[ 8 febbraio ]
«La moneta unica è irrevocabile. La questione dell’uscita non è contemplata dal Trattato»
Il 24 gennaio scorso davamo conto della notizia lanciata da Reuter, ovvero di questa affermazione di Mario Draghi : «Se un paese dovesse lasciare l’Eurosistema, i crediti o le passività della sua banca centrale nazionale verso la BCE dovrebbero essere risolti in toto». Notizia rilevantissima poiché, pur minacciando rappresaglia e sfracelli, [1] Draghi, per la prima volta, si lasciò scappare il concetto che dall'eurozona, com'è ovvio, si possa uscire.
"Altolà! Ho detto una cazzata!".
Questo il senso della rettifica compiuta da Draghi il 5 febbraio davanti al comitato Affari economici e monetari del Parlamento europeo. Ecco le parole testuali: "La mia risposta era una risposta a una domanda tecnica basata su assunzioni non previste dal trattato. L’euro è irrevocabile".
Rimosso il lapsus Draghi ha quindi ribadito ciò che affermò il 7 maggio 2015: «L' Euro è irreversibile. L’uscita non è prevista dai trattati». [Vedi titolo de Il Sole del 8 maggio 2015 qui sotto ]
Mi pare evidente che Draghi, con una fava, abbia inteso prendere due piccioni, abbia cioè risposto sia al consigliere per il commercio di Donal Trump —“L’euro è un marco travestito con cui sfrutta Usa e Ue”—, sia all'ellittico discorso della Merkel al vertice di Malta del 3 febbraio, nel quale, apertis verbis, la cancelliera ha aperto all'ipotesi dell'Unione a due velocità — Draghi: “è un concetto ancora da sviluppare, una visione appena abbozzata su cui non sono in grado di esprimere alcun commento, almeno al momento”.
Vale invece soffermarsi sul concetto secondo cui l'euro sarebbe "irrevocabile", un aggettivo categorico che fa il paio con quello di "irreversibile" usato nel 2015.
Vi sono qui due piani del discorso, il primo, di carattere giuridico, il secondo, di carattere filosofico.
Fumus boni iuris
Per quanto afferisce al piano giuridico il concetto di "irrevocabilità" della moneta unica è non solo arbitrario ma del tutto infondato. L'euro è infatti entrato in vigore con un Trattato internazionale, quello di Maastricht del 7 febbraio 1992. Cos'è un Trattato? In generale esso consiste "nell'incontro delle volontà di due o più Stati sovrani diretti a disciplinare rapporti intercorrenti tra essi". In particolare quello di Maastricht contemplava profonde cessioni di sovranità degli stati aderenti ad organismi sovranazionali, nel caso dell'euro, tra l'altro, consegnando ad una banca centrale indipendente la potestà dell'emissione monetaria.
Alla domanda: può uno Stato sottrarsi agli obblighi previsti da un trattato precedentemente sottoscritto? Certo che sì. Uno Stato può recedere da qualsivoglia trattato multilaterale dichiarandone unilateralmente la nullità. Lo diciamo noi? No, lo dice la Convenzione di Vienna sul diritto dei trattati del maggio 1969, sottoscritta da tutti i paesi del mondo —dall'Italia ratificata il 25 luglio 1974 ed entrata in vigore il 27 gennaio 1980. [2]
Non occorre dunque ricorrere a Carl Schmitt ed al suo postulato sullo "Stato d'eccezione" per destituire di ogni fondamento razionale il principio della cosiddetta "irreversibilità" di un trattato e per affermare il principio giuridico, universalmente riconosciuto (e valido erga omnes almeno fino a quando esisteranno stati nazionali) che uno Stato sovrano può recedere da un trattato internazionale.
Draghi afferma quindi che "La questione dell’uscita non è contemplata dal Trattato". Un giurista risponderebbe che si tratta del più classico caso di fumus boni iuris, di un principio che di buon diritto ha solo la parvenza. Vale la pena ricordare al Draghi lo stesso Art. 50 del Tratto di Lisbona che, per quanto farraginoso, contempla il "recesso"dall'Unione europea —vedi la Brexit.
