Sulla scheda elettorale per le europee, tra le 15 liste ammesse, ne troverete due che rispondo al nome di LA SINISTRA e il PARTITO COMUNISTA. Vi spieghiamo perché non voteremo né la prima né la seconda...
Alcuni ci chiedono: "Perché non votate il PC di Rizzo, dato che è contro l'euro e l'Unione europea"? Perché, al netto di un identitarismo ideologico ammuffito e improbabile, è un voto sostanzialmente IMPOLITICO.
Ci si obietta che malgrado questo identitarismo ideologico ammuffito il voto è motivato da un “coerente percorso antieuropeista”. Tralasciando il fatto che nel suo “percorso” Marco Rizzo ha fatto una scissione (1998) pur di continuare ad appoggiare il governo ultraeuropeista e bombardatore della Jugoslavia di D’Alema (1999), e tralasciando pure il suo voto a favore dei Trattati europei nel parlamento di Strasburgo (2005), l’attuale posizione del PC sull’Europa è solo una frase scritta su un foglio di carta e nulla più, un bluff.
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IL PC DI MARCO RIZZO
Alcuni ci chiedono: "Perché non votate il PC di Rizzo, dato che è contro l'euro e l'Unione europea"? Perché, al netto di un identitarismo ideologico ammuffito e improbabile, è un voto sostanzialmente IMPOLITICO.
Ci si obietta che malgrado questo identitarismo ideologico ammuffito il voto è motivato da un “coerente percorso antieuropeista”. Tralasciando il fatto che nel suo “percorso” Marco Rizzo ha fatto una scissione (1998) pur di continuare ad appoggiare il governo ultraeuropeista e bombardatore della Jugoslavia di D’Alema (1999), e tralasciando pure il suo voto a favore dei Trattati europei nel parlamento di Strasburgo (2005), l’attuale posizione del PC sull’Europa è solo una frase scritta su un foglio di carta e nulla più, un bluff.
Che cos’è infatti una “posizione politica”? Essa è solo l’affermazione di una propria visione, o è anche il punto di partenza dal quale si sviluppano coerenti e concrete iniziative politiche? Se, come ci pare ovvio, la risposta è obbligatoriamente la seconda, quali iniziative ha messo in campo Rizzo per dare gambe al no all’euro e all’UE? La risposta è semplice: nessuna iniziativa, nessun tentativo di aggregazione delle forze, nessuna elaborazione in tal senso. E’ dunque credibile l’antieurismo di Rizzo? A noi pare proprio di no.
Lo stesso Rizzo in un'intervista al CORRIERE DELLA SERA del 19 aprile scorso così argomenta:
«Fare la Brexit anche in Italia. Ma questo passo va fatto superando prima il sistema capitalista e applicando quello socialista, perché altrimenti il sistema ci farebbe a pezzi tra Pil e pareggio di bilancio».
Avete capito? Con questa impostazione, non solo si rimanda lo scontro alle calende greche, ma si accredita pure la tesi catastrofista dei dominanti sulla sostanziale “impossibilità” dell’uscita. Un bel regalo agli euroinomani.
LA SINISTRA
Non voteremo per LA SINISTRA, perché è un voto per l'Unione europea e per l'euro. Non "altreuropeista" bensì altrimentieuropeista.
Esageriamo? Per capire dove va a parere il voto a questa lista è sufficiente leggere l' appello PERCHÉ VOTIAMO LA SINISTRA sottoscritto da uno sciame di intellettuali e quadri politici, tra cui, ahinoi, anche alcuni nostri amici.
Leggiamo tra le altre chicche:
«La scadenza elettorale del 26 maggio è diversa, perché deciderà se affossare o rilanciare il progetto dell’unità europea, quale l’avevano sognato gli antifascisti al confino a Ventotene fin dal lontano 1941.Quel progetto è stato ed è stravolto, da un lato, dalla logica neoliberista che ha ispirato il Trattato di Maastricht e le successive intese intergovernative, come il micidiale Fiscal compact, che, perseguendo politiche di austerità, hanno aggravato la crisi con gravi conseguenze per l’occupazione e le condizioni di vita delle persone.Dall’altro lato il percorso dell’unità europea è oggi seriamente minacciato dall’avanzata delle destre nazionaliste, xenofobe, razziste e sessiste. Se si continua sulla prima strada si rischia l’implosione della Ue, perché si approfondiscono le differenze tra paesi e all’interno di questi. Se si sceglie la seconda si arriverebbe alla deflagrazione della Ue, a un ritorno alle piccole patrie l’una contro l’altra armate».Spogliato degli arzigogoli retorici, il succo è scandalosamente programmatico: non solo non si deve uscire dall'euro e dalla Ue, si deve "rilanciare il progetto dell'unità europea" e... Dio ce ne scampi del "ritorno alle piccole patrie", ovvero: sovranità nazionale mai.
Parole come pietre. Una versione degenerata del già infausto "altreuropeismo" alla Tsipras.
Se occorreva la pistola fumante, la prova definitiva che la "sinistra radicale" è una sinistra-zombie, l'abbiamo. Non solo nessuna autocritica, la conferma dello spocchioso divorzio con chi sta in basso; che le sue teste pensanti sono orami imprigionate nell'orbita delle élite europeiste.
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