martedì 13 giugno 2017

LA VITTORIA DI PIRRO DI MACRON, LA CAPORETTO DI GRILLO E L'ITALIA RIBELLE di Piemme

[ 13 giugno 2017 ]

La stampa di regime italiana inneggia alla "enorme vittoria" delle liste di République en marche (Lrm), ovvero dello pseudo-partito di Macron. Questa esultanza è ingiustificata. Quella di Macron si rivelerà molto presto una vittoria di Pirro.
Scrive Le Monde di ieri:
«Con un tasso del 51,29% al primo turno, l'astensione ha stabilito, Domenica 11 giugno, un nuovo record nelle elezioni parlamentari nella storia della Quinta Repubblica. Nel 2012, l'astensione era "solo" al 42.78%. Domenica scorsa, solo 59 dipartimenti hanno registrato una partecipazione oltre il 50%». 
Tanto per fare un esempio eclatante, nel popolare e popoloso dipartimento di Seine-Saint-Denis, l'enorme periferia Nord-Est di Parigi gli elettori sono stati il 39,3%. 

E' solo grazie allo schifo antidemocratico del sistema elettorale maggioritario vigente nella V. Repubblica —chi vince in un collegio conquista lo scranno—, che Macron, col 15% di consensi (un sesto degli aventi diritto!!) potrà aggiudicarsi —ammesso che vinca i ballottaggi—, una maggioranza schiacciante in Parlamento. Una situazione che se non fosse tragica è addirittura comica: il Front National, dati alla mano, potrà conquistare 5 o 6 seggi al massimo, nemmeno questa volta potendo costituire un suo gruppo parlamentare. Ci riuscirà forse France Insoumise.

Facile prevedere che ai ballottaggi di domenica 18 giugno i votanti precipiteranno molto più in basso. Risultato: la Francia avrà un'Assemblea Nazionale che rappresenterà una penosa minoranza del popolo francese.

A sentire le cassandre di regime che vorrebbero importare in Italia il sistema elettorale francese viene da mettere la mano alla pistola....

Astensione in crescita, anche in Italia...

Oltr'Alpe e da noi il distacco tra l'establishment politico e il popolo, anzitutto gli strati che più soffrono a causa delle politiche austeritarie neoliberiste, si approfondisce, inesorabilmente —istruttive la analisi dei flussi dell'Istituto Cattaneo. Le amministrative han mostrato che vittima di questo divorzio tra chi sta in basso e pena e le élite è anzitutto il Movimento 5 Stelle, poi il Pd renziano, e infine la sinistra sinistrata. M5s ha perso infatti enormi consensi, anzitutto verso l'astensione. Andrà fatta un'analisi dettagliata, ma la flessione elettorale di M5S è addirittura macroscopica.

Ad un anno dai folgoranti successi a Roma e Torino il Movimento non solo non è andato ai ballottaggi da nessuna parte, ha perso in proporzione più voti dei due blocchi sistemici di centro-sinistra e centro-destra. Non stiamo dicendo affatto che si torna ad un "equilibrio" bipolare, non ci torneremo affatto, altri occuperanno semmai l'area vasta dell'indignazione sociale, dell'Italia Ribelle, fin qui presidiata monopolisticamente dai Cinque Stelle.

Facciamo due conti, comparando i voti presi domenica da M5s rispetto a quelli che ottenne nelle elezioni del 2013. Sappiamo bene che questa comparazione è discutibile data la natura diversa della competizioni, ma guardare queste cifre fa impressione.

A Verona M5S è passato da 34mila voti a 10mila, a Genova da 112mila a 39mila, a Palermo da 105mila a 26mila, a Taranto da 28mila a 8mila voti, a Trapani da 13mila a 3mila, a Catanzaro da 12mila a 1500, a Piacenza da 11mila voti a 3500.

Una vera e propria Caporetto. 

Le cause di questo tonfo sono molteplici ma se la maggior parte dei voti sono andati verso l'astensione un'idea noi ce l'abbiamo: dopo 5 anni dal loro exploit anche quello a cinque stelle è percepito come ceto politico arrogante, vieppiù incapace di rappresentare le istanze di cambiamento radicale che furono il loro carburante.

L'Italia Ribelle saprà trovare presto una strada per scendere in campo?

8 commenti:

Tonguessy ha detto...

"la Francia avrà un'Assemblea Nazionale che rappresenterà una penosa minoranza del popolo francese.... M5s ha perso infatti enormi consensi, anzitutto verso l'astensione..... dopo 5 anni dal loro exploit anche quello a cinque stelle è percepito come ceto politico arrogante".
La cifra della continua e costante espansione dell'astensionismo (che è giunto a rappresentare la maggioranza assoluta degli aventi diritto al voto) sta proprio nella mancanza di rappresentatività, nel deficit di democrazia che l'occodente (USA in primis) ha architettato per mettersi al sicuro da eventuali cambiamenti. Se scimiottiamo il sistema elettorale USA col suo maggioritario infame non possiamo poi lamentarci di nulla. Se poi la classe politica made in EU non sa più rappresentare se non gli interessi delle migliaia di lobbisti stazionati a Bruxelles, questo non può che essere un vulnus democratico. Il popolo (alla faccia degli elitisti che lo dipingono come bue e gregge di pecoroni) sa discernere tra possibilità di cambiamento vera e fittizzia, falsa in partenza. I dubbi espressi qui a Sollevazione sul M5S si sono dimostrati fondati, ed i fatti seguono sempre le analisi corrette degli avvenimenti.

