giovedì 9 maggio 2019

COME NON SI COMBATTE IL FASCISMO di Piemme

[ 9 maggio 2019]

Due sono i fatti che oggi balzano alla cronaca. Lo smantellamento, al Salone del libro di Torino, della casa editrice neofascista Altaforte, e la dura contestazione di Virginia Raggi nel quartiere di Casal Bruciato a Roma.
Due fatti distanti e di diversissima natura e tuttavia il circo mediatico ha avuto facile gioco e connettere ad un unico filo conduttore: l'antifascismo.

Nel primo caso, quello di Torino è stato tolto lo stand ad una piccola casa editrice legata ai "fascisti del terzo millennio". Nel secondo caso ancora Casa Pound protagonista perché si è fiondata sulla protesta di alcuni abitanti di Casl Bruciato contro l'assegnazione di un alloggio ad una famiglia rom italiana (sottolineo italiana).

Per la cronaca: CP è riuscita a presentare liste alle europee saltando l'improba 

raccolta di firme grazie alla cortesia di un parlamentare ungherese, quindi, sempre per la cronaca, CP, tanto per non smentirsi, va in alleanza con la lista almirantiana e finta pro-Forconi "Destre Unite".

Sul primo caso c'è poco da dire: si tratta di una sciatta operazione di censura politica e ideologica, compiuta in nome dell'antifascismo di regime. Un antifascismo con cui la sinistra patriottica non ha nulla a che spartire, e non solo perché si è risolta in uno spettacolare spot a favore di una minuscola casa editrice di cui basta guarda i titoli per capirne il penoso livello culturale. Dalle parti della sinistra radicale (che un tempo gridava allo "antifascismo militante" per distinguerlo da quello di regime) si esulta per l'atto censorio, a dimostrazione che essa va a rimorchio del potere neoliberista ed ha perso ogni barlume di autonomia. 

Fiancheggiare l'antifascismo del regime liberal-liberista, apparire come collusi con esso, non solo è un modo sbagliato di fare antifascismo, è molto peggio, significa spianare la strada alla crescita dei neofascisti, che ogni volta che simili sodalizi si manifestano, vanno infatti in brodo di giuggiole. Andare a rimorchio dell'élite di regime significa di fatto agire da fiancheggiatori dei neofascisti.


*  *  *

Simile, pur essendo il contesto del tutto diverso, il tranello in cui gli antifascisti di sinistra sono caduti a Casal Bruciato — come del resto già avvenne nel 2014 a Tor Sapienza, a Torre Maura e sempre a Casal Bruciato un mese fa

Alcune periferie di Roma sono una vera e propria polveriera sociale. Casal Bruciato (qui il PCI, ai tempi, aveva la maggioranza assoluta, poi passata al M5S che ha ottenuto il 70%) non fa eccezione. 
«Cassonetti cappottati e stracarichi di pattume, strade crivellate di buche, giardini per bambini ridotti a grovigli di vegetazione informe, corse dei bus depennate dall'oggi al domani... i bagni del centro anziani dove si gioca a briscola chiusi e così tutto attorno è diventato un orinatoio.. ogni tanto sparatorie in strada». [IL MESSAGGERO del 9 maggio]
Aggiungete il dissesto dei condomini di proprietà pubblica. Aggiungete che tantissimi, non solo giovani, campano di lavoretti precari o sono disoccupati cronici; aggiungete il dissesto della scuola pubblica e del sistema sanitario; aggiungete la pandemia dello spaccio illegale di droga con cui in molti campano; ed avrete un'idea che si è seduto sopra un vulcano.

In questa polveriera basta una piccola miccia affinché esploda la rabbia degli abitanti. Ancora una volta questa miccia è stata l'assegnazione di un appartamento ad una famiglia italiana di etnia rom. Ancora una volta alcuni residenti hanno cercato di impedire che questa vi si installasse. Si tratta di xenofobia? Certo che sì. Se non si fosse trattato di rom è sicuro che la protesta non ci sarebbe stata. I neofascisti come al solito sono piombati sul quartiere tentando di mettere il cappello su di essa. 

La malcapitata sindaca Raggi ha fatto una figuraccia senza precedenti. Lì proprio dove solo poco tempo fa aveva fatto il pieno di voti quasi veniva linciata non fosse stato per le forze di polizia. E' andata a dire, pensate un po', che "La legge si rispetta!". Una donna le ha gridato in faccia:
«Non sei la nostra sindaca, sei una buffona, la gente che muore di fame non la guardi, vieni qua per i rom, vergogna! E noi che t'abbiamo pure votato, siamo stati dei cretini!»
E' in questo casino si sono fulmineamente infilati i neofascisti di Casa Pound con il loro presidio. E solo a questo punto è arrivata la contro manifestazione degli antifa e di parte del movimento di lotta per la casa — che in troppi casi appare come una specie di comitato di soccorso per soli immigrati. Scene già viste.

