[ 15 gennaio ]
Mentre il Parlamento greco inizia oggi a votare le prime misure chieste dagli eurocrati, la vice-ministra delle finanze Nadia Valavani ha rassegnato le sue dimissioni. Un'altra tegola sulla testa di Tsipras che, privo del sostegno della sua ala sinistra, potrà restare in sella solo coi voti dei partiti-Quisling che l'hanno preceduto e contro i quali aveva vinto le elezioni di gennaio.
Il dissenso dentro SYRIZA è molto più ampio di quanto si pensi. I giovani di SYRIZA hanno diffuso un comunicato in cui respingono l'accordo. Anche il segretario del partito Tasos Koronakis ha mollato Tsipras. Il tutto mentre quest'ultimo si rifiuta di convocare il Comitato centrale di SYRIZA —in ben 109, cioè la maggioranza hanno sottoscritto una mozione di critica della capitolazione. Non vorremmo sbagliarci ma Tsipras è oggi in minoranza nel suo partito.
Con SYRIZA nel caos si deve riconoscere alla Valavani l'onestà intellettuale e la coerenza che Tsipras ha invece gettato nel cesso. Ma nulla di più. La Valavani ha condiviso le profonde illusioni su cui si sta schiantando SYRIZA.
Qui sotto una sua intervista immediatamente prima delle elezioni, da cui traspare l'imperdonabile errore dei dirigenti di SYRIZA, quello di avere creduto di potere cambiare davvero il corso delle cose restando nell'eurozona. Ci chiedono: ma come mai tanti greci vogliono ancora tenersi l'euro? Se ciò accade è anche massima colpa di SYRIZA, che ha deliberatamente illuso i cittadini che sarebbero state possibili profonde riforme senza riconquistare sovranità politica e monetaria, che il regime dell'euro fosse compatibile con la democrazia.
«ADOTTEREMO UNA TERAPIA D'URTO CONTRO LA CRISI UMANITARIA»LA REPUBBLICA DEL 22 GENNAIO 2015
D. Quali saranno le vostre prime mosse in caso di vittoria?
R. "Ci muoveremo su due fronti. Affrontando l'emergenza umanitaria su quello interno e avviando i negoziati per ridurre il nostro debito. Non con la Troika, che non è legittimata, ma con le singole istituzioni: Bce e Ue".
I creditori internazionali vi chiedono altri 2,5 miliardi di tagli in cambio degli ultimi 7 di aiuti. Come farete a mantenere le vostre promesse?
"Non accetteremo queste imposizioni. Anzi, appena saremo al governo spenderemo 11,5 miliardi per mettere fine a questo disastro sociale che ha portato la disoccupazione al 27%. Faremo una legge per impedire la confisca della prima casa, alzeremo lo stipendio minimo a 731 euro, consentiremo di rateizzare i debiti con lo Stato, ridaremo la tredicesima a chi ha pensioni troppo basse e l'elettricità a chi non ce l'ha".
Con che soldi?
"E' tutto calcolato euro per euro nel nostro programma di Salonicco. Tre miliardi dal fondo di stabilità delle banche non utilizzati. Tre da fondi europei. E soprattutto una cifra alta combattendo davvero l'evasione fiscale".
Obiettivo nobile ma - in base alla storia ellenica - non proprio facilissimo da raggiungere...
"Ce la faremo. Basta dire che c'è una lista di 44mila persone che hanno portato soldi all'estero, anche legalmente, intendiamoci. Samaras ne ha controllate solo 700 ricavando 300 milioni di tasse arretrate. Noi andremo a colpire qui".
I falchi del rigore non vogliono sentir parlare di taglio del debito greco. Come farete a convincerli?
"C'è un clima diverso in Europa. Podemos sale nei sondaggi in Spagna, la politica d'austerity non ha funzionato e inizia a trovare oppositori persino in Germania. Berlino ha nascosto i problemi del continente sotto il tappeto. E i risultato è che abbiamo portato l'intero continente vicino alla recessione e in deflazione. Bisogna tagliare il debito dei Paesi più esposti per far ripartire l'economia. Non serve una soluzione per la Grecia. Ne serve una per l'Europa e sarà un bene anche per l'Italia".
Mentre il Parlamento greco inizia oggi a votare le prime misure chieste dagli eurocrati, la vice-ministra delle finanze Nadia Valavani ha rassegnato le sue dimissioni. Un'altra tegola sulla testa di Tsipras che, privo del sostegno della sua ala sinistra, potrà restare in sella solo coi voti dei partiti-Quisling che l'hanno preceduto e contro i quali aveva vinto le elezioni di gennaio.
Il dissenso dentro SYRIZA è molto più ampio di quanto si pensi. I giovani di SYRIZA hanno diffuso un comunicato in cui respingono l'accordo. Anche il segretario del partito Tasos Koronakis ha mollato Tsipras. Il tutto mentre quest'ultimo si rifiuta di convocare il Comitato centrale di SYRIZA —in ben 109, cioè la maggioranza hanno sottoscritto una mozione di critica della capitolazione. Non vorremmo sbagliarci ma Tsipras è oggi in minoranza nel suo partito.
Con SYRIZA nel caos si deve riconoscere alla Valavani l'onestà intellettuale e la coerenza che Tsipras ha invece gettato nel cesso. Ma nulla di più. La Valavani ha condiviso le profonde illusioni su cui si sta schiantando SYRIZA.
