[ 10 maggio ]
Ieri si è svolta l'annunciata marcia promossa dal Movimento 5 Stelle, da Perugia-Assisi.
I promotori possono ritenersi soddisfatti: diecimila attivisti, forse anche più, la maggior parte giovani, hanno risposto all'appello di marciare per la dignità, contro la povertà e per il reddito di cittadinanza. Mostrando, a chi ancora rifiuta di prenderne atto, che M5S non è solo Beppe Grillo, non è solo i suoi gruppi parlamentari, e nemmeno un'associazione che vive solo nel mondo virtuale di internet. M5S c'è, e con esso tutti debbono farci i conti.
Con la tradizionale Marcia della Pace Perugia-Assisi quella di ieri non aveva in comune solo il percorso (per la verità diverso: non si capisce per quale ragione essa, a metà dei 20 Km, ha seguito un assurdo ed estenuante zig-zag). Del tutto simile l'allegra compostezza, il melting pot di soggettività sociali, il miscuglio magmatico di idee politiche, un crogiuolo di facce, radici, storie personali. Il tutto tenuto però assieme da un potente collante, il senso orgoglioso di appartenenza ad una comunità di gente semplice, onesta, pulita, impegnata nel voler cambiare questo disgraziato Paese. Diciamola tutta: M5S ha ricostruito attorno a sé un proprio senso identitario —un punto di forza indiscutibile in una società spappolata da decenni di egemonia del pensiero unico neoliberista dove "identità" era condannata come un residuo del '900 che fu.
Un'identità tuttavia minimalista, figlia essa stessa (e come poteva essere diversamente) dei tempi. Qual'è infatti l'emblema, l'ideogramma in cui si racchiude questo senso di diversità e quindi d'indentità? Consiste in un unico sostantivo: ONESTÀ. Non a caso ONESTÀ è stato l'unico (l'unico!) slogan che abbiamo sentito venire dalla piazza a Marcia finita. Un grido tanto più significativo poiché esso è stato il sigillo della manifestazione, conclusasi sorprendentemente, senza palco né alcun discorso di chiusura.
Un'identità figlia dei tempi dicevo, che come matrice politico-simbolica ha punti decisivi di somiglianza col defunto "dipietrismo", col suo spirito giustizialista, "manipulitista" per non dire manettaro. Un'identità debole si dirà, ed è vero, a patto di capire che un vincolo ideale più forte non sarebbe in grado di tenere assieme tutte le diverse anime che invece convivono nel Movimento 5 Stelle, sarebbe anzi divisivo.
Distante quindi, dal comune sentire della grande maggioranza dei manifestanti, il messaggio profetico, di sapore escatologico ed implicitamente anticapitalistico che contraddistingue invece la narrazione del fondatore n.1, Beppe Grillo. Una narrazione radicale, quella di Grillo, che è una delle due anime più profonde del movimento, l'altra essendo quella che s'incarna nel messianismo improbabile quanto ambiguo di Gianroberto Casallegio.
In un panorama sociale e politico come quello italiano si deve dire tuttavia : per fortuna che il Movimento 5 Stelle c'è.
Non che non capiamo le critiche di chi accusa il Movimento grillino di non dare risposte davvero esaustive sul piano programmatico, ed i suoi dirigenti di essere evasivi per quanto attiene ad una visione coerente della società, della funzione della politica, dello Stato, delle relazioni internazionali.
La domanda che ci si deve porre è tuttavia un'altra: dove andrà a parare M5S?
Non c'è una risposta bell'e pronta. Di sicuro questo Movimento è un organismo in evoluzione, metamorfico, è una miscela necessariamente instabile. Cosa potrà diventare dipende anche da tutta una serie di fattori oggettivi che trascendono dalle possibilità di chi oggi ne è alla guida. Dipende anche da come sapremo dialogare ed interagire con esso.
Qui c'è un problema di cui è bene tenere conto. Questo orgoglioso spirito d'identità e diversità che distingue M5S, di cui l'altra faccia della medaglia è appunto l'instabilità insita nel suo stesso Dna, alimenta tra le sue fila, anzitutto in alcuni suoi esponenti di grido, un sentimento settario che ha volte trapassa in una autistica tendenza all'autosufficienza.
Un settarismo che è in verità indice di una congenita fiacchezza, di una consapevole fragilità davanti alle enormi sfide del presente, per non dire del futuro.
Non si vince questo settarismo col settarismo, la spocchia con la supponenza, bensì abbattendo quei muri divisivi che fan comodo solo al nostro comune nemico. Per questo noi eravamo ieri, forti delle nostre ragioni, a marciare accanto agli attivisti di M5S. Haimé eravamo i soli.
Ieri si è svolta l'annunciata marcia promossa dal Movimento 5 Stelle, da Perugia-Assisi.