Servono queste pratiche a costruire un blocco popolare rivoluzionario? No, non servono, anzitutto perché esse fanno il verso, con il loro accoglientismo incondizionato, alle élite dominanti e alla chiesa cattolica, col che aiutano proprio i neofascisti a spacciarsi come campioni degli italiani in fondo alla scala sociale e dunque abbandonati a se stessi. 

Una sinistra seria e rivoluzionaria dovrebbe rimettere piede in queste periferie e riconnettersi con le classi popolari. Ma questo non sarà mai praticamente possibile se non ci si sbarazza di una politica che considera più importanti i diritti individuali rispetto a quelli sociali e di classe; di idee cosmpolitiche e borghesi riassunte in slogan fricchettoni come "Italia meticcia"; della vera e propria idiosincrasia verso la sovranità nazionale; della attenzione esclusiva alle minoranze d'ogni tipo (sessuali, etniche ecc.); dell'apologia dell'immigrazione irregolare; della parallela sordità assoluta verso il comune sentire popolare che l'immigrazione fuori controllo è inaccettabile; della condanna senza appello di questo comune sentire come razzismo.

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27 commenti:

Reds are here ha detto...

La Sinistra patriottica di cui Sollevazione è una, non l'unica, tra le componenti è una delle poche formazioni di Sinistra che ha compreso la posta in gioco.
Continuare a dipingere, proni al vangelo di Soros, un neofascismo che attualmente non esiste (almeno in Italia o in Occidente, diverso forse il discorso sarebbe nel cd Terzo Mondo) farà sì che quando il fascismo tornerà veramente, e in forme inaspettate come inaspettate lo furono negli anni Venti, la Sinistra radicale sarà la banda armata del sionismo globalista che combatterà alla morte con il nuovo fascismo per motivi di contesa inter-imperialista mondiale.

Anonimo ha detto...

Scrive su twitter il vostro amico Bazaar: "può censurare solo il potere dominante". Giusto.

Dunque quelli che reclamano a gran voce la censura si rivolgono di fatto al regime liberal-liberista.

Blandiscono servilmente il "fascismo" di oggi, che di questo antifascismo di maniera di maschera, chiedendogli di censurare un gruppuscolo molto minoritario che si ispira al fascismo ieri.

Altro che antifascimo, questi uniscono il servo encomio al codardo oltraggio.

Giovanni

Anonimo ha detto...

L'ennesimo commento contro piccole componenti di sinistra che saranno cavoli loro di come fanno antifascismo e non si fanno curare da maestri in cattedra dell'iperuranio del web, anche se da "fricchettoni" ci vanno fisicamente nelle periferie. Forse anche a loro rischio se non sono ben visti dai residenti come forse presuppone il sovranista de sinistra.
E comunque c'è il riscontro che nelle periferie delle metropoli, nei posti di lavoro, nelle scuole, ovunque, non esiste nessuna sinistra "patriottica".
Sarà un complotto del gruppo Bilderbergh in combutta con i centri sociali neo-liberisti cannaioli (qui sarete d'accordo con il buon Salvini, fare una lotta dura contro la "maria", bisogna mandarli in galera tutti i giovinastri da centro sociale che complottano contro il sovranismo patriottico fumandosi qualche canna) ^_^
Saluti,
Carlo.

Anonimo ha detto...

Noi siamo con i ROM e con la sindaca Raggi che difende l'assegnazione della casa contro gli schifosi fascisti di Casa Pound e le 'schifose' razziste - proletari comunisti/PCm Italia
https://proletaricomunisti.blogspot.com/2019/05/pc-9-maggio-noi-siamo-con-i-rom-e-con.html

Gaetano ha detto...

E' vero non c'è sinistra patriottica nelle periferie, così come sparisce anche la residua sinistra antagonista di strada: Se ti richiami al popolo, qualcosa in comune con il popolo devi pure avercelo. Sai quale è il problema? Che la sera, a casa, nel peggiore dei casi, una casa ce l'hai, nella maggioranza dei casi trovi una situazione di relativa agiatezza. Questa è la realtà socioeconomica dei sinistrati: dal piccolo al medio borghese. Di rivoluzionario, al di fuori del giovanilismo ribelle, c'è molto poco. A quale popolo ci si richiama, quello sottoproletario delle periferie, o quello della borghesia impoverita da 20 anni di furto della ricchezza nazionale svenduta da Prodi, Andreatta, Ciampi, Napoletano etc?
A 56 anni ho visto ripetute generazioni di rossi incendiari divenire pdemocratici spompati. Oggi vedo una grande confusione in ciò che rimane della ex sinistra antagonista. Il simpatico Carlo fa ironia sulle allucinazioni complottistiche ma non ha scritto una parola nel merito se non valorizzare la presenza fisica degli antifa nelle periferie. Io non credo che l'antifascismo consista nel praticare la guerra di bande nelle strade. Così facendo, si riproducono solo le due facce di una stessa medaglia, ben in vista nella bacheca dei padroni.

