[ 8 maggio ]
L'avanzata di Renzi per quanto non sia irresistibile è devastante.
Lo è anzitutto sul corpo già ampiamente mutilato della sinistra genericamente intesa. Riposizionamenti politici, alcuni gattopardeschi, altri sorprendenti, altri ancora all'aria fritta non mancheranno.
Tra le proposte dell'aria fritta spicca quella avanzata da Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione il quale, commentando l'uscita solitaria di Pippo Civati annuncia l'ennesimo tentativo di resuscitare il cadavere: «Nasce la costituente della sinistra».
Sappiamo che Ferrero ha la testa dura, ma qui la cocciutagine sfocia in una ossessiva coazione a ripetere. Che Dio ce ne scampi e liberi da nuove ammucchiate quali l'Arcobaleno, FdS, Rivoluzione civile ecc.! tenute assieme, oltre che da voraci appetiti elettoralistici da un generico antiliberismo, ovvero dal "più Europa, mai fuori dall'Unione, dall'euro non si deve tornare indietro".
Ora, questi immarcescibili personaggi, consapevoli che il renzismo lascia ampi spazi alla sua sinistra, vogliono metter su il carrozzone elettorale per rientrare in Parlamento, e quindi dicono a Stefano Fassina: "Che ci stai a fare nel PD, è ora che esci e vieni con noi".
E' evidente a tutti che la permanenza di Fassina nel Pd sia ogni giorno che passa insostenibile, una trappola restando nella quale si fa il gioco della cricca renziana.
Nell'intervista che pubblichiamo qui sotto Fassina sembra saperlo e bene. Ma Fassina capisce altrettanto bene che alzare i tacchi ora per finire nel carrozzone dei sinistrati sarebbe un errore fatale.
Forse ci sbagliamo, ma interpretiamo la sua prudenza non come codardia, ma come consapevolezza che qui occorre preparare il terreno per una formazione politica nuova che ponga su adeguate basi programmatiche, oltre alla difesa di Costituzione, della democrazia, dei diritti del mondo del lavoro e degli esclusi, la riconquista della sovranità nazionale, la rottura con le oligarchie euriste ed i loro diktat sul pareggio di bilancio, lo sganciamento dalla gabbia mortale della globalizzazione, un ruolo proattivo dello Stato, e dunque fondamentali misure d'emergenza in fatto di politiche economiche e dibulancio.
Se fosse così Fassina avrebbe ragione.
E avrebbe ragione a dire che il vero problema non è quello di uscire subito dal Pd, ma a patto di ammettere che vanno mossi i passi concreti in vista di una nuova forza politica che non si fermi ad un vago antiliberismo, ma che si ponga come motore di una alleanza popolare a vocazione maggioritaria non solo per battere Renzi ma per uscire dalla gabbia dell'euro(pa) e riconquistare tutte le leve della sovranità nazionale: politiche, economiche e monetarie.
* Fonte: Stefano Fassina - il manifesto 5 maggio
L'avanzata di Renzi per quanto non sia irresistibile è devastante.
Lo è anzitutto sul corpo già ampiamente mutilato della sinistra genericamente intesa. Riposizionamenti politici, alcuni gattopardeschi, altri sorprendenti, altri ancora all'aria fritta non mancheranno.
Tra le proposte dell'aria fritta spicca quella avanzata da Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione il quale, commentando l'uscita solitaria di Pippo Civati annuncia l'ennesimo tentativo di resuscitare il cadavere: «Nasce la costituente della sinistra».
Sappiamo che Ferrero ha la testa dura, ma qui la cocciutagine sfocia in una ossessiva coazione a ripetere. Che Dio ce ne scampi e liberi da nuove ammucchiate quali l'Arcobaleno, FdS, Rivoluzione civile ecc.! tenute assieme, oltre che da voraci appetiti elettoralistici da un generico antiliberismo, ovvero dal "più Europa, mai fuori dall'Unione, dall'euro non si deve tornare indietro".
Ora, questi immarcescibili personaggi, consapevoli che il renzismo lascia ampi spazi alla sua sinistra, vogliono metter su il carrozzone elettorale per rientrare in Parlamento, e quindi dicono a Stefano Fassina: "Che ci stai a fare nel PD, è ora che esci e vieni con noi".
E' evidente a tutti che la permanenza di Fassina nel Pd sia ogni giorno che passa insostenibile, una trappola restando nella quale si fa il gioco della cricca renziana.
Nell'intervista che pubblichiamo qui sotto Fassina sembra saperlo e bene. Ma Fassina capisce altrettanto bene che alzare i tacchi ora per finire nel carrozzone dei sinistrati sarebbe un errore fatale.
Forse ci sbagliamo, ma interpretiamo la sua prudenza non come codardia, ma come consapevolezza che qui occorre preparare il terreno per una formazione politica nuova che ponga su adeguate basi programmatiche, oltre alla difesa di Costituzione, della democrazia, dei diritti del mondo del lavoro e degli esclusi, la riconquista della sovranità nazionale, la rottura con le oligarchie euriste ed i loro diktat sul pareggio di bilancio, lo sganciamento dalla gabbia mortale della globalizzazione, un ruolo proattivo dello Stato, e dunque fondamentali misure d'emergenza in fatto di politiche economiche e dibulancio.
Se fosse così Fassina avrebbe ragione.
E avrebbe ragione a dire che il vero problema non è quello di uscire subito dal Pd, ma a patto di ammettere che vanno mossi i passi concreti in vista di una nuova forza politica che non si fermi ad un vago antiliberismo, ma che si ponga come motore di una alleanza popolare a vocazione maggioritaria non solo per battere Renzi ma per uscire dalla gabbia dell'euro(pa) e riconquistare tutte le leve della sovranità nazionale: politiche, economiche e monetarie.
* Fonte: Stefano Fassina - il manifesto 5 maggio
4 commenti:
saranno solo elementi di confusione ,ingenerando nuove illusioni che poi, come sino ad ora, diverranno ulteriori disillusioni. Sono ceti politici burocratici che rappresentano solo se stessi!
fassina, civati e quant'altri all'interno del pd criticano, però approvano in parlamento le nefandezze antipopolari, che vadano al diavolo; in un ipotetico soggetto politico alternativo al sistema pd e non solo, avrebbero il ruolo dell'arsenico che ti fa morire lentamente; no compagni, in questo immenso territorio terremotato dalle tremende ed assassine scosse telluriche, provocate dall'europa dei bankieri bisogna contare sulle forze che tenacemente si sono opposte al pensiero politico culturale dominante; immergendosi nel cuore disfatto delle masse popolari avendo sempre presente gramsci ed il suo" pessimismo dell'intelligenza ed ottimismo della volontà"; contibuendo a creare le condizioni del conflitto di classe dal quale poi inevitabilmente un gruppo di "subcomandanti" giovani presumibilmente, e coerenti alle idee del conflitto di classe, avrà la delega per rappresenatare al meglio le istanze volte al progetto di sviluppo autogestito ed autocentrato; le serenate che la vecchia e comatosa sinistra radicale sta intonando ai possibili uscenti dal pd, non sono altro che l'ennesima riproposizione di coazione a riperdere; ed anche se riuscissero a rientrare in parlamento avrebbero la funzione degli scaldascranni.
Tutti hanno diritto ad una seconda possibilità, questi soggetti possono ancora ricoprire un ruolo: quello di pentiti ... previa confessione ovviamente.
Fassina, Ferrero, vendola entrambi a rimorchio del PD per anni. In un soggetto anticapitalista non c'è li voglio. essi sono cani da guardia del grande capitale lo si è visto a Milano contro chi si è giustamente incazzato
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