[ 25 ottobre]
Tutto come previsto: l'aumento dell'IVA è solo rimandato di un anno, i tagli alla Sanità sono ben più pesanti di quanto annunciato
Siamo costretti a tornare sulla Finanziaria. Il Bomba è in Sud America, mentre la sua Legge di Stabilità arriva al Senato. Il testo ufficiale, quello "bollinato" dalla Ragioneria dello Stato, mette in luce alcune verità, prima nascoste dalle cortine fumogene della propaganda governativa.
Questa pratica non è nuova, ma da quando a Palazzo Chigi è arrivato il rignanese lo scarto tra gli annunci e la realtà è diventato davvero abissale.
Tutti hanno sentito dire che Renzi ha «ridotto le tasse». Più esattamente il suo governo ha deciso di non far scattare nel 2016 il previsto aumento dell'IVA e delle accise sui carburanti. Tasse cancellate si è scritto. Non su questo sito, dove invece abbiamo chiarito da subito che gli aumenti chiesti da Bruxelles non sono cancellati, ma solo rinviati. La differenza non è piccola...
«La manovra sull’Iva, intanto, è stata definita. E sostanzialmente è un rinvio degli aumenti, non una loro eliminazione. L’aliquota Iva del 10% salirà al 13% nel 2017, invece che crescere al 12% nel 2016 e di un altro punto l’anno successivo. Così l’aliquota del 22%, che passerebbe al 24% nel 2017 e al 25% l’anno dopo, invece che aumentare di un punto l’anno prossimo, di due nel 2017 e ancora di uno 0,5%, per finire al 25,5% nel 2018. Solo quel mezzo punto è definitivamente risparmiato».
Avete capito la sostanza della manovra del Bomba? Egli prende tempo, approfittando di una congiuntura politica favorevole, ma l'aumento delle imposte indirette - cioè della forma di tassazione più iniqua che ci sia - resta in programma. Solo, è spostato più in là. Ma è lì che incombe come prima. Del resto, a Bruxelles una vera cancellazione mai l'avrebbero accettata.
Anche gli eurocrati prendono tempo, e ne concedono un po' a Renzi, ma nessuno si illuda su un cambiamento delle politiche austeritarie. Certo, il Bomba dirà che si tratta comunque di un passo avanti, e che le "clausole di garanzia" (così si chiamano in eurocratese) non scatteranno neppure nel 2017. Chi vivrà vedrà, ma chi scrive pensa proprio che le cose andranno assai diversamente da quel che spera il capo del governo. In ogni caso, come ha scritto perfino in grassetto il solitamente governativo Corsera, l'unica cosa certa è che le clausole in questione restano, sia pure spostate di un anno in avanti.
Ma c'è un altro capitolo che getta una luce ancor più sinistra sulla finanziaria renziana. Neanche a dirlo, si tratta della sanità.
In questi giorni è stato tutto un minimizzare. Il taglio da due miliardi sulla dotazione prevista del Fondo sanitario nazionale? Falso, dicono i governativi, perché il Fondo avrà nel 2016 un miliardo in più di quanto avuto a disposizione nel 2015. Già, ma non avevano detto loro stessi che quella dotazione, e quella prevista per gli anni successivi, era intoccabile pena un inaccettabile degrado del sistema sanitario?
L'avevano detto e molti lo ricordano, ma quanto possono mai valere le promesse ai tempi del Bomba? Anche in questo caso, però, sta emergendo un ulteriore non detto: il blocco al Fondo Sanitario non varrà solo per il 2016, ma anche per il triennio 2017-2019. Il taglio di spesa previsto per quei tre anni è addirittura di 15 miliardi, cioè di una media di 5 miliardi all'anno. Una mazzata tremenda sul futuro della sanità pubblica. Uno schiaffo al diritto costituzionale alla salute.
«Per il futuro, però, il conto che la sanità sarà chiamata a pagare rischia di essere molto, molto più salato. Sulla carta, scritto nell’ultima bozza della legge di Stabilità, ci sono tagli di spesa che potrebbero arrivare a 15 miliardi di euro tra il 2017 e il 2019. La manovra, trasmessa ieri al Quirinale per la firma e attesa al Senato lunedì, prevede infatti un contributo a carico delle Regioni di 3,9 miliardi nel 2017 e di 5,4 miliardi nel 2018 e 2019. In tutto sono 14,7 miliardi di euro da recuperare con lo stesso meccanismo con i quali sono stati operati gli ultimi tagli al Fondo sanitario: intesa tra le Regioni, o intervento d’imperio dell’esecutivo. Con quei tagli il Fondo sanitario rimarrebbe congelato a 111 miliardi di euro per tutto il prossimo triennio. In termini reali sarebbe una riduzione netta rilevante».
Come noto ci sono molti modi per mentire. Uno è quello di dire solo un pezzo di verità, celando magari la parte più importante. E' quel ha fatto Renzi anche questa volta. Ci avrebbe stupito il contrario.
2 commenti:
Come avevo scritto qui su Sollevazione ad Aprile 2014 il fiscal compact - insieme alla assoluta rigidità di tutti i parametri dell'austerità - non entrerà mai pienamente in vigore ma sarà usato solo come arma di ricatto.
http://sollevazione.blogspot.it/2014/04/fiscal-compact-come-stanno-veramente-le.html?showComment=1397763076555&m=1#c6513515074948312686
Voi non eravate d'accordo come si legge nel vostro commento di risposta al mio ma credo che andrà proprio così: questa "dichiarata" rigidità ma "effettiva" elasticità del FC (e di tuti i vincoli dell'austerità in generale) è l'arma migliore per "loro" per mantenere la disciplina nei confronti dei paesi riottosi, per lasciarsi le mani libere in modo da tirare o allentare la corda senza segare l'albero su cui anche loro sono seduti e per concedere qualcosa ai cittadini che altrimenti voterebbero immediatamente per le opposizioni.
Se realmente dovessero rispettare la lettera delle loro prescrizioni porterebbero il sistema che hanno creato per i loro stessi fini alla rovina quindi temo che non sia una eventualità sulla quale fare troppo affidamento.
Compagni per cortesia, un articolo vostro sulle elezioni polacche. Come mai l'unica forma in cui le idee e i sentimenti anti unione europea riescono a passare è quella della destra tradizionalista?
Non si tratta di un elettorato famoso per la capacità di analisi dei fatti economici e politici quindi è un consenso dettato da un sacro egoismo ma non individuale bensí di gruppo: la patria, la cultura locale via via, come sappiamo, fino ad arrivare alla razza e al sangue...e ci arriveremo, vedrete...
Non sono quindi lo studio e la riflessione quelli che portano voti; servono naturalmente, ma senza ideali e parole d'ordine efficaci si lascia il campo libero da un lato al mainstream e dall'altro a una destra il cui percorso successivo sappiamo perfettamente quale sarà.
Allora vi chiedo: quali sono gli ideali autenticamente di sinistra proponibili oggi, quelli che la gente potrebbe fare suoi con passione autentica? Non credete che comunque debbano esistere degli ideali in forma semplificata adatti a chi si trova ancora troppo indietro nella consapevolezza politica?
Tra poco tempo ci sfuggirà la situazione di mano temo e se in Francia dovesse vincere la Le Pen o quantomeno ottenere un risultato clamoroso si aprirebbe il vaso di Pandora proprio mentre noi ci troviamo ancora a discutere di chi siamo e dove vogliamo andare.
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