[ 30 ottobre]
Si fa un gran parlare delle primarie del partito democratico americano e del "socialista" Sanders.
Si fa un gran parlare delle primarie del partito democratico americano e del "socialista" Sanders.
Ma chi è veramente? Qual è il suo passato politico? Quale il suo programma?
Qui sotto il punto di vista dell'estrema sinistra nordamericana.
«E’ facile
capire perché molti elettori statunitensi, intossicati dalla politica in mano
al big-business seguono Bernie Sanders. Descrivendosi come socialista
democratico, Sanders si scaglia contro la sconcertante disuguaglianza e denuncia lo stato dei
bankster e degli amministratori
delegati. Egli sta attirando grandi folle entusiaste ai suoi comizi elettorali fino
al suo testa a testa, in alcuni sondaggi, con Hillary Clinton.
Ha
l'appoggio di molti elettori onesti, ma è Sanders l'alternativa di cui c’è davvero
bisogno? E quale sarà il risultato principale della sua candidatura?
Un passato controverso
Sanders
ha una lunga storia politica. Da studente è stato membro della Young People’s
Socialist League,
gruppo giovanile del partito socialista, ed ha partecipato al movimento per i
diritti civili attraverso il Comitato di coordinamento degli studenti
non-violenti (SNCC).
Nel
Congresso [parlamento, Ndr], ha preso posizioni di principio su questioni
specifiche, spesso come parte di una piccola minoranza dissenziente. Si è
opposto all'autorizzazione della forza in Iraq nel 1991 e nel 2002 e all'invasione
nel 2003. Ha fatto appello alla sanità gratuita per tutti. Egli sostiene i sindacati,
salari più alti, e un programma nazionale di lavori pubblici per ricostruire le
infrastrutture.
Ma
non è difficile trovare posizioni contrarie.
Sanders
ha votato per l'autorizzazione del 2001 con cui George W. Bush ha dato il via
libera per l'azione militare dopo l'11 settembre e che ha portato all'invasione
imperialista dell'Afghanistan. Ha sostenuto la guerra USA/NATO contro la
Jugoslavia nel 1999. Ha sempre sostenuto il finanziamento statunitense di
Israele e difese il feroce attacco israeliano a Gaza nel 2014. Egli ha detto in
una recente intervista su ABC che vuole che gli Stati Uniti rimangano la più forte
potenza militare del mondo.
Su
immigrazione e diritto al lavoro, Sanders è fondamentalmente un nazionalista.
Egli accetta la premessa che i lavoratori americani devono competere contro i
loro lavoratori fratelli nell'economia globale. Ha votato contro la costruzione
del muro di confine Usa-Messico nel 2006, ma a favore del disegno di legge di riforma
dell'immigrazione profondamente sbagliato del 2013, e da allora in fase di
stallo. Ciò avrebbe rafforzato la "sicurezza delle frontiere", con lo
spiegamento di più di 40.000 agenti di pattuglia, quindi l’intensificazione
delle intercettazioni e delle deportazioni di immigrati disperati. Sanders
considera anche l'idea delle frontiere aperte un complotto di destra per
abbassare i salari.
E,
in contraddizione con la sua mistica come un amico dei lavoratori, Sanders non si
è opposto quando un suo alleato, il governatore democratico del Vermont, Peter
Shumlin, adottò un bilancio di tagli e austerità vergognoso che significò tagliare
centinaia di posti di lavoro di lavoratori sindacalizzati.
Sintomatico
della sua debolezza sulla questione razziale, Sanders ha rifiutato di
affrontare le questioni sollevate dai manifestanti del movimento Black Lives Matter nelle manifestazioni di Phoenix e Seattle, che
riflettevano la frustrazione esplosiva di milioni di persone contro il razzismo
e il silenzio dei politici. Per Sanders, il razzismo sembra essere quasi
esclusivamente un problema di disparità di reddito. Egli ne ha recentemente scritto
sul suo sito web e ha iniziato a discutere dell'epidemia di sparatorie della
polizia. Ma soluzioni come telecamere per i poliziotti e polizia di prossimità,
che in genere sono una scusa per più poliziotti e più sorveglianza, non sono affatto
soluzioni giuste. Manca ogni accento sulla lotta al razzismo come la priorità numero
uno per l'intero paese.
Tirando pugni
Il
piano economico di riforme di Sanders chiama all’aumento delle tasse sui ricchi,
lasciando che le grandi banche insolventi falliscono, e l'utilizzo di imposte
sulle transazioni finanziarie a rischio per pagare per l'istruzione. Ma queste
riforme difficilmente potranno spezzare
il potere gargantuesco di Wall Street!
