[ 20 febbraio ]
1. Tra le grandi questioni sulle quali trepidano, in questi giorni, telegiornali, radiogiornali e giornaloni, non v'è nulla di veramente rilevante.
Non è rilevante che i partiti europeisti siano 5, 6, 7 o 8 (magari differenziando l'offerta, medianti scissioni, riescono ad allargare il "bacino di utenza").
Tanto si alleeranno comunque tra di loro.
Anche se qualcuno di questi dovesse rimanere fuori dall'alleanza perché non si vuole... alleare o perché, magari, gli altri, messi tutti insieme, non hanno bisogno di spartire il potere e i suoi vantaggi anche con questo. Ognuno poi, si sa, ha un suo "altroeuropeismo", come operazione di marketing elettorale (privo di qualsiasi effetto concreto) e lo sfrutta come se fosse il brevetto su un prodotto offerto sul mercato elettorale.
2. Quindi non è rilevante se si voterà con un tipo di legge elettorale o l'altra: ci sarà sempre, preventivamente o, più probabilmente, dopo le elezioni, una Große Koalition.
E questa esisterebbe, per una necessità di autoconservazione più o meno già implicita e consapevole, anche se non venisse dichiarata prima delle elezioni.
Chi oggi non ha già fatto autocritica sull'adesione all'euro e sulle politiche del piano inclinato verso la distruzione che esso comporta, sa di poter vincere la gramsciana "conta" (qui,p.3.1.), cioè le elezioni idrauliche orwellianamente mediatizzate, ma non di poter vincere il "dopo elezioni".
3. E, quindi, con ogni probabilità, come ogni volta che si deve distruggere in nome dell'€uropa la sovranità e il benessere del popolo italiano, si farà un governo tecnico, infarcito di appelli allo straniero e di "esaltatori acritici degli scambi internazionali" nonché condito di "unità nazional€" e di "r€sponsabilità".
4. Dunque è irrilevante che si faccia passare come svolta "sociale" o addirittura keynesiana la futura concessione di redditi di inclusione o di varie forme di redditi di cittadinanza.
Questa misura è comunque obbligata, nell'ottica della stessa necessità di autoconservazione, dalle ulteriori politiche economiche fiscali imposte comunque dall'europeismo, tra solenni investiture di governo tecnico e magari qualche altro nuovo piantarello.
E' irrilevante che ci si opponga o meno a ulteriori privatizzazioni quando sono la logica delle risorse scarse e del debito pubblico come causa della crisi economica italiana a dominare.
5. Ed è persino irrilevante che la "beffa" di un governo tecnico - che si succeda alle elezioni "politiche", dopo un'intera legislatura (o quasi: la differenza è anch'essa irrilevante) di governi supportati da maggioranze elette con una legge elettorale dichiarata incostituzionale-, possa indicare che nessuno può vincere il dopo-elezioni, perché nessuno può più esercitare la sovranità e perseguire gli interessi generali del popolo italiano, indicati dalle norme fondamentali della Costituzione.
E' irrilevante perché la sovranità non esiste più già oggi, per rinuncia (illegittima) già preventivamente compiuta e il dibattito politico è solo un lunare susseguirsi di alibi preventivi, e di false prospettive di concessioni, per nascondere l'asfalto, con cui ricoprire definitivamente il benessere e la democrazia, che continuano a impastare senza alcuna remora o ripensamento.
* Fonte: Orizzonte 48
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