I promotori possono ritenersi soddisfatti: diecimila attivisti, forse anche più, la maggior parte giovani, hanno risposto all'appello di marciare per la dignità, contro la povertà e per il reddito di cittadinanza. Mostrando, a chi ancora rifiuta di prenderne atto, che M5S non è solo Beppe Grillo, non è solo i suoi gruppi parlamentari, e nemmeno un'associazione che vive solo nel mondo virtuale di internet. M5S c'è, e con esso tutti debbono farci i conti.
Con la tradizionale Marcia della Pace Perugia-Assisi quella di ieri non aveva in comune solo il percorso (per la verità diverso: non si capisce per quale ragione essa, a metà dei 20 Km, ha seguito un assurdo ed estenuante zig-zag). Del tutto simile l'allegra compostezza, il melting pot di soggettività sociali, il miscuglio magmatico di idee politiche, un crogiuolo di facce, radici, storie personali. Il tutto tenuto però assieme da un potente collante, il senso orgoglioso di appartenenza ad una comunità di gente semplice, onesta, pulita, impegnata nel voler cambiare questo disgraziato Paese. Diciamola tutta: M5S ha ricostruito attorno a sé un proprio senso identitario —un punto di forza indiscutibile in una società spappolata da decenni di egemonia del pensiero unico neoliberista dove "identità" era condannata come un residuo del '900 che fu.
Un'identità tuttavia minimalista, figlia essa stessa (e come poteva essere diversamente) dei tempi. Qual'è infatti l'emblema, l'ideogramma in cui si racchiude questo senso di diversità e quindi d'indentità? Consiste in un unico sostantivo: ONESTÀ. Non a caso ONESTÀ è stato l'unico (l'unico!) slogan che abbiamo sentito venire dalla piazza a Marcia finita. Un grido tanto più significativo poiché esso è stato il sigillo della manifestazione, conclusasi sorprendentemente, senza palco né alcun discorso di chiusura.
Un'identità figlia dei tempi dicevo, che come matrice politico-simbolica ha punti decisivi di somiglianza col defunto "dipietrismo", col suo spirito giustizialista, "manipulitista" per non dire manettaro. Un'identità debole si dirà, ed è vero, a patto di capire che un vincolo ideale più forte non sarebbe in grado di tenere assieme tutte le diverse anime che invece convivono nel Movimento 5 Stelle, sarebbe anzi divisivo.
Distante quindi, dal comune sentire della grande maggioranza dei manifestanti, il messaggio profetico, di sapore escatologico ed implicitamente anticapitalistico che contraddistingue invece la narrazione del fondatore n.1, Beppe Grillo. Una narrazione radicale, quella di Grillo, che è una delle due anime più profonde del movimento, l'altra essendo quella che s'incarna nel messianismo improbabile quanto ambiguo di Gianroberto Casallegio.
In un panorama sociale e politico come quello italiano si deve dire tuttavia : per fortuna che il Movimento 5 Stelle c'è.
Non che non capiamo le critiche di chi accusa il Movimento grillino di non dare risposte davvero esaustive sul piano programmatico, ed i suoi dirigenti di essere evasivi per quanto attiene ad una visione coerente della società, della funzione della politica, dello Stato, delle relazioni internazionali.
La domanda che ci si deve porre è tuttavia un'altra: dove andrà a parare M5S?
Non c'è una risposta bell'e pronta. Di sicuro questo Movimento è un organismo in evoluzione, metamorfico, è una miscela necessariamente instabile. Cosa potrà diventare dipende anche da tutta una serie di fattori oggettivi che trascendono dalle possibilità di chi oggi ne è alla guida. Dipende anche da come sapremo dialogare ed interagire con esso.
Qui c'è un problema di cui è bene tenere conto. Questo orgoglioso spirito d'identità e diversità che distingue M5S, di cui l'altra faccia della medaglia è appunto l'instabilità insita nel suo stesso Dna, alimenta tra le sue fila, anzitutto in alcuni suoi esponenti di grido, un sentimento settario che ha volte trapassa in una autistica tendenza all'autosufficienza.
Un settarismo che è in verità indice di una congenita fiacchezza, di una consapevole fragilità davanti alle enormi sfide del presente, per non dire del futuro.
Non si vince questo settarismo col settarismo, la spocchia con la supponenza, bensì abbattendo quei muri divisivi che fan comodo solo al nostro comune nemico. Per questo noi eravamo ieri, forti delle nostre ragioni, a marciare accanto agli attivisti di M5S. Haimé eravamo i soli.
8 commenti:
Ma l'idea di aprire voi un meet up 5 stelle, cercando di far eleggere almeno un rappresentante al parlamento riuscendo cosí a ottenere un megafono molto efficace e provando a instillare nel movimento dall'interno quel minimo di coscienza realmente politica sui problemi economici non vi piace proprio?
Moreno, oggi io non ce la farei a marciare in una manifestazione del M5S, però hai ragione tu. Solo che mi fanno troppo incazzare e, siccome in questo periodo ho troppe altre cose da fare, cerco di evitare di ritrovarmi infognato in una serie infinita di incontri, ragionamenti e sragionamenti, discussioni, seghe mentali....