Luca Tonelli ha detto...

Ma hai fumato?

Anonimo ha detto...

Di questo articolo è giusto tutto. Proprio tutto. Anche le virgole e i punti. Roma è arrivata a livelli pietosi. Intendiamoci, non è mai stata un villaggio svizzero o una metropoli nordica. Ma cristo santo... Altro che "meridionalizzata" (senza offesa per gli amici "terroni"), qui siamo ad una situazione da Bronx. Molto azzeccato il riferimento alla miseria sempre più diffusa e al doversi "adattare". Leggi: darsi a qualche forma di spaccio o di riciclaggio di denaro sporco. Che poi sono forme anche queste di capitalismo selvaggio, anche se fuori dalla "legalità" formale, dunque ferocissime e brutalizzanti. Lascia vivere - anzi, sopravvivere - la gente in una simile discarica sociale e anche un santo diventerà una belva nel giro di pochi anni.

C'è però un problema: si vagheggia - come da più d'un lustro ormai in questi spazi - d'una vera sinistra rivoluzionaria e patriottica, l'unica con le carte in regola per presentarsi alle vere classi popolari e via dicendo. Ebbene, qual è il nome di qualche vostro responsabile a Roma? Qual è la vostra strategia per le periferie delle grandi città italiane?

Scusate se mi permetto l'impudenza e scusate pure se m'è sfuggito qualche vostro evento in proposito, ma mi risulta che a Roma l'unica vostra attività anche andando indietro di qualche anno, si sia risolta in qualche convegno sempre e solo attorno allo stramaledetto euro (anche se negli ultimi mesi la musica è un pò cambiata e s'è passati al "cambiamo le cose da dentro", che prima da queste parti era anatema come per un musulmano lo sarebbe mangiare porchetta alla Mecca). E, soprattutto negli ultimi tempi, mi risulta pure che questi convegni abbiano visto la presenza assidua di un presenzialista televisivo fresco di eurocandidatura (ma non era blasfema anche questa roba?) col Carroccio.
Mi spiace davvero dirlo, ma a me sembra il ripetersi della vicenda d'un certo docente d'economia, praticamente lanciato da voi anni addietro, che dopo poco tempo, anche perché gli avevate "fatto tana" circa frequentazioni politiche inaccettabili e firme su "manifesti" a dir poco discutibili, ha immediatamente e bruscamente rotto i rapporti con voi, lanciandovi per giunta insulti fra il surreale e il disgustoso. Ovviamente anche 'sto docente ebbe la sua brava candidatura e in seguito l'eccellente cadrega. Solo che lui s'è logorato i nervi e la salute per molti anni, invece il "presenzialista" cui accennavo prima è stato molto più discreto, pacato e misurato. E il seggio a Bruxelles non glielo tocca nessuno fino al 2024, sicuro e garantito, mentre quelli romani, beh, basta una crisi di troppo e si rischia di doversela rigiocare prima dei canonici cinque anni...

Ma, a parte il lungo inciso polemico, seriamente: dove siete a Roma? Ce l'avete un referente? Una sede? Come prevedete di svilupparvi da queste parti? O sono più importanti, per questa "sinistra patriottica", il convegno numero tremila su quanto faccia schifo l'euro e le ospitate di delegazioni greche, spagnole e francesi per dirci quanto facciano schifo le cose pure da loro? Guardate che di questo passo, spentosi il governo gialloverde come un petardo bagnato, il pendolo elettorale tornerà dall'altra parte e in capo a due o tre anni, ci ritroveremo un'altra volta in mano al Pd o a Forza Italia o addirittura ad una Santa Alleanza fra i due.

Anonimo ha detto...

Non si capisce il vostro "antifascismo" che cos'è o cosa vorrebbe essere "nel merito".
Andare contro un gruppo di fascisti che aggredisce qualcuno perché in quel qualcuno non vede una persona degna di vivere perché fa parte di una certa odiata minoranza, etnica, sessuale, non importa quale, e lo Stato non muove un dito contro la feccia fascista che aggredisce, questo è un esempio concreto di antifascismo e non fuffa sociologica da web, è nel merito delle cose.
Personalmente non ho la supponenza di conoscere chi sono quelli che fanno parte di questi gruppi antagonisti non frequentandoli e francamente non me ne importa nulla se sono di famiglie di piccola, media o grande borghesia. Se vogliamo eliminare come interlocutori tutti quelli che non sono "sottoproletari" rimarrebbe un bel misero "popolo" minoritario incapace.
Hai voglia di fare sollevazioni con certo sottoproletariato, di cui il buon Marx diffidava con buone ragioni.
Saluti,
Carlo.

