[ 8 settembre 2018 ]
«È dei nostri!». A scriverlo, in un tweet, è Mischael Modrikamen, uno dei fondatori di The Movement. E ad accompagnare il messaggio c’è una foto in cui lo stesso Modrikamen — avvocato e presidente del Partito Popolare belga — è con Steve Bannon, l’ex stratega politico di Donald Trump, e Matteo Salvini. Ed è proprio di Salvini che Modrikamen parla: perché il leader della Lega e ministro dell’Interno ha aderito alla fondazione che mira a riunire le forze euroscettiche e nazionaliste europee.
Una mossa, quella di Salvini, che conferma il posizionamento della Lega indicato già nell’incontro di Milano con il leader ungherese Viktor Orban, e che sembra smorzare le speranze del candidato del partito popolare europeo alla presidenza della Commissione europea per le elezioni 2019, Manfred Weber, di «includere» i partiti sovranisti all’interno del Ppe. Salvini ha annunciato la sua adesione al movimento di Bannon nel giorno in cui la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente francese Emmanuel Macron si sono incontrati a Parigi, spiegando di voler «preparare il futuro» affrontando «la grande sfida del momento, quella sui temi migratori. «Tutto il Mediterraneo è nel cuore della nostra politica europea sulle migrazioni - ha detto Macron - ma deve trattarsi di una chance e non di una paura».
Ma che cos'è The Movement? Le origini della fondazione si ritrovano in una intervista rilasciata da Bannon al sito The Daily Beast il 20 luglio scorso. Nell'intervista, Bannon spiegava di voler innescare una «rivoluzione di destra e populista», a partire dalle elezioni europee del 2019. La fondazione, che ha come nemesi dichiarata la Open Society di George Soros, punta a essere una «centrale» in grado di fornire aiuto in termini di sondaggi, comunicazione, data-targeting sui social e ricerche per una serie di partiti «che stanno crescendo in tutta Europa, in molti casi senza strutture politiche professionali o budget significativi», scrive The Daily Beast, aggiungendo che «nel corso dello scorso anno, Bannon ha già parlato con gruppi di destra europei, da Nigel Farage a Marine Le Pen a Orban». L'obiettivo è quello di creare un «supergruppo» all'interno del Parlamento europeo. La base operativa di The Movement — sempre secondo The Daily Beast — sarà Bruxelles».
Ci sono atti politici e simbolici che valgono un'enormità.
Questo è il caso (ove fosse vero davvero, prendiamo infatti con il beneficio dell'inventario quanto il CORRIERE DELLA SERA da per certo) dell'adesione di Matteo Salvini a The Movement, l'internazionale che Steve Bannon sta costruendo (dice anzitutto per opporsi a quella sorosiana) e che avrà la sede centrale a Bruxelles.
E' noto che Bannon sia l'elemento di spicco della corrente statunitense che va sotto il nome di Alt-Right (Destra Alternativa).
Alt-Right è la strana bestia partorita dalla metamorfosi della destra tradizionale nordamericana. Una paccottiglia eteroclita tipicamente yankee, dove convivono suprematisti bianchi, cattolici fondamentalisti, puritani evangelici, islamofobi, sionisti incalliti, liberisti estremi o anarco-capitalisti, antisemiti apertamente filo-nazi. In una parola, per quanto nuova, destra dura e reazionaria.
Che questo The Movement possa prendere piede in Europa nella forma e col profilo che possiede Alt-Right c'è da dubitarne, certo inciderà su quella che sarà l'evoluzione del populismo di destra nel nostro continente.
Salvini sa chi s'è scelto come compagno di strada? Si tratta di una mossa tattica o di una vera e propria condivisione ideologica? Va bene contrastare l'internazionale di Soros, ma così si è gettato tra le braccia del diavolo.
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Salvini incontra Bannon, l’ex stratega di Trump.
E aderisce al suo The Movement
Il leader della Lega ha incontrato l’ex stratega politico di Donald Trump e Mischael Modrikamen, aderendo alla fondazione che mira a riunire le forze euroscettiche e nazionaliste europee
«È dei nostri!». A scriverlo, in un tweet, è Mischael Modrikamen, uno dei fondatori di The Movement. E ad accompagnare il messaggio c’è una foto in cui lo stesso Modrikamen — avvocato e presidente del Partito Popolare belga — è con Steve Bannon, l’ex stratega politico di Donald Trump, e Matteo Salvini. Ed è proprio di Salvini che Modrikamen parla: perché il leader della Lega e ministro dell’Interno ha aderito alla fondazione che mira a riunire le forze euroscettiche e nazionaliste europee.
Una mossa, quella di Salvini, che conferma il posizionamento della Lega indicato già nell’incontro di Milano con il leader ungherese Viktor Orban, e che sembra smorzare le speranze del candidato del partito popolare europeo alla presidenza della Commissione europea per le elezioni 2019, Manfred Weber, di «includere» i partiti sovranisti all’interno del Ppe. Salvini ha annunciato la sua adesione al movimento di Bannon nel giorno in cui la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente francese Emmanuel Macron si sono incontrati a Parigi, spiegando di voler «preparare il futuro» affrontando «la grande sfida del momento, quella sui temi migratori. «Tutto il Mediterraneo è nel cuore della nostra politica europea sulle migrazioni - ha detto Macron - ma deve trattarsi di una chance e non di una paura».
