[ 31 maggio ]
Il Forum di Atene "L'eurozona è il problema, l'uscita la soluzione" (26-28 giugno) si svolgerà mentre sarà in corso la scissione di SYRIZA?
La Casa Bianca, per bocca del Segretario al Tesoro Jack Lew, l'ha fatto capire chiaro e tondo: "L'Unione europea deve scongiurare l'uscita della Grecia dall'Euro". Negli Usa si teme, data l'estrema fragilità della "ripresa, che... il "battito d'ali della farfalla greca potrebbe scatenare una catastrofe finanziaria oltre oceano".
Si temono anche le eventuali conseguenze geopolitiche della grexit: russi e cinesi vanno tenuti fuori dall'orto di casa (europeo) degli Usa.
Pare che addirittura Obama, con un chiaro assist a Tsipras, abbia telefonato alla Merkel affinché dia una calmata ai falchi capeggiati da Wolfgang Schäuble e quindi si eviti la rottura con Atene.
A questo punto un accordo dell'ultimo momento tra la troika (ora Gruppo di Bruxelles) e Atene per la ristrutturazione del debito pubblico greco e la concessione di nuovi prestiti è molto probabile.
Ma ci sono ristrutturazioni e ristrutturazioni. I creditori di Atene (Stati europei, Bce e Fmi) non vogliono saperne di fare un taglio consistente alla somma dei debiti, che per essi equivarebbe ad un default, semmai possono accettare la loro diluizione nel tempo.
L'abbiamo già scritto e lo ripetiamo: la sola diluizione nel tempo, per quanto rappresenti una boccata d'ossigeno per la Grecia, non sarebbe per niente risolutiva, cioè non spingerà l'economia greca fuori dall'abisso in cui anni di criminali cure austeritarie l'hanno precipitata. Come segnalano economisti di tutte le razze, di debito greco è insostenibile. Punto. Un default sostanziale, è inevitabile se si vuole davvero evitare di gettare la Grecia nelle condizioni di un paese del terzo mondo.
Il punto è: cosa chiede la troika a Tsipras (le chiamano "condizionalità") in cambio di nuovi prestiti e di un ritocchino al debito? Chiede un aumento dell'IVA, un taglio deciso alle pensioni, nuove privatizzazioni e liberalizzazioni, ed il ritiro di alcune misure elementari che il governo SYRIZA ha adottato nelle scorse settimane. Chiede in buona sostanza che SYRIZA continui sulla linea dell'austerità neoliberista, gettando nella spazzatura le sue promesse elettorali. Chiede il suicidio.
I nostri amici greci, che abbiamo sentito in queste ore, ritengono oramai molto probabile che Tsipras accetti quello che di fatto è un "nuovo memorandum", ovvero le condizioni della troika.
Per questo dentro SYRIZA tira aria di scissione. Se non tutta l'ala sinistra del partito (il 45% del Comitato centrale) diversi suoi esponenti hanno pubblicamente dichiarato che se il governo cederà ai diktat della troika, essi usciranno dal partito. Si tratta anzitutto di una dozzina di parlamentari che hanno detto che voteranno contro ogni eventuale capitolazione. Tsipras ha subito fatto capire che chi vota contro sarà espulso da SYRIZA, non solo dal gruppo parlamentare. Uscirà anche il ministro Panagioitis Lafazanis?
Il clima nella sinistra greca non è per nulla buono. La conseguenza del probabile cedimento di SYRIZA tra il popolo di sinistra, al netto della scissione sarebbe un generale sentimento di disincanto e scoramento. In breve la fuga nel privato, la fine della speranza che un cambiamento sia ancora possibile.
SCHEDA 1
Mentre i prezzi continuano a scendere e il Pil continua a contrarsi i capitali fuggono dalla Grecia ed i depositi bancari crollano (vedi Tabella n.1 accanto) rischiando di causare un crack del sistema bancario:
SCHEDA 2
La corazzata della stampa neoliberista europea, a difesa della linea dura dell'euro-Germania e della richiesta ad Atene di drastici tagli al sistema pensionistico, scrive che quello greco è il sistema previdenziale più "generoso d'Europa.
