[ 11 giugno ]
Il Movimento 5 Stelle avanzò e ottenne un enorme consenso anche perché promise che mai si sarebbe comportato come gli altri partiti, ad esempio non avrebbe utilizzato il loro stile di ricorrere alle bugie e raggirare i cittadini, di vendere fumo pur di ottenere consenso.
Non sembra che i cinque stelle siano in grado di tenere fede a questa promessa.
Paolo Becchi forse esagera nelle sue accuse a Beppe Grillo ed al Movimento, ma il giudizio dei "grillini" sui risultati elettorali da essi ottenuti nelle recenti elezioni regionali è come minimo indisponente per quanto è paraculo.
Sulla falsa riga di Renzi essi parlano di "vittoria", lo fanno basandosi sulle percentuali di voti ottenuti e non invece sul dato dei voti assoluti, che è quello che decisivo per misurare l'effettivo consenso dei cittadini verso un partito o di un movimento.
Su come siano andate effettivamente le cose ne abbiamo parlato a caldo ma in modo circostanziato QUI e QUI. L'astensione ha dato una batosta non solo al Pd renziano ed a Forza Italia, ma pure a M5S, che ha perso la bellezza di 1.956.613 voti rispetto alle politiche del 2013 e 893.541 rispetto alle europee dell'anno scorso.
Tanto per fare un confronto si consideri che la tanto declamata avanzata leghista (+402mila voti rispetto al 2103), nelle sue dimensioni, corrisponde a circa un quinto (un quinto) del totale di voti persi da M5S. Numeri impietosi, che danno la misura del grande smottamento dell'elettorato dei "grillini".
L'Istituto Cattaneo com'è noto è uno degli organismi di analisi dei risultati e dei flussi elettorali più affidabili. Ebbene l'istituto conferma quanto noi scrivevamo a caldo:
Nella tabella accanto il voto al Movimento 5 Stelle, nelle elezioni 2015, 2014 e 2013, in voti assoluti e percentuali.
L'Istituto Cattaneo ha quindi fornito le prime analisi dei flussi elettorali nelle regioni in cui si è votato, prendendo a campione le città più importanti. E cosa abbiamo?
Come poi segnala l'Istituto Cattaneo «...questi neo-astensionisti hanno con probabilità alle spalle due diverse motivazioni: protesta per quelli che provengono da M5s, disorientamento di fronte alle spaccature nei rispettivi partiti per chi proviene da Pd e FI».
Morale della favola: mentre crescono e molto l'indignazione e la protesta sottotraccia dei cittadini, M5S non solo riesce ad intercettare questo flusso, ma subisce un grande smottamento verso l'astensione (in misura molto minore verso la lega Nord).
Invece di ammettere la verità ed interrogarsi sulle cause di questo smottamento, i vari Di Maio o Di Battista dicono... avanti così!... tutto va bene madama la marchesa. Proprio come Renzi si difendono dicendo che non c'è alcun paragone possibile tra politiche, europee e regionali. Questo è vero in astratto. Nel concreto le dimensioni dello smottamento sono talmente grandi che la tendenza solo i ciechi non possono vederla.
Ma i portavoce di M5S non sono ciechi, semplicemente mentono.
Chi si monta la testa, di solito, non va molto lontano.
Il Movimento 5 Stelle avanzò e ottenne un enorme consenso anche perché promise che mai si sarebbe comportato come gli altri partiti, ad esempio non avrebbe utilizzato il loro stile di ricorrere alle bugie e raggirare i cittadini, di vendere fumo pur di ottenere consenso.
Non sembra che i cinque stelle siano in grado di tenere fede a questa promessa.
Paolo Becchi forse esagera nelle sue accuse a Beppe Grillo ed al Movimento, ma il giudizio dei "grillini" sui risultati elettorali da essi ottenuti nelle recenti elezioni regionali è come minimo indisponente per quanto è paraculo.
Sulla falsa riga di Renzi essi parlano di "vittoria", lo fanno basandosi sulle percentuali di voti ottenuti e non invece sul dato dei voti assoluti, che è quello che decisivo per misurare l'effettivo consenso dei cittadini verso un partito o di un movimento.
