[ 5 ottobre ]
La coalizione liberista di centro-destra (Psd-CdS) guidata dal primo ministro Pedro Passos Coelho è arrivata prima alle elezioni col 38,5% dei voti, ma ha perso la maggioranza assoluta —104 seggi rispetto ai 132 del 2011.
Non è stata una sorpresa, invece, l'altissima astensione dal voto, la più altra della storia portoghese: il 43%, due punti in più del 2011.
La coalizione liberista di centro-destra (Psd-CdS) guidata dal primo ministro Pedro Passos Coelho è arrivata prima alle elezioni col 38,5% dei voti, ma ha perso la maggioranza assoluta —104 seggi rispetto ai 132 del 2011.
Il Partito socialista, malgrado gli scandali che l'hanno coinvolto ha ottenuto il 32,4% e 85 seggi (74 nel 2011).
La vera sorpresa è il successo del Bloco de Esquerra —la coalizione della sinistra radicale— che ha ottenuto il 10,2% dei voti, strappando 19 seggi, 11 in più del 2011. La sinistra no-euro, ovvero Coligaçāo Democrática Unitaria guidata dal Partito comunista ha ottenuto l'8,1% dei voti e un seggio in più del 2011.
Non è stata una sorpresa, invece, l'altissima astensione dal voto, la più altra della storia portoghese: il 43%, due punti in più del 2011.
Nota oggi il giornale spagnolo El Pais:
«La vittoria della coalizione di Passos Coelho è la prima di un governo che ha applicato le ricette della troika per uscire dalla crisi. Il Portogallo è stato lo studente più diligente dell'austerità che Angela Merkel, ha sempre indicato come esempio, soprattutto quando Syriza è salita al potere in Grecia e ha cercato il sostegno di paesi del Sud a rinegoziare il debito. Passos Coelho è stato assolutamente contro ogni perdono alla Grecia. Il primo ministro portoghese ha poi ricordato che le condizioni imposte dalla troika per il salvataggio della Grecia erano migliori rispetto a quelle imposte al Portogallo».Il Presidente della repubblica Aníbal Cavaco Silva darà quasi sicuramente a Passos Coelho l'incarico di formare il nuovo governo, ma senza una maggioranza di destra e dato che sono scarse la probabilità che si formi un governo di unità nazionale (come altrettanto scarse sono quelle che si formi un governo che comprenda il Partito socialista, quello comunista e il Bloco de Esquerra) è presumibile che i portoghesi siano chiamati a votare nuovamente nel 2016 —la Costituzione impedisce al Presidente di convocare nuove elezioni prima di sei mesi dalla ultime.
Vedi anche l'articolo dell'altro giorno: Non perdiamo di vista il Portogallo
1 commento:
Siamo sempre in situazione di stallo, la gente non riesce a capire o ha paura o è masochista.
La strada è ancora molto lunga, molto, molto lunga.
Riccardo.
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