[ 22 maggio ]
Ci segnalano e volentieri pubblichiamo questo articolo di Tringali, che condividiamo in gran parte, non senza far notare che mettere in un solo sacco tutto ciò che si muove a sinistra è, inconsapevolmente o meno, fare il gioco di chi si dice di voler combattere.
Ci sono più cose a sinistra... di quante possa immaginarne la tua disamina.
Nel suo ultimo articolo, Marino Badiale ha chiarito quanto sia illusorio sperare che da quel che resta della sinistra politica italiana possa nascere una qualche forza capace di opporsi realmente alle forze dominanti.
Lo spazio politico che si è aperto alla sinistra del PD, sarà coperto da un soggetto politico formato da quelli con cui Renzi non vuol più avere a che fare. I vari Fassina, Civati, Vendola e Ferrero, capitanati da Cofferati (che si è accorto della degenerazione del PD solo dopo esser stato trombato) e sostenuti da Landini (che si è inventato per l'occasione una non meglio definita "coalizione sociale").
La domanda sorge spontanea: ma come è possibile che una tale accozzaglia di notabili senza credibilità possa dar vita ad un soggetto politico capace, probabilmente, di ottenere significativi risultati elettorali?
La risposta ha in parte a che fare con il famigerato "popolo di sinistra", i cui appartenenti hanno interiorizzato che essere di sinistra significa affermare di essere dalla parte dei lavoratori, della giustizia sociale, della pace, essendo però pronti a prendere a mazzate i lavoratori, devastarne i diritti e le condizioni di vita, e fare la guerra, non appena si raggiungono posti di potere.
Il "popolo di sinistra" è quindi ben disposto a votare quelli che fino a ieri, dentro al PD o alleati con esso, si sono resi corresponsabili di ogni nefandezza.
Ma non è tutto qui.
Quel "popolo", infatti, è ormai ridotto al lumicino, ed elettoralmente è quasi irrilevante. Non possono essere certo né Fassina, né Civati, né Cofferati, a ridargli vigore.
Tuttavia un ampio spazio politico ed elettorale "a sinistra del PD" si sta davvero aprendo. Renzi può essere accusato di tutto, ma non di nascondere i propri intenti. Il carattere antisociale del governo è ormai evidente ed anche molti fra quelli che non si fanno troppe illusioni sull'ennesima aggregazione di sinistra prossima ventura, in assenza di alternative, potrebbero votarla per cercare di indebolire l'esecutivo.
Una sconfitta alle elezioni regionali, in particolare in alcune realtà come la Liguria, costituirebbe un duro colpo per Renzi.
In questo quadro, appare evidente che il M5S sta gettando alle ortiche un'occasione storica.
Se l'ennesima operazione cosmetica della sinistra politica avrà un qualche successo, sarà perché esiste una quota non irrilevante di elettorato che ha a cuore valori tradizionali della sinistra, come la giustizia sociale, ma non è disposta a votare M5S nonostante esso sia vicino a quei valori, perché diffida (legittimamente) della sua contraddittoria organizzazione e della sua dipendenza dalla coppia di fondatori.
Il M5S è quindi di fronte ad un bivio: continuare a fare quel che ha sempre fatto, mantenendo la propria attuale identità, oppure lanciare il percorso verso un nuovo soggetto politico, aperto e partecipativo, capace di superare le tante ambiguità che il movimento ha mostrato di avere, a partire dal fatto di propugnare la democrazia diretta essendo però incapace di applicarne i principi al proprio interno, ed anzi essendo proprietà di due sole persone.
Purtroppo le scelte fatte in questa tornata elettorale indicano che il M5S ha imboccato la prima via, che a mio avviso può solo portare al declino del movimento stesso.
La seconda strada, invece, porterebbe a conquistare lo spazio politico "a sinistra del PD" evitando che in esso si intrufolino i pezzi di ceto politico scartati da Renzi.