Su come siano andate effettivamente le cose ne abbiamo parlato a caldo ma in modo circostanziato QUI e QUI. L'astensione ha dato una batosta non solo al Pd renziano ed a Forza Italia, ma pure a M5S, che ha perso la bellezza di 1.956.613 voti rispetto alle politiche del 2013 e 893.541 rispetto alle europee dell'anno scorso.
Come sono andate le cose considerando le regioni in cui s'è votato |
Tanto per fare un confronto si consideri che la tanto declamata avanzata leghista (+402mila voti rispetto al 2103), nelle sue dimensioni, corrisponde a circa un quinto (un quinto) del totale di voti persi da M5S. Numeri impietosi, che danno la misura del grande smottamento dell'elettorato dei "grillini".
L'Istituto Cattaneo com'è noto è uno degli organismi di analisi dei risultati e dei flussi elettorali più affidabili. Ebbene l'istituto conferma quanto noi scrivevamo a caldo:
«Il Movimento 5 stelle (M5s) ha ridotto i propri consensi di circa il 60% rispetto all’exploit delle politiche del 2013, ma anche rispetto alle europee del 2014 (-40,4%), quando già avevano fatto registrare un cospicuo arretramento. In valore assoluto questa variazione si traduce in una contrazione di voti pari a (-1.956.613) rispetto alle politiche e -893.541 rispetto alle europee. Da un lato il partito di Grillo non riesce a capitalizzare le difficoltà degli avversari in alcuni contesti apparentemente favorevoli, ad esempio in Campania, dove il caso dei candidati “impresentabili” segnalati dalla Commissione Antimafia lasciava forse presagire un risultato più brillante. Anche in Veneto, dove il Movimento ha perso il 75% dei voti del 2013, molti elettori del centro-destra sembrano essere stati riassorbiti dal partito di Salvini. Ciò detto, non deve essere sottovalutata la capacità del Movimento di consolidare la propria presenza nell’arena elettorale difficile delle regionali, in cui la presenza del leader Beppe Grillo è meno visibile». (Elezioni regionali 2015)
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L'Istituto Cattaneo ha quindi fornito le prime analisi dei flussi elettorali nelle regioni in cui si è votato, prendendo a campione le città più importanti. E cosa abbiamo?
«Come s’è detto, il Movimento ha preso voti dal Pd, ed abbiamo già avanzato ipotesi interpretative su quel flusso. C’è poi un problema dei 5 Stelle con l’astensione e più in generale con l’area della protesta: il Movimento perde verso l’astensione molti voti a la Spezia, Livorno, Perugia e Foggia (e ne prende invece in misura modesta a Padova e Salerno). Ricordiamo che già nelle elezioni europee dello scorso anno gran parte del ridimensionamento del Movimento rispetto all’exploit delle politiche era dovuto a perdite verso l’astensione. Si aggiunge in questo quadro un flusso di voti da M5s verso la Lega: a la Spezia, Padova, Livorno, Perugia, e quindi in tutte le città del Centro-nord da noi studiate. Non è difficile ipotizzate una certa contiguità fra la protesta di chi non va a votare, quella di chi vota 5 Stelle e quella di chi vota Lega. Il voto di protesta è un voto mobile, è un voto impaziente disposto con facilità a cambiare cavallo, e certamente il Movimento è perennemente esposto a perdite verso altre formazioni che cavalcano la protesta o verso in non-voto». (I flussi elettorali)La crescita dell'astensione non ha punito solo Pd e Forza Italia ma pure M5S.
Come poi segnala l'Istituto Cattaneo «...questi neo-astensionisti hanno con probabilità alle spalle due diverse motivazioni: protesta per quelli che provengono da M5s, disorientamento di fronte alle spaccature nei rispettivi partiti per chi proviene da Pd e FI».
Morale della favola: mentre crescono e molto l'indignazione e la protesta sottotraccia dei cittadini, M5S non solo riesce ad intercettare questo flusso, ma subisce un grande smottamento verso l'astensione (in misura molto minore verso la lega Nord).