Ma che cos'è The Movement? Le origini della fondazione si ritrovano in una intervista rilasciata da Bannon al sito The Daily Beast il 20 luglio scorso. Nell'intervista, Bannon spiegava di voler innescare una «rivoluzione di destra e populista», a partire dalle elezioni europee del 2019. La fondazione, che ha come nemesi dichiarata la Open Society di George Soros, punta a essere una «centrale» in grado di fornire aiuto in termini di sondaggi, comunicazione, data-targeting sui social e ricerche per una serie di partiti «che stanno crescendo in tutta Europa, in molti casi senza strutture politiche professionali o budget significativi», scrive The Daily Beast, aggiungendo che «nel corso dello scorso anno, Bannon ha già parlato con gruppi di destra europei, da Nigel Farage a Marine Le Pen a Orban». L'obiettivo è quello di creare un «supergruppo» all'interno del Parlamento europeo. La base operativa di The Movement — sempre secondo The Daily Beast — sarà Bruxelles».
* Fonte: CORRIERE DELLA SERA dell'8 settembre
4 commenti:
"Che questo The Movement possa prendere piede in Europa nella forma e col profilo che possiede Alt-Right c'è da dubitarne, certo inciderà su quella che sarà l'evoluzione del populismo di destra nel nostro continente."
Non nelle forme e nel profilo dell'Alt-right ma inciderà, ad esempio in questo modo qui.
Non mi piace ma non mi sorprende affatto.
Ci stanno anche le strane vicende attorno a Bergoglio, che sembra attaccato ma dagli stessi ambienti che attaccarono Benedetto XVI e sembra (e sottolineo sembra) essere spalleggiato da Trump mentre critica la proposta Hartz-M5S ma con le solite argomentazioni che sembrano scritte da Padoa-Schioppa: deresponsabilizzano, arbeit macht frei. I minijob sono un obbrobrio ma davvero è questo il problema dei minijobber tedeschi? Non scherziamo.
Qualcuno teme forse che il cerchiobottista al vaticano possa fare qualche salto della quaglia?
Lo scontro prosegue, non sappiamo come evolverà ma continua ad essere purtroppo tutto interno alle destre.
Anche se Salvini dovesse davvero piegarsi non ci sarebbero gli USE dietro l'angolo. Gli USE sarebbero il completamento della NATO economica, non potrebbero nascere senza forti conseguenze dei rapporti con Russia e Cina che dovrebbero uscirne sconfitti come a fine anni '80 oppure reagire in modo forte.
Giovanni
giovanni ottima analisi, ma questi ambienti della "Nuova destra" (chiamiamoli così) non li puoi appiatire; sono fortemente russofili (ad esempio in Germania nelle manifestazioni non mancano mai bandiere dei ribelli del Donbass) ma allo stesso tempo antiCina...Dunque i più fronti son ben più spaccati di come sembrerebbe....
Sì, lo so che queste nuove destre hanno le loro belle contraddizioni e tensioni interne che penso siano destinate ad aumentare. Io ci aggiungerei anche il fatto che i paesi del gruppo di Visegrad, a cui Salvini pare forse volersi avvicinare, hanno al loro interno forti componenti antirusse. Sarà mica per questo che Bannon (e Trump) gli hanno dato il loro benestare?
Salvini segue prioritariamente il bisogno di creare connessioni politiche internazionali all'interno della rete bannoniana. La classe dirigente italiana, pur avendo una marcata predilezione per globalisti, guarda con apprensione lo scontro dentro l'impero e vuole tutelare sé stessa (riversandone i costi sulle classi più deboli) comunque vada a finire questo scontro, Salvini si offre loro per svolgere questo ruolo.
La rivolta delle borghesie nazionali, ma a dirla tutta mi sembrano dei veri dilettanti allo sbaraglio.
I segnali che continuano ad arrivare da Cernobbio sono pessimi. Vedremo se andrà come scrivono i militant (governo d'opposizione) o se si sgonfierà rapidamente come Marine Le Pen. Non ci saranno gli USE ma il Frankenstein potrebbe continuare a camminare zoppicando con qualche pezza e modifica qua e là e con l'Italia sempre meno sovrana.
Ricordo però una cosa, in una delle prime trasmissioni di Paragone Fassina disse a Bagnai qualcosa del tipo: "vorrei vedere te lì dentro cosa faresti" e lui rispose piccato "damme tempo" (non trovo il video). Ecco, ora il tempo lo ha avuto e si trova dove per anni ha desiderato fortemente essere. Vedremo che cosa farà.
Giovanni
E un altra contraddizione sta qui. AfD sembra non volerne sapere del progetto di Bannon. La data è 11 agosto, l'ho letto solo adesso ma non mi stupisce nemmeno un po'.
Non è che perché sono tutti di destra vanno d'amore e d'accordo fra loro.
Giovanni
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