[ 27 ottobre ]
La nostra Euro(pa)
«E la piega distruttrice che ha preso l’Europa non c’entra con la moneta e la sovranità monetaria, non c’entra con il primato tecnocratico, c’entra con la politica, con scelte esclusivamente politiche. Oligarchiche e politiche. E non c’è salvezza nella inversione ad U che riconsegna l’orizzonte agli Stati nazionali. Meglio, molto meglio continuare a battersi sul terreno europeo, l’unico possibile, l’unico che può determinare una qualche inversione di tendenza di lunga durata. Magari prendendo sul serio l’elaborazione che ha portato i curdi, a cavallo del limes, ad abbandonare l’idea del potere connessa allo stato nazionale, avviando invece una rielaborazione straordinaria che pone l’accento sulla dimensione territoriale, la democrazia integrale e la cooperazione tra comunità, generi, vivente umano e non umano. Non comunità di destino né piccole patrie ma l’esercizio quotidiano dell’autogoverno e dell’autoeducazione al cambiamento, alla democrazia paritaria. Praticare l’orizzonte europeo significa partecipare a questa impresa rafforzando i presidi territoriali presenti in ogni singolo Paese»
Grande Tsipras!
«La vittoria di Syriza alle elezioni con quasi due milioni di voti e oltre il 35% dei consensi è un’affermazione costruita nel tempo, investendo sulla credibilità di Tsipras e la presenza capillare del partito nelle pieghe della società. In barba a tutti i sondaggi più o meno interessati. I greci hanno dimostrato, ancora una volta, di volere il cambiamento e che non hanno alcuna intenzione di farsi governare da chi li ha portati nel baratro.
In questo contesto il protagonismo di Syriza e il coraggio del popolo greco hanno squarciato il velo dell’ipocrisia: un atto politico, democratico come il voto greco non solo sancisce che la sovranità popolare non è soggetta a nessun vincolo tecnocratico, ma apre un tenace scontro politico tra politica ed economia, tra democrazia ed oligarchia».
Sabato scorso Sel (Sinistra, ecologia e libertà, Presidente Nichi Vendola) ha svolto la sua assemblea nazionale. Dissensi ci sono stati, tra la minoranza di Stefano che vuole a tutti i costi l'alleanza con Renzi, e la maggioranza che la vorrebbe ma dipende... Sulla necessità di permanere nell'Unione europea e tenersi l'euro —di sicuro quel ceto polito gli euro in tasca ce l'ha, contrariamente a tanti italiani maciullati dalle politiche euriste— invece, unanimità assoluta.
Niente di nuovo sotto il cielo, ci direte.
Tuttavia, per capire fino a che punto metafisico giunge questo pezzo di ceto politico segnaliamo due passaggi del documento conclusivo approvato all'unanimità.
La nostra Euro(pa)
«E la piega distruttrice che ha preso l’Europa non c’entra con la moneta e la sovranità monetaria, non c’entra con il primato tecnocratico, c’entra con la politica, con scelte esclusivamente politiche. Oligarchiche e politiche. E non c’è salvezza nella inversione ad U che riconsegna l’orizzonte agli Stati nazionali. Meglio, molto meglio continuare a battersi sul terreno europeo, l’unico possibile, l’unico che può determinare una qualche inversione di tendenza di lunga durata. Magari prendendo sul serio l’elaborazione che ha portato i curdi, a cavallo del limes, ad abbandonare l’idea del potere connessa allo stato nazionale, avviando invece una rielaborazione straordinaria che pone l’accento sulla dimensione territoriale, la democrazia integrale e la cooperazione tra comunità, generi, vivente umano e non umano. Non comunità di destino né piccole patrie ma l’esercizio quotidiano dell’autogoverno e dell’autoeducazione al cambiamento, alla democrazia paritaria. Praticare l’orizzonte europeo significa partecipare a questa impresa rafforzando i presidi territoriali presenti in ogni singolo Paese»
«La vittoria di Syriza alle elezioni con quasi due milioni di voti e oltre il 35% dei consensi è un’affermazione costruita nel tempo, investendo sulla credibilità di Tsipras e la presenza capillare del partito nelle pieghe della società. In barba a tutti i sondaggi più o meno interessati. I greci hanno dimostrato, ancora una volta, di volere il cambiamento e che non hanno alcuna intenzione di farsi governare da chi li ha portati nel baratro.
In questo contesto il protagonismo di Syriza e il coraggio del popolo greco hanno squarciato il velo dell’ipocrisia: un atto politico, democratico come il voto greco non solo sancisce che la sovranità popolare non è soggetta a nessun vincolo tecnocratico, ma apre un tenace scontro politico tra politica ed economia, tra democrazia ed oligarchia».
4 commenti:
Scusate ma la cooperazione fra il vivente umano e non umano che significa? Il diritto di voto a cani e gatti? Il reddito di cittadinanza per le mucche e le galline?
Li pagano.
Ma no, intendono gli alieni e i rettiliani
SEL è il nemico.
Punto
Posta un commento