Anonimo ha detto...

A Carlo
a me sembra invece terribilmente chiaro quale dovrebbe essere l'antifascismo secondo Piemme, che non è assolutamente quello che scrivi tu, Carlo. «Andare contro un gruppo di fascisti che...» senza essere presenti e senza riconnettersi con le classi popolari e soprattutto senza sbarazzarsi di una politica che considera più importanti i diritti individuali rispetto a quelli sociali e di classe; senza abbandonare le idee cosmpolitiche e borghesi; senza difendere la sovranità popolare del Paese ovvero nazionale; se non si smette di guardare esclusivamente alle minoranze d'ogni tipo (sessuali, etniche ecc.); se non si abbandona l'apologia dell'immigrazione irregolare dando addosso al comune sentire popolare per il quale l'immigrazione fuori controllo è inaccettabile; quindi se non si smette di condannare senza appello di questo comune sentire come razzismo. Ecco come bisognerebbe praticare l'antifascismo, e finchè non ci sarà una forza politica nuova, una sinistra patriottica che faccia questo, l'attuale sinistra, in tutti i suoi rivoli, è colpevole di far avanzare la destra più reazionaria.
Personalmente penso che fra le periferie non sanno di essere "sinistra patriottica" a questo servirebbe un soggetto politico nuovo, a farglielo capire e ad organizzarli.
All'anonimo delle 2:00 invece mi viene da dire: tu sei di Roma? Perchè non dai una mano? Da quello che vedo, gli amici di sollevazione sono pochi e troppo pochi in particolare a Roma per poter realizzare quanto Piemme scrive. Magari la cosiddetta sinistra, invece di fare la stampella dell'elite oligarchica, capitalista, borghese globalista, invece di demonizzare sollevazione e pochissimi altri, decidesse di "riconnettersi con il popolo"...!!!

Marco Fontana ha detto...

Il vero nome del fascismo del 21* secolo è SIONISMO GLOBALISTA.
Ma lo vogliono capire certi poveri ingenui che introdurre il reato d'opinione, con la scusa delle "opinioni fasciste...", è l'operazione più fascista immaginabile?
Già ora qualche celebrato farabutto pontifica su "antisemitismo uguale ad antisionismo", parificando una delle più aberranti persecuzioni della storia a un'altrettanto aberrante dottrina politica, il sionismo, che ha comportato la perenne persecuzione della popolazione più semitica della terra: i PALESTINESI.
Purtroppo dire la verità resta un atto estremamente rivoluzionario...

Carmine ha detto...

C'é chi dice che di questo articolo è giusto tutto anche i punti e le virgole e c'é chi invece si interroga in cosa consista il vostro antifascismo. Bella domanda, in cosa consiste? L'iniziativa contro la casa editrice Altaforte è sbagliata come pure la mobilitazione degli antagonisti a Casalbruciato contro cittadini fascistizzati dalla propaganda di Casa Pound e contro gli stessi casapoundisti. Si promulgano sentenze in nome di una "sinistra patriottica" inesistente (anche per chi condivide i punti e le virgole) e comunque decisamente piu'fragile delle "piccole componenti di sinistra" che promuovono l'antifascismo militante. Da sinistra patriottica io toglierei il termine "sinistra" senza aggiungere altro anche se la deriva a destra è evidente. Dai giudizi lapidari come questo all'appoggio "condizionato" (condizionato da che?) al Governo giallo nero.

Anonimo ha detto...

Tutto giusto in negativo, ma voi non fate niente in positivo. Quale è l'impegno della sinistra patriottica nei quartieri?

SOLLEVAZIONE ha detto...

