[11 luglio, ore 00:40]
Qui sotto le foto della prima manifestazione popolare contro l'accordo-capitolazione del governo SYRIZA-ANEL, svoltasi ieri pomeriggio.
Mentre scriviamo non è ancora noto il risultato del voto del Parlamento greco sulla proposta di accordo-capestro presentata da Tsipras.
SYRIZA conta su 149 seggi in Parlamento su un totale di 300 cui vanno aggiunti i 13 dei nazionalisti di Anel. Tsipras ha quindi bisogno del voto favorevole dei deputati della sua folta ala sinistra.
Qui sotto le foto della prima manifestazione popolare contro l'accordo-capitolazione del governo SYRIZA-ANEL, svoltasi ieri pomeriggio.
Mentre scriviamo non è ancora noto il risultato del voto del Parlamento greco sulla proposta di accordo-capestro presentata da Tsipras.
SYRIZA conta su 149 seggi in Parlamento su un totale di 300 cui vanno aggiunti i 13 dei nazionalisti di Anel. Tsipras ha quindi bisogno del voto favorevole dei deputati della sua folta ala sinistra.
In caso contrario deve formare una nuova maggioranza con l'ingresso di To Potami, Pasok e Neo Dimokratia.
Abbiamo ascoltato i nostri compagni greci di MARS verso le ore 18:00 (ora di Atene) mentre si recavano alla manifestazione contro la capitolazione (vedi Foto), organizzata assieme ad ANTARSYA ed al sindacato PAME (vicino al Kke).
Ci dicevano che nella sinistra di SYRIZA la situazione è drammatica.
C'è chi dice di essere disposto a far cadere il governo, altri invece no: potrebbero votare a favore della delega al governo per trattare pur essendo contro l'accordo. Insomma, dicono i nostri, forse il coraggio per far saltare Tsipras non ce l'hanno.
Una cosa è chiara: Yanis Varoufakis non si è nemmeno presentato alla seduta del Parlamento, e la ragione è chiara: E' contrario all'accordo infame.
Scriviamo mentre sono le ore 00:40 ed è ancora in corso la seduta decisiva del Parlamento greco.
Domani mattina abbiamo un nuovo appuntamento telefonico con Atene e sapremo come questo atto è andato a finire.
Informeremo immediatamente i nostri lettori.
Qui sotto un caustico commento a caldo di Riccardo Achilli
«A quanto pare, anche la minoranza di Syriza si associa alla ratifica della sconfitta. Hanno abbaiato un pò stamattina contro il piano Tsakalotos, ma se non c'è il progetto alternativo e non c'è coraggio, non c'è. Hanno usato una contorsione dialettica bersaniana per giustificare questo voto: "Votiamo sì alla delega al governo per trattare, non all'accordo in sé", facendo finta di non capire che la trattativa è chiusa, al limite può solo peggiorare in base ad ulteriori richieste dell'Eurogruppo, ma certo Tsipras non può riaprire la partita sulla sua stessa proposta.
Non c'è neanche nessun "bluff" da parte di Tspras. Pur di non uscire dall'euro era disponibile all'austerità ed alla ristrutturazione neoliberista di ampi settori del Paese e le ha avute, in termini non significativamente diversi da quelli proposti dalla Trojka, magari salvaguardando, almeno per ora, qualche programma di bandiera (la riassunzione dei dipendenti pubblici licenziati, la tutela dei piccoli debitori in buona fede, il piano straordinario di fornitura di beni di prima necessità varato qualche giorno fa). Programmi di bandiera, ammesso e non concesso che non vengano rimessi in discussione in un secondo momento, quando Tsipras sarà più debole, utili per specifici settori sociali, ma non per il complesso dei ceti popolari né per tutelare il Paese dalla ristrutturazione liberista, che prima o poi eliminerà anche i temporanei piccoli vantaggi strappati da Tsipras.
Per il resto, la Grecia si prenderà altri quattro anni di austerità, il messaggio al resto d'Europa è che non c'è alternativa: o l'austerità pura in versione neoliberista, o l'austerità appena appena ammorbidita in versione social-liberista, e comunque i referendum e le manifestazioni di volontà popolare non hanno nessuna rilevanza, in un momento in cui il potere si verticalizza e tecnicizza, coerentemente con le tendenze di un capitalismo finanziarizzato e globalizzato.
