Tommaso Rodano, un giornalista
all'amatriciana
Qualcuno
si domanda il perché la casta dei giornalisti sia sempre meno credibile, sempre
meno creduta, sempre meno letta. Una risposta la si può forse trovare nella
qualità, nella veridicità, nell'onestà intellettuale di certi articoli. Dunque
nella deontologia professionale di chi li ha scritti.
Tommaso
Rodano, del Fatto Quotidiano, fa al
caso nostro. Prendiamo il suo articolo
di domenica scorsa sull'incontro di solidarietà con i Gilet Gialli, organizzato
da Programma 101 a Roma.
Dato
che quando si esagera con le falsità il lettore solitamente se ne accorge, quel
testo non è tanto offensivo nei nostri confronti; lo è ancor di più verso i lettori e la loro
intelligenza, ma pure verso il giornale che lo ospita e retribuisce.
In
ogni caso noi il Rodano lo vogliamo ringraziare, per almeno tre motivi:
Primo,
perché ci ha mostrato in maniera insuperabile a quali bassezze si possa
arrivare quando si è guidati dalla malafede, dal pregiudizio, dall'odio per
tutto ciò che sfugge alle regole e ai codici della politica politicante
asservita alle oligarchie dominanti. Una vera lezione per i lettori.
Secondo,
perché nel suo tentativo di ridicolizzare la nostra iniziativa, quel che
risulta ridicola è solo la sua ricostruzione dell'incontro. Insomma, un
autogol. Ma non un autogol sfortunato, come può capitare. No, un autogol come
quello di quel portiere che volendo dribblare l'attaccante se la butta nella
propria porta con un colpo di tacco. Già, un colpo di tacco, perché dev'essere
proprio con i piedi che scrivono certi "giornalisti".
Terzo,
il Rodano ci ha fatto riflettere. Oddio, sinceramente ci ha fatto anche pena. E
un po' ci siamo vergognati anche per lui. Ma ci ha fatto pure riflettere sulla
situazione della libertà di stampa, che temiamo sia difficile da difendere se
chi dovrebbe esercitarla lo fa in quel modo.
Il
giornalista del Fatto ha "visto"
un'assemblea tesa, laddove c'era invece un clima appassionato con momenti di
autentico entusiasmo. Ha "visto" momenti di tensione - «finisce quasi a schiaffi» - solo perché
si è dovuto far fronte all'azione di disturbo di due provocatori. Oh, come gli
sarebbe piaciuto se quella provocazione fosse riuscita! Ha "visto" «un'espressione tra lo sbigottimento e il
disappunto» dei due ospiti francesi, quando invece i due Gilet Gialli sono stati entusiasti
dell'incontro, dell'accoglienza avuta, del fatto di aver partecipato alla prima
manifestazione di solidarietà con il loro movimento fuori dalla Francia. Il
Rodano, non contento di aver voluto scambiare il patriottismo di sinistra con
il "rossobrunismo", ha finito per "vedere" una «trentina di presenti, giornalisti compresi», quando invece la sala
da 200 posti era al completo. Insomma, come "vista" niente male.
Che
fare davanti a tanta manifesta malafede, del resto ben racchiusa nel titolo: «Roma, l'improbabile farsa dei Gilet Gialli
alla vaccinara»? Noi possiamo solo consigliare due cose.
Alla
direzione del Fatto Quotidiano
consigliamo la visione del video della diretta
dell'incontro, realizzato da Byoblu. Un video visto da 60mila persone in tre giorni, ovvero molto di più delle 48mila copie (numeri ufficiali, non come quelli truccati del Rodano) che spaccia IL FATTO QUOTIDIANO, si badi, sommando la versione cartacea e quella digitale).
A
Tommaso Rodano possiamo invece consigliare solo un oculista. Ma proprio bravo, che il suo è un caso grave.
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3 commenti:
Tommaso Rodano tiene famiglia.
Tiene famiglia... embè?
Ha scelto di fare il gironalista.
Poteva anche criticare, ci mancherebbe, ma così ha violato la deontologia dell'ordine cui appartine, ha fatto falsa informazione, e si è pure ridicolizzato.
La deontologia dell'ordine a cui appartiene consiste nello scrivere quel che vuole la proprietà o cercarsi un altro mestiere (dove varrebbero le stesse regole).
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