Teologia dell'euro
Il secondo piano del discorso è squisitamente filosofico, anzi teologico.
A chi, infatti l'uomo ha consegnato la facoltà di decisioni irrevocabili e irreversibili? Risposta: a Dio, e solo a Lui in quanto solo Essere onnipotente e onnisciente, quindi davvero sovrano. Per le religioni monoteiste solo Dio infatti, nella sua onniscienza, non può sbagliare alcuna mossa, che se la sbagliasse non sarebbe onnisciente.
In questo consegnare a Dio il potere dell'infallibilità, c'è l'idea opposta, che le decisioni umane siano fallibili, in quanto tali revocabili e reversibili ove si dimostrassero sbagliate.
E' di tutta evidenza il carattere teologico del discorso del banchiere Mario Draghi, il Dio essendo il denaro-euro, la sua banca centrale essendo la nuova Chiesa, e lui medesimo Papa, in quanto tale detenendo la qualità dell'infallibilità —conferitagli in questo caso, non dall'essere successore di Pietro, ma dalla casta ierocratica dei banchieri che l'ha elevato a quella sua funzione.
E dato che abbiamo sollevato l'analogia, come non notare che il Papa Draghi, mentre fa il cattolico, sembra adottare la teologia luterana del Dio orologiaio per cui, messo in moto il meccanismo, questo è destinato a procedere in modo automatico ed invariante. Di qui l'irreversibilità di un meccanismo che per sua natura non può mai girare all'indietro.
Come si sa cattolici e protestanti, fatte salve le differenze, accettano il medesimo credo Niceno e si riconoscono nello stessi dogmi religiosi, tra cui quello fondamentale dell'incarnazione del Figlio di Dio, di qui il suo culto in quanto mediatore tra il padre e gli uomini.
Ecco, nel mondo capitalistico, tanto più in quello iper-finanziarizzato dell'oggi, non Gesù di Nazareth viene considerato il mediatore col divino, il signore del mondo, bensì, appunto, il denaro, la cui qualità metafisica trascende quella di mera moneta.
Marx aveva intuito quale profonda trasformazione avesse subito il denaro nella società capitalistica:
Fossimo credenti dovremmo dire che in verità qui siamo in presenza di Satana, o meglio dell'anticristo il quale, sotto le spoglie del divino, è invece, per antonomasia, il nemico più crudele dell'umanità. Fatto sta che i popoli europei, a cominciare —forse non a caso— da quello greco, ne stanno facendo le spese. Il Dio-euro si sta rivelando il Molok, e Francoforte la sua Geenna. [4]
NOTE
[1] Il numero uno dell’Eurotower rispondendo agli europarlamentari M5S Marco Valli e Marco Zanni, aveva spiegato che, in caso di uscita della Penisola dall’euro, la Banca d’Italia, in base al sistema Target 2, dovrebbe rimborsare crediti e passività nei confronti dell’eurosistema per un totale di circa 357 miliardi.
[2] In particolare la Parte IV, sezione 1: “Nullità, estinzione e sospensione dell’applicazione dei trattati. Disposizioni generali”. La Sezione 2 "Nullità dei trattati". La Sezione 3 "Estinzione dei trattati e sospensione della loro applicazione"
[3] K. Marx, Manoscritti economico-filosofici del 1844
[4] Molok era ritenuto dai cananei un dio, la sua sede del culto era Geenna. Gli venivano tributati sacrifici umani di bambini, che, dopo essere stati sgozzati, erano bruciati in olocausto in un fuoco tenuto costantemente acceso in suo onore. Col tempo Molok divenne il nome del rituale durante il quale venivano bruciati bambini (forse i figli primogeniti), probabilmente con la convinzione di trasformarli in una specie di divinità protettrice della famiglia cui appartenevano.
«La moneta unica è irrevocabile. La questione dell’uscita non è contemplata dal Trattato»
Il 24 gennaio scorso davamo conto della notizia lanciata da Reuter, ovvero di questa affermazione di Mario Draghi : «Se un paese dovesse lasciare l’Eurosistema, i crediti o le passività della sua banca centrale nazionale verso la BCE dovrebbero essere risolti in toto». Notizia rilevantissima poiché, pur minacciando rappresaglia e sfracelli, [1] Draghi, per la prima volta, si lasciò scappare il concetto che dall'eurozona, com'è ovvio, si possa uscire.
