Chianciano Terme, III. Forum Internazionale no euro. Settembre 2016 |
Dopo il III. Forum internazionale svoltosi a Chianciano Terme nel settembre scorso, il Coordinamento No euro europeo ha adottato la sua Piattaforma politica.
Un passo avanti di notevole importanza.
Piattaforma politica
del Coordinamento
europeo per l'uscita dall'euro, dall'Unione europea e dalla Nato
Diverse organizzazioni politiche
progressiste dei paesi dell'Unione europea adottano la seguente piattaforma
politica per l'uscita dall'euro, dall'Unione europea (UE) e dalla Nato.
I firmatari, membri del Coordinamento europeo, hanno come obiettivo organizzare un fronte internazionale a livello europeo. Essi lavorano per raggruppare tutte le forze progressiste e democratiche che operano per la difesa degli interessi delle classi popolari e medie, per l'uscita dalla Nato, dall'unione europea e dall'euro, per la sovranita' nazionale dei popoli, per la democrazia e per la piena occupazione.
I firmatari, membri del Coordinamento europeo, hanno come obiettivo organizzare un fronte internazionale a livello europeo. Essi lavorano per raggruppare tutte le forze progressiste e democratiche che operano per la difesa degli interessi delle classi popolari e medie, per l'uscita dalla Nato, dall'unione europea e dall'euro, per la sovranita' nazionale dei popoli, per la democrazia e per la piena occupazione.
L'austerità inflitta ai popoli
In tutti i paesi
dell'Unione europea e particolarmente nella zona euro, sono inesorabilmente
condotte violente politiche antisociali e antidemocratiche dall'unione europea
e dai governi che ne sono membri: massicci tagli alla spesa pubblica,
deflazione salariale con il blocco dei salari, tagli ai contributi sociali,
sussidi alle grandi imprese con il pretesto di creare posti di lavoro,
privatizzazioni, smantellamento dei servizi pubblici e della Sicurezza sociale,
finanziarizzazione dell'economia e dei bilanci pubblici. Il risultato è
un'accelerazione esponenziale della disoccupazione di massa e della precarietà,
con il solo scopo di perpetuare un sistema che garantisce i profitti delle
oligarchie speculatrici, a discapito della grande maggioranza, mettendo in
pericolo la sopravvivenza del pianeta.
Le cause
L'origine di questa
situazione è da ricercarsi nelle politiche neoliberiste perseguite dall'unione
europea, interamente scolpite nel Trattato di Lisbona. Quest'ultimo poggia su
tutti i dogmi neoliberisti sebbene questi abbiano dimostrato di nuocere gli
interessi delle classi popolari e medie. Nella zona euro, si aggravano gli
squilibri fra paesi. L'euro è un'arma di distruzione di massa contro l'occupazione
e contro la sovranità nazionale dei popoli. La moneta unica serve unicamente a
proteggere la rendita dei capitali e a facilitare l'indebitamento delle
economie dei paesi cosiddetti "periferici" mantenendo deliberatamente
un tasso elevato di disoccupazione.
La "natura" dell'Unione
europea
Noi consideriamo che
esiste una "essenza" di questa "costruzione" europea che si
basa sui valori e gli interessi delle classi dominanti occidentali: europeismo,
atlantismo, capitalismo, autoritarismo. Un tale sistema non può cambiare
natura, non può essere migliorato dall'interno. L'Unione europea è in effetti,
un sistema sofisticato che cerca di costruire una civilizzazione fondata sul
mercato. L'Unione europea è un mostruoso sistema di dominio e alienazione dei
popoli da cui bisogna emanciparsi. È necessario dunque smantellarla e costruire
qualcosa di radicalmente nuovo: una cooperazione dei popoli dell'Europa e delle
due sponde del Mediterraneo.
Dissoluzione della sovranità dei
popoli
L'Unione europea è
l'asse portante dell'ordine neoliberista mondiale, con le sue gigantesche
aziende multinazionali e le sue istituzioni sovranazionali (OMC, FMI, Banca
Mondiale, NATO, UE, OCDE).
Questo sistema possiede una caratteristica principale: agire con perseveranza per dissolvere la sovranità dei popoli e delle nazioni. È in effetti il modo migliore per lasciar sviluppare senza limiti il dominio del grande capitale, come testimoniano i diversi trattati quali il CETA e il TAFTA. Distruggere la sovranità delle nazioni è per le classi dominanti la condizione indispensabile affinché sia impossibile rifiutare le "riforme" neoliberiste.
