[ 12 giugno 2017 ]
Avremo modo, come del resto abbiamo sempre fatto, di trarre un bilancio complessivo delle elezioni municipali svoltesi ieri. Un'analisi per niente facile. Vanno tenuti in considerazione, com'è ovvio, i molteplici che entrano in gioco nei casi di elezioni locali. Ed anzitutto va tenuto in debito conto il meccanismo elettorale maggioritario, che tende a premiare le coalizioni più forti ed i candidati di regime (di centro-sinistra o centro-destra) a discapito delle forze di sovranità popolare.
Ad un primo sguardo d'insieme ci pare emergano cinque fattori fondamentali: (1) un aumento dell'astensione; (2) l'inceppamento della spinta propulsiva dei Cinque Stelle —che vanno al ballottaggio solo in 8 centri su 140; (3) la generalizzazione della modalità delle "liste civiche" —anche da parte dei vecchi ceti politici di regime; (4)l'affermazione del blocco di centro-destra-di-regime, grazie alle stampelle di Lega e Fratelli d'Italia ; (5) le difficoltà del Pdr (Partito di Renzi) che va ai ballottaggi solo ove è a sua volta sostenuto dalla "sinistra Radicale".
Ci sarà consentito esprimere, in questo quadro confuso ed in cui nessuno può davvero esultare, esprimere la nostra soddisfazione per l'affermazione in sei comuni siciliani delle liste civiche popolari e sovraniste sostenute dagli amici di Noi Mediterranei di Beppe De Santis (uno dei perni della CLN, Confederazione per la Liberazione Nazionale).
Lo segnalavamo il 9 giugno scorso.
Ebbene, ad eccezione di Palermo, dove la lista “La città futura” di Nadia Spallitta ha sfiorato il 2% —ci sarà da capire bene le ragioni di questo insuccesso—, nei cinque piccoli comuni restanti (Piana degli Albanesi, Pettineo, Ciminna, Campofelice di Fitalia ePetrosino), le liste civiche popolari e sovraniste hanno tutte ottenuto risultati a due cifre, con il caso eccezionale di Petrosino, dove si è andati al 40% (vedi più sotto).
Se dobbiamo comprendere le cause del modesto 2% di Palermo, a maggior ragione si devono capire quelle del successo di queste cinque liste civiche popolari e sovraniste. E capirle bene, al netto delle specificità, per vedere se queste esperienze sono estendibili e imitabili. Anzitutto in vista delle importanti elezioni regionali siciliane del prossimo 5 novembre —dove i Cinque Stelle sono dati per vincenti (ma è sicuro a questo punto?) e vista la spinta che i risultati di Palermo danno all'operazione (di trasformismo classico) di Leoluca Orlando.
A noi pare che le ragioni del successo delle liste civiche popolari e sovraniste siano, in linea di massima, le seguenti:
(1) protesta radicale contro l'ordine di cose esistente e i partiti di regime, come segno prevalente; (2) legame tra particolare e generale, tra gli obbiettivi locali praticabili per lenire le sofferenze sociali e l'orizzonte della sovranità popolare e nazionale; (3) forte radicamento territoriale delle liste e dei suoi candidati; (4) i giovani come forza motrice delle liste e delle campagne elettorali; (5) candidati a sindaco mai collusi con mafie e mafiette di regime.
Non pretendiamo affatto di chiudere con questo la riflessione, una riflessione che sta sulle spalle anzitutto degli amici siciliani, da una terra ferita a morte che forse indica il sentiero da seguire al resto d'Italia.
Ecco i risultati in dettaglio nei cinque comuni
1 - Piana degli Albanesi (Palermo)
Lista “Vincenzo Petta Sindaco” = 14,57%
Avremo modo, come del resto abbiamo sempre fatto, di trarre un bilancio complessivo delle elezioni municipali svoltesi ieri. Un'analisi per niente facile. Vanno tenuti in considerazione, com'è ovvio, i molteplici che entrano in gioco nei casi di elezioni locali. Ed anzitutto va tenuto in debito conto il meccanismo elettorale maggioritario, che tende a premiare le coalizioni più forti ed i candidati di regime (di centro-sinistra o centro-destra) a discapito delle forze di sovranità popolare.