Piemme risponderà, se riterrà di farlo.
Da parte nostra solo brevi precisazioni.
La prima di tutte, ma proprio la prima: "non esiste azione rivoluzionaria senza teoria rivoluzionaria".
Da questa parti, dalle parti della Sinistra Patriottica, riteniamo di avere una teoria, ovvero idee, posizioni.
Chi non le condivide provi a cimentarsi contestandole.
Stiamo aspettando...
Siamo maledettamente consapevoli della nostra debolezza organizzativa e militante. E accettiamo l'accusa di essere deboli.
Quel che è francamente patetico è scagliarci contro questa debolezza per glissare sulle questioni teoriche e di linea politica.
AI funerali di Marx c'erano 13 persone. Alla sua morte i marxisti erano piccolissime minoranze. Durante la Comune di Parigi i marxisti erano, letteralmente, quattro gatti. Eran forti prouhoniani, blanquisti, neogiacobini. Ciò toglie forse anche un solo grammo alla potenza di quel che Marx scrisse sulle Comune?
Il fatto che P101 non sia presente con propri militanti nella periferia romana non toglie nulla alla condanna di certo antifascismo che non solo giudichiamo inefficace, che consideriamo addirittura doppiamente conveniente: all 'élite liberale dominante ed ai neofascisti stessi. Le due cose si tengono. La storia insegna...
Vero, noi non ci siamo nelle periferie romane, ma meglio non esserci che esserci per diventare, come certa estrema sinistra, una specie di croce rossa degli immigrati, pratica questa, che deriva anch'essa da una teoria, per cui gli immigrati, in quanto ultimi nella scala sociale, sarebbero oramai il vero soggetto rivoluzionario.
Col che, di passata, marxismo Addio!
Ma questa teoria (che è una riproposizione dell'idea anarchica e quindi di certa tarda Autonomia Operaia settantasettina) che i sottoproletari sarebbero la leva sovversiva) si base su un sottostante, poggia su un sostrato etico: quello per cui il popolo lavoratore italiano sarebbe ormai un ammasso di merda razzista... che vada alla malora! Di qui il connubio implicito e spesso conclamato con i fighetti della sinistra radical chic per non dire la grande borghesia.
Infine, certo antifascismo "militante" condivide con certa élite l'idea che oggigiorno la priorità sia, appunto, combattere i gruppi neofascisti. Solo che l'élite sa che non è vero, che è un inganno dietro cui essa si nasconde, mentre certi antifa, ahiloro, ci credono davvero.
Non si entra nelle periferie romane senza decine e decine di giovani militanti. P101 ha una sezione romana ancora troppo debole per dimostrare nella pratica come stare da rivoluzionari a Casal Bruciato o Tor Bella Monaca. Non siamo ancora in grado, nella capitale, di aprirci un varco e dare l'esempio pratico (visto che solo l'esempio pratico porta nuovi militanti). Il nucleo di quadri che abbiamo è ancora troppo debole, ma abbiamo qualità e siamo sulla buona strada.
Chi vivrà, vedrà.

Anonimo ha detto...

Intervento davvero inappuntabile quello riassuntivo di Sollevazione.

E' sintomatico il fatto che Carlo non si ponga mai, nemmeno di sfuggita, la domanda "cosa vuole il popolo": c'è la consapevolezza silenziosa di essersi trasformati nei peggiori nemici di un popolo sofferente che invece di condividere le loro mattane anarco-terzomondiste combatte tutti i giorni per sopravvivere nelle kasbe in cui l'invasione extracomunitaria a ridotto i nostri quartieri popolari.

Il più bello è che lui stesso sottoscrive la perfetta inanità del suo progetto quando scrive: "hai voglia di fare sollevazioni con certo sottoproletariato, di cui il buon Marx diffidava con buone ragioni". Probabilmente ha in mente il sottoproletariato italiano: come se il volgo disperso extracomunitario dotato di lingue, religioni, aspettative e tradizioni completamente eterogenee, offrisse maggiori opportunità sollevatorie!

Ma lo pseudoanarchismo dei centri sociali non si pone domande strategiche; ciò che vuole è urlare la propria presenza. Di fare la pedina del capitalismo predatorio in fondo non gliene importa nulla.

Gaetano ha detto...

Sono stato giovane anch'io. Il ribellismo giovanile non è comunismo. Infiammarsi contro Salvini e provare adrenalina nello schierarsi per strada dinanzi ai giovanotti in camicia nera è come praticare sport estremi; alla ricerca di forti emozioni.
La lotta politica si fa innanzitutto con il cervello e con lo studio.
E' necessario ricostituire il Partito Comunista in modo che diventi di nuovo un partito di massa. Abbiamo bisogno della macchina capace di unire le nostre debolezze isolate per tramutarle nella forza che cambia la realtà. Contemporaneamente, come sinceri democratici e amanti della libertà non possiamo non vedere lo stato in cui versa il paese, succube di forze d'invasione e dominio straniere. Non possiamo non alzare la bandiera della libertà, sovranità e indipendenza della nazione. Ricordiamoci che si chiama Repubblica Italiana, che è nata dalla resistenza e che va difesa.

Anonimo ha detto...

Marco Fontana. Il Fascismo è antisemita. Il SIONISMO originariamente fu evolutivo e positivo! Ora c’e Una lotta tra varie correnti israeliani ma i fascisti sono i terroristi arabi e islamici!!!!!

Anonimo ha detto...

