[ 4 ottobre ]
Un articolo del quotidiano greco Ekathimerini rivela gli stretti rapporti tra il governo greco e gli USA durante i negoziati, confermando ancora una volta quello che già si sapeva: l’euro, ben lungi dall’essere uno strumento di autonomia dell’Europa nel mondo globalizzato, in realtà è funzionale agli interessi economici e geopolitici degli Stati Uniti.
27 Settembre 2015 – Nelle settimane e nei mesi che hanno preceduto l’accordo del 13 luglio sul terzo piano di salvataggio tra la Grecia e suoi creditori, Washington aveva consigliato il precedente governo di coalizione greco Syriza-Indipendenti di non scontrarsi frontalmente con la Germania e mostrare la volontà di fare le riforme.
Un telegramma segreto inviato ad Atene il 16 luglio dall’ambasciatore greco negli Stati Uniti, Christos Panagopoulos, ci ha fatto un quadro delle relazioni tra i due paesi nel corso dei mesi precedenti. La copia vista da Kathimerini fa capire che Washington mostrava un vivo interesse a mantenere la Grecia nella zona euro e forniva costantemente consigli su come il governo guidato dal primo ministro Alexis Tsipras dovesse gestire i rapporti con il resto della zona euro.
Washington, per esempio, ha consigliato ad Atene di evitare gli attacchi verbali al governo tedesco e di cercare di creare una vasta alleanza tra paesi come Regno Unito, Francia, Italia e Austria. Gli Stati Uniti hanno chiarito che la coalizione greca doveva convincere questi paesi che essa avrebbe fatto sul serio nell’attuazione delle riforme se questi paesi, a loro volta, avessero offerto il loro sostegno.
Panagopoulos spiega anche nella sua nota che la strategia di Washington era quella di sottolineare l’importanza geopolitica di mantenere la Grecia nella moneta unica e la necessità che la zona euro acconsentisse a un’ulteriore riduzione del debito greco. L’ambasciatore greco suggerisce che il governo degli Stati Uniti ha anche incoraggiato il Fondo monetario internazionale a pronunciarsi espressamente sulla questione della riduzione del debito.
Delle fonti hanno anche detto a Kathimerini che è stata Washington a sottolineare l’importanza geopolitica della questione greca attraverso la NATO. Il 19 giugno il vice segretario generale della NATO, Alexander Vershbow, ha detto che un’uscita della Grecia avrebbe avuto “senza dubbio delle ripercussioni” sull’alleanza. In una conferenza sulla sicurezza a Bratislava ha detto che la NATO era “preoccupata” di una Grexit. I suoi commenti sono stati espressi subito dopo che la Grecia e la Russia avevano concordato un accordo sul gasdotto.
Panagopoulos nel suo telegramma mostra come durante i lunghi negoziati che hanno portato alla firma del terzo piano di salvataggio di Bruxelles ci siano stati frequenti e intensi contatti tra Atene e Washington, compresi anche contatti con funzionari del Tesoro e del Dipartimento di Stato americani.
* Fonte: Voci dall'estero
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