[ 2 luglio ]
Lo scontro all'interno di SYRIZA è aspro. L'ala destra condanna la decisione del referendum, voleva un accordo quale che fosse con la troika. Tsipras è nel mezzo, visto che l'ala sinistra avanza apertamente la rottura con l'eurozona. Con la lettera di martedì sera alla troika, Tsipras ha ceduto, facendo capire di essere disposto ad annullare il referendum in caso di accordo in extremis. Ciò non è accaduto a causa della risposta durissima della Merkel. Che succede dopo domenica? In caso di vittoria del Si cadrà il governo, in caso contrario il governo dovrà giocoforza mettere in circolazione una propria moneta....
È la prima volta, ed è un chiaro segno che in questi giorni le fedeltà intorno a Tsipras si stanno disintegrando insieme alla tenuta del governo. Il moderato Dragasakis, insieme all’ex governatore della Banca di Grecia George Provopoulos e (meno probabilmente) all’attuale governatore Yannis Stournaras, sono candidati di punta alla guida del prossimo governo che, con basi più ampie e moderate, dovrà portare la Grecia fuori dall’emergenza. Non c’è più tempo: i pagamenti nel Paese stanno collassando, i pensionati senza bancomat hanno diritto a ritirare non più di 120 euro ogni tre giorni e navi turistiche da 500 posti partono ormai dal Pireo per le Cicladi con 20 passeggeri a bordo. Tagliata fuori dai finanziamenti europei, in default e priva di piano di salvataggio, la Grecia si sta ripiegando come una mongolfiera senz’aria.
Del resto Tsipras ha ormai scelto lui stesso di andare al sacrificio, il proprio o dell’intera nazione. Un sintomo si è percepito ieri quando, di nuovo per la prima volta, la delegazione ellenica non ha montato teleconferenza con l’Eurogruppo al Maximou, il palazzo del primo ministro. La squadra greca si è raccolta negli uffici di Yanis Varoufakis, che fuori dalla finestra hanno il telo con lo slogan «No al ricatto dell’austerità» voluto dallo stesso ministro delle Finanze. Ma dentro, in videoconferenza con Bruxelles, gli uomini della delegazione erano diffidenti gli uni degli altri in un clima da bunker agli ultimi giorni di una resistenza disperata. Il più celebre di loro, Varoufakis, è del resto sempre più tentato dall’idea di trascinare il Paese verso una conversione monetaria in dracme «uno a uno con l’euro» se nel referendum di domenica prossima vincesse il «no».
«Non tutti erano preparati psicologicamente a questa situazione», osserva qualcuno che ha vissuto dall’interno questi cinque mesi nel governo. «Ma Tsipras ha capito che è alla fine, e vuole perdere sul campo da eroe: sconfitto semmai dalla volontà popolare dei greci ma non dalla Germania». Un sintomo che il premier pensa di avere davanti a sé pochi giorni al Maximou è nell’incoerenza di ciò che ieri ha detto ai greci: ha promesso un accordo con l’Europa in tempi brevi, dopo cinque mesi di negoziati a vuoto, a patto che i cittadini rifiutino nel referendum di domenica la sola proposta di compromesso esistente (ormai ritirata).
È stato il punto di arrivo di tensioni che covavano dentro il suo governo, e che fra lunedì e martedì sono esplose. Dragasakis ha contestato la scelta di Tsipras di andare al referendum senza un programma di assistenza, senza un accordo chiaro e con il Paese in default. Gli ha consigliato di cercare subito il compromesso con i Paesi creditori, nei termini che fino a quel momento aveva rifiutato, e di cancellare un referendum convocato senza valutarne le conseguenze. Attorno a Dragasakis si è compattato il gruppo di uomini di governo più consapevoli delle conseguenze alle quali la Grecia sta andando incontro se vincesse il «no»: il ministro dell’Economia George Stathakis, il braccio destro e vecchio amico di Tsipras Nikos Pappas, l’avvocato d’affari degli oligarchi greci Spiros Sagas. Sulla linea dell’intransigenza, a favore del referendum e per il «no» sono rimasti invece i falchi: Varoufakis stesso e Eukilidis Tsakalotos, lo studioso marxista-leninista che formalmente oggi sarebbe a capo dei negoziati con l’Europa.
