[ 16 giugno 2017 ]
Quando il cuore batte a destra c'è poco da fare, si sta nel campo della destra. E questo campo, nell'Italietta sotto protettorato euro-tedesco, è quello concimato e quindi contaminato da decenni di berlusconismo. E fino a quando si resta dentro quel campo, le chiacchiere "sovraniste" stanno a zero: il sovranismo è la foglia di fico per nascondere il vecchio ciarpame ideologico reazionario —vedi la cialtronesca opposizione allo Ius soli. Lo stesso nazionalismo è come un rivestimento pornografico, un ritocco photoshopparo per rendere suadente e aggraziato il tradizionale servilismo delle destre storiche italiane verso questa o quella potenza straniera. Francia o Spagna, basta che se magna! che tradotto significa: tutto si fa purché le chiappe di élite politiche di scarto, restino incollate negli scranni del Parlamento.
Le recenti elezioni amministrative, visto che dappertutto le destre si sono presentate unite come un solo uomo, sono la conferma plastica e icastica che non esiste una destra "sovranista".
L'odore di vittoria al secondo turno delle amministrative, detto altrimenti il lezzo di Palazzo Chigi, rafforza tra i destrorsi gli unitari, quelli che spingono per il sodalizio perpetuo.
Salvini prova a recalcitrare, ma ha il fiato corto, visto che è uscito dal recente congresso mezzo commissariato dai notabili alla Maroni e alla Zaia, che in barba alla "sovranità Italiana" hanno promosso i devastanti referendum in Lombardia e Veneto che vanno nella direzione opposta. Non ci credete? Sentite cosa dice Maroni:
Quando il cuore batte a destra c'è poco da fare, si sta nel campo della destra. E questo campo, nell'Italietta sotto protettorato euro-tedesco, è quello concimato e quindi contaminato da decenni di berlusconismo. E fino a quando si resta dentro quel campo, le chiacchiere "sovraniste" stanno a zero: il sovranismo è la foglia di fico per nascondere il vecchio ciarpame ideologico reazionario —vedi la cialtronesca opposizione allo Ius soli. Lo stesso nazionalismo è come un rivestimento pornografico, un ritocco photoshopparo per rendere suadente e aggraziato il tradizionale servilismo delle destre storiche italiane verso questa o quella potenza straniera. Francia o Spagna, basta che se magna! che tradotto significa: tutto si fa purché le chiappe di élite politiche di scarto, restino incollate negli scranni del Parlamento.
Le recenti elezioni amministrative, visto che dappertutto le destre si sono presentate unite come un solo uomo, sono la conferma plastica e icastica che non esiste una destra "sovranista".
L'odore di vittoria al secondo turno delle amministrative, detto altrimenti il lezzo di Palazzo Chigi, rafforza tra i destrorsi gli unitari, quelli che spingono per il sodalizio perpetuo.
Salvini prova a recalcitrare, ma ha il fiato corto, visto che è uscito dal recente congresso mezzo commissariato dai notabili alla Maroni e alla Zaia, che in barba alla "sovranità Italiana" hanno promosso i devastanti referendum in Lombardia e Veneto che vanno nella direzione opposta. Non ci credete? Sentite cosa dice Maroni:
«D. Anche se sembra dividervi tutto: lei, come Berlusconi, ha detto di non condividere il lepenismo di Salvini. Quale spirito crede che prevarrà nella Lega?
R. Credo che questa fase del lepenismo in realtà sia conclusa. E non tanto perché Marine Le Pen ha perso ma perché ha un progetto politico opposto rispetto al nostro. Il Front National vuole uscire dall’Europa e tornare allo stato nazionale francese, noi vogliamo invece l’Europa dei popoli e delle regioni, come insegnava Miglio. E poi la stessa Le Pen ha detto che il lepenismo è morto. E ne prendo atto con soddisfazione. Perché la Lega non è di destra e un’altra cosa…».
[LA STAMPA del 16 maggio]
E la Giorgia Meloni? E Fratelli d'Italia? Li siamo messi ancora peggio.
Proprio oggi la Meloni ha rilasciato un'illuminante intervista al Corriere della Sera nella quale,
soddisfatta per il suo presunto 5% ottenuto alla amministrative, sostiene, apertis verbis, che lo schieramento di centro-destra deve assolutamente stare unito e sfidare unito il Pd di Renzi:
«Se il centrodestra si presenta unito con un progetto serio, senza ambiguità e occhieggiamenti ai rivali, allora vince.»
