[ 27 settembre ]
OGGI 27 SETTEMBRE, DECISIVA RIUNIONE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Il 19 settembre in un pezzo intitolato VIA TRIA, spiegavo che se Di Maio e Salvini volevano davvero tenere fede alle aspettative della maggioranza dei cittadini che li sostengono, quindi varare una Legge di bilancio, come dire, "seria", si sarebbero dovuti sbarazzare della Quinta Colonna presente nel governo, anzitutto del ministro dell'economia Giovanni Tria.
A leggere IL MESSAGGERO di questa mattina, pare che ci siamo....
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Tria, tenaglia Di Maio-Salvini. E spunta la carta Savona
Si stringe l'assedio a Giovanni Tria. Adesso non è più soltanto Luigi Di Maio a chiedere di alzare al 2,4% l'asticella del rapporto deficit-Pil, dopo aver minacciato di fatto la crisi di governo. Anche Matteo Salvini, irritato per i paletti piantati nelle ultime ore dal ministro dell'Economia sulla revisione della legge Fornero, è determinato a sforare i vincoli di bilancio. Nella riunione convocata ieri pomeriggio con gli economisti del Carroccio, il leader leghista ha messo a verbale: «Le cose che dobbiamo fare le realizzeremo. Senza se e senza ma. Tria si dimette? Vedremo...». Salvo frenare in serata davanti ai giornalisti: «Nessuno farà gesti eclatanti per uno zero virgola, l'accordo c'è».
Quel che è certo, è che Di Maio e Salvini dopo giorni di gelo tornano in sintonia. Sulla pelle del ministro economico, con la sponda del premier Giuseppe Conte. Vedere Tria scendere in trincea, ascoltarlo ricordare di avere «giurato nell'esclusivo interesse della Nazione e non di altri...» (vale a dire: leghisti e grillini), ha mandato su tutte le furie i due leader. Così, nel pomeriggio, Di Maio ha chiamato Salvini: «Io punto al 2,4%, abbiamo molte cose da fare e vogliamo realizzarle. Tu cosa ne pensi?». La risposta del capo leghista è stato un sì: «Andiamo avanti come dici tu. Noi la riforma delle pensioni la vogliamo e non arretriamo».
Un rapporto deficit-Pil al 2,4%, significa 15 miliardi in più rispetto all'1,6% indicato dal ministro qualche giorno fa. E tutti in deficit. Roba da spread alle stelle. Tant'è, che Di Maio e Salvini hanno messo in conto le dimissioni di Tria. Ma scongiurando la crisi di governo: «Al massimo diamo l'interim a Conte, poi si vedrà...». L'ipotesi (azzardata): affidare anche solo una delega a Paolo Savona, per aggirare l'antica contrarietà di Sergio Mattarella. E che il prudente Giancarlo Giorgetti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, ha suggerito di accettare la mediazione proposta da Tria: il 2%.
L'ASSE A DUE
Di Maio e Salvini, ancora ieri sera, però tenevano il punto. Come finirà, si vedrà oggi. Prima nel vertice tra Giuseppe Conte, Tria, Salvini e Di Maio. Poi nel Consiglio dei ministri programmato per le sei di sera. E c'è chi non esclude uno slittamento a domani mattina.
Persa la sponda di Salvini, per Tria si fa dura. Sul Colle però ostentano tranquillità, notando la serenità e la determinazione con cui si muove il professore di Tor Vergata. E ne condividono l'impostazione, convinti che la scelta di far schizzare in alto il deficit sia controproducente. Perché, come ha ricordato ieri il ministro, «bisogna stare attenti: se uno chiede troppo quello che guadagna lo perde in termini di pagamento degli interessi», a causa dell'impennata dello spread.
Di Maio di questa prudenza ormai se ne infischia. Il capo pentastellato è determinato ad attuare prima delle elezioni europee di maggio il reddito di cittadinanza e la revisione della legge Fornero. Poi, visto che ci sta, rivendica 1,5 miliardi per «ripagare i truffati dalle banche». Un'altra promessa elettorale a 5stelle.