Se ci fosse stata una sezione di sinistra patriottica in zona, che avrebbe fatto?
Si sarebbe astenuta tra i fricchettoni antagonisti (che mi pare abbiano quasi preso a calci Orfini del PD) e i fascisti?
I militanti rivoluzionari patriottici avrebbero fatto i Ponzio Pilato nascondendosi dietro i paroloni sull'elite e il turbo capitalismo?
Fateci capire in concreto questi geni incompresi della politica rivoluzionaria che avrebbero fatto stando lì.
Avrebbero appoggiato la legalità dell'assegnazione della casa alla famiglia rom?
Li avrebbe cacciati a calci non essendo poveri a marchio sovranista e occupato la casa a favore di una famiglia povera italiana?
Oppure, mentre i fascisti assaltano, avrebbero aperto una tavola rotonda con Diego Fusaro per parlare del potere luciferino dell'establishment che ci vuol far diventare tutti ricchioni mentre gli italiani delle periferie affondano nella povertà causata dall'ingiustizia della globalizzazione capitalista?
Cosa avrebbero fatto di concreto i rivoluzionari patriottici?
Perché qualcosa avrebbero fatto, giusto? Non è che sono chiacchiere e distintivo, tutta teoria e zero pratica?
Credo che sia legittimo sapere di fronte a certi avvenimenti cosa penserebbero di fare i militanti patriottici.
Io personalmente, con tutte le differenze che sicuramente ho con anarchici e simili, davanti a dei fascisti non mi porrei il problema della scelta e non mi farei seghe mentali su Unione Europea, elite e capitalismo finanziario in quel momento.
Purtroppo la divisione delle particelle atomiche la fa da padrona nel campo della sinistra, nemmeno su scelte banali si trova un'unità di intenti, tutte le particelle vogliono essere prime donne.
E intanto finiscono nel nulla politico, con l'applauso di PD e simili.
Saluti,
Carlo.

Marco Fontana ha detto...

Anonimo 10 maggio 2019 18:49

Se il SIONISMO originariamente fu evolutivo e positivo, la banda Stern cos'era, un'associazione progressista moderatamente portata all'omicidio etnico?
Non c'è peggior nemico della ragione, dei propri pregiudizi.

Gaetano ha detto...

Carlo.
1) quando i fascisti assaltano, tu che sei un metro e novanta e hai 22 anni ti metti davanti e li sconfiggi. Così proteggi le fanciulle, i disabili, i bambini, le cinquantenni, i nonni e i ricchioni che non hanno la forza o il coraggio di prendersi le mazzate nel cranio.
La partecipazione è per tutti. Il combattimento no.
2) se invece di battere i fascisti, vieni battuto, noi dopo veniamo a trovarti all'ospedale. Ma mi chiedo: in base a questa sconfitta abbiamo perso? O dobbiamo organizzare la rivincita? In fondo anche un nonno, se gli trovi una pistola, la volta successiva potrà sparare a un cretino di Casa Pound.
3)Alla fine dei conti, è questa la pratica politica rivoluzionaria che bisogna adottare? Nel mentre Macron viene intervistato da Fabio Fazio e Mattarella nomina senatore a vita Mario Draghi? Mi dispiace dirlo, sono convinto che il profondo odio che i sinistrati nutrono per Diego Fusaro sia solo risentimento verso chi quotidianamente mette a nudo l'estrema pochezza di pensiero e i clamorosi errori di valutazione e di posizionamento compiuti negli ultimi venticinque anni da chi, illudendosi di essere un novello Che Guevara, ha scambiato il cazzo per la banca dell'acqua (come si dice a Napoli).
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All'anonimo delle "casbe".
4) Non credo che il degrado urbano sia causato dall'immigrazione incontrollata. Quello è solo un elemento di colore che fa risaltare i contorni delle figure del quadro. IL degrado e la miseria sono causati dal crollo del muro di Berlino e poi del PCI. Da quel momento ci tolgono tutto e il neoliberismo predatorio non ha finito qui.
5) Noi siamo e dobbiamo essere terzomondisti, solidali e accoglienti. Dobbiamo solo marcare la differenza tra ipocrita carità cattolica e solidarietà rivoluzionaria internazionalista. Io, per esempio, raccolgo e invio denaro in Palestina, dove si resiste. Da lunedì,inoltre, dopo aver visto il poster di una prossima manifestazione con Saviano, revoco il mio accredito mensile a Medici senza frontiere.

Piemme ha detto...