Con l'aggravante, in ossequio al totem della governabilità ("ce lo chiede l'Europa"), che vuole un "ritocchino" alla legge elettorale affinché non il 40% bensì il 37% diventi la soglia per ottenere la maggioranza assoluta dei seggi in Parlamento.
Contro certe destre anti-nazionali vien voglia di invocare il "vincolo esterno".
E' che davanti a questi straccioni politici i tedeschi alla Wolfgang Schäuble fanno la figura dei giganti...
2 commenti:
Carissimi,
La questione della cittadinanza è cosa seria. Anche se forse non è più seria la Repubblica che la concede...
Comunque sia, credo che su questo tema si possa e si debba discutere apertamente, senza veti e senza scomuniche a priori nei confronti di una posizione piuttosto che di un'altra. E bisogna anche osservare che fra il polo dello ius soli "purchessia", "senza se e senza ma" e l'altro polo dello ius sanguinis parimenti "purchessia", "senza se e senza ma", esistono tutta una gamma di posizioni che meriterebbero di essere esaminate attentamente. Rigorosamente al di fuori della manipolazione elettorale del letamaio parlamentare tutto (MDP, PD, AP, FI, FdI, LN, M5S, ecc.).
Ho voluto aprire così per specificare che usare questa argomentazione - molto delicata e potenzialemente assai divisiva - a mo' di clava per aprire una altrimenti giustificata esposizione delle magagne di ciò che resta dei cadaveri putrefatti della dx italiana, mi sembra un po' specioso.
Oltretutto, mi sembra anche sintomo d'un vizio di voler seguire compulsivamente ogni quotidiana, ridicola, superflua, fasulla baruffa chiozzotta che questi luridi mercenari mettono ossessivamente in scena senza sosta. Questi protagonisti d'una commedia grottesca e dell'assurdo che non sarebbe potuta uscire neanche dalle penne di Kafka e Huxley dopo essersi calati gran dosi di LSD!
Se ci si volesse dunque occupare dell'acquitrino "destra italiana", piuttosto che marcare stretto tutti i giorni le sparate (o scorregge orali, fate voi!) di certi soggetti inqualificabili (coll'effetto collaterale di regalare click e contatti ai siti della stampa di regime, che va solo abbandonata al suo impietoso fallimento), meglio realizzare dei dossier puntuali, ben ricercati, più corposi e improntati ad una prospettiva più ampia di tempo e spazio, cosa che richiederebbe uno sforzo iniziale più grande, ma poi rimarrebbe come "manuale d'uso" per ogni riferimento futuro!
Penserei anche ad un "angolo dei libri", suggerendo nel caso della Lega, il gustoso "Io, Bossi e la Lega" di... Gianfranco Miglio! Proprio lui! E m'è venuto in mente vedendo tirato in ballo il defunto professore da quella testa squadrata di Maroni...
Ecco, quel libro chiarisce un bel po' di cose su quali siano, da sempre, i presupposti di quel baraccone che va sotto il nome Lega Nord, e che il prof. Miglio - uomo di cui non condivido una virgola ideologicamente parlando, tanto per sgombrare il campo da equivoci - con la sua indubbia intelligenza capì molto bene nella sua breve parabola in quel movimento. Un libello agile, che chiarisce molto bene i punti che serve chiarire e rivela spesso episodi molto divertenti! In appendice c'è anche un interessante saggio di prospettiva storica, che invito caldamente a studiare con attenzione.
Che ne dite, qualcuno in redazione lo rimedia, poi scrive una recensione e si apre un dibattito su quello, così almeno chiariamo una volta per tutte certe cose senza bisogno di prestare attenzione alle cazzate quotidiane del cubista milanese Matteo Salvini?
E se funziona, lo faremo anche con libri su altri argomenti, se disponibili.
Un saluto a tutti!
Vostro,
Barbaro D'Urso
P.S.: per rimediare "Io, Bossi e la Lega"... Ehm, ... "mulo elettronico"... E ci siamo capiti!
Credo che nel mondo ci siano già nazioni sovrane con le caratteristiche che lei aborrsce; inquinare il sovranismo con la xenofobia è un grave errore.
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