Anonimo ha detto...

D'accordo con il giudizio impietoso dato al m5s e al suo ondivago proporsi in veste di "formazione responsabile" e allo stesso tempo "antisistema" un gioco al suicidio che sta mostrando la corda alla prova dei fatti ma, che dire di quei 20(venti)milioni di voti dati in Francia ad un rappresentante di quell'oligarchia che provvederà immediatamente ad usarli attuando quel programmino del signor Attali che prevede un vero e proprio massacro sociale, maggioranza ottenuta con il consenso determinante di quella "Francia ribelle"(sic) che adesso scende in piazza contro chi un minuto prima aveva votato e sostenuto perché, di là,c'era il FASCISMO alle porte(sic).Venti milioni di voti sono un bottino che neanche il più ottimista oligarca poteva sognare per cui cari francesi ora viene il bello ed è vero che alle legislative ha votato una minoranza ma nel paese dei Comunardi ciò che conta sono le presidenziali e le presidenziali hanno emesso un verdetto tremendo per noi sovranisti inutile cercare attenuanti.

Sandro Arcais ha detto...

Non illudiamoci: l'allargarsi dell'astensionismo è un obiettivo del governo neoliberista. Se contemporaneamente riescono a tagliare le gambe a qualsiasi proposta veramente alternativa, o a controllarla con vari strumenti, per loro va di lusso.

Per quel che riguarda il M5S, se l'analisi del fenomeno quale gatekeeper è esatta, il loro svuotamento è già spiegato. Del resto è vero che il suo lavoro lo avrebbe già fatto rinforzando idee tipo: "sono tutti uguali", "non cambierà nulla", "sono dei dilettanti, magari onesti, ma pasticcioni", "gli altri saranno pure casta, ma non c'è alternativa", e simili.

Anonimo ha detto...

Ottimo articolo, condivisibile in toto.
Ne emerge, ne dovrebbe emergere un diverso concetto, ideale di democrazia.
Occorrerebbe ristudiare la Costituzione di Weimar, l'apporto fondamentale di Preuss e il serrato dibattito politologico Schmitt Kelsen che ne scaturiva. La Democrazia o è Plebiscitaria o non è Democrazia, ma oligarchia totalitaristica di qualsivoglia natura.
Il modello costituzionale illuministico-borghese, sostanzialmente liberal-sociale, radice dei vari sistemi costituzionali contemporanei, ha pienamente fallito sul piano democratico; è - ormai lo si vede -quanto di più antidemocratico sia uscito dalla storia contemporanea. La rappresentanza è l'antitesi della presenza politica popolare, presupposto, conditio sine qua non della democrazia classica.
L'essenza del social-liberalismo è la depoliticizzazione della comunità popolare, il mito astratto della neutralizzazione del conflitto, che come si vede quotidianamente è anche questo un mito fallace.
Ci si preoccupa della qualità democratica di Putin, Erdogan o Orban; ma la partecipazione popolare, politica, in quei contesti è infinitamente superiore e più viva di quella dei sistemi liberali, pseudodemocratici, neo-illuministici.

Giovanni ha detto...

Ci sta anche un altra sorpresa direi. In un comune di Mantova di poco più di 7000 abitanti una lista chiamata Fasci del Lavoro prende il 10.41% (334 voti, presumo che fra i 7000 ci siano contati anche i minori non aventi diritto al voto).

Certo è un piccolo comune ma il segno è inequivocabile. Se la sinistra non si sbriga a fornire un adeguato modello di organizzazione della forza lavoro altri lo faranno.

Se non ricordo male tempo fa Pasquinelli, parlando dell'avvento del fascismo, attribuì fra le cause "l'insipienza del movimento rivoluzionario". Ecco, che la sinistra si scuota presto dal suo sonno perché l'insipienza porta a questo.

Anonimo ha detto...

Ad integrazione del mio commento delle 14:43 in merito ai risultati elettorali francesi,vorrei che si prestasse particolare attenzione ai flussi di voto fra il primo ed il secondo turno delle presidenziali,là dove si evince CHIARAMENTE che la MAGGIORANZA dei sostenitori della lista "Francia ribelle"invece di seguire le indicazioni orientate all'astensione date da Melenchon,ha invece CONVINTAMENTE votato per il pupillo di Attali,AVENDO BEN CHIARO,ed è questo che dovrebbe far meditare sulla presunta(PRESUNTA)coscienza desta di questi "ribelli".Eppure gli era stato detto e più volte confermato quanto fosse infinitamente più pericoloso per i loro interessi e per le vite della maggioranza del popolo francese l'avvento diretto al potere di questa genìa di "illuminati"difensori dello statu quo mascherati da "nuovo ceto a/partitico"e, a questo proposito,citando una frase profetica di Brecht secondo cui "IL NEMICO MARCIA SEMPRE ALLA TUA TESTA" si dovrebbe avere l'onestà di ammettere che in questo caso lo si conosceva molto bene.E adesso comincino le danze che toccherà ballare tutti,perchè quel voto ha inferto alle classi dominate un colpo durissimo però...eh però, con la certezza di aver sconfitto il fascismo(sic)Luciano

amaryllide ha detto...