Carlo ci chiede "che avrebbe fatto una sezione di sinistra patriottica in zona".
Per quanto mi riguarda non avrebbe dovuto partecipare alla sceneggiata, ad uso e consumo della macchina mediatica, così come si è manifesta e articolata.
Vero è che i neofascisti hanno tentato di metterci il cappello, ma la protesta è partita come spontanea, animata dai cittadini del caseggiato e di quelli limitrofi. Ci sono stati quindi due momenti, che non vanno confusi.
Se è così, la domanda di Carlo è posta in modo sbagliato.
Andrebbe posta in quest'altro: quale atteggiamento avremo dovuto assumere rispetto al primo momento, rispetto ad una protesta volante di cittadini esasperati, quindi animati da una legittima rabbia sociale legittima che tuttavia si scagliano contro un bersaglio sbagliato?
Saremmo andati a picchiarli? Non avremmo dovuto urlare contro la Raggi protetta da un nutrito cordone di polizia?
No, saremmo dovuti stare in mezzo a loro, come cittadini come loro, per dissuaderli dall'accanirsi contro la famiglia rom, non però per rispedirli a casa ma per far si che la rabbia puntasse in alto non in basso, magari, la butto lì, per organizzare una grande marcia delle periferie sul Campidoglio: "Diritto alla casa per tutti! I rom ai Parioli!". Prendere quindi la testa della mobilitazione, cosa che sarebbe servita ad impedire ai fascisti di mettere il loro cappello.
Riguardo ai tentativi dei neofascisti di farsi largo in mezzo al popolo che fare?
questo è un secondo e diverso problema.
Per come stanno messe le cose, penso sia controproducente fare anatemi, partecipando alla campagna di satanizzazione.
I proletari infuriati non solo non capiscono questa campagna, la detestano visto che essa è scatenata anzitutto dall'élite sistemica.
per come stanno messe le cose occorre ammettere che contro (contro!) i neofascisti la battaglia va condotta sul piano anzitutto politico. Non siamo agli anni '40 e nemmeno ai '70.... La sfida è anche con loro per l'egemonia in seno al proletariato. Li si deve battere anzitutto sul terreno politico, quartiere per quartiere, zona per zona, città per città. Nel contesto dato rifiutare lo scontro politico con loro non solo non ha efficacia, è controproducente.
Ove essi aggrediscano e passino alle mani, allora, e solo allora, si dovrebbe rispondere pan per focaccia, ma mai passando per i "ragazzi della via Pal".

Anonimo ha detto...

A Carmine

l'antifascismo militante di cui parli, è l'altro latto della medaglia del fascismo.
Questo vostro "antifascismo" spiana la strada, di più, costruisce autostrade alle becere destre.
Mi chiedo se non siate in fondo in fondo proprio voi nostalgici del fascismo.
Ma domande, riflessioni, pensieri critici, a voi stessi non ne ponete?

Carmine ha detto...

All'anonimo che scrive: l'antifascismo militante è l'altro lato della medaglia del fascismo. Noi che"addirittura" saremmo "nostalgici del fascismo" spianiamo autostrade alle destre. L'autore dopo avere detto simili dabbenaggini dovrebbe farsi un ripasso della storia ed usare quel senso critico che raccomanda agli altri

Anonimo ha detto...

Non so se quel che scrivo c'entra qualcosa con quanto accaduto a roma. Ma visti certi commenti penso di si. Chi dice che coi fascisti si dovrebbero solo usare legnate sbaglia.Dove lavoro io abbiamo un paio di fascisti dichiarati. Non è che gli si nega il diritto di parola. Non solo ci si deve discutere di politica e di sindacato, a volte dicono la loro quando si ha la possibilità di fare assemblea sindacale e spesso non dicono cose diverse da quelle che diciamo noi, di qui le accuse dei sindacalisti della triplice che urlano agli opposti estremismi. Entrambi sono poi contro l'europa, per i palestinesi, per il venezuela contro l'america. Ne' questi due colleghi si manifestano come razzisti visto che da noi ce ne sono diversi di colleghi immigrati e mai hanno dato segni di discriminazione. Dovrei evitare di parlare con loro e come spesso accaduto evitare di votare con loro contro i sindacati ufficiali? E come faccio? nessuno dei miei colleghi mi capirebbe e non mi capirebbe perché per nessuno il fascismo è un problema cioè non capirebbero l'antifascismo a prescindere.

Anonimo ha detto...

Ottimo il commento delle 16.34. Socialismo nazionale e socialismo collettivista sono due aneliti comunitari e come tali ostili all'iperindividualismo liberista importato da quel popolo di mercanti e pirati che sono gli anglosassoni. Ci si combatte sempre fra fratelli smarriti. Per questo antifascismo e anticomunismo sono diventati i catalizzatori principali dei due schieramenti.

Ma che senso ha tenerli in vita a petto del trionfo mondiale del turbocapitalismo predatorio e della pax americana che ne costituisce il braccio armato? Di un sistema che annichilisce ogni omogeneità, sia nazionale, democratica, razziale o di classe, e si lascia alle spalle soltanto volghi dispersi che patria non hanno, incapaci di ogni resistenza?

