[ 16 giugno ]
Ieri davamo un primo giudizio sui ballottaggi e scrivevamo che il Pd di Matteo Renzi aveva preso un altro schiaffo. I risultati che giungono dalla Sicilia (dove si è votato fino a lunedì) ci permettono di aggiungere qualche considerazione ulteriore.
Diamo prima uno sguardo ai dati ed ai numeri.
I comuni che sono andati ai ballottaggi (Sicilia compresa) ce ne sono stati 78, di cui 13 in Sicilia —tra cui 11 capoluoghi di provincia (Lecco, Mantova, Rovigo, Venezia, Arezzo, Fermo, Macerata, Chieti, Trani, Matera, Nuoro).
Ps
Ieri davamo un primo giudizio sui ballottaggi e scrivevamo che il Pd di Matteo Renzi aveva preso un altro schiaffo. I risultati che giungono dalla Sicilia (dove si è votato fino a lunedì) ci permettono di aggiungere qualche considerazione ulteriore.
Diamo prima uno sguardo ai dati ed ai numeri.
I comuni che sono andati ai ballottaggi (Sicilia compresa) ce ne sono stati 78, di cui 13 in Sicilia —tra cui 11 capoluoghi di provincia (Lecco, Mantova, Rovigo, Venezia, Arezzo, Fermo, Macerata, Chieti, Trani, Matera, Nuoro).
Il primo dato è che viene confermata la crescita dell'astensionismo. Affluenza ancora in calo: 47,1% di votanti.
Il secondo eclatante dato, è la sconfitta del Pd renziano. Renzi ora se la prende con il meccanismo delle primarie (che fino a ieri esaltava e che l'hanno portato a diventare segretario del Pd) responsabile secondo lui di aver selezionato candidati deboli. In verità le ragioni della sconfitta piddina vanno ricercate anzitutto (1) nelle scelte politiche antipopolari del governo, (2) negli scandali che hanno travolto il Pd, non solo a Roma e Venezia, infine (3) nella sua politica europeista fallimentare davanti ai flussi migratori.
Morale: la luna di miele tra Renzi e gli elettori è già alla fine.
Questo primo dato ci conduce al terzo: Matteo Renzi è battibile, e lo è proprio col sistema (italicum) che lui ha voluto a tutti i costi e di corsa estendere al voto per le politiche nazionali, quello maggioritario del ballottaggio. Se oggi vi votasse con l'italicum il suo Pd non solo non otterrebbe il premio di maggioranza al primo turno, andrebbe sì ballottaggio e potrebbe perderlo. Come dice la massima: IL DIAVOLO FA LE PENTOLE MA NON I COPERCHI.
Il quarto dato: ci sono tre forze politiche, Pd, centro-destra e M5S che sostanzialmente si equivalgono.
Visto come stanno le cose, che il Pd da solo non riesce a vincere, Renzi potrebbe in effetti rimettere mano all'italicum affinché il premio di maggioranza al primo turno sia consegnato non ad una singola lista di partito ma ad una coalizione.
Staremo a vedere. Di sicuro il sondaggione rappresentato da queste elezioni getta scompiglio non solo nel Pd e nel Palazzo, ma in generale tra le fila della classe dominante, che ha puntato tutto sul cavallo fiorentino. Il quadro politico resta insomma molto instabile.
Ps
Il Movimento 5 Stelle esulta, parla di grande vittoria. Francamente non ne capiamo le ragioni.
Su 78 comuni in cui ci sono stati i ballottaggi, M5S ne ha conquistati 8 in tutto, ovvero il 10,2%. Pd, Lega e pure Forza Italia ne hanno conquistati molti di più. Siamo alle solite anche coi grillini: chiuse le urne ognuno canta vittoria.
3 commenti:
Su questo stesso argomento segnalo ques'illuminante articolo di aldo Giannulli:
http://www.aldogiannuli.it/pd-perde-comuni-2015/
Anticipo qui le conclusioni: "Si sta profilando una tendenza per la quale “vince il secondo”, per cui il Pd arriva primo al primo turno, ma poi perde al secondo perché la maggioranza dell’elettorato delle liste escluse dal ballottaggio si riversa sul secondo candidato, portandolo al sorpasso.
Morale: cari amici del Pd, siete sempre convinti dell’Italicum? Perché, di vincere al primo turno con il 40% mi pare che sia proprio difficile, in compenso ci sono ottime probabilità di perdere al secondo. E sarebbe una giusta nemesi se i truffatori restassero truffati."
Scusa un attimo, il M5S ha ragione di esultare:
Hanno preso pochi comuni ma si sono presentati sempre da soli.
Gli altri si presentano sempre in formazioni di 5 - 6 - 7 simboli.
ESEMPIO: In veneto alle regionali ha vinto zaia al 52% ma la formazione era composta da 5 liste:
LISTA ZAIA 23,08 LEGA NORD 17,82 FORZA ITALIA 5,97 INDIPENDENZA NOI VENETO 2,69 FRATELLI D'ITALIA 2,60 TOTALE 52,18. Si dimostra poi che quando il M5S arriva al ballottaggio vince quasi sempre
perchè quelli di destra o sinistra non votano l'odiato nemico.
Anonimo delle 21:05
Sono d'accordo. Anzi dico che sta succedendo una cosa eccezionale ossia la sinistra dei dissidenti del PD che si sta staccando dal partito si rende conto che dal punto di vista elettorale vale abbastanza poco, almeno per adesso, e quindi per necessità si sta convincendo che la sua unica possibilità è quella di sostenere i 5 Stelle.
L'Italicum si ritorcerà contro Renzi e porterà i grillini al governo.
Ma prima del 2018, se riusciranno a far dimettere quell'attrezzo di Marino, il M5S porterà uno dei suoi a sindaco di Roma e lì finalmente cominceranno a saltare pezzo per pezzo tutti i puntelli del sistema.
Per adesso ci conviene sostenere in maniera acritica il 5 Stelle perché la loro funzione in questa fase non è quella di mettere in atto un buon governo ma quella di distruggere a mazzate il sistema sia in quanto tale che nelle menti e nei cuori oggi soggiogati dei cittadini.
Alla faccia degli sprovveduti che parlavano di Grillo come di un gatekeeper...
E di Tsipras come un traditore...
E Papa Francesco come emissario dei massoni satanici...
E del voto democratico come una pagliacciata inutile...
Non è vero che tutto è perduto. Non è vero che il movimento dal basso è impossibile. Basta che i cittadini comincino ad andare a votare mettendo una semplice X su un foglio di carta e come si vede in Italia, in Spagna e in Grecia anche i più forti poteri oligarchici si dimostrano molto più vulnerabili di quello che vorrebbero apparire.
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