Questo sistema possiede una caratteristica principale: agire con perseveranza per dissolvere la sovranità dei popoli e delle nazioni. È in effetti il modo migliore per lasciar sviluppare senza limiti il dominio del grande capitale, come testimoniano i diversi trattati quali il CETA e il TAFTA. Distruggere la sovranità delle nazioni è per le classi dominanti la condizione indispensabile affinché sia impossibile rifiutare le "riforme" neoliberiste.
Liquidando le nazioni e la democrazia
Non può esserci
sovranità popolare senza sovranità nazionale. Storicamente le nazioni
costituiscono il quadro nel quale le classi popolari si sono battute per
ottenere i loro diritti politici e sociali, il luogo dove il popolo esercita la
sua sovranita' politica. Di conseguenza, eliminare la nazione significa
eliminare la democrazia. Significa sopprimere la capacità dei popoli di
decidere del loro avvenire.
Il sostegno dell'Unione europea al regime semi-fascista di Kiev e la violenta campagna antirussa testimoniano l'allineamento totale del sistema di Bruxelles alla NATO e all'imperialismo americano.
Il sostegno dell'Unione europea al regime semi-fascista di Kiev e la violenta campagna antirussa testimoniano l'allineamento totale del sistema di Bruxelles alla NATO e all'imperialismo americano.
La grande maggioranza
della "sinistra" politica e sindacale e le destre hanno scelto la
globalizzazione neoliberista
Anni e anni di governo
dei partiti socialisti, laburisti o socialdemocratici, in alternanza con quelli
di destra, in diversi paesi dell'Unione europea, permettono ormai, di emettere
una condanna senza appello: questi partiti sono ormai apertamente neoliberisti,
non fanno più neanche finta di difendere le classi popolari. Essi
preparano dappertutto il terreno per governi di grande coalizione alla tedesca
(un governo di dittatura parlamentare che unisce destra e sinistra), come
l'Unione europea ha già fatto in Grecia, Spagna, Portogallo e Italia. Se il
divario che oppone le classi dominanti a quelle popolari cresce di anno in
anno, quello fra sinistra e destra si affievolisce sempre più.
Contro ogni concezione sciovinista e
fascista della nazione
Nulla di essenziale
separa la "sinistra" politica e sindacale dalla destra in numerosi
paesi. Questi partiti e organizzazioni hanno creato il contesto politico che
costruisce e amplifica l'avanzata dell'estrema destra portatrice di una
concezione essenzialmente etno-culturale della nazione. Tutti i partiti che
hanno abbandonato il concetto di nazione e di sovranita' hanno partecipato alla
distruzione delle stesse condizioni di esistenza della politica e della
democrazia. Essi spianano la strada all'estrema destra xenofoba, sciovinista e
ostile ai sindacati e a tutte le organizzazioni che difendono collettivamente
gli interessi delle classi popolari. Lontana dall'essere anti sistema, come
pure pretende, l'estrema destra è un agente indiretto al servizio del sistema e
delle classi dominanti.
Sovranità nazionale e popolare e
visione internazionalista
Al contrario della
sinistra passata al campo neoliberista e dell'estrema destra nauseabonda,
agente oggettivo delle classi dirigenti, e che si è appropriata di un discorso
un tempo di sinistra, noi vogliamo ricostruire un pensiero, una pratica e un
programma favorevoli agli interessi delle classi popolari e delle classi medie,
all'interno di ciascun paese dell'Unione europea, nel rispetto della loro
sovranità, proponendo una visione internazionalista fondata sull'equilibrio
degli scambi e la cooperazione. Il cuore della nostra strategia è rivendicare e
assumere la necessità della sovranità nazionale per ciascun paese, affinché i
popoli dispongano dei mezzi giuridici e istituzionali per decidere e realizzare
ciò che essi considerano corrispondenti all'interesse generale.
Gli elementi chiave di
questo progetto di emancipazione sono:
- Uscita dalle
istituzioni sovranazionali che mantengono l'ordine neoliberista mondiale: NATO,
FMI, Banca Mondiale, OMC, Unione europea e euro.
- Eliminazione rapida e totale della disoccupazione e del precariato.