Anonimo ha detto...

Insomma alla fine della fiera per diversi commentatori l'antifascismo deve essere roba da chiacchiere e distintivo.
I gruppi fascisti usano la violenza come agire politico, adesso lo dice la cronaca e nel Novecento lo ha detto la Storia.
Nel mentre si fanno le tavole rotonde e tanta bella teoria su capitalismo finanziario, euro-no euro, elite e Bilderbergh, o nel mentre si fa la propaganda tra la gente dei mercatini, i gruppi fascisti non fanno chiacchiere ma agiscono concretamente con azioni fisiche contro minoranze etniche o gruppi di sinistra, le minoranze "etniche" che possono essere ad esempio rom italiani tanto per dire.
Ora la politica "vincente" nella periferie va incontro al senso comune, che è contro i rom ladri, i negri inferiori e potenziali stupratori, i napoletani tutti imbroglioni fannulloni ladri (so di cosa parlo, noi napoletani siamo considerati feccia della nazione ovunque, dal Sud al Nord isole comprese) e così via, è inutile parlare di politica se si vuole semplicemente andare incontro al senso comune, al limite ci si iscrive a Casapound oppure alla Lega Nord e fine della storia.
Noto di passata che la gente delle periferie romane votava al 70&% PCI, poi ha votato al 70% MSI, poi ha votato al 70% il M5S e poi forse voterà al 70% la Lega salviniana.
Nel frattempo questa gente non è uscita e non uscirà dal tunnel della disperazione metropolitana e non si fa una domanda se il proprio voto prima a Tizio e poi a Caio non è stato solo roba inutile per migliorare la loro vita, cioè non si fanno una domanda su loro stessi e del perché nonostante cambino un voto non cambia nulla.
Comunque, lo scontro politico contro la feccia fascista non può essere non comprensivo della difesa anche fisica di chi incolpevole in quel momento è additato dal senso comune come nemico, da cui mettersi in mezzo contro gli "squadristi di quartiere" deve far parte di una militanza concreta nelle periferie metropolitane, a costo di andare contro il senso comune del momento.
Una precisazione, antifascismo è stato propaganda e scontro fisico contro il fascismo, lo dice la parola banalmente.
Voi mi pare che create confusione tra la lotta comunista anti-capitalista e antifascismo, quando parlate di fascismo finanziario e delle elite.
L'antifascismo è un'idea trasversale alle ideologie politiche, lo dice la Storia e la nostra Costituzione.
Antifascismo non è la lotta politica per l'emancipazione del lavoro salariato e il superamento del capitalismo, che non è una cosa trasversale alle ideologie politiche che hanno fatto la resistenza contro il nazifascismo.
Le cose vanno distinte sennò non si fa capire niente e perché vorrebbe dire che ora viviamo nel fascismo conclamato dato che siamo nel pieno della globalizzazione capitalista, ma dire una cosa del genere sarebbe dire una fesseria totale, a cui pare però credere una parte di commentatori.
Un'ultima cosa, le forze del dis-ordine dello Stato difensore delle elite e del turbo capitalismo non si fanno problemi a menare i fricchettoni da centro sociale ancella del globalismo, mentre non fanno una piega verso i fascisti, anzi gli fanno pure da spalla. Questa se volete piccola cosa la gente delle periferie non la vede, cioè che i fascisti sono integrati nel sistema che se ne sbatte dei problemi.
Su questo le persone non riescono proprio a farsi una domanda del perché, verrebbe da dire che la gente delle periferie è integrata nel sistema, semplicemente basta che non gli si faccia vedere un rom o un negro e può continuare a vivere "bene" nel degrado urbano degli espedienti, delle occupazioni abusive "governate" e degli affarucci mafiosi locali, che lo Stato nelle periferie non ci deve essere per queste ultime cose.
Sarà per questo che Marx diffidava del sottoproletariato?
Saluti,
Carlo.

Rosso Nera ha detto...

I nostri compagni che erano a Roma dicono che i fascisti erano 28 (ventotto). Se non c'era la celere altro che la famiglia rom, erano i fascisti a dover scappare.
La verità è che lo spauracchio fascista serve a fare fronte unico pro PD. I fascisti vanno sbaragliati in 5 minuti e poi si pensi allo Stato e ai padroni veri

Anonimo ha detto...

Caro Carlo, se non ci spieghi in che modo pensi sia possibile conciliare terzomondismo, crescita del benessere italiano/europeo e magari decrescita ecologica, dovremo concludere che se i romani votassero te anziché la trafila PCI-MSI-5 stelle-Lega, la loro disperazione metropolitana aumenterebbe notevolmente.

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