[6 luglio ]
Primo: festeggiamo la vittoria del NO.
Primo: festeggiamo la vittoria del NO.
La troika, la Merkel, l'eurocrazia ed i loro satrapi locali sono stati sonoramente battuti.
Secondo: riflettiamo su quello che ora potrebbe accadere
Non abbiamo mai dubitato che il NO avrebbe vinto.
E perché ne eravamo sicuri? Perché, di contro a tutto il chiacchiericcio cronachistico il referendum sarebbe stato come un’eruzione vulcanica che avrebbe permesso a due potenti forze di uscire dalle viscere della società greca, quindi di sfondare la crosta per venire prepotentemente alla superficie. Il No ha vinto in maniera schiacciante perché si sono incontrate due forze che sin qui erano state tenute divise: la spinta alla riscossa di tutti coloro che stanno in basso e non hanno da perdere oramai che le loro catene, e quella al riscatto e dell’orgoglio nazionale. Il NO ha vinto perché c’è stata questa saldatura tra l’elemento di classe e quello nazionale.
Questo a noi pare il primo elemento da prendere in considerazione: nel paese che più ha subito le conseguenze devastanti della crisi economica, sociale e politica, sta prendendo forma un nuovo blocco sociale destinato a scontrarsi in maniera frontale con il blocco opposto, quello guidato dagli euro-oligarchi, che detengono e arraffano la gran parte delle ricchezze e che per natura sono vampiri e per ideologia globalisti e anti-nazionali.
I risultati del referendum ci dicono che questo nuovo blocco sociale è decisamente maggioritario. Il No si è affermato con una percentuale di votanti del 65% (di poco superiore alle politiche di gennaio). Non meno importante l’allargamento del consenso al No rispetto ai partiti che l’hanno sostenuto —la somma dei voti di SYRIZA, Greci Indipendenti ed Alba Dorata nel gennaio scorso dava il 47,3%. C’è stato dunque un 14% strappato al fronte avversario.
La maggioranza di SYRIZA, dopo aver tentato di disinnescare e depotenziare il significato e le conseguenze di questo referendum, insiste in queste ore sulla linea minimalista. Sembra come l’apprendista stregone che, suscitati gli spiriti della ribellione, temendoli, tenta di ricondurli sotto il suo controllo. Così abbiamo sentito Varoufakis sfumare la portata della vittoria del NO per invocare dunque l’eurocrazia e la Germania (il vero dominus dell’Unione) a tornare al tavolo delle trattative.
I greci, proprio a causa della loro vittoria, debbono prepararsi al peggio.
Ci vorranno pochi giorni per verificare quanto siano illusorie le aspettative dei dirigenti di SYRIZA che con l’affermazione del NO la trattativa sarebbe ripresa speditamente e che si sarebbero strappate condizioni migliori.
Se l’eurocrazia, avuto il semaforo verde di Berlino, dovesse accettare di riaprire il tavolo negoziale, non sarà per fare sconti o retromarcia, al contrario! A maggior ragione per lo smacco subito gli euro-oligarchi vorranno punire i greci. Sono loro che hanno il coltello dalla parte del manico, poiché sono loro che, attraverso la Bce, possono fornire al governo ed alle banche greche l’ossigeno senza il quale l’economia sprofonderebbe nell’abisso. Vedrete che continueranno a puntarlo alla giugulare del popolo greco, imponendogli un armistizio umiliante e condizioni non meno terribili di quelle che chiedevano prima.
Il governo greco, invece di dissipare la vittoria firmando un accordo capestro, deve prepararsi a gestire l’emergenza. Dovrebbe emettere immediatamente, nel giro di 48 ore, una moneta parallela, a maggior ragione anche nel caso la Bce non intervenga (cosa probabile) già domani erogando nuovi crediti .
Deve contare non sulla clemenza del nemico ma sul
sostegno e la mobilitazione del proprio popolo.
Come fare l’abbiamo ripetuto più volte. Anzitutto
attrezzandosi, se davvero non vuole giocare a dadi col futuro della Grecia, a
gestire l’ineluttabile default riguadagnando
la sovranità monetaria, ponendo la Banca di Grecia sotto controllo pubblico,
nazionalizzando il sistema bancario e sottoponendo a controllo il movimento dei
capitali.
Si era detto che questo referendum avrebbe fatto da spartiacque. Che lo scontro sarebbe diventato più aspro. L’uscita dall’eurozona diventa altamente probabile. Se il governo di SYRIZA si ostinasse a negarlo cercando ad ogni costo di tenersi una moneta straniera, firmerebbe la propria disfatta, la sinistra andrebbe in frantumi, il caos sociale prevarrebbe, e le forze reazionarie finirebbero per prendere presto il sopravvento.
Si era detto che questo referendum avrebbe fatto da spartiacque. Che lo scontro sarebbe diventato più aspro. L’uscita dall’eurozona diventa altamente probabile. Se il governo di SYRIZA si ostinasse a negarlo cercando ad ogni costo di tenersi una moneta straniera, firmerebbe la propria disfatta, la sinistra andrebbe in frantumi, il caos sociale prevarrebbe, e le forze reazionarie finirebbero per prendere presto il sopravvento.
5 luglio, ore 23:30
7 commenti:
Ancora con questa storia che Varoufakis fa il minimalista e che si vuole piegare...quando sarete smentiti dai fatti spero che avrete il buon gusto di riconoscerlo.