- Piani di reindustrializzazione e nazionalizzazione dei grandi settori strategici dell'industria e dei servizi.
- Smantellamento dei mercati finanziari nel quadro nazionale.
- Annullamento e ripudio del debito pubblico.
- Misure nazionali protezioniste nella cornice universalistica della Carta de L'Avana del 1948.
- Cambiamento ecologico del modo di produzione.
- Eliminazione rapida e totale della disoccupazione e del precariato.
- Piani di reindustrializzazione e nazionalizzazione dei grandi settori strategici dell'industria e dei servizi.
- Smantellamento dei mercati finanziari nel quadro nazionale.
- Annullamento e ripudio del debito pubblico.
- Misure nazionali protezioniste nella cornice universalistica della Carta de L'Avana del 1948.
- Cambiamento ecologico del modo di produzione.
Noi chiamiamo tutto
questo demondializzazione.
La Brexit ha aperto una breccia nel
sistema euroliberista
Dopo il "No"
francese e olandese del 2005, il "No" irlandese del 2008, il popolo
greco aveva detto "No" nel luglio 2015... Ma la volontà di tutti
questi popoli è stata violata. Il 23 giugno 2016, con la vittoria della Brexit,
i Britannici hanno chiaramente espresso la loro scelta di uscire dalla UE.
Questa vittoria è un colpo inferto al sistema dell'Unione europea.
La disfatta subita dalle oligarchie europeiste nel referendum del 4 dicembre 2016 in Italia non è meno importante. Difendendo la Costituzione repubblicana, il 60% dei cittadini italiani, principalmente giovani e lavoratori, hanno detto no alle politiche d'austerita' neoliberiste, no al regime presidenziale, no ad ogni nuova cessione di sovranità. Certo, per adesso, le forze politiche che potrebbero esercitare un'influenza per permettere la sconfitta delle politiche neoliberiste sono ancora insufficienti. Tuttavia, esistono le condizioni affinché un'evoluzione dei rapporti di forza porti a grandi cambiamenti, ciò che è impossibile restando nell'Unione europea.
La disfatta subita dalle oligarchie europeiste nel referendum del 4 dicembre 2016 in Italia non è meno importante. Difendendo la Costituzione repubblicana, il 60% dei cittadini italiani, principalmente giovani e lavoratori, hanno detto no alle politiche d'austerita' neoliberiste, no al regime presidenziale, no ad ogni nuova cessione di sovranità. Certo, per adesso, le forze politiche che potrebbero esercitare un'influenza per permettere la sconfitta delle politiche neoliberiste sono ancora insufficienti. Tuttavia, esistono le condizioni affinché un'evoluzione dei rapporti di forza porti a grandi cambiamenti, ciò che è impossibile restando nell'Unione europea.
Le classi dominate di
ciascun paese dell'Unione europea possono servirsi di questa situazione
politica inedita per rafforzare la battaglia, restaurare la loro sovranità
nazionale e popolare e smantellare l'UE. Queste condizioni sono indispensabili
per uscire dall'austerità e riconquistare il potere di definire politiche di
giustizia sociale e di cooperazione internazionale, dei e per i popoli.
Le organizzazioni
firmatarie di questa piattaforma daranno vita ad iniziative nei loro rispettivi
paesi nella prospettiva della creazione di un fronte internazionale e condurre
inoltre iniziative comuni e coordinate.
Gennaio
2017
Firmatari
Parti de la demondialisation (Pardem) - Francia
Plataforma por la salida del euro - Spagna
Socialismo 21 - Spagna
Programma 101 (Movimento di liberazione popolare) - Italia
EPAM - Grecia*
Euroexit - Austria
Plataforma por la salida del euro - Spagna
Socialismo 21 - Spagna
Programma 101 (Movimento di liberazione popolare) - Italia
EPAM - Grecia*
Euroexit - Austria
* "L'uscita dalla NATO non fa
parte attualmente degli imperativi dell'EPAM. Nonostante le discussioni sulla
necessità dello smantellamento della Nato, che hanno già avuto luogo in seno
all'ufficio politico, per il momento, nulla è stato esplicitamente adottato dal
Partito al livello degli obiettivi immediati. L'uscita dalla UE e dalla zona
euro sono prioritari, nell'immediato, per il salvataggio della Grecia. La
questione della NATO sarà esaminata dal Partito in un secondo momento”.
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