E' vero che la Grecia è il paese in cui la previdenza pesa di più rispetto al Pil [vedi tabella n.2], ma questo è avvenuto solo perché Il PIl della Grecia è precipitato di circa il 25% rispetto a prima della grande crisi.
Il Forum di Atene "L'eurozona è il problema, l'uscita la soluzione" (26-28 giugno) si svolgerà mentre sarà in corso la scissione di SYRIZA?
La Casa Bianca, per bocca del Segretario al Tesoro Jack Lew, l'ha fatto capire chiaro e tondo: "L'Unione europea deve scongiurare l'uscita della Grecia dall'Euro". Negli Usa si teme, data l'estrema fragilità della "ripresa, che... il "battito d'ali della farfalla greca potrebbe scatenare una catastrofe finanziaria oltre oceano".
Si temono anche le eventuali conseguenze geopolitiche della grexit: russi e cinesi vanno tenuti fuori dall'orto di casa (europeo) degli Usa.
Pare che addirittura Obama, con un chiaro assist a Tsipras, abbia telefonato alla Merkel affinché dia una calmata ai falchi capeggiati da Wolfgang Schäuble e quindi si eviti la rottura con Atene.
A questo punto un accordo dell'ultimo momento tra la troika (ora Gruppo di Bruxelles) e Atene per la ristrutturazione del debito pubblico greco e la concessione di nuovi prestiti è molto probabile.
Ma ci sono ristrutturazioni e ristrutturazioni. I creditori di Atene (Stati europei, Bce e Fmi) non vogliono saperne di fare un taglio consistente alla somma dei debiti, che per essi equivarebbe ad un default, semmai possono accettare la loro diluizione nel tempo.
L'abbiamo già scritto e lo ripetiamo: la sola diluizione nel tempo, per quanto rappresenti una boccata d'ossigeno per la Grecia, non sarebbe per niente risolutiva, cioè non spingerà l'economia greca fuori dall'abisso in cui anni di criminali cure austeritarie l'hanno precipitata. Come segnalano economisti di tutte le razze, di debito greco è insostenibile. Punto. Un default sostanziale, è inevitabile se si vuole davvero evitare di gettare la Grecia nelle condizioni di un paese del terzo mondo.
Il punto è: cosa chiede la troika a Tsipras (le chiamano "condizionalità") in cambio di nuovi prestiti e di un ritocchino al debito? Chiede un aumento dell'IVA, un taglio deciso alle pensioni, nuove privatizzazioni e liberalizzazioni, ed il ritiro di alcune misure elementari che il governo SYRIZA ha adottato nelle scorse settimane. Chiede in buona sostanza che SYRIZA continui sulla linea dell'austerità neoliberista, gettando nella spazzatura le sue promesse elettorali. Chiede il suicidio.
Panagiotis Lafazanis |
I nostri amici greci, che abbiamo sentito in queste ore, ritengono oramai molto probabile che Tsipras accetti quello che di fatto è un "nuovo memorandum", ovvero le condizioni della troika.
Per questo dentro SYRIZA tira aria di scissione. Se non tutta l'ala sinistra del partito (il 45% del Comitato centrale) diversi suoi esponenti hanno pubblicamente dichiarato che se il governo cederà ai diktat della troika, essi usciranno dal partito. Si tratta anzitutto di una dozzina di parlamentari che hanno detto che voteranno contro ogni eventuale capitolazione. Tsipras ha subito fatto capire che chi vota contro sarà espulso da SYRIZA, non solo dal gruppo parlamentare. Uscirà anche il ministro Panagioitis Lafazanis?
Il clima nella sinistra greca non è per nulla buono. La conseguenza del probabile cedimento di SYRIZA tra il popolo di sinistra, al netto della scissione sarebbe un generale sentimento di disincanto e scoramento. In breve la fuga nel privato, la fine della speranza che un cambiamento sia ancora possibile.
