[ 25 settembre 2018 ]
Salvini canta vittoria. Porta a casa il "decreto sicurezza", approvato all'unanimità dal Consiglio dei ministri. Dai giornali sappiamo che lui avrebbe voluto norme ancora più dure.
Abbiamo trovato su IL MESSAGGERO il testo integrale del Decreto.
Come c'era da aspettarsi: arzigogolato e farraginoso, soprattutto per quello che concerne la già complessa questione degli immigrati. Va quindi ben studiato e analizzato per darne un giudizio definitivo. E lo faremo, salvo buon fine (deve infatti passare al vaglio del Parlamento, a cui spetta l'ultima parola).
Chiara tuttavia la direzione di marcia: un Decreto manettaro il quale rafforza l'esistente Stato di Polizia. Lo diciamo anzitutto per quelli che cadono dal pero e gridano allo scandalo: l'Italia, da decenni oramai è, tra i paesi dell'Occidente, quello che si è dato i più potenti ed efficaci dispositivi repressivi (normativi, giudiziari e polizieschi). Repressivi di che? Ma è ovvio: del conflitto sociale.
Salvini ha facile gioco a far leva sulla pur legittima richiesta di sicurezza che viene dai cittadini delle più disparate classi sociali trasformandola in stretta sicuritaria. La bandiera è la stessa delle destre d'ogni razza: al tessuto sociale che va in pezzi si risponde con Ordine e sicurezza.
E certo che ci vuole ordine e sicurezza, tutto sta a stabilire a favore di chi, se la stretta non sia lesiva dei diritti dei cittadini, del popolo lavoratore, della democrazia.
Le critiche che stanno piovendo sul Decreto sono essenzialmente di due tipi. Il Pd, che negli anni in fatto di democrazia sostanziale, ha fatto anche di peggio, condanna il Decreto per la sua "inefficacia" (sic!). Una certa sinistra radicale si focalizza tutta sulla lesione dei "diritti dei migranti" — che per loro sono l'alfa e l'omega, perché per loro non fa differenza essere cittadini o non esserlo.
Studieremo come si deve questo decreto ma già adesso, in base alla sua logica ed ai suoi dispositivi, possiamo dire che va respinto al mittente.
Salvini canta vittoria. Porta a casa il "decreto sicurezza", approvato all'unanimità dal Consiglio dei ministri. Dai giornali sappiamo che lui avrebbe voluto norme ancora più dure.
Abbiamo trovato su IL MESSAGGERO il testo integrale del Decreto.
Come c'era da aspettarsi: arzigogolato e farraginoso, soprattutto per quello che concerne la già complessa questione degli immigrati. Va quindi ben studiato e analizzato per darne un giudizio definitivo. E lo faremo, salvo buon fine (deve infatti passare al vaglio del Parlamento, a cui spetta l'ultima parola).
Chiara tuttavia la direzione di marcia: un Decreto manettaro il quale rafforza l'esistente Stato di Polizia. Lo diciamo anzitutto per quelli che cadono dal pero e gridano allo scandalo: l'Italia, da decenni oramai è, tra i paesi dell'Occidente, quello che si è dato i più potenti ed efficaci dispositivi repressivi (normativi, giudiziari e polizieschi). Repressivi di che? Ma è ovvio: del conflitto sociale.
Salvini ha facile gioco a far leva sulla pur legittima richiesta di sicurezza che viene dai cittadini delle più disparate classi sociali trasformandola in stretta sicuritaria. La bandiera è la stessa delle destre d'ogni razza: al tessuto sociale che va in pezzi si risponde con Ordine e sicurezza.
E certo che ci vuole ordine e sicurezza, tutto sta a stabilire a favore di chi, se la stretta non sia lesiva dei diritti dei cittadini, del popolo lavoratore, della democrazia.
Le critiche che stanno piovendo sul Decreto sono essenzialmente di due tipi. Il Pd, che negli anni in fatto di democrazia sostanziale, ha fatto anche di peggio, condanna il Decreto per la sua "inefficacia" (sic!). Una certa sinistra radicale si focalizza tutta sulla lesione dei "diritti dei migranti" — che per loro sono l'alfa e l'omega, perché per loro non fa differenza essere cittadini o non esserlo.
Studieremo come si deve questo decreto ma già adesso, in base alla sua logica ed ai suoi dispositivi, possiamo dire che va respinto al mittente.