PROFESSIONE DI FEDE
Dopo aver incassato l'intesa con Salvini, Di Maio ha fatto sfoggio di tranquillità: «Ho la parola di Matteo che ci muoveremo compatti sul 2,4% e di lui mi fido». E ha rinunciato alla minaccia di non votare la nota di aggiornamento del Def. Non per cautela. Ma perché è convinto che «la manovra economica sarà coraggiosa»: il reddito di cittadinanza «si farà» con 10 miliardi, magari riducendo un po' la platea dei beneficiari. E perché vuole andare al redde rationem con Tria. Non a caso è tornato a lavorare ai fianchi il ministro: «Nell'apparato dello Stato ci sono tanti tecnocrati che remano contro. Una zavorra di cui dobbiamo liberarci». E per Di Maio anche Tria è un tecnocrate. Oggi la resa dei conti.
6 commenti:
https://www.infoaut.org/precariato-sociale/il-decreto-salvini-a-piedi-uniti-sulla-logistica
"Anche il mondo della logistica sarà interessato dal decreto legge approvato due giorni fa dal Consiglio dei Ministri in merito a sicurezza e immigrazione, che nella vulgata porta il nome del suo ispiratore, il Ministro degli Interni Matteo Salvini.
Il rimando non è esplicito, ma l’art.25 del provvedimento dispone, modificando un decreto legislativo del 1948 e uno del 1998, che anche chi operi blocchi stradali (finora la cosa era prevista per strade ferrate, zone portuali e acque interne) sia passibile di reclusione (e non solo di una sanzione amministrativa) da 1 a 6 anni e che, qualora la condanna “con sentenza irrevocabile” riguardi un cittadino extracomunitario, costui venga espulso.
La norma interessa evidentemente il settore della logistica, caratterizzato, da una parte, da una fortissima presenza di lavoratori extracomunitari e, dall’altra, da un elevatissimo livello di conflittualità."
E' VERA STA COSA?? NON AVETE UN CAZZO DA DIRE???
E' cosi' lampante il doppiopesismo eurocratico su ogni singolo stato che solo chi e' in malafede puo' tollerarlo .
Dove sono i Moscovici pronti a tirare le orecchie a noi e fare finta di nulla verso la politica espansiva francese di Macron .
Eppure al mainstream italiano tutto questo non li tocca , mi viene il dubbio che sono davvero degli anti-italiani .
Il min. Tria si appella al giuramento verso il bene della nazione , ma la nazione sono i cittadini , e fino a prova contraria questi , a maggioranza , ora anche in aumento stando ai sondaggi , hanno votato per una politica diversa da quella degli anni passati .
Tutto questo accade quando un ministro importante come quello dell'economia non e' espressione della volonta' popolare e quindi del governo in carica .
Quindi mi pare che oltre ad aver perso la sovranita' monetaria si e' andata a far benedire anche la sovranita' politica del nostro paese , e i media compiacenti che non lo denunciano ne sono complici .
HP "18.39 Fonti M5S-Lega, "c'è intesa, clima disteso""
Se confermata non è una bella notizia. Se non hanno ceduto del tutto come possono essersi accordati? Il 2% ora ed un restante 0.4% da ridiscutere a Gennaio in un altra fibrillazione? Del resto il RdC partirà da marzo o magari anche qualche mese dopo.
Questo significherebbe che, contrariamente a quanto avevo sperato, il nodo non è venuto al pettine. Sempre se non hanno ceduto.
Giovanni
D'accordo con Sandokan:
Tria dovrebbe togliersi dalle balle essendo un agente della nomenklatura eurista.
Domani sapremo se esce sconfitto dal consiglio dei ministri.
E se gli capita non gli resta che andare a casa
"19.00 Di Maio e Salvini allineati, "Tria o cede o cede"
Quella delle 18.39 dunque non è confermata, meglio così. Che chiacchieroni. Meglio se mi calmo e non commento più per oggi.
Giovanni
«E' VERA STA COSA?? NON AVETE UN CAZZO DA DIRE???»
http://sollevazione.blogspot.com/2018/09/sicurezza-si-sicuritarismo-no.html
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