Qui sotto una sua intervista immediatamente prima delle elezioni, da cui traspare l'imperdonabile errore dei dirigenti di SYRIZA, quello di avere creduto di potere cambiare davvero il corso delle cose restando nell'eurozona. Ci chiedono: ma come mai tanti greci vogliono ancora tenersi l'euro? Se ciò accade è anche massima colpa di SYRIZA, che ha deliberatamente illuso i cittadini che sarebbero state possibili profonde riforme senza riconquistare sovranità politica e monetaria, che il regime dell'euro fosse compatibile con la democrazia.
«ADOTTEREMO UNA TERAPIA D'URTO CONTRO LA CRISI UMANITARIA»LA REPUBBLICA DEL 22 GENNAIO 2015
D. Quali saranno le vostre prime mosse in caso di vittoria?
R. "Ci muoveremo su due fronti. Affrontando l'emergenza umanitaria su quello interno e avviando i negoziati per ridurre il nostro debito. Non con la Troika, che non è legittimata, ma con le singole istituzioni: Bce e Ue".
I creditori internazionali vi chiedono altri 2,5 miliardi di tagli in cambio degli ultimi 7 di aiuti. Come farete a mantenere le vostre promesse?
"Non accetteremo queste imposizioni. Anzi, appena saremo al governo spenderemo 11,5 miliardi per mettere fine a questo disastro sociale che ha portato la disoccupazione al 27%. Faremo una legge per impedire la confisca della prima casa, alzeremo lo stipendio minimo a 731 euro, consentiremo di rateizzare i debiti con lo Stato, ridaremo la tredicesima a chi ha pensioni troppo basse e l'elettricità a chi non ce l'ha".
Con che soldi?
"E' tutto calcolato euro per euro nel nostro programma di Salonicco. Tre miliardi dal fondo di stabilità delle banche non utilizzati. Tre da fondi europei. E soprattutto una cifra alta combattendo davvero l'evasione fiscale".
Obiettivo nobile ma - in base alla storia ellenica - non proprio facilissimo da raggiungere...
"Ce la faremo. Basta dire che c'è una lista di 44mila persone che hanno portato soldi all'estero, anche legalmente, intendiamoci. Samaras ne ha controllate solo 700 ricavando 300 milioni di tasse arretrate. Noi andremo a colpire qui".
I falchi del rigore non vogliono sentir parlare di taglio del debito greco. Come farete a convincerli?
"C'è un clima diverso in Europa. Podemos sale nei sondaggi in Spagna, la politica d'austerity non ha funzionato e inizia a trovare oppositori persino in Germania. Berlino ha nascosto i problemi del continente sotto il tappeto. E i risultato è che abbiamo portato l'intero continente vicino alla recessione e in deflazione. Bisogna tagliare il debito dei Paesi più esposti per far ripartire l'economia. Non serve una soluzione per la Grecia. Ne serve una per l'Europa e sarà un bene anche per l'Italia".
4 commenti:
"ma come mai tanti greci vogliono ancora tenersi l'euro? Se ciò accade è anche massima colpa di SYRIZA".
Su questo punto non sono d'accordo. Credo invece che rassicurare i greci (che all'epoca erano assolutamente contro l'uscita dall'euro) sia stato un fattore fondamentale per la vittoria di Syriza. Magari si potevano tirare in ballo i media e la propaganda incessante e martellante pro-europa che vede noi europei spettatori attoniti e creduloni, piuttosto che sparare sulla croce rossa come si fa adesso. Dare la colpa di tutto a Syriza mi sembra quanto meno ingeneroso. Ma anche questo passaggio è ormai concluso, e credo il prossimo (che secondo molti è inveitabile) sarà il definitivo Grexit.
A scanso di equivoci: non sono un sostenitore di Syriza, ho sempre mantenuto una distanza di sicurezza da quelle posizioni così ambigue, ma devo riconoscere che (all'epoca, ben s'intende!) forse di più non poteva osare. Oggi invece si è aperta la stagione venatoria e tutti imbracciano il fucile, scaricando quanti più pallettoni (e accuse al vetriolo) possibile.
Specie da parte dei delusi. Oppure dai fascisti, che trovano l'occasione d'oro (o Dorata?) per infangare la sinistra.
Sì, su questo punto non siamo d'accordo.
Compito di un partito non è stare alla coda del suo popolo, né tantomeno alimentare le sue illusioni, peggio ancora inseguirlo sulla strada del suicidio.
Possiamo capire ignari cittadini rincoglioniti dai media, ma non è ammissibile, non è proprio ammissibile, che dei dirigenti politici con uno spessore diciamo medio, potessero pensare di tenere assieme euro e democrazia, euro e sovranità, euro e riforme sociali.
Non si tratta di un mero errore, si tratta di una strategica fallimentare di un gruppo dirigente che s'è fatto prendere dalle vertigini del successo ed ha messo la vittoria elettorale davanti a tutto il resto, davanti alla verità.
Come dicevano i vecchi rivoluzionari, al popolo va detta la verità, per quanto amara essa sia.
Scusate l'OT ma volevo avvertirvi che Bagnai ha lanciato il suo CLN
http://www.asimmetrie.org/opinions/il-male-della-banalita-la-sinistra-nellepoca-del-sogno-europeo/
Le dimissioni, impreviste, dell'on.le Valavani, gà combattente decisa e ardimentosa, è stata anche per me un segnale che tutto stava crollando. E' stato come se la bandiera di combattimento fosse stata atterrata e travolta nella mischia.
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