Ad un primo sguardo d'insieme ci pare emergano cinque fattori fondamentali: (1) un aumento dell'astensione; (2) l'inceppamento della spinta propulsiva dei Cinque Stelle —che vanno al ballottaggio solo in 8 centri su 140; (3) la generalizzazione della modalità delle "liste civiche" —anche da parte dei vecchi ceti politici di regime; (4)l'affermazione del blocco di centro-destra-di-regime, grazie alle stampelle di Lega e Fratelli d'Italia ; (5) le difficoltà del Pdr (Partito di Renzi) che va ai ballottaggi solo ove è a sua volta sostenuto dalla "sinistra Radicale".
Ci sarà consentito esprimere, in questo quadro confuso ed in cui nessuno può davvero esultare, esprimere la nostra soddisfazione per l'affermazione in sei comuni siciliani delle liste civiche popolari e sovraniste sostenute dagli amici di Noi Mediterranei di Beppe De Santis (uno dei perni della CLN, Confederazione per la Liberazione Nazionale).
Lo segnalavamo il 9 giugno scorso.
Ebbene, ad eccezione di Palermo, dove la lista “La città futura” di Nadia Spallitta ha sfiorato il 2% —ci sarà da capire bene le ragioni di questo insuccesso—, nei cinque piccoli comuni restanti (Piana degli Albanesi, Pettineo, Ciminna, Campofelice di Fitalia ePetrosino), le liste civiche popolari e sovraniste hanno tutte ottenuto risultati a due cifre, con il caso eccezionale di Petrosino, dove si è andati al 40% (vedi più sotto).
Se dobbiamo comprendere le cause del modesto 2% di Palermo, a maggior ragione si devono capire quelle del successo di queste cinque liste civiche popolari e sovraniste. E capirle bene, al netto delle specificità, per vedere se queste esperienze sono estendibili e imitabili. Anzitutto in vista delle importanti elezioni regionali siciliane del prossimo 5 novembre —dove i Cinque Stelle sono dati per vincenti (ma è sicuro a questo punto?) e vista la spinta che i risultati di Palermo danno all'operazione (di trasformismo classico) di Leoluca Orlando.
A noi pare che le ragioni del successo delle liste civiche popolari e sovraniste siano, in linea di massima, le seguenti:
(1) protesta radicale contro l'ordine di cose esistente e i partiti di regime, come segno prevalente; (2) legame tra particolare e generale, tra gli obbiettivi locali praticabili per lenire le sofferenze sociali e l'orizzonte della sovranità popolare e nazionale; (3) forte radicamento territoriale delle liste e dei suoi candidati; (4) i giovani come forza motrice delle liste e delle campagne elettorali; (5) candidati a sindaco mai collusi con mafie e mafiette di regime.
Non pretendiamo affatto di chiudere con questo la riflessione, una riflessione che sta sulle spalle anzitutto degli amici siciliani, da una terra ferita a morte che forse indica il sentiero da seguire al resto d'Italia.
Ecco i risultati in dettaglio nei cinque comuni
1 - Piana degli Albanesi (Palermo)
Vincenzo Petta |
Lista “Vincenzo Petta Sindaco” = 14,57%
Giuseppe Rampulla (al centro) |
2 - Pettineo (Messina)
Lista “Progetto Futuro” Sindaco Giuseppe Rampulla = 38,5%
Lista “Progetto Futuro” Sindaco Giuseppe Rampulla = 38,5%
3 - Ciminna (Palermo)
Lista “Liberi e forti” - Sindaco Totò Mannina 13,5%
Lista “Liberi e forti” - Sindaco Totò Mannina 13,5%
Andrea Piraino |
2 commenti:
Io, abitante del profondo nord, nutro speranze verso il sud dove le contraddizioni sono significative e quindi possono operare maturazioni politiche. Il rischio è che il sistema sappia fiaccare l'onda propulsiva, esattamente come ha saputo fare con il sud del mondo (America Latina) e con i movimenti "alternativi" come il M5S ormai arrivato alla resa dei conti per le palesi contraddizioni interne. Serve quindi una capacità propositiva di rinnovamento che sappia essere coerente e sapiente e mi auguro che i "briganti del sud" possano dare al nord una lezione di vita.
Anche noi da Salerno,ex capitale d'Italia durante la guerra di liberazione nazionale,siamo soddisfatti del risultato degli amici siciliani e speriamo che questo costituisca un primo,importante precedente politico. Nello De Bellis-MPl-P101 Salerno
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