E' ovvio però che alla fine, i due fondatori del M5S perderebbero il loro potere. Ed è altrettanto ovvio che un tale percorso non vedrà mai la luce senza il loro consenso.
Sta a loro scegliere se continuare a comandare il movimento, tenendolo sulla strada dell'irrilevanza, oppure se accompagnarlo in un percorso di emancipazione, al fine di costruire un soggetto politico di alternativa realmente partecipativo, le cui potenzialità sarebbero enormi.
* Fonte: Badiale e Tringali
Ci segnalano e volentieri pubblichiamo questo articolo di Tringali, che condividiamo in gran parte, non senza far notare che mettere in un solo sacco tutto ciò che si muove a sinistra è, inconsapevolmente o meno, fare il gioco di chi si dice di voler combattere.
Ci sono più cose a sinistra... di quante possa immaginarne la tua disamina.
Nel suo ultimo articolo, Marino Badiale ha chiarito quanto sia illusorio sperare che da quel che resta della sinistra politica italiana possa nascere una qualche forza capace di opporsi realmente alle forze dominanti.
Lo spazio politico che si è aperto alla sinistra del PD, sarà coperto da un soggetto politico formato da quelli con cui Renzi non vuol più avere a che fare. I vari Fassina, Civati, Vendola e Ferrero, capitanati da Cofferati (che si è accorto della degenerazione del PD solo dopo esser stato trombato) e sostenuti da Landini (che si è inventato per l'occasione una non meglio definita "coalizione sociale").
La domanda sorge spontanea: ma come è possibile che una tale accozzaglia di notabili senza credibilità possa dar vita ad un soggetto politico capace, probabilmente, di ottenere significativi risultati elettorali?
La risposta ha in parte a che fare con il famigerato "popolo di sinistra", i cui appartenenti hanno interiorizzato che essere di sinistra significa affermare di essere dalla parte dei lavoratori, della giustizia sociale, della pace, essendo però pronti a prendere a mazzate i lavoratori, devastarne i diritti e le condizioni di vita, e fare la guerra, non appena si raggiungono posti di potere.
Il "popolo di sinistra" è quindi ben disposto a votare quelli che fino a ieri, dentro al PD o alleati con esso, si sono resi corresponsabili di ogni nefandezza.
Ma non è tutto qui.
Quel "popolo", infatti, è ormai ridotto al lumicino, ed elettoralmente è quasi irrilevante. Non possono essere certo né Fassina, né Civati, né Cofferati, a ridargli vigore.
Tuttavia un ampio spazio politico ed elettorale "a sinistra del PD" si sta davvero aprendo. Renzi può essere accusato di tutto, ma non di nascondere i propri intenti. Il carattere antisociale del governo è ormai evidente ed anche molti fra quelli che non si fanno troppe illusioni sull'ennesima aggregazione di sinistra prossima ventura, in assenza di alternative, potrebbero votarla per cercare di indebolire l'esecutivo.
Una sconfitta alle elezioni regionali, in particolare in alcune realtà come la Liguria, costituirebbe un duro colpo per Renzi.
In questo quadro, appare evidente che il M5S sta gettando alle ortiche un'occasione storica.
Se l'ennesima operazione cosmetica della sinistra politica avrà un qualche successo, sarà perché esiste una quota non irrilevante di elettorato che ha a cuore valori tradizionali della sinistra, come la giustizia sociale, ma non è disposta a votare M5S nonostante esso sia vicino a quei valori, perché diffida (legittimamente) della sua contraddittoria organizzazione e della sua dipendenza dalla coppia di fondatori.
Il M5S è quindi di fronte ad un bivio: continuare a fare quel che ha sempre fatto, mantenendo la propria attuale identità, oppure lanciare il percorso verso un nuovo soggetto politico, aperto e partecipativo, capace di superare le tante ambiguità che il movimento ha mostrato di avere, a partire dal fatto di propugnare la democrazia diretta essendo però incapace di applicarne i principi al proprio interno, ed anzi essendo proprietà di due sole persone.