"Altolà! Ho detto una cazzata!".
Questo il senso della rettifica compiuta da Draghi il 5 febbraio davanti al comitato Affari economici e monetari del Parlamento europeo. Ecco le parole testuali: "La mia risposta era una risposta a una domanda tecnica basata su assunzioni non previste dal trattato. L’euro è irrevocabile".
Rimosso il lapsus Draghi ha quindi ribadito ciò che affermò il 7 maggio 2015: «L' Euro è irreversibile. L’uscita non è prevista dai trattati». [Vedi titolo de Il Sole del 8 maggio 2015 qui sotto ]
Mi pare evidente che Draghi, con una fava, abbia inteso prendere due piccioni, abbia cioè risposto sia al consigliere per il commercio di Donal Trump —“L’euro è un marco travestito con cui sfrutta Usa e Ue”—, sia all'ellittico discorso della Merkel al vertice di Malta del 3 febbraio, nel quale, apertis verbis, la cancelliera ha aperto all'ipotesi dell'Unione a due velocità — Draghi: “è un concetto ancora da sviluppare, una visione appena abbozzata su cui non sono in grado di esprimere alcun commento, almeno al momento”.
Vale invece soffermarsi sul concetto secondo cui l'euro sarebbe "irrevocabile", un aggettivo categorico che fa il paio con quello di "irreversibile" usato nel 2015.
Vi sono qui due piani del discorso, il primo, di carattere giuridico, il secondo, di carattere filosofico.
Fumus boni iuris
Per quanto afferisce al piano giuridico il concetto di "irrevocabilità" della moneta unica è non solo arbitrario ma del tutto infondato. L'euro è infatti entrato in vigore con un Trattato internazionale, quello di Maastricht del 7 febbraio 1992. Cos'è un Trattato? In generale esso consiste "nell'incontro delle volontà di due o più Stati sovrani diretti a disciplinare rapporti intercorrenti tra essi". In particolare quello di Maastricht contemplava profonde cessioni di sovranità degli stati aderenti ad organismi sovranazionali, nel caso dell'euro, tra l'altro, consegnando ad una banca centrale indipendente la potestà dell'emissione monetaria.
Alla domanda: può uno Stato sottrarsi agli obblighi previsti da un trattato precedentemente sottoscritto? Certo che sì. Uno Stato può recedere da qualsivoglia trattato multilaterale dichiarandone unilateralmente la nullità. Lo diciamo noi? No, lo dice la Convenzione di Vienna sul diritto dei trattati del maggio 1969, sottoscritta da tutti i paesi del mondo —dall'Italia ratificata il 25 luglio 1974 ed entrata in vigore il 27 gennaio 1980. [2]
Non occorre dunque ricorrere a Carl Schmitt ed al suo postulato sullo "Stato d'eccezione" per destituire di ogni fondamento razionale il principio della cosiddetta "irreversibilità" di un trattato e per affermare il principio giuridico, universalmente riconosciuto (e valido erga omnes almeno fino a quando esisteranno stati nazionali) che uno Stato sovrano può recedere da un trattato internazionale.
Draghi afferma quindi che "La questione dell’uscita non è contemplata dal Trattato". Un giurista risponderebbe che si tratta del più classico caso di fumus boni iuris, di un principio che di buon diritto ha solo la parvenza. Vale la pena ricordare al Draghi lo stesso Art. 50 del Tratto di Lisbona che, per quanto farraginoso, contempla il "recesso"dall'Unione europea —vedi la Brexit.
Teologia dell'euro
Il secondo piano del discorso è squisitamente filosofico, anzi teologico.
A chi, infatti l'uomo ha consegnato la facoltà di decisioni irrevocabili e irreversibili? Risposta: a Dio, e solo a Lui in quanto solo Essere onnipotente e onnisciente, quindi davvero sovrano. Per le religioni monoteiste solo Dio infatti, nella sua onniscienza, non può sbagliare alcuna mossa, che se la sbagliasse non sarebbe onnisciente.