Esempio:
Ma ti pare a te che a 60 anni e i capelli bianchi mi devo sopportare un pischello di vent'anni che esordisce dicendo "adesso ti spiego"? Tu, pischello ventenne, vuoi spiegare a me? Tu che non hai ancora fatto un giorno di lavoro, non hai mai fatto una dichiarazione dei redditi, sei appena diplomato, non etc.. etc.. hai da "spiegare" a me quello che ti ha detto Beppe Grillo? Ma scusa neh! Ma è una cosa ridicola!
Ecco, lo dico: quello che mi fa incazzare dei grillini è che ascoltano un solo vecchio, di nome Beppe, bevendosi tutto quello che gli mette in testa; invece di ascoltare TUTTI I VECCHI, e pensare con la loro testa.
Sulla marcia di M5S segnaliamo il resoconto di Simone Boemio La marcia Perugia-Assisi del M5S è servita a qualcosa?
GRILLINI PER CASO
Caro Fiorenzo,
come ho scritto non sono affatto sicuro che gli attivisti M5S "si bevano" tutto quello che dice Beppe Grillo. Manca loro quella radicalità profonda che distingue il profetismo del Beppe nazionale. Gratti gratti e scopri che la maggioranza ... sono "grillini per caso". Non riescono ad essere radicali, oserei dire rivoluzionari, e la ragione è che non si pongono domande radicali. Prevale un riformismo all'acqua di rose, che nella sua essenza e al netto del "manipulitismo", sembra il figlio illegittimo del piddinismo....
Per quanto attiene all'approccio con i 5s non abbiamo scampo, siamo "condannati" al dialogo ed a proporre loro, l'unità d'azione sui punti in cui c'è accordo.
Dobbiamo essere coerenti con quanto andiamo dicendo, ad esempio la prospettiva del CLN, e procedere con determinazione e umiltà, essendo i primi a rimuovere gli ostacoli all'unità.
Renzi sta lì, e la sfida è mandarlo a casa.
Pensi di farcela senza il popolo M5S?
Moreno Pasquinelli
Organizzate una bella marcia anche voi magari più corta simbolica nelle aree della resistenza partigiana e con tutti i movimenti che sono per la sovranità, costituzione, uscita dall'euro e uscita dalla nato. Vedrete che molti parteciperanno e quelli che vorranno vi daranno una mano ad organizzarla come si è fatto per altre cose come TAV o autostrada orte mestre.
Segnalo che Rifondazione Comunista ha fatto questa proposta per unire le forze nella campagna per il reddito: "Dentro la crisi assume un forte centralità la battaglia per il reddito minimo garantito su cui da tempo Rifondazione Comunista e i movimenti sono impegnati. Si tratta di un obiettivo sul quale é larga la convergenza visto che Rifondazione Comunista, Sel e numerose realtà sociali e di movimento hanno sul tema proposto all’inizio della legislatura una legge di iniziativa popolare. Siamo impegnati anche a livello europeo a sostenere questa battaglia, sia attraverso l’iniziativa parlamentare che attraverso una legge europea di iniziativa popolare. Il M5S sta dando visibilità al tema. Particolarmente incisiva é stata la campagna di Libera negli ultimi mesi e riteniamo che costituisca la base per una mobilitazione unitaria che coinvolga tutte le forze politiche e sociali che condividono l’obiettivo.
La direzionale nazionale impegna la segreteria a rilanciare campagna di massa sul reddito affinché l’azione nei parlamenti nazionale e europeo sia accompagnata è sostenuta dall’adeguata mobilitazione sociale. Per questa ragione occorre lavorare per la costruzione di una scadenza condivisa per una grande Marcia della Dignità, una manifestazione nazionale per il reddito x tutte/i e contro l’impoverimento prodotto dalle politiche neoliberiste."
Maurizio Acerbo
Eleonora Forenza
Roberta Fantozzi
http://www.primavalle.rifondazioneroma.org/node/3978
Non ci sarà transizione di alcun tipo (violenta, non violenta, concordata, non concordatario, democratica, autoritaria) senza il M5S, per l'ovvio motivo che il M5S esiste ed è lì come un macigno; non è pensabile tirarsi dietro il M5S insultandolo®
Concordo pienamente sia con il commento di Ippolito Grimaldi, sia con il primo commento: "Ma l'idea di aprire voi un meet up 5 stelle, cercando di far eleggere almeno un rappresentante al parlamento riuscendo cosí a ottenere un megafono molto efficace e provando a instillare nel movimento dall'interno quel minimo di coscienza realmente politica sui problemi economici non vi piace proprio?"
Penso proprio che le energie che impiegate per costruire un ennesimo movimento (ORA), inevitabilmente destinato a pochi eletti, potrebbero essere proficuamente impiegate per stare nel M5S (che pur con tutti i limiti che avete spesso sottolineato), rimane l'unica opposizione democratica di MASSA al governo Renzi.
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