[ 15 maggio 2019]
«Passo la frontiera e pago un caffè dappertutto a un euro... L'Unione europea è un privilegio magnifico, strepitoso che quando sento parlare di nazionalismi....»
E' l'ex-rivoluzionario Erri De Luca che parla, ma per avere contezza di fin dove è sprofondato sentitelo tutto, son pochi minuti...
La qual cosa da la misura di cos'è diventata certa sinistra, e non parliamo di quella piddina, quindi da ragione del disprezzo da parte della gran parte dei lavoratori e dei giovani.
C'è un secondo fenomeno che va segnalato e che va in rima baciata col primo. Si tratta del banchiere Pierluigi Ciocca [foto in basso], già vicedirettore generale della Banca d'Italia dal 1995 al 2006. Ha scritto un articolo che è un distillato di liberismo, per la precisione quello "ordo", un autentico inno al capitalismo reale. Che ci dice il Ciocca? Che una politica di sinistra deve incoraggiare la "crescita", ovvero "l'accumulazione di capitale e il progresso tecnico". Quindi perora uno Stato con finanze consolidate (anatema sul debito e deficit!) dulcis in fundo, come il cacio sui maccheroni, lo stigma stesso del pensiero liberale:
«Passo la frontiera e pago un caffè dappertutto a un euro... L'Unione europea è un privilegio magnifico, strepitoso che quando sento parlare di nazionalismi....»
E' l'ex-rivoluzionario Erri De Luca che parla, ma per avere contezza di fin dove è sprofondato sentitelo tutto, son pochi minuti...
La qual cosa da la misura di cos'è diventata certa sinistra, e non parliamo di quella piddina, quindi da ragione del disprezzo da parte della gran parte dei lavoratori e dei giovani.
C'è un secondo fenomeno che va segnalato e che va in rima baciata col primo. Si tratta del banchiere Pierluigi Ciocca [foto in basso], già vicedirettore generale della Banca d'Italia dal 1995 al 2006. Ha scritto un articolo che è un distillato di liberismo, per la precisione quello "ordo", un autentico inno al capitalismo reale. Che ci dice il Ciocca? Che una politica di sinistra deve incoraggiare la "crescita", ovvero "l'accumulazione di capitale e il progresso tecnico". Quindi perora uno Stato con finanze consolidate (anatema sul debito e deficit!) dulcis in fundo, come il cacio sui maccheroni, lo stigma stesso del pensiero liberale:
«Solo un’economia dinamica può dischiudere alle classi deboli le opportunità che consentono mobilità sociale dal basso».Direte: e il problema qual è? Ce lo sentiamo tutti i giorni dai liberisti, gli industriali e dai pescecani dell'alta finanza, lo leggiamo ogni giorno sui giornaloni di regime.
Il problema è che, addirittura nella forma di editoriale, l'articolo in questione, col sinistro titolo "Il presupposto di una politica di sinistra" campeggiava su il manifesto (quotidiano comunista) di mercoledì 8 maggio.
Sostieni SOLLEVAZIONE e Programma 101
4 commenti:
Nemici del popolo da trattamento "alla Robespierre - Stalin" ! ! !
Il mio antico "comandante" ... da "tutto il potere al proletariato" al "voto per censo" o comunque "solo agli studiati" .... mò posso dire di averle veramente viste tutte ...
Io penso invece che non ci sia una così profonda frattura fra il DeLuca degli anni Settanta e quello odierno. L'astrattezza, l'utopismo, la superficialità (vedi ad esempio la confusione fra Eurozona, Unione Europea ed Europa), la presunzione e, soprattutto, il distacco dal popolo lavoratore ci sono tutte ora così come, a ben vedere, allora.
Un cumulo di banalità da tre lire (anzi da trenta centesimi) di un presunto "grande pensatore": il caffè che si paga con l'euro, il titolo di studio che vale ovunque allo stesso modo: peccato che non valga un cazzo da nessuna parte. I giovani poi, che devono andare a cercare lavoro fuori dall'Italia per lui vanno a vedere "che aria tira". E c'è anche qualche idiota che gli batte le mani. Poi i vecchi che non devono votare, certo se sono tutti come lui...Certo tra i dirigenti di quella organizzazione che fu sono usciti fuori certi soggetti che fanno onco solo a guardarli.
Posta un commento