Purtroppo le scelte fatte in questa tornata elettorale indicano che il M5S ha imboccato la prima via, che a mio avviso può solo portare al declino del movimento stesso.
La seconda strada, invece, porterebbe a conquistare lo spazio politico "a sinistra del PD" evitando che in esso si intrufolino i pezzi di ceto politico scartati da Renzi.
E' ovvio però che alla fine, i due fondatori del M5S perderebbero il loro potere. Ed è altrettanto ovvio che un tale percorso non vedrà mai la luce senza il loro consenso.
Sta a loro scegliere se continuare a comandare il movimento, tenendolo sulla strada dell'irrilevanza, oppure se accompagnarlo in un percorso di emancipazione, al fine di costruire un soggetto politico di alternativa realmente partecipativo, le cui potenzialità sarebbero enormi.
* Fonte: Badiale e Tringali
8 commenti:
Salve.
Volevo chiedere alcune cose al compagno Fraioli che io stimo molto sperando che se non capisco subito porti pazienza.
1) Ho letto che Bagnai e Brancaccio dicono che se si esce dall'euro va fatto possibilmente di nascosto per non favorire la speculazione. Ammettiamo che sia possibile (ammettiamolo mettendo da parte che sia utopico o no) ma è vero che è contro i trattati con la banca mondiale uscire di nascosto? oppure è una bufala di un mio amico complottista?
2)Quando si svaluta la moneta (poniamo del 20%) significa (detto in modo grezzo) stamparla. Ma per metterla in circolo si devono usare i bot? (Cioè aumentare il tot di debito).
3)Sempre il punto 2...è possibile darci lavoro e/o farci opere pubbliche (poi con le tasse riprendi il tot e ci ripaghi gli stipendi poi tassi e riprendi i soldi e ci ripaghi gli stipendi e così via all'infinito)
4)Ho letto che con la banca centrale prestatore di ultima istanza verso lo stato fino al 1981 lo stato stesso poneva un tetto ai titoli di stato a breve termine...e a quelli a lungo come veniva deciso?
5)come si può porre un tetto a quelli a lungo termine (BTP ad esempio).
6)Il tasso di interesse su un titolo di stato si decide quando il TdS viene contratto o dopo quando viene ritirato?
MI SCUSO PER LA MALEDUCAZIONE DI FARE TUTTE LE DOMANDE.
CIAO MARIO
Io non sarei così negativo sull'evoluzione del Movimento 5 Stelle. Intanto i sondaggi dicono che da quando i rappresentati pentastellati hanno cominciato ad apparire nei talk-show il Movimento 5 Stelle è tornato a crescere ed è nettamente il primo partito tra le giovani generazioni. Finalmente mi sembra che si stia formando una classe dirigente che inizia ad essere conosciuta dal grande pubblico e che politicamente sembra più solida del duo Grillo-Casaleggio, ed è realistico ipotizzare nel tempo il peso dei due guru sia destinato a scemare. Al proposito alcune cose cose interessanti sono contenute in questo pezzo de La Stampa: http://www.lastampa.it/2015/05/21/italia/politica/casaleggio-scontro-con-il-direttorio-e-di-maio-8Xnn6jGum5eXcGpl7zb6wO/pagina.html
In linea di massima posso pure condividere la tesi di fondo di questo articolo. Quel che mi chiedo è come mai Badiale, Tringali e tutti gli altri che da sinistra hanno posizioni interessanti (come Pasquinelli e Sollevazione), non vengono direttamente nei 5 stelle e aiutano l'evoluzione auspicata? Se ci si arma di umiltà, determinazione feroce e tanta, tantissima, pazienza le possibilità di incidere ci sono tutte. Negli ultimi due anni ho visto una crescita significativa di consapevolezza politica sia nella base, sia tra i rappresentati eletti. Certo la strada da compiere è molto lunga ancora ma le prospettive mi paiono complessivamente buone.