SCHEDA 1
Mentre i prezzi continuano a scendere e il Pil continua a contrarsi i capitali fuggono dalla Grecia ed i depositi bancari crollano (vedi Tabella n.1 accanto) rischiando di causare un crack del sistema bancario:
«Ad aprile, secondo i dati della Banca di Grecia, l'ammontare totale dei depositi si era ridotto a 142,7 miliardi di euro, dai 149 miliardi di marzo. Si tratta del valore più contenuto dal dicembre del 2004. I depositi di imprese e famiglie si sono assottigliati a 133,6 miliardi, dai 138,5 miliardi di un mese prima. Dati che mostrano come la fuga di capitali non si sia arrestata. Solo negli ultimi tre mesi dalle banche greche sono stati complessivamente ritirati 27 miliardi di euro». [Il Sole 24 Ore del 29 maggio]
SCHEDA 2
Tabella 2 (clicca per ingrandire) |
La corazzata della stampa neoliberista europea, a difesa della linea dura dell'euro-Germania e della richiesta ad Atene di drastici tagli al sistema pensionistico, scrive che quello greco è il sistema previdenziale più "generoso d'Europa.
Come segnalava Mattew Dalton sul THE WALL STREET JOURNAL si tratta di una grossolana bugia.
Tabella 3 (clicca per ingrandire) |
Se proviamo ad osservare i dati da altre angolature scopriamo che le cose stanno in maniera alquanto diversa. Se consideriamo che la Grecia ha la percentuale più alta di cittadini sopra i 65 anni, la sua spesa pensionistica è nella media Ue, anzi al di sotto [Vedi tabella n.3]
11 commenti:
"In breve la fuga nel privato"
Su questo ho i miei dubbi.
Syriza è un'esperienza fino adesso positiva che ha trasmesso voglia di partecipare in tutto il continente; perché se da un lato non è stata (per adesso) scelta la soluzione di rottura - obiettivamente difficile da prendere - dall'altro la vicenda dei piccoli greci alle prese con i brutali poteri forti internazionali ha suscitato non solo una certa ondata di simpatia ma soprattutto una grande paura che prima o poi tocchi anche ad altri.
I risultati in Spagna e in Polonia parlano chiaro, la marea del dissenso anti europeo monta sempre di più e questo grazie alla battaglia che i greci stanno combattendo contro la Troika.
Con più coraggio del governo precedente, va detto.
Comunque vada, sia che Syriza resista o che ceda, sia che la Troika si ammorbidisca o che vinca schiacciando i greci, l'opinione pubblica europea si allontanerà dal sostegno già poco convinto all'Unione e alla moneta unica, perché guardando il trattamento brutale a cui è sottoposto un popolo intero ha capito cosa la aspetta sia in termini di pauperizzazione della middle class che in termini di commissariamento della democrazia.
Stasera potremmo avere un segnale molto forte in questo senso (ma qualsiasi sarà l'esito elettorale lunedì nel PD scorrerà il sangue comunque).
Una scissione sarebbe, scusate il termine, una cazzata. Veramente una chiara manifestazione di estremismo infantile e inconcludente. La sinistra di Syriza che è in forte crescita dentro il partito dovrebbe semmai dare battaglia in modo accanito per ribaltare i rapporti di forza interni. Ovviamente giocando la partita non solo nei gruppi parlamentari e negli organismi dirigenti, ma promuovendo una vasta mobilitazione popolare in caso di resa totale dell'esecutivo Tsipras. Uscendo farebbero solo l'ennesimo partito incocludente o perchè troppo piccolo (come Mars, Antarsya, Piano B), o perchè troppo settario (come il KKE).
Non stiamo perorando una scissione di SYRIZA. Abbiamo espresso un giudizio di fatto, non di valore, che la scissione è nelle cose, anche a causa della minaccia di Tsipras di cacciare chi non voterà in Parlamento l'eventuale accordo bidone con la troika.