Tsipras per qualche ora è rimasto nel mezzo, smarrito, poi martedì sera aveva iniziato a spostarsi verso il fronte che spingeva per cancellare il referendum e scendere a patti. È così che è partita la lettera a Bruxelles di accettazione di quasi tutte le condizioni, discussa con il commissario agli Affari economici Valdis Dombrovskis, ben oltre l’ultimo minuto. Ma non è servita, perché la reazione tedesca è stata gelida: la cancelliera Angela Merkel non intende stendere ancora la mano a un governo che non ritiene affidabile. Ha lasciato Tsipras fuori al freddo, incoraggiandolo a tenere il referendum e bere fino in fondo la sua cicuta. Ieri al premier non è rimasta altro che confermare la consultazione e raccomandare il «no».
Se domenica vincesse il «sì», come sembra possibile visto il panico nel Paese, Tsipras lascerebbe a un nuovo governo: o di unità nazionale, con l’ex governatore Provoupoulos, o (meno probabilmente) un esecutivo composto dai soli moderati di Syriza, dal Pasok e dai filo-europei di Potami, con Dragasakis come premier.
Tsipras per qualche ora è rimasto nel mezzo, smarrito, poi martedì sera aveva iniziato a spostarsi verso il fronte che spingeva per cancellare il referendum e scendere a patti. È così che è partita la lettera a Bruxelles di accettazione di quasi tutte le condizioni, discussa con il commissario agli Affari economici Valdis Dombrovskis, ben oltre l’ultimo minuto. Ma non è servita, perché la reazione tedesca è stata gelida: la cancelliera Angela Merkel non intende stendere ancora la mano a un governo che non ritiene affidabile. Ha lasciato Tsipras fuori al freddo, incoraggiandolo a tenere il referendum e bere fino in fondo la sua cicuta. Ieri al premier non è rimasta altro che confermare la consultazione e raccomandare il «no».
Se domenica vincesse il «sì», come sembra possibile visto il panico nel Paese, Tsipras lascerebbe a un nuovo governo: o di unità nazionale, con l’ex governatore Provoupoulos, o (meno probabilmente) un esecutivo composto dai soli moderati di Syriza, dal Pasok e dai filo-europei di Potami, con Dragasakis come premier.
Se invece vince il «no», Varoufakis ha già parlato a Tsipras del suo progetto, in piena contraddizione con la promessa di entrambi che la Grecia resterà nell’euro. L’idea è quella di un nuovo «veicolo monetario» parallelo, solo in teoria convertibile alla pari con l’euro, ma necessario per ricapitalizzare le banche e permettergli di riaprire prima che ad Atene scoppi una rivolta. «Ucrainizzazione» è il modo in cui Varoufakis definisce quest’ultimo scenario, e per evitarlo si sta studiando come funziona il Bitcoin (la monete online).
In fondo ad Atene, anche nell’antichità, il culto dell’Acropoli si compiva sempre con un’ecatombe».
* Fonte. Corriere della sera del 2 luglio
10 commenti:
MA GUARDA GUARDA...
CI SIETE ARRIVATI FINALMENTE...
Sono mesi che ve lo dico...mesi che vi avverto che che Varoufakis ha scritto un libro in cui dice cose PESANTISSIME (se lette da qualcuno che ha ancora qualche neurone funzionante).
Queste cose non sono:
"Ahò, usciamo dall'euro, porca zozza!!!"
come fate voi da anni; sono invece affermazioni quasi concilianti che pero' nascondono una FEROCE volontà sovversiva.
LA VOLONTA' DI UNO CHE STA LOTTANDO CONTRO UN NEMICO POTENTISSIMO MA CHE HA CAPITO CHE C'E' UN MODO PER FAR SI' CHE IL NEMICO, PROPRIO ESERCITANDO LA PROPRIA PREPOTENZA, ARRIVI SENZA RENDERSENE CONTO A PRENDERE LA CORDA, A INSAPONARLA E A IMPICCARSI CON LE PROPRIE MANI.
Leggetevi quel cazzo di libro per cortesia e capirete.
http://digamo.free.fr/varouf11.pdf
Mesi che ve lo dico...mesi...con voi che mi scrivete che sto ingannando me stesso e gli utenti che si esibiscono in patetiche lamentazioni che
"Anvedi questi...ce vojono frega', so' tutti 'na manica de ladri..."