Ci sarà chi, nella nostra sinistra, si accontenterà di questo, farà paragoni con Renzi, del tutto fuori luogo perché Renzi non si è mai candidato come salvatore delle classi popolari, e dirà che in fondo Tsipras è meglio. Si accontenteranno della morte, contenti loro contenti tutti».
Qui sotto un caustico commento a caldo di Riccardo Achilli
«A quanto pare, anche la minoranza di Syriza si associa alla ratifica della sconfitta. Hanno abbaiato un pò stamattina contro il piano Tsakalotos, ma se non c'è il progetto alternativo e non c'è coraggio, non c'è. Hanno usato una contorsione dialettica bersaniana per giustificare questo voto: "Votiamo sì alla delega al governo per trattare, non all'accordo in sé", facendo finta di non capire che la trattativa è chiusa, al limite può solo peggiorare in base ad ulteriori richieste dell'Eurogruppo, ma certo Tsipras non può riaprire la partita sulla sua stessa proposta.
Non c'è neanche nessun "bluff" da parte di Tspras. Pur di non uscire dall'euro era disponibile all'austerità ed alla ristrutturazione neoliberista di ampi settori del Paese e le ha avute, in termini non significativamente diversi da quelli proposti dalla Trojka, magari salvaguardando, almeno per ora, qualche programma di bandiera (la riassunzione dei dipendenti pubblici licenziati, la tutela dei piccoli debitori in buona fede, il piano straordinario di fornitura di beni di prima necessità varato qualche giorno fa). Programmi di bandiera, ammesso e non concesso che non vengano rimessi in discussione in un secondo momento, quando Tsipras sarà più debole, utili per specifici settori sociali, ma non per il complesso dei ceti popolari né per tutelare il Paese dalla ristrutturazione liberista, che prima o poi eliminerà anche i temporanei piccoli vantaggi strappati da Tsipras.
Per il resto, la Grecia si prenderà altri quattro anni di austerità, il messaggio al resto d'Europa è che non c'è alternativa: o l'austerità pura in versione neoliberista, o l'austerità appena appena ammorbidita in versione social-liberista, e comunque i referendum e le manifestazioni di volontà popolare non hanno nessuna rilevanza, in un momento in cui il potere si verticalizza e tecnicizza, coerentemente con le tendenze di un capitalismo finanziarizzato e globalizzato.
Ci sarà chi, nella nostra sinistra, si accontenterà di questo, farà paragoni con Renzi, del tutto fuori luogo perché Renzi non si è mai candidato come salvatore delle classi popolari, e dirà che in fondo Tsipras è meglio. Si accontenteranno della morte, contenti loro contenti tutti».
2 commenti:
E' proprio vero, bisognerebbe fare a tutti i politici il cesso di vetro, così vedremo finalmente che cosa fanno nel momento del bisogno.
Se cercheranno aiuti umanitari, spediremo loro qualche pacchetto di kinder brioss.
Ma niente di più.
Hanno voluto il giocattolo, beh che ci giochino.
Poveri stronzi, o il popolo si ribella ora o adieu.
E in momenti come questo che capisco perchè Mussolini è diventato fascista, si è guardato intorno, ha visto i Vendola, gli Tsipras e i voltagabbana del suo tempo, ha tirato le somme ed ha pensato che non ne valeva la pena, meglio mettersi allora il culo al caldo.
Riccardo.
Quindi questo referendum è stato una farsa?
non so voi ma io resto sempre sbigottito
quando una persona dice una cosa e poi ne fa un' altra.
Mi viene in mente bersani quando dice: non sono d'accordo
ma voto lo stesso oppure la spinelli quando prometteva
di rinunciare al seggio, oppure mi viene in mente
il cantante dei CCCP quando passò al centrodestra.
In questi casi la coerenza viene distrutta dal relativismo
e dalla convenienza. Mi fa paura tutto ciò.
Forse solo delle menti giovani e idealiste possono
opporsi a questa deriva di corruzione relativista;
penso ai pentastellati
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