Dei
veri candidati socialisti avrebbero chiesto la nazionalizzazione e la gestione
dei lavoratori di settori chiave come banche e l'energia, e per lo smantellamento
della macchina militare, riorientando i fondi pubblici per l'istruzione e i servizi
sociali. Avrebbero mostrato che i licenziamenti non sono colpa dei lavoratori
stranieri e degli immigrati, ma dell’aumento della produttività, dell’
automazione, e della globale "corsa al ribasso" dei padroni.
Avrebbero invitato i lavoratori degli Stati Uniti ad unirsi con i lavoratori di
altri paesi per abbattere ovunque la classe capitalista.
Dei
veraci socialisti non eviterebbero di parlare della questione fondamentale, del
socialismo come sola alternativa al sistema del profitto e, contrariamente
a Sanders, si concentrerebbero
sulla formazione politica e farebbero tutto quanto in loro potere per convincere
i propri sostenitori ad una posizione anticapitalista.
Il
problema principale con la candidatura Sanders è il ruolo che essa svolge in
queste elezioni: un ruolo per puntellare e sostenere i democratici e quindi la
soffocante morsa del regime bipartitico.
Se solo
lo volesse, Sanders ha lo slancio e il numero adeguato di sostenitori per
liberarsi dei Democratici e contribuire al lancio di un partito anticapitalista
formidabile. Egli ha citato come suo modello rivoluzionario Eugene Victor Debs,
che corse per la presidenza cinque volte nei primi anni del 1900 come candidato
del Partito Socialista. Ma Debs aveva esplicitamente caratterizzato i partiti
democratico e repubblicano ("le ali politiche del sistema
capitalista") come una trappola velenosa per i lavoratori. Sanders,
d'altra parte, corre come un democratico e ha promesso di sostenere l'eventuale
candidato vincente delle primarie del partito.
In
realtà, anche se è tecnicamente indipendente al Congresso, egli ha votato con i
democratici oltre il 90 per cento delle volte, e sostenuto costantemente i loro
candidati presidenziali.
Il
percorso che Sanders sta avviando è logoro. Negli ultimi 30 anni, le campagne
presidenziali di Jesse Jackson, Al Sharpton, Dennis Kucinich, e ora Bernie
Sanders hanno sposato agende percepite come progressiste e hanno cercato di
spingere il Pd a sinistra. Questo esperimento è stato quindi tentato molte
volte prima.
E
che cosa mostrano al popolo degli Stati Uniti questi tentativi? Questi
tentativi hanno fatto fiasco poiché entrambi i partiti capitalisti sono costantemente
andati verso destra, sul diritto all'istruzione ed i programmi sociali, sul
pianeta in pericolo, sulla guerra senza fine, ed altri campi di questo
capitalismo che brutalmente sopravvive alla sua fine.
La
funzione Sanders è la stessa dei candidati democratici di sinistra che lo hanno
preceduto. E’ per prevenire la protesta —per dare un'altra opzione a persone
che altrimenti potrebbero essere tentate di ribellarsi in piazza contro il
marcio e truccato sistema elettorale degli Stati. La funzione di Sanders è
quella di convincere i disincantati ad andare a votare, un’altra volta, contro
i propri interessi, per un democratico accettabile alle grandi imprese - come
il candidato democratico che alla fine vincerà, sicuramente sarà».
* Fonte: Socialist Freedom
** Traduzione a cura della redazione
2 commenti:
Ci sono alcune cose, che noi sappiamo bene, su cui Sanders ha ragione, per esempio sui lavoratori americani e stranieri (purtroppo viene da dire e ce ne rendiamo conto qui in Europa).
Fare una propaganda sfacciatamente socialista negli USA, non so quanto potrebbe funzionare, Sanders quindi deve mediare su quello che può comunicare.
Su una cosa però l'articolo ha completamenta ragione, sul fenomeno acchiappavoti, che fu a suo tempo di Jesse Jackson e agli altri, che poi diressero su un binario morto le aspettative di cambiamento, ho letto un articolo su jacobinmagazine su questa specifica situazione.
Questa tattica la conosciamo molto bene qui in Italia con i nostri fenomeni della sinistra radicale.
L'ideale sarebbe sfruttare l'onda di Sanders per portare via i voti al PD visto che comunque il rivoluzionario americano farà ritornare tutti all'ovile come hanno fatto gli altri.
Ci vorebbe molta astuzia e spregiudicatezza, ma se riuscisse, sarebbe forse l'inizio di una vera opposizione negli USA.
Riccardo.
Sanders considera anche l'idea delle frontiere aperte un complotto di destra per abbassare i salari
Ma pensa...che idea bislacca. Questo Sanders è proprio un complottista.
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