In questo consegnare a Dio il potere dell'infallibilità, c'è l'idea opposta, che le decisioni umane siano fallibili, in quanto tali revocabili e reversibili ove si dimostrassero sbagliate.
E' di tutta evidenza il carattere teologico del discorso del banchiere Mario Draghi, il Dio essendo il denaro-euro, la sua banca centrale essendo la nuova Chiesa, e lui medesimo Papa, in quanto tale detenendo la qualità dell'infallibilità —conferitagli in questo caso, non dall'essere successore di Pietro, ma dalla casta ierocratica dei banchieri che l'ha elevato a quella sua funzione.
E dato che abbiamo sollevato l'analogia, come non notare che il Papa Draghi, mentre fa il cattolico, sembra adottare la teologia luterana del Dio orologiaio per cui, messo in moto il meccanismo, questo è destinato a procedere in modo automatico ed invariante. Di qui l'irreversibilità di un meccanismo che per sua natura non può mai girare all'indietro.
Come si sa cattolici e protestanti, fatte salve le differenze, accettano il medesimo credo Niceno e si riconoscono nello stessi dogmi religiosi, tra cui quello fondamentale dell'incarnazione del Figlio di Dio, di qui il suo culto in quanto mediatore tra il padre e gli uomini.
Ecco, nel mondo capitalistico, tanto più in quello iper-finanziarizzato dell'oggi, non Gesù di Nazareth viene considerato il mediatore col divino, il signore del mondo, bensì, appunto, il denaro, la cui qualità metafisica trascende quella di mera moneta.
Marx aveva intuito quale profonda trasformazione avesse subito il denaro nella società capitalistica:
«Il denaro, in quanto possiede la proprietà di comprar tutto, di appropriarsi di tutti gli oggetti, è dunque l' oggetto in senso eminente. L'universalità della sua proprietà costituisce l'onnipotenza del suo essere, esso è considerato, quindi come ente onnipotente...Il denaro, questa astrazione vuota ed estraniata della proprietà, è stato fatto signore del mondo». [3]Ecco quindi la funzione teurgica di banchieri come Draghi. Essi, essendo i creatori del denaro dal nulla, non solo presiedono in quanto sacerdoti alla liturgia della transustanziazione, attestando quindi la presenza del divino nel magico pezzo di carta; essi soltanto hanno la capacità di interpretare i simboli misterici del Dio denaro, rendendoli propizi e benefici.
Fossimo credenti dovremmo dire che in verità qui siamo in presenza di Satana, o meglio dell'anticristo il quale, sotto le spoglie del divino, è invece, per antonomasia, il nemico più crudele dell'umanità. Fatto sta che i popoli europei, a cominciare —forse non a caso— da quello greco, ne stanno facendo le spese. Il Dio-euro si sta rivelando il Molok, e Francoforte la sua Geenna. [4]
NOTE
[1] Il numero uno dell’Eurotower rispondendo agli europarlamentari M5S Marco Valli e Marco Zanni, aveva spiegato che, in caso di uscita della Penisola dall’euro, la Banca d’Italia, in base al sistema Target 2, dovrebbe rimborsare crediti e passività nei confronti dell’eurosistema per un totale di circa 357 miliardi.
[2] In particolare la Parte IV, sezione 1: “Nullità, estinzione e sospensione dell’applicazione dei trattati. Disposizioni generali”. La Sezione 2 "Nullità dei trattati". La Sezione 3 "Estinzione dei trattati e sospensione della loro applicazione"
[3] K. Marx, Manoscritti economico-filosofici del 1844
[4] Molok era ritenuto dai cananei un dio, la sua sede del culto era Geenna. Gli venivano tributati sacrifici umani di bambini, che, dopo essere stati sgozzati, erano bruciati in olocausto in un fuoco tenuto costantemente acceso in suo onore. Col tempo Molok divenne il nome del rituale durante il quale venivano bruciati bambini (forse i figli primogeniti), probabilmente con la convinzione di trasformarli in una specie di divinità protettrice della famiglia cui appartenevano.
