[ 31 gennaio 2019 ]
Comunicato n.2 -2019
Chi si era illuso che con Trump gli Stati Uniti avrebbero cessato di essere il principale gendarme del cosiddetto “ordine mondiale” deve ricredersi. Con atto gravissimo la Casa Bianca, dopo aver spinto il leader dell’estrema destra venezuelana Juan Guaidò ad autoproclamarsi Presidente, lo ha formalmente riconosciuto come tale e, allo scopo di strangolare il Paese, ha annunciato pesanti sanzioni economiche.
Forti del semaforo verde nord-americano i golpisti potrebbero attuare nei prossimi giorni provocazioni tali da precipitare il Paese in una sanguinosa guerra civile così da dare alla Casa Bianca il pretesto tanto preparato per scatenare, in combutta coi suoi fantocci alleati (Brasile, Colombia, ecc), un’aggressione armata in piena regola.
La crisi interna al Venezuela è diventata così una gravissima crisi internazionale, col rischio di un vero e proprio conflitto regionale. L’Unione europea, compresi i governi che si dicono di sinistra, come già fece per l’Ucraina, confermando essere una protesi della NATO e degli USA, è subito scattata sull’attenti e si è schierata con le forze golpiste.
- Chiediamo non solo al governo italiano “del cambiamento” ma al Vaticano, di respingere le pressioni nord-americane e quelle di Bruxelles, di non aderire alla annunciate sanzioni, e di attivarsi per evitare l’escalation e difendere la pace.
- Chiediamo le dimissioni del Ministro degli Esteri Enzo Moavero che mettendo lo stesso Consiglio dei Ministri davanti al fatto compiuto, ha ufficialmente dichiarato il suo sostegno alle provocatorie sanzioni decise dalla Commissione europea.
- Chiediamo ai cittadini italiani che hanno a cuore la pace, come alle forze politiche e sociali democratiche antimperialiste e pacifiste, di mobilitarsi contro la minaccia di aggressione al Paese latino-americano. Difendendo la sovranità e l’indipendenza nazionale venezuelana diciamo al mondo che il popolo italiano tutela, contro ogni ingerenza esterna ed ostile, quella sua propria.
Comunicato n.2 -2019
Chi si era illuso che con Trump gli Stati Uniti avrebbero cessato di essere il principale gendarme del cosiddetto “ordine mondiale” deve ricredersi. Con atto gravissimo la Casa Bianca, dopo aver spinto il leader dell’estrema destra venezuelana Juan Guaidò ad autoproclamarsi Presidente, lo ha formalmente riconosciuto come tale e, allo scopo di strangolare il Paese, ha annunciato pesanti sanzioni economiche.
Forti del semaforo verde nord-americano i golpisti potrebbero attuare nei prossimi giorni provocazioni tali da precipitare il Paese in una sanguinosa guerra civile così da dare alla Casa Bianca il pretesto tanto preparato per scatenare, in combutta coi suoi fantocci alleati (Brasile, Colombia, ecc), un’aggressione armata in piena regola.
La crisi interna al Venezuela è diventata così una gravissima crisi internazionale, col rischio di un vero e proprio conflitto regionale. L’Unione europea, compresi i governi che si dicono di sinistra, come già fece per l’Ucraina, confermando essere una protesi della NATO e degli USA, è subito scattata sull’attenti e si è schierata con le forze golpiste.
- Chiediamo non solo al governo italiano “del cambiamento” ma al Vaticano, di respingere le pressioni nord-americane e quelle di Bruxelles, di non aderire alla annunciate sanzioni, e di attivarsi per evitare l’escalation e difendere la pace.
- Chiediamo le dimissioni del Ministro degli Esteri Enzo Moavero che mettendo lo stesso Consiglio dei Ministri davanti al fatto compiuto, ha ufficialmente dichiarato il suo sostegno alle provocatorie sanzioni decise dalla Commissione europea.
- Chiediamo ai cittadini italiani che hanno a cuore la pace, come alle forze politiche e sociali democratiche antimperialiste e pacifiste, di mobilitarsi contro la minaccia di aggressione al Paese latino-americano. Difendendo la sovranità e l’indipendenza nazionale venezuelana diciamo al mondo che il popolo italiano tutela, contro ogni ingerenza esterna ed ostile, quella sua propria.
30 gennaio 2019
1 commento:
Certamente i gravi problemi del Venezuela sono anche legati a politiche sbagliate ed estesi fenomeni di corruzione, ma lo stesso discorso potrebbe essere fatto per decine di altri paesi nel mondo non escluso, come ben sappiamo, il nostro. Ed infatti il punto fondamentale o meglio come si suol dire, la principale contraddizione, con la quale ci troviamo a confrontarci oggi in ogni angolo del pianeta è rappresentata dal fatto che un paese (pre)potente impone a tutti, volenti o nolenti, la sua personale ricetta economico-sociale ed il suo personale dominio che ne è conseguenza.
Se non si risolve questo gigantesco problema, tutte le altre questioni rischiano di apparire come beghe locali di poco conto e di modesto impatto sulla vera risoluzione dei problemi economici politici e sociali.
In questo senso, dopo quello che ha dovuto subire la Siria, è oggi il Venezuela a rappresentare il simbolo di una dichiarazione di indipendenza ed autodeterminazione dei popoli. Ed è in questo senso che condivido il titolo di questo articolo.
Posta un commento