accorgo che diversi non riescono a vedere che per la prima volta, un governo pensa ai bisogni del popolo, e li antepone agli interessi criminali della dittatura di un gruppo di oligarchi.
Questo governo, grazie a questo basso 2,4% in cento giorni dice no alla Fornero, fa il reddito di cittadinanza, innalza le minime, integra gli investimenti pubblici ...
Scenda pure il Pd in piazza contro questo governo e la sua manovra, è la cosa giusta che deve fare per sparire definitivamente.
Ma alla fine, che ci frega di queste persone? Si sono autocondannate all'irrilevanza politica. Guardiamo ai fatti concreti e reali, perchè è a questi che guardano milioni di lavoratori, disoccupati, pensionati.
Carlo
Cito dal commento sopra: «se la ripartizione delle fette della torta resterà invariata a sfavore delle classi inferiori e a favore delle classi superiori di questo paese»
A sfavore delle classi inferiori? Ma come? L'élite ce l'ha a morte con il reddito di cittadinanza, che darà un assegno ai disoccupati che si impegnano a cercare attivamente un impiego tanto da fargli dire che servirà a mantenere i fannulloni.
I disoccupati rientrano nella definizione di classe inferiore.
Leggo un miliardo in più per il fondo sanitario, leggo pensioni di cittadinanza, leggo uno stop alla Fornero con quota 100...
Non sono queste misure a favore delle classi inferiori?
Perché Bruxelles dovrebbe aprire una procedura d' infrazione?
Cosa farà Di Maio distribuirà i profitti che i capitalisti hanno accumulato sfruttando gli operai?
Cosa farà Di Maio darà ai tre milioni di disoccupati e a tutti gli operai e pensionati che vivono con 500 € al mese un reddito che consenta di sopravvivere di almeno 1500 al mese.
Niente di tutto questo
– Non si parla più di eliminare il Jobs Act
– La legge fornero non sarà abolita
– I padroni continueranno a ricevere miliardi e a non pagare le tasse
– Gli operai continueranno a produrre profitti per i padroni
– Gli operai e i lavoratori continueranno a morire in fabbrica
In ogni caso il governo ci assicura che oggi è un giorno storico
http://www.operaicontro.it/?p=9755752201
Concordo con Filippo.
È iniziata la guerra di Liberazione dall Unione Europea.Quando i Partigiani combatterono il fascismo nn chiesero a chi li affiancava a quale partito appartenessero. Prima sconfiggiamo il Male poi possiamo dividerci tra destra e sinistra.
Alè bagai..(in dialetto brianzolo..forza ragazzi!)
La sinistra sinistrata non si rende conto che questa globalizzazione da loro tanto amata ha bisogno dell'ordoliberismo come lo chiama Giulio Sapelli che oggi scrive sul Sussidiario un ottimo articolo , senza di esso e' spacciata quindi va a braccetto inconsapevolmente o meno con l'elite che attenzione non significa destra sociale , ma piuttosto destra affaristica , come la sinistra sinistrata o di governo non significa sinistra no-global, accontentandosi delle briciole compassionevoli agli immigrati e infischiandosene di tutti gli altri danni che da essa derivono , come appunto l'ordoliberismo .
Ora qualcuno magari ricomincera' con la storiella del rossobrunismo , ma chi se ne f.
Questa e' la realta'!
Mi piacerebbe che questo blog analizzasse in modo dettagliato le critiche che tutti i giornali fanno alle ultime scelte di governo. In particolare sul DEF al 2,6%. Chiunque li legge e che non ha conoscenze specifiche in merito, non è in grado di contrapporre punti di vista diversi che sono a favore di quei provvedimenti. Io stesso, che mi sono interessato alla macroeconomia, non mi ritengo in grado di smontare punto per punto quelle argomentazioni.
Ritengo che questo blog debba svolgere la funzione di sbugiardare la propaganda dei media. E nello stesso tempo riveli i limiti di questi provvedimenti, indicando quali sarebbero le scelte possibili per svolgere un'azione il più possibile efficace.
Grazie.
Sono l'autore del primo post e rispondo a Filippo. Innanzitutto sia ben chiaro che ho scritto qui senza spirito di polemica. Ora quanto lei dice della proposta di DEF (che ancora è una proposta) è vero, essa allarga la fetta di reddito per le classi inferiori. Ripeto chiaro ho scritto: E' VERO. Sempre senza spirito polemico, ricordo che quando si parla di fette di torta, ovvero di proporzioni, si parla in termini relativi e non solo assoluti, e di nuovo le dico che ha ragione Lei, sig. Filippo, la fetta pare aumentare anceh in termini relativi. Bene. Siamo contenti. Dobbiamo anche essere euforici e mettere i tricolori ai balconi, gli stessi tricolori delle patrie galere che hanno seppellito tanti compagni? (Mi scuso per il pizzico di ironia livoroso). Riguardo alla disoccupazione (ne so qualcosa e non sono un pivello), faccio notare che: (1) una ventina (ma anche più) di anni fa anche coloro che voi schifate come sinistra sinistrata proponevano il salario garantito e tutti gli pisciavano addosso; (2) a me piace ragionare, gran parte del fanatismo l'ho perso per strada insieme a qualche lotta. E ragionando, mi piace anche andare a rispolverare le critiche al salario di stato condizionato, per cui "io stato ti ti do delle briciole ma tu devi fare quello che io stato ti dico di fare, soprattutto alle mie condizioni". Potrei mettere anche dei link a riguardo di queste critiche (vedi relazione tra sussidi-miniJob-abbassamento salariale-permanenza del ricatto lavorativo) ma non mi piace aiutare la pigrizia, per cui chi ne ha interesse può cercare, studiare e ragionare (e quelli sono compagni sempre migliori dei gregari, per mia esperienza). Ora siccome questo sito si richiama al socialismo (e di socialismi ce ne sono diversi nella storia) sto cercando di augurarmi che voi socialisti non siate intercambiabili a una qualunque destra sociale. Ricordo che il socialismo pone la prima critica sulla proprietà e la gestione dei mezzi di produzione. Figurati tu se mi impressionano le briciole dei padroni nazionali o internazionali che siano: io la disoccupazione me la sono sempre affrontata con le mie mani e con quella dei miei "compagni", autonomamente. Saluti.
"Quando i Partigiani combatterono il fascismo nn chiesero a chi li affiancava a quale partito appartenessero"
Beh, le cose non stanno proprio così, innanzitutto l'antifascismo c'era già dal nascere del fascismo, c'era durante il fascismo e non riguardava solo l'Italia. E poi, alla fine, quando è iniziata la resistenza prima sugli appennini e poi sulle alpi, fra i partigiani c'erano divisioni di appartenenza e c'era la fazione egemone. Non mi spingo oltre, per carità di patria ... socialista.
A Valerio C di Modena
sì lo faremo!
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