26 MAGGIO CONTRO L'UNIONE EUROPEA NEOLIBERALISTA
È ovvio, per un numero crescente di cittadini, che l'Unione europea, nata di fatto come protesi NATO, è una costruzione geopolitica oligarchica, neoliberalista e anti-popolare. Malgrado stia morendo, nonostante abbia allargato il divario tra ricchi e poveri e gli squilibri tra i diversi paesi, malgrado abbia spinto la Grecia e diversi paesi dell'Europa meridionale al collasso causando debiti impagabili, le élite al potere non si abbandonano il loro progetto euro-liberista, che implica, per gli stati e le nazioni, il trasferimento delle ultime vestigia di sovranità politica ed economica.
Le elezioni europee sono funzionali al disegno delle élite dominanti che, con il rito elettorale, cercano di dare una parvenza di legittimità democratica a un'Unione che, al contrario, è oligarchica e anti-popolare. Inoltre, com’è noto, il Parlamento europeo è un organo fantoccio, privo di reali poteri deliberativi e totalmente subordinato al Consiglio e alla Commissione, in cui predomina la Germania mercantilista.
In questo contesto, la risposta critica a questa chiamata elettorale attraverso l'astensione può avere un crescente sostegno tra i cittadini in vari paesi dell'UE. Questa posizione sarà difesa da forze politiche che hanno un progetto di trasformazione sociale ed economica che supera il sistema capitalista, in una prospettiva patriottica e internazionalista.
Tuttavia, il rifiuto dell'UE neoliberale avrà anche altre espressioni e modalità. È possibile che vi siano paesi in cui, a causa di particolari condizioni interne, il modo più efficace di affermare il NO all'UE e all'euro e la necessità della rottura è partecipare al voto esprimendo il proprio voto a favore di coloro che vogliono uscire dall'UE, dall'euro e dalla NATO.
Poiché il Coordinamento europeo per l'uscita dall'UE, l'euro e la NATO rivendica la sovranità dei popoli e delle nazioni, esso riconosce le diverse situazioni esistenti in ciascun paese e la scelta fatta dalle organizzazioni politiche nazionali che ne fanno parte.
Il caso britannico è particolarmente evidente. Ciò che l'élite europeista teme di più è la grande maggioranza della lista Brexit.
L'Italia è un altro caso in cui, per la prima volta nella sua storia, un anno fa, due forze populiste sono diventate la maggioranza e salite al governo anche grazie alle loro campagne contro l'euro. L'élite eurocratica ha trasformato le elezioni in un referendum per rovesciare il governo e mettere in ginocchio l'Italia.
Le organizzazioni che fanno parte del Coordinamento Europeo per l'uscita dell'Euro e la NATO agiscono affinché il 26 maggio sia una sconfitta per le classi dirigenti e il progetto euro-liberista che causa crescente disuguaglianza, promuove lo smantellamento delle conquiste sociali attraverso le privatizzazioni in materia di sanità, istruzione e pensioni.
Sarebbe una vittoria per la causa della democrazia e per le forze sovraniste e popolari, una vittoria che darebbe impulso alla lotta per la liberazione dei popoli e la classe lavoratrice.
Coordinamento europeo per l'uscita dall'Euro, dalla UE e dalla NATO
14 maggio 2019
14 maggio 2019
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1 commento:
Il 26 maggio voterò per l'uscita dall'Unione Europea e dall'euro nell'unico modo possibile. Le forze oggi al governo in Italia non sono veramente per l'uscita, e questo sia nelle dichiarazioni sia nei comportamenti adottati. Basta pensare che nulla hanno fatto né detto, da quando sono al governo, a favore dell'abolizione del fiscal compact e della cancellazione del pareggio di bilancio dalla Costituzione. Segni inequivocabili, questi, del tradimento delle istanze antieuropeiste della prima ora. Torna l'errore di valutazione che si commise già ai tempi del referendum greco appoggiando quella che alcuni già individuavano chiaramente come una vera e propria beffa ai danni del popolo greco. A tal proposito basta andarsi a leggere i commenti di Giulio Bonali al post di Leonardo Mazzei del 4 luglio 2015, ad urne ancora aperte: https://sollevazione.blogspot.com/2015/07/per-un-nuovo-oxi-day-di-leonardo-mazzei.html
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