In un altro blog mi spiegavano che in realtà la colpa è dell'élite ebraica e quindi tutti i politici sono servitori dei giudei. E allora, aggiungevano, ti sbagli a fidarti di Tsipras e Varoufakis perché sono dei trinaticiuti al servizio dei rabbini...
Quante cretinate da mezze seghe.
Fubini invece sembra aver capito.
E GUARDA CASO FUBINI NON E' DI SINISTRA MA UN BORGHESE...significherà qualcosa...
Se questo articolo corrisponde alla realtà e i fatti in effetti vanno in questa direzione, significa che le nuove leve della sinistra sono persone inaffidabili, irresponsabili e, scusate l'espressione, completamente idiote.
Ma dico io, dopo 5 anni di crisi devastante, che cosa hanno ancora bisogno per capire?
Ma che vadano tutti al diavolo.
Riccardo.
A francè
Speramo!
Ma diceva anche di essere maleducati il libro? :D
Poi magari eran già stati maleducati con te, ma è presto per cojonà.
Ora rimane solo da capire come funzioni sta "moneta parallela".
E capire quello che faranno se vincesse il sì.
Perchè io ho apprezzato l'idea del referendum, che tra l'altro salva Syriza, ma una volta indetto quello va vinto a tutti i costi.
Leggendo quella citazione ci sta che le proposte assurdamente accomodanti di Syriza siano state fatte in quell'ottica, confidando nella prepotenza del nemico, però non ti stupire se qualcuno non si fida, memore di RC.
Agghiacciante!!!...ma in positivo...
Ieri ho postato un link alla voce di Wikipedia sui sondaggi relativi al referendum del 5 luglio. Diceva che c'erano due opinion polls di cui una pronosticava vincitore il sì e l'altra il no.
OGGI LA VOCE DI WIKIPEDIA E' STATA CAMBIATA, IL SONDAGGIO CHE DAVA VINCENTE IL SI' E' SPARITO E IL PAZZESCO RESPONSO DELLE DOMANDE AI CITTADINI E' CHE TRE SONDAGGI SU TRE DANNO VINCENTE IL NO!!!!
Credo che questo momento sia una delle più grandi emozioni della mia vita.
https://en.wikipedia.org/wiki/Greek_bailout_referendum,_2015#Opinion_polls
Conker
Intanto goditi questo articolo del Newsweek in cui si dice che i sondaggi danno favorito il no.
http://www.newsweek.com/no-vote-lead-greece-polls-show-348954
Se vince il no non si esce dall'euro ma si ricomincia a trattare da una posizione di forza molto maggiore ossia avendo messo il cappio saldamente al collo alle oligarchie e alla Germania.
NEL FRATTEMPO l'ondata greca darà corpo a tutti i partiti anti euro e infatti qui sta già nascendo il movimento di Fassina (che prevedo si alleerà a Grillo), in Spagna vincerà Podemos, in Francia la Le Pen guadagnerà consensi...
Le oligarchie non cederanno perché sono razza padrona e sanno perfettamente che se mollano anche su un solo punto perdono tutto; reagiranno con durezza ma così facendo si stringeranno sempre di più la corda al collo perché spingeranno tutte le forze anti euriste a coalizzarsi nell'intero continente.
Sempre se vinceranno i no le borse crolleranno, le banche vedranno diminuire i loro assets, dopo un po' cominceranno a mancare i soldi e i cittadini inizieranno a rendersi conto di qual è il loro reale interesse.
Il dramma sarà se crollerà l'euro e quindi se sostanzialmente si smembrerà l'Unione: l'Europa è il puntello geostrategico degli USA nel loro confronto coi Russi e con la Cina. Se cade, gli americani resteranno in braghe di tela mentre Putin avrà buon gioco a stringere accordi privilegiati con un continente che ha troppo bisogno di soldi per rinunciare alla possibilità di fare affari con Mosca. In quella situazione gli statunitensi, già non molto equilibrati di loro, rischieranno di perdere la testa.