Varoufakis si è dimesso stamattina su sollecitazione(?) di Tsipras.
Pur con tutti i limiti che aveva Varoufakis era assolutamente sgradito alla UE. Il fatto che dopo la vittoria del NO si sia dimesso è un segnale decisamente preoccupante.
Gentile Buontalenti,
Negli ultimi giorni avremo fatto passare una ventina di suoi commenti, sempre dello stesso tono, sempre d'attacco alle posizioni delle redazione. Abbiamo capito che lei e' un fan sfegatato di Tsipras. Noi no. Amiamo la democrazia ed il pluralismo, ma quando è troppo è troppo. D'ora in poi non faremo più passare i suoi. Non può pensare di utilizzare come tribuna il nostro blog. Se ne faccia uno lei.
Debbo dire che se la solidarietà internazionalista è quella di Schultz e Gabriel della SPD, dovrebbe far riflettere.
Vendola non se ne è accorto, da addosso alla Le Pen e a Salvini (per carità niente di male) ma dovrebbe anche ricordarsi (se fosse in buona fede) di chi ha veramente abbandonato il popolo, la sinistra degli ultimi 30 anni, o no?
Non che mi sia mai fatto molte illusioni, ma credo che ci dovrebbe essere un limite anche alla retorica.
Sono senza vergogna.
Le affermazioni di quei due dovrebbero essere la pietra tombale, per ogni persona senziente, sulla possibilità di una europa unica solidale come certa sinistra spaccia come raggiungibile.
Un'altra cosa, a proposito di Zucconi il giornalisa, ecco alcuni tweet che ha scritto:
Bottiglia di Amaro al primo che questa sera dirà in tv che dalla Grecia "ci arriva un segnale sul quale dobbiamo riflettere".
"Voi" sareste i pensionati greci davanti al Bancomat a secco domani sera se non arriva mamma BCE? Salud.
Graecia est omnis divisa in partes duo. Pirro ha vinto. Buona fortuna, fratelli.
Demenziale. Un disastro figlio anch'esso dell'ideologia che prevale sul pragmatismo.
Delegazione Greca parte per ricominciare negoziato con Troika e restare nell'€. Intervallo è finito. Popolo ha parlato. Soldi non ci sono.
Queste secondo me sono le più significative per uno di "sinistra":
I soldi (degli altri) ci sono sempre.
Nessuno indice mai referendum quando si tratta di accettare prestiti, solo quando si tratta di restituirli.
€uro dopo il NO. E tanti auguri per spread BTP/Bund oggi e costo del debito. Arriva il conto del trionfo di Tsipras.
Bene, questi sono i messaggi di uno che dovrebbe essere dalla parte del popolo ma che evidentemente ritiene che un sistema (che comunque non funziona) di finanza truffaldina debba essere preservato e che il popolo può tranquillamente crepare.
Si preoccupa della contingenza delle file ai bancomat, ma delle file alla mensa dei poveri?
Quelle vanno bene?
Delle file agli ospedali? Vanno benissimo...
Senza Vergogna.
A futura memoria signori, a futura memoria.
Riccardo.
compagni della redazione, secondo me fate male a censurare il geniale buontalenti che alla fin fine non è un buon talento; personalmente lo classifico un realista alla bertinotti l'affossatore di rifondazione; e come bertinotti è vanesio, non sò nel vestire elegantemente borghese, ma vanesio nello specchiarsi e ripetersi: quanto sono bravo in politichese, ma bravo de che?
Ci sono poi altri aspetti non secondari che un governo come quello di Tsipras dovrebbe considerare e non ritenere acquisiti una volta per tutte;per esempio il controllo di quelle dinamiche interne ad un paese che in una situazione di forte scontro sociale emergono sempre(Venezuela docet),come ad esempio rintuzzare sul nascere ogni tentativo di scatenare pulsioni reazionarie da parte di agenti esterni(vedi Ucraina)verso quelle fasce di popolazione che con l'Euro è riuscita a stare a galla,anzi ad arricchirsi.Proveranno,come sempre,spalleggiati dai soliti e squallidi collaborazionisti interni, a creare quell'ambiente adatto a fomentare rabbia e risentimento verso un governo finalmente orientato, obtorto collo e non per propria intrinseca convinzione,a contrastare un vero e proprio tentativo di genocidio.Dovranno prepararsi a difendere con i denti un risultato che ha del miracoloso viste le premesse,e tenere gli occhi molto bene aperti.Un grande uomo del passato disse che la rivoluzione non è un pranzo di gala, e questa che sta vivendo il popolo greco ha tutta l'aria di essere una precondizione per il rovesciamento di un regime criminale votato alla rapina dei popoli.Quindi organizzarsi in comitati popolari in ogni quartiere di ogni città,è necessaria ora una mobilitazione permanente,Alba dorata non tarderà a rimettere fuori la testa,ma soprattutto diffondere fiducia e non rassegnazione,per l'inevitabile e salutare fuoriuscita dal lager eurocratico.Il cammino verso la sovranità inizia ora,dalle piazze,non dai tavoli di una inutile,controproducente e kafkiana "trattativa".Se il destino indicato dal sovrano è la morte,meglio morire lottando,e con la lotta non è detto che si debba necessariamente perdere.Luciano
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