5 commenti:
Verso l’apartheid
Miscelando pulsioni razziste da sfigati, suprematismo bianco, paura dei poveri e idiozia securitaria e finalizzando brillantemente il tutto alla propaganda elettorale, Salvini procede a grandi passi verso l’instaurazione di un quadro giuridico che legittimi la discriminazione etnica e sociale.
https://www.dinamopress.it/news/verso-lapartheid/
Il governo sta combattendo le élites. Le vere élites. I poveri.
Dopo il decreto sulle armi è arrivato quello su immigrazione/sicurezza. Ne arriveranno altri targati Lega: sulla legittima difesa e sulla tassa piatta, tutte misure incontrovertibilmente reazionarie. Del resto il partito di Salvini non è l'espressione politica della piccola e media borghesia padana? In mancanza di una risposta operaia organizzata in quale ambito dello schieramento politico si possono collocare se non in quello presidiato da una forza politica di estrema destra? Il Movimento 5 stelle(dichiaratosi, sin dal suo esordio, oltre la destra e la sinistra) dopo essersi reso protagonista del decreto dignita', cioe' un pannicello caldo, si è accodato ai provvedimenti di Salvini nella speranza che possa vedere la luce quel RDC che, per certi versi è un sussidio e per altri è propedeutico al lavoro coatto. Eppure, cari coompagni, continuate a tifare per questo Governo illudendovi che dal braccio di ferro con l'eurocrazia i nostri due eroi possano uscire vittoriosi. Con benefiche ricadute sui ceti subalterni. Intanto il contratto di Governo (attenzione ad evocare termini come alleanza altrimenti gli stellati, gelosi come sono della loro purezza, si incazzano, peccato che questa "presunta" purezza sia stata inquinata dal trasformismo piu' becero: la politica dei due forni e delle alleanze intercambiabili) viene stracitato come se si trattasse delle nuove tavole della legge. Dalla Bibbia si passa all'evocazione del popolo. Come se i gialloverdi rappresentassero le frazioni di popolo che si sono astenute dal voto e anche quelle che non hanno voluto dare un consenso al pentaleghismo. Insomma una storia fatta di scelte politiche regressive e di una di una sconcia propaganda quotidiana che non dovrebbe essere occultata per superiori ragioni.
Questo decreto dimostra due cose:
1) questo governo non è fascista, il suo scopo non è deportare tutti i migranti;
2) lo scopo di questo governo è rendere i migranti più ricattabili, per poterli sfruttare di più e poter continuare la concorrenza verso il basso nei confronti dei lavoratori autoctoni.
Indicativo che fra i requisti per perdere la cittadinanza ci sia la resistenza, la violenza, l'ingiuria a pubblico ufficiale.
Significa che da domani tutti i facchini del si cobas che in media si scontrano una volta a settimana con la polizia davanti ai cancelli (40 episodi in un anno) ora saranno tutti a rischio, stroncando la lotta all'avanguardia in questi anni in Italia. Significa che tutti gli occupanti case, che sono stati l'anima delle giornate del 15 ottobre 2011 a Roma, del 1 maggio 2015 a Milano, del prossimo 27 ottobre a Roma, saranno ora sotto scopa.
E' la dimostrazione che Salvini non è un rappresentate della piccola borghesia e del popolo lavoratore, ma in fin dei conti anche lui serve gli stessi zozzi interessi: quelli del grande capitale.
Questo decreto va respinto non dal punto di vista della sinistra no-border, ma dal punto di vista di coloro che difendono gli interessi degli italiani: migranti ricattati significa concorrenza al ribasso, significa peggioramento delle condizioni di sfruttamento per tutti.
Fermiamo queste carogne
Boh... a me pare che questo Decreto sia una pagliacciata e che i commenti esagerino.
Non vedo nessun salto di qualità rispetto alla legislazioni sbirresca vigente.
certo, serve a salvini per farsi bello davanti ai suoi elettori, ma è una piagliacciata.
Un decreto d'urgenza? Mai dai! Quale urgenza se non quella di turlupinare gli italiani e di fargli credere che ora potranno essere sicuri.
Vedremo che fine farà questo Decreto... una pagliacciata scritta in fretta e furia a forte rischio di incostituzionalità.
Ps
sia chiaro, va bocciato sto decreto!
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