[ martedì 28 maggio 2019 ]
Come insegnano i casi di Renzi e di Di Maio si fa subito a salire alle stelle e altrettanto presto a finire nelle stalle. Matteo Salvini non si monti quindi la testa.
Sei, a ben vedere, sono le proposte politiche fondamentali che spiegano il suo successo: no deciso all'immigrazione di massa, sicuritarismo, flat tax, lavoro, critica dura all'Unione europea austeritaria, la sovranità appartiene al popolo non alle élite. Con il no all'immigrazione che funge da architrave della narrazione salviniana, da perno e collante di tutte le altre rivendicazioni.
Grazie a questo mix ed al suo stile populista ha ottenuto un consenso massiccio, quindi trasversale a tutte le classi sociali, e dal Nord al Sud del Paese.
Proposte diverse da quelle che portarono alla vittoria di Renzi prima e del M5s a guida Di Maio poi, ma l' onda che lo ha sospinto tanto in alto è la medesima: la volontà di cambiamento che è oramai maggioritaria nel popolo.
Il fatto è che questa voglia di cambiamento, malgrado Salvini si sforzi di dirigerla a destra — per la precisione verso una destra tradizionalista e reazionaria — cozza contro il sistema eurocratico e liberista, e le élite che occupano tutti i gangli del potere.
In questa situazione, se il sistema non cambia, se non accetta profonde riforme, la volontà di cambiamento, resta inevasa e insoddisfatta, e, come un fiume carsico, cerca e trova prima o poi una sua via di sbocco.
Il fiume del cambiamento, dallo sbocco dei Cinque stelle, rivelatosi inadeguato, ha preso quello della Lega salviniana. Tanti cittadini hanno scelto Salvini perché credono che egli sia meno insipiente e tentennante, davvero capace di rispettare le promesse, tra queste quella di andare "in Europa" e finalmente "cambiare le regole". I cittadini non hanno sfiduciato il governo "populista", che infatti conserva la maggioranza, essi hanno detto che il bastone del comando deve passare Di Maio a Salvini.
Dunque Salvini, terminata la sbornia, sarà posto presto davanti alle sue enormi responsabilità. Ove non riuscirà a mantenere la promessa che lui cambierà "l'Europa" e le sue regole austeritarie, anche lui farà la fine di chi l'ha preceduto: il fiume carsico cercherà troverà altre vie di sbocco.
Siamo ancora nella fase in cui la maggioranza dei cittadini vuole credere sia possibile "cambiare in meglio" l'Unione europea e riformare il sistema. Siamo cioè ancora entro l'orizzonte dell'euroscetticismo.
Mettiamoci l'anima pace. Solo una volta oltrepassato questo orizzonte, dopo quello "populista" verrà il momento rivoluzionario, quello in cui una sinistra patriottica sarà messa in grado di lanciare la sua sfida per l'egemonia
Come insegnano i casi di Renzi e di Di Maio si fa subito a salire alle stelle e altrettanto presto a finire nelle stalle. Matteo Salvini non si monti quindi la testa.
Sei, a ben vedere, sono le proposte politiche fondamentali che spiegano il suo successo: no deciso all'immigrazione di massa, sicuritarismo, flat tax, lavoro, critica dura all'Unione europea austeritaria, la sovranità appartiene al popolo non alle élite. Con il no all'immigrazione che funge da architrave della narrazione salviniana, da perno e collante di tutte le altre rivendicazioni.
Grazie a questo mix ed al suo stile populista ha ottenuto un consenso massiccio, quindi trasversale a tutte le classi sociali, e dal Nord al Sud del Paese.
Proposte diverse da quelle che portarono alla vittoria di Renzi prima e del M5s a guida Di Maio poi, ma l' onda che lo ha sospinto tanto in alto è la medesima: la volontà di cambiamento che è oramai maggioritaria nel popolo.
Il fatto è che questa voglia di cambiamento, malgrado Salvini si sforzi di dirigerla a destra — per la precisione verso una destra tradizionalista e reazionaria — cozza contro il sistema eurocratico e liberista, e le élite che occupano tutti i gangli del potere.
In questa situazione, se il sistema non cambia, se non accetta profonde riforme, la volontà di cambiamento, resta inevasa e insoddisfatta, e, come un fiume carsico, cerca e trova prima o poi una sua via di sbocco.