7 commenti:
Bravo Moreno! Ho smesso di commentare per via delle vs. pratiche censorie, ma questa devo dirtela. Hai costruito un ottimo esempio di teologia politica in senso schmittiano! Dove vengono in gioco due fattori:
1) il bisogno dell'uomo europeo contemporaneo, erede di quello medioevale e moderno, di individuare principi assolutizzanti, ma immanentizzandoli nella realtà storica, sociale o nazionale. E di conseguenza identificare (a) una scienza certa in grado di leggerne gli sviluppi e così antivedere il divenire storico e (b) una gerarchia istituzionale in grado di presentificarli (lo sapevi che il tema della Vergegenwärtigung gioca un ruolo fondamentale nello Jungkonservatismus weimeriano?), cioè incarnarli (tema dell’Incarnazione) nella realtà storica.
Sia il marxismo che il liberismo partono dalla nozione dell’economia come principio fondamentale della realtà, sorta di dottrina primigenia, pregressa e sostanzialmente svincolata rispetto ad altre discipline, in grado di penetrare la realtà socioeconomica e condurre l’umanità verso orizzonti progressivi. Entrambi individuano una casta a cui affidarne aruspici e gestione: il partito e l’intellettuale organico da una parte, i tecnocrati al vertice delle istituzioni finanziarie sopranazionali dall’altra.
2) Il tema cristiano della specularità fra portato divino e portato luciferino, colle diverse sette che si autoattribuiscono ciascuna il monopolio del primo e rigettano sulle altre quello del secondo. Chi sarà in grado di foggiare, a partire dall’immanenza, dal dato esistenziale, insomma dalle truculenze del Politico e dai rigurgiti della società civile (in senso hegeliano), una cogenza delle cose umane, un Ordine Nuovo atto a sfidare i secoli, a rispondere alla sfida sempre rinnovata del caos, del disordine, della materialità? In che termini l’existentia può ambire a rendersi essentia, e il vitalismo nietscheano risolversi in un rinnovato portato di sacralità olistica? Ab integro nascitur ordo, recita l’ecloga virgiliana ripresa da Schmitt.
So che tu guardi le cose in un’altra prospettiva, ma è interessante vedere come spunti analoghi siano passibili di letture a un tempo analoghe e contrapposte. Mardochai-Marx era mezzo giudeo e mezzo tedesco, Nietsche e gli Jungkonservativen erano tedeschi imbevuti di letture bibliche...
Cari sinistri, leggete qui di D'Alema che dice che se si va a votare lo spread vola a 400...
http://www.repubblica.it/politica/2017/02/09/news/d_alema_siamo_seduti_su_una_polveriera_se_si_vota_ora_lo_spread_va_a_400_con_le_coalizioni_torna_la_destra_-157893468/?ref=HREA-1
Vi rendete conto?
Al parlamento la destra della Lega e FI vuole le elezioni anticipate per ridare la democrazia al popolo mentre la sinistra non si fida del popolo e lo minaccia con lo spread!!!
E voi pensate che i cittadini siano disponibili a stare a sentire i vostri sottili distinguo su ciò che è veramente o non veramente di sinistra?
La gente ha capito una sola cosa: LA SINISTRA HA TRADITO.
Basta con questo label "sinistra" trovatevene un altro, he ne so, "populisti", "egualitaristi", "collettivisti" m LASCIATE PERDERE QUELLA PAROLACCIA CHE È "SINISTRA"
Grazie per l'encomio.
Certo che c'è di mezzo la teologia politica di Carl Schmitt, con il suo concetto (semplifico brutalmente) che il Politico è una secolarizzazione del sacro.
Solo penso che Schmitt avviene la più classica ed idealistica inversione del soggetto col predicato.
Con Feuerbach e Marx condivido la tesi che il teologico (il religioso) sia una sacralizzazione del profano, del Politico.
L'olimpo politeista è una proiezione trascendente del sistema della Polis dei greci. Così come il Dio monoteista giustifica, proiettandolo nei cieli, l'immagine del monarca e del regime autocratico.