Sulla mia maleducazione credevo che fosse la normale reazione goliardica a una serie di insulti o atteggiamenti di sarcasmo e sufficienza che mi sono dovuto beccare per un bel po' di tempo. Non tanto qui quanto da altre parti indirettamente legate a questo blog come un certo economista ridicolo che per avergli detto che si sbagliava di grosso su Tsipras e Varoufakis, che loro "facevano" mentre altri "cianciavano", me ne ha dette di tutti i colori terminando scrivendomi di stare attento perché non sapevo con chi avevo a che fare. Poverello.
Vediamo lunedì che cosa sarà successo e nel caso ho pronti i link.
Questa è un video musicale molto spiritoso sul sacro terrore che i tedeschi provano per Varoufakis
https://www.youtube.com/watch?v=Afl9WFGJE0M
E ricordo che già nel 2012 l'economista gesuita Gaël Giraud diceva che se l'Europa non avesse cambiato politiche la Grecia sarebbe tornata a fare default, dopo la prima tranche di aiuti, e che prima o poi sarebbe uscita dall'euro.
Scriveva tre anni fa in questo paper ma anche in altri suoi libri fra i quali quello più noto è "Illusions financières":
"Grece 2011: “growth”= -7%. Greece will necessarily default again"
http://www.iqs.edu/documentacion/files/10.3%20Notas%20de%20prensa/2012/072312_IAJBS/Giraid_Guio%5B1%5D.pdf
Quando comincerà il casino speriamo che la sinistra capisca chi sono quelli giusti con cui allearsi.
@Francesco Bontalenti.Che tu ci creda o meno esiste una lobby di potere (composta pelopiù da banchieri di origine ebraica) più forte dei governi e dei Presidenti Americani,basta ascoltare il discorso pronunciato da Kennedy pochi mesi prima di essere ucciso per capire che non è fantasia.Purtroppo devo raffreddare il tuo entusiasmo questa elitè (gli americani come li chiami tu non esistono) non cederà mai il potere in maniera pacifica e democratica,in braghe di tela probabilmente ci rimarremo noi,forse mentre seguivi le notizie sulla Grecia ti sei perso quélla che parla del dislocamento di truppe NATO ai confini della Russia,se le cose si metteranno male faranno quello che gli riesce meglio, scateneranno la guerra e come sempre fuori dai loro confini hanno già pronta l'Ucraina come pretesto per intervenire.
Ps Grillo che fà alleanze la vedo molto dura con Fassina poi direi che è praticamente impossibile.
https://www.youtube.com/watch?v=8RbPY5uh3uI
Siamo sicuri che l'occidente non abbia anche Lei da perdere?
A parte il fatto che la direzione Greca, avrebbe dovuto parlare chiaro, prima delle votazioni... ma qui scattano tutte quelle operazioni, per denigrare simili azioni anti euro e anti europa.
Arrivati a questo punto, mentre tutti starnazzano a destra e a sinistra, occorre anche far osservare come la finanza occidentale, con i derivati, sia molto fragile e molto "SENSIBILE" a questi avvenimenti.
Perché? Perché sig. e sig.re, gli speculatori per coprirsi sui titoli di Stato Greci e su tutte le "porcate fatte" in quanto """ collaterale"""", si trovano nel bel mezzo di un guado che se la Grecia esce dall'euro, e qui non vedo come non potrebbe non accadere, la DIGA DEI DERIVATI li travolgerebbe.
Avete in mente la storiella di MOSE' che divide il Mar Rosso? Bene, in questo caso abbiamo che l'acqua é alta 3,5 trilioni di Euro, che manda in crisi mezzo mondo occidentale, in quanto presenterebbero i "conti" a tutti coloro che si sono """" ASSICURATI""""!!!!!!!!!!!! (banche in testa).
Ergo, è solamente terrore da parte dell'occidente, che sta facendo la voce grossa sperando di far paura.
Orazio
Non capisco come possiate pubblicare e prendere x veritierol articolo di questo pseudo giornalista,oggi vice direttore del Corriere che non fa altro che disinformare. Vi consiglio la lettura dell articolo che ho postato che sbugiarda le notizie inventate di Furbini. Nome omen. http://www.minimaetmoralia.it/wp/perche-la-stampa-italiana-racconta-la-grecia-in-modo-apocalittico/
Posta un commento