"i flussi di voto fra il primo ed il secondo turno delle presidenziali,là dove si evince CHIARAMENTE che la MAGGIORANZA dei sostenitori della lista "Francia ribelle"invece di seguire le indicazioni orientate all'astensione date da Melenchon,ha invece CONVINTAMENTE votato per il pupillo di Attali"
Assolutamente no.
1) Macron partiva da 8,7 milioni di voti, cui vanno aggiunti quelli degli sconfitti al primo turno che hanno chiesto di votare per lui (Hamon 2.3 milioni, Fillon 7.2 milioni), totale 18.2 milioni. Per arrivare ai 20.7 milioni finali ne mancano 2.5 milioni, che sono un terzo dei 7.1 milioni di voti di Melenchon. AMmesso e non concesso che i "traditori" siano tutti melenchoniani, visto che c'erano anche altri candidati che non si erano schierati con MAcron e che avevano 1.5 milioni di voti complessivi. Per cui teoricamente potrebbero pure essere stati 1.5 milioni di elettori di altri candidati e 1 di FI. Ma anche nel caso peggiore, 2.5 milioni è poco più di un terzo degli elettori di Melenchon, quindi è FALSO scrivere che la maggioranza di chi ha votato FI abbi votato Macron. A maggior ragione è falso dire che lo ha fatto convintamente, che è puro processo alle intenzioni.
2) Melenchon NON ha chiesto l'astensione, tant'è vero che ha dichiaato che sarebbe andato a votare, e che non avrebbe votato la Le Pen. Quindi l'indicazione era votare bianca, nulla, o MAcron, anche se non l'ha detto esplicitamente, proprio per dare copertura a chi voleva "tradire". E infatti ci sono stati ben QUATTRO milioni di voti bianchi o nulli, record storico che si spiega solo col fatto che quei voti sono di France Insoumise.
Ma a parte questo, bisogna saper guardare in prospettiva storica. 15 anni prima, Chirac arrivò al ballottaggio contro Le Pen padre col risultato peggiore della storia per un primo al primo turno (appena 5.7 milioni di voti), quindi era assolutamente inviso ai francesi. Eppure allora la pregiudiziale antifascista bastò per dargli 20 milioni di voti NUOVI (e non totali, come ha avuto Macron), nonostante fosse un candidato di destra. Macron partiva da 3 milioni di voti in più, e ne ha presi 5 milioni IN MENO. Dall'altro lato della barricata, LP padre migliorò il primo turno di appena mezzo milione di voti, la figlia ne ha presi TRE milioni in più, e 5 milioni di elettori in meno per Macron rispetto a Chirac non si sono più bevuti la storiella del grande fronte antifascista. In soli 15 anni il divario è passato da 20 milioni di voti (insomma, chiunque non fosse già lepenista correva automaticamente a votare contro JMLP), a 10 milioni, che sono in pratica i soli elettori dei partiti di regime che hanno fatto quadrato intorno al Renzi locale per mantenere il proprio potere. In pratica, tra un altro paio di elezioni il FN si potrà giocare il ballottaggio alla pari, tanto sono stati dannosi per il popolo francese i governi "antifascisti" degli ultimi 15 anni. Per cui direi che la strada per il risveglio è tutta in discesa, per i francesi.
E il voto alle legislative lo conferma. Al netto dei ragli della stampa di regime sul "trionfo" di Macron, i numeri parlano chiarissimo, e se serve un'ulteriore conferma, basterà ricordare che il fallimentare Hollande partì da ben più in alto di Macron (10.3 milioni di voti al primo turno), e SOPRATTUTTO mantenne quei voti alle legislative di un mese dopo.
Macron è già crollato da 8.6 milioni di voti a 7.3 milioni, quindi un voto su sei perso IN UN SOLO MESE!
Solo un sistema elettorale abietto come quello francese gli darà una maggioranza blindata, ma i francesi non ci metteranno molto a ricordarlì che sette su otto di loro lo odia.

Anonimo ha detto...

A conferma di quanto detto su i flussi di voti passati da "Francia ribelle"al pupillo di Attali si veda:Il Simplicissimus:"CORTEO ANTI MACRON DOPO AVERLO VOTATO".Ci sono dati INCONFUTABILI che dimostrano il passaggio in maggioranza, di voti, da Melenchon all'allievo di Attali.Quel che più indigna però non è l'insipienza ma l'assoluta convinzione di questo elettorato nel dare il voto "utile"(?)che avrebbe sbarrato la strada ancora una volta al "fascismo",un voto dato in piena coscienza BEN SAPENDO chi si andava a sostenere,per cui resta valido il sempiterno antico adagio:"gli dei accecano chi vuol essere accecato".Luciano

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