Moreno Pasquinelli
Ps
Forse vale la pena segnalare che, a questo punto della metamorfosi del capitalismo, l'antitesi tra quest'ultimo e la Chiesa cattolica diventa davvero irriducibile. Quest'ultima sente che questo capitalismo senescente, alle spalle del politeismo morale è già trapassato allo stadio del monoteismo idolatrico del denaro. SI tratta di una lotta tra monoteismi, entrambi totalitari e antagonistici.
Segnalo così quanto detto da Bergoglio il 3 febbraio scorso:
“Quando il capitalismo fa della ricerca del profitto l’unico suo scopo, rischia di diventare una struttura idolatrica, una forma di culto” che produce “scarti per poi cercare di nasconderli o curarli per non farli più vedere”. Bisogna allora, è tornato a ripetere papa Francesco, “cambiare le regole del gioco del sistema economico-sociale” in favore di una economia “di comunione”, che “fa vivere, perché condivide, include i poveri, usa i profitti per creare comunione”.
“Quando il capitalismo fa della ricerca del profitto l’unico suo scopo, rischia di diventare una struttura idolatrica, una forma di culto. La 'dea fortuna' è sempre più la nuova divinità di una certa finanza e di tutto quel sistema dell’azzardo che sta distruggendo milioni di famiglie del mondo, e che voi giustamente contrastate. Questo culto idolatrico è un surrogato della vita eterna. I singoli prodotti (le auto, i telefoni…) invecchiano e si consumano, ma se ho il denaro o il credito posso acquistarne immediatamente altri, illudendomi di vincere la morte”.
Asia News
«Anonimo Anonimo ha detto...
Cari sinistri, leggete qui di D'Alema che dice che se si va a votare lo spread vola a 400...»
QUESTA E' L'ULTIMA VOLTA CHE FACCIAMO PASSARE COMMENTI DEL TUTTO FUORITEMA.
Che poi il contenuto faccia cadere le braccia, è altrettanto vero.
Sempre contro la "sinistra", paraculescamente occultando che c'è una sinistra opposta a quella sistemica, e dimenticando che le destre berlusconiane, leghiste e alemanniane hanno fatto schifo, in quanto a servilismo verso i poteri globalisti, quanto la sinistra sistemica.
Non più commenti off topics!
Hanno fatto...passato prossimo...
Il presente è "la destra della Lega è contro l'euro e per elezioni subito", la sinistra al parlamento invece "è favorevole alla UE e vuole rinviare le elezioni", la sinistra antisistemica "sta allo zero virgola zero per cento".
In afrancia ad aprile che fareste?
Votereste la Le Pen o Fillon o Macron?
Scommettete che non rispondete?
O forse sí, un eroico "Ci asterremmo".
Per Schmitt il politico è secolarizzazione del sacro, ma negli anni ‘20 e ‘30 il sacro diventa a sua volta terminus ad quem di un processo rifondativo che passa dalla politicizzazione della società civile (dal social-ismo, di classe o nazionale poco importa). Il politico è termine mediativo fra sacralità ed empiria, fra essentia ed existentia: così il vitalismo può marciare mano nella mano colla chiesa trionfante (quella del Christus vincit, Christus regnat, Christus imperat) in quanto poli estremi di un processo rifondativo.
Per quanto riguarda il papa… ciò che dici è giusto, ma l’Umanità adisce valenze politiche solo quando la fede in essa raggiunge un tale grado di intensità da sfociare nella guerra contro gli antiumanisti. Che è proprio quel che Bergoglio non vuol fare. Per questo fino a 30 anni fa c’era la sinistra (perciò Schmitt a inizio anni ’30 rifletteva se diventare marxista), che nel frattempo è scomparsa e che voi cercate, con tutte le mie benedizioni, di rifondare.
La guerra buona è quella che ha luogo tra fratelli perduti. Senza odio non c’è amor.
E scusate se vi ho rotto l’anima colle mie disquisizioni. A volte scappa la penna :o)
Non è la sinistra che vogliamo rifondare, ma una idea di socialismo, quindi una teoria politica ed una prassi adeguate.
Moreno Pasquineli
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