Non ci nascondiamo tuttavia dietro ad un dito: noi non voteremmo la porcata di tagliare le pensioni, aumentare l'Iva e privatizzazioni.
Voi che fareste?
Varoufakis si dimette?
Smentita a metà, dice che le voci sono "premature".
http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2015/05/31/varoufakis-voci-dimissioni-premature_c0149da0-0bfc-44dd-a6f9-f1aea4fae8ef.html
Certo che se Yanis se ne andasse sbattendo la porta in segno di dissenso con il ripiegamento di Tsipras sarebbe un segnale fortissimo non solo in Grecia ma in tutta l'Unione.
Piano piano i nodi vengono al pettine: se la Troika cede e la Grecia vince il resto d'Europa si ribellerà ai banchieri; se invece la Troika vince e Syriza cede i greci si ribelleranno e in Europa vinceranno quelli anti euro più estremisti, purtroppo di destra nazionalista.
Comunque si potrebbe fare una riunione dei lettori di questo blog, qualche potenzialità di fare qualcosa di buono c'è secondo me.
Redazione
Ma scusate, chissenefrega di quello che faremmo noi al posto dei greci.
A noi interssa capire cosa possiamo ricavare da questa storia.
Primo: la linea che paga è quella che dichiara un piano moderato avendo in realtà come obiettivo l'uscita dalla moneta unica e quindi la rottura dell'Unione cosí com'è. Questo perché GIÀ SOLO IL PIANO MODERATO PORTERÀ LE CONTRADDIZIONI A ESPLODERE mentre facendo gli estremisti fin dall'inizio ci si autoconfina in un ghetto. Ne avremo la prova quando cominceranno le incazzature dentro Syriza e in tutta la Grecia se Tsipras rinnegherà il suo programma elettorale.
Secondo: la situazione si sta deteriorando abbastanza rapidamente, forse sarebbe intelligente capire con chi stare. Avete sempre sostenuto il m5s ma dall'esterno; temp che siamo vicini al momento in cui non si potrà più stare all'esterno. L'alternativa sono Civati e Fassina i quali però sono divisi su moltissimi punti.
ALLORA VI CHIEDO: invece di domandarci cosa faremmo se fossimo greci perché non provate voi a rispondere sulla questione? Con chi ci si mette "NON" dall'esterno?
M5S o Civati-Fassina?
ALL'ULTIMO ANONIMO
legittime le tue riflessioni.
I dati certi che ci consegnano le regionali:
- Il "pariito nella nazione" nasce morto
- A destra avanza l'ipotesi leghista (non diremmo lepeniana visto che "NOI CON SALVINI" non avanza
- M5S tiene e dimostra di non essere solo una meteora.
- la sinistra "radicale" ovvero arcobalenica, al di la delle chiacchiere, è fuori gioco. Ciò che complica le cose anche a Landini
Manca un dato che ha un suo notevole peso: cosa accadrà alla molto variegata sinistra del Pd. Lo si vedrà nei prossimi mesi.
Nei prossimi mesi ti daremo una risposta precisa...
Cari compagni, non dubitavo che non vi sareste chiusi a riccio e comprendo benissimo la prudenza e il desiderio di rimanere nell'alma mater di sinistra.
Vi faccio presente alcuni punti:
1) la sinistra Civatiana alla fine si alleerà con il vecchiume tipo Bersani, Bindi, CGIL che come sappiamo benissimo finirà per cercare dei compromessi con il nemico. Questo non solo è un fatto negativo ma porterà certamente a infinite divisioni interne come è consuetudine a sinistra. Ma ciò che conta di più è che voi (noi) saremmo considerati degli estremisti e saremmo marginalizzati.
2) Importante. Guardate la composizione dell'elettorato: qual'è il partito più votato dai giovani? Di gran lunga il m5s. Non vi pare che se ne debbano trarre delle conclusioni relativamente alla strategia da seguire? Teniamo presente che il grillismo va considerato un contenitore democratico di massa quindi al suo interno è perfettamente accettabile che siano presenti tendenze sia di destra intelligente che di sinistra vera disposte a dialogare per il bene comune. Non sareste costretti a nessuna abiura aprendo un meet up.