Anonimo delle 16:59
Giusto, il M5S è un contenitore dell'attivismo democratico cioè il luogo dove si forma la proposta politica, NON il luogo che fornisce una certa ideologia.
In questo senso Pasquinelli non dovrebbe rinnegare nulla per il fatto di mettere su un circolo 5 Stelle (o come si chiamano...), cercando quindi di far passare la sua linea fra gli iscritti e soprattutto facendo eleggere qualcuno vicino a MpL che in parlamento potrebbe comunicare e agire in maniera molto più efficace. MpL se si presenta da solo non riuscirà mai e poi mai a far eleggere un deputato; e allora che vogliono fare, allearsi con Fassina e Civati? Ma per le alleanze col vecchiume borghese c'è già Flash Gordon Ferrero, voi sareste solo dei doppioni senza forza contrattuale; nel M5S invece PER ADESSO e ANCORA PER POCO sareste le persone in assoluto più preparate economicamente, potreste diventare i punti di riferimento del grillismo (con la dovuta diplomazia).
Un minimo di creatività e capacità di rompere gli schemi ci vorrebbe, caro Moreno.
Condivido pienamente i commenti qui sopra. Mi sembra che un paio di anni fa la linea di questo blog fosse proprio quella di tentare di fiancheggiare e provare ad interagire con i grillini. Se non ricordo male in un articolo Pasquinelli arrivò a sostenere che il fronte popolare esisteva già ed era il Movimento 5 Stelle. Poi misteriosamente quelle posizioni sono scomparse da Sollevazione. Perchè? Perchè anzichè costruire l'ennesimo gruppetto (adesso Ora, nel 2011 MPL, prima Rivoluzione Democratica...ecc.), non vi impegnate seriamente all'interno di un contenitore politico di massa? Non pensate che i 50-100 militanti che vi seguono se agissero in modo coordinato nelle varie province dentro i meet-up locali del Movimento 5 Stelle non potrebbero ottenere nel giro di qualche anno risultati importanti?
Grillo ha avuto coraggio ad andare all'Eni a digliernene 4.
Secondo me andrebbe sostenuto.
E' l'unico che parla di multinazionali e banche. Ho sentito il verde che ora è in SEL che diceva tutto tranne che delle multinazionali. Parlava di carestie (quali?), di guerre tribali (come fossero aborigeni con le lance), di tutto ma mai delle multinazionali ANCHE DELLE ARMI ma anche delle privatizzazioni ecc.
Non saranno perfetti ma se MPL frequentasse i meet up, con molta pazienza come ha detto quello sopra, potrebbero dare un contributo notevole.
Io vedo questa cosa di Fassina...pare più qualcosa di personale, come una amicizia che una comunità di intenti. Nemmeno uscisse dal PD. Landini, Fassina, Cofferati, Bersani, Civati, Vendola sappiamo troppo bene che non sono figure di riferimento. Il cambiamento deve essere totale una vera e propria rivoluzione culturale. UNA LIBERAZIONE (COME DICE LA SIGLA MPL)
Veramente è il contrario.
Siete voi che avete un'occasione.
Condivido chi dice che stà cosa del movimento "Ora" non ha senso. A parte che copiare un nome (quello delle liste Ahora! presentate in Spagna da Podemos) non significa ripercorrere lo stesso esito politico, ma semplicemente mancare di fantasia e di prospettiva politica (è assurdo decontestualizzare un'esperienza e pensare di riproporla in una realtà completamente diversa), in Italia un movimento che occupa uno spazio politico analogo a quello occupato in terra iberica da Podemos esiste già ed è il Movimento 5 Stelle!!! Quello spazio politico è già occupato nel nostro paese. Semmai uno spazio politico vuoto in Italia è proprio quello a sinistra. Bisognerebbe attrezzarsi per costruire qualcosa di serio in quell'ambito. Una vera alternativa non solo antieurista e antiliberista ma con una prospettiva socialista. Altro che l'ennesima piccola setta o l'entrismo nei cinque stelle!
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