Il fiume del cambiamento, dallo sbocco dei Cinque stelle, rivelatosi inadeguato, ha preso quello della Lega salviniana. Tanti cittadini hanno scelto Salvini perché credono che egli sia meno insipiente e tentennante, davvero capace di rispettare le promesse, tra queste quella di andare "in Europa" e finalmente "cambiare le regole". I cittadini non hanno sfiduciato il governo "populista", che infatti conserva la maggioranza, essi hanno detto che il bastone del comando deve passare Di Maio a Salvini.
Dunque Salvini, terminata la sbornia, sarà posto presto davanti alle sue enormi responsabilità. Ove non riuscirà a mantenere la promessa che lui cambierà "l'Europa" e le sue regole austeritarie, anche lui farà la fine di chi l'ha preceduto: il fiume carsico cercherà troverà altre vie di sbocco.
Siamo ancora nella fase in cui la maggioranza dei cittadini vuole credere sia possibile "cambiare in meglio" l'Unione europea e riformare il sistema. Siamo cioè ancora entro l'orizzonte dell'euroscetticismo.
Mettiamoci l'anima pace. Solo una volta oltrepassato questo orizzonte, dopo quello "populista" verrà il momento rivoluzionario, quello in cui una sinistra patriottica sarà messa in grado di lanciare la sua sfida per l'egemonia
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5 commenti:
non facciamoci illusioni , tutte le forze del paese che ritengono si debba uscire dalla gabbia della Ue , si dovrebbero unire anziche' combattersi tra loro come hanno fatto lega e 5 stelle nella campagna elettorale passata . Ma sono autenticamente anti-euro queste forze ? A sentirli prima del 4 marzo 2018 e a sentirli ora beh e' come aver sentito prima il barrito di un elefante e il belato di una pecora dopo . Il 5 stelle e' passato dall'impeachment a Mattarella dopo il caso Savona alla deferenza assoluta verso il pres. della Rep. nelle vesti del democristianissimo pres. Conte . La Lega lasciamo stare ! Ricordo Salvini criticare aspramente e anche giustamente le stragi islamiche nelle chiese cristiane , ma neanche un cenno all'aggressione saudita dello Yemen . Con questa gente non si va neanche a Topolinia altro che uscire dall' Europa . Il sovranismo non puo' valere solo a parole ma soprattutto nei fatti , ci dica Salvini perche' il sovranismo non vale pure per il Venezuela ad esempio .
Giuste osservazioni, ma ancora e sempre sottovalutate l'importanza centrale del discorso securitario nel successo della Lega.
La gente non ne può più di governi che attirano disperati da tutto il mondo per rubare loro il lavoro mentre vegono mantenuti a loro spese. Ma neanche ne può più di uno stato che anziché difendere i cittadini onesti dai delinquenti difende i secondi dai primi. E ha visto che Salvini per la prima volta in 40 anni anziché fregarli appena andato al potere sta affettivamente cercando di cambiare le cose.
Gran parte del suo consenso nasce qui.
d'accordo con l'anonimo delle 14.27 , la sinistra in generale ha sempre sottovalutato le due cose , definendole di destra , ma scherziamo ? Mai andare alla radice del problema immigrati , solo accoglienza a prescindere senza capire che l'accoglienza illimitata crea problemi alla tenuta sociale di uno stato , ma questi non hanno mai letto chi era Sankara ad es. si mettono a predicare come il Papa , ma egli e' il Papa appunto e lo puo' fare , loro no . E' che hanno il distorto vizio di dettare al popolo come deve pensare , basta leggere il Manifesto , non capiscono che la gente pensa e vuole pensare con la propria testa e non farsi guidare da loro come un gregge qualsiasi
ben detto...
Direi che manca e parecchio la quota 100 in questa analisi. Altro che sicurezza si tratta di un dettagliuzzo che tocca tutti i ceti le età e soprattutto gli orientamenti politici. Puoi trovare esecrabile la repressione poliziesca e i respingimenti ma di certo una certezza in più sulla pensione sta bene a tutti dall’ex settantasettino in giù. Per questo il vero limite a Salvini verrà da quanto è realmente disposto a una significativa politica sociale e non solo a assumere poliziotti a migliaia lasciando marcire tutto il resto dello stato e del settore pubblico per finanziare le solite imprese come pd e di prima di lui
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