3) le opportunità vanno sfruttate al momento giusto. Il momento giusto però se non lo cogli a tempo scappa via...tra non molto sul m5s si riverseranno cani e porci...
In ultimo rinnovo l'invito a contarci al più presto in un incontro in real life.
Siamo pochi ma MpL ha molte relazioni politiche in Italia e credo anche all'estero; sapete come muovervi, siete organizzati e siete competenti.
Se per pochi ma volenterosi che siamo ci unissimo in un meet up molto probabilmente riusciremmo a mandare uno dei nostri in parlamento nel 2018. Soprattutto PER ADESSO PRIMA CHE ARRIVINO LE MOSCHE SUL MIELE saremmo (sareste) i più preparati in economia del movimento il che forse ci consentirebbe di essere ascoltati con interesse e disponibilità.
"riusciremmo a mandare uno dei nostri in parlamento nel 2018"
Con tutta la buona volontà ed il realismo, ma puntare ad ottenere così poco (perché un parlamentare solo è praticamente il nulla) ed in così lungo tempo equivale ad una sostanziale sconfitta, un impotenza che si cerca di dissimulare in altro modo. Va bene tutto ma le dissimulazioni no, si chiamino le cose col loro nome.
Ovviamente non è detto che vada così, sto solo rimanendo nell'ipotesi del precedente commentatore.
Questo non toglie che fare una riunione con questo argomento come ordine del giorno non sarebbe una cattiva idea......
COSA FARA' MPL
possiamo assicurarvi che, al di la di quel che scriviamo su questo blog, la nostra attività concreta per costruire un polo politico sovranista antiliberista e antifascista di alternativa è intensa. E' un'attività di cesello che speriamo darà i suoi frutti. Certo che in questo contesto occorre pensare anche all'orizzonte elettorale. Tuttavia...
Tuttavia, come insegnano Grecia e Spagna le avanzate di SYRIZA e Podemos sono solo il risultato di potenti spinte dal basso, di grandi movimenti di risveglio e lotta sociale.
Se il quadro resta così stagnante sarà difficile che una nuova forza ottenga la forza di spinta e la massa critica necessaria per sfondare ed avanzare.
Questa pace sociale premia il cretinismo elettorale ed istituzionale (vedi M5S), alimenta nel nostro mondo l'astensione, mentre di la da forza alla Lega salviniana.
Redazione
Cito.
"Questa pace sociale premia il cretinismo elettorale ed istituzionale (vedi M5S)"
Giusto ma qui è il punto della questione: state dicendo cioè che questo cretinismo è l'unica forma di movimento dal basso possibile in questa situazione "stagnante".
Allora sarà anche cretinismo (e in parte lo è davvero, Di Maio ad esempio a me ricorda Chance il giardiniere...) ma il M5S è ascoltato dalla gente, la parola di Grillo o dei leader del movimento hanno una loro autorità.
Ora essendo cretinismo non ha realmente dei contenuti ma ovviamente a un certo punto dovrà confrontarsi anche con temi come quelli economici che richiedono invece una grande padronanza di questi contenuti.
Voi avete i contenuti ma non avete voce; loro hanno voce ma non hanno contenuti e fra poco si accorgeranno di quanto gli servono...mi sembra che si tratti di un'ottima occasione...
Se voi stessi dite
"Se il quadro resta così stagnante sarà difficile che una nuova forza ottenga la forza di spinta"
per di più riptendo due volte di seguito la parola "forza", cioè enfatizzando quell'elemento che a vostro stesso avviso manca di più, mi sembra che di opportunità strategiche ne restino proprio poche.
Insomma, se dite che il problema è che manca la spinta dal basso credo che dovreste considerare la possibilità di intercettare un'altro tipo di spinta cercando di indirizzarla almeno in parte nella direzione dell'antiliberismo.
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