Invece di ammettere la verità ed interrogarsi sulle cause di questo smottamento, i vari Di Maio o Di Battista dicono... avanti così!... tutto va bene madama la marchesa. Proprio come Renzi si difendono dicendo che non c'è alcun paragone possibile tra politiche, europee e regionali. Questo è vero in astratto. Nel concreto le dimensioni dello smottamento sono talmente grandi che la tendenza solo i ciechi non possono vederla.
Ma i portavoce di M5S non sono ciechi, semplicemente mentono.
Chi si monta la testa, di solito, non va molto lontano.
11 commenti:
http://www.carlosibilia.it/cosa-faranno-adesso-i-5-stelle/
Questa analisi è farlocca non tiene conto di tanti fattori, confronta voti di elezioni differenti m5s era per la prima volta alle elezioni regionali, e come sempre si guarda il pelo nell uovo invece che guardare il trave nel proprio occhio. È facile fare il pubblico fare politica extra parlamentare senza mai rischiare la responsabilità di essere eletto, ma forse qualcuno dovrebbe fare il giornalista, la politica quella vera non è fatta di sole analisi ma di fatti concreti di LAVORO, quella strana cosa.
Davvero un articolo scadente.
1) Da che pulpito viene la predica? Da chi ogni tre o quattro anni lancia un nuovo movimento politico di dimensioni condominiali che finisce nel nulla.
2) E' vero che il Movimento 5 Stelle perde in voti assoluti, ma spesso nelle elezioni locali ha perso anche di più. Resta comunque il secondo partito più votato a livello nazionale e questo con l'Italicum significa andare al ballottaggio con il PD per il governo del paese. Dunque, perchè mai il Movimento dovrebbe suonare le campane a morto come vorrebbe piemme?
3) Le forze della sinistra sovranista avrebbero avuto una grande opportunità entrando con UMILTA' e determinazione nel Movimento 5 Stelle, peccato abbiano preferito restarne fuori riducendosi a commentarne con ARROGANZA eventuali limiti.
Contenti voi.......
SOTTO SOTTO...
rispondo all'anonimo sopra delle ore 02:08
La "predica", o meglio, la critica mia, ho provato ad appoggiarla su evidenti dati di fatto. La tesi è semplice: M5S ha perso un fracco di voti verso l'astensione. Perché li ha persi? Forse che tanti cittadini sono tornati all'ovile dei partiti sistemici? Al contrario, l'indignazione cresce e prende la forma dell'astensione, che ha infatti colpito anzitutto loro. Quindi? Quindi M5S non solo non guadagna dal terremoto elettorale, ma ne viene travolto.
Anonimo scrive:
«Resta comunque il secondo partito più votato a livello nazionale e questo con l'Italicum significa andare al ballottaggio con il PD per il governo del paese».
Un brivido mi attraversa la schiena.....
Questa frasetta dice tutto.
Non sarà che chi dirige M5S, sotto sotto spera che Renzi duri fino al 2018? Non sarà che sotto sotto gli va bene la legge fascista dell'italicum perché li potrebbe portare al ballottaggio?
Quindi: difesa della democrazia? Chiacchiere. Difesa della Costituzione? Chiacchiere? Difendere la partecipazione dei cittadini? Chiacchiere.
La strada che porta un movimento di protesta all'approdo di ceto politico è corta....
Vogliamo mettere nel conto l'autismo di M5S? la sua arroganza nel rifiutare di ogni alleanza con altre forze democratiche anti-sistemiche?
Volgiamo considerare la norma ridicola che per candidarsi occorre la fedina penale pulita e non avere pendenze penali? Stendiamo un velo pietoso. Con una regola demenziale simile a Barcellona Ada Colau non sarebbe stata candidata e quindi eletta sindaco, visto che di pendenze MA A CAUSA DELLE SUE BATTAGLIE SOCIALI, ne ha diverse.
Piemme
Nb
Il pulpito da cui parlo io è solo questo blog il quale, malgrado tutti questi limiti, non solo ha sostenuto M5S, ma ha contrastato tutte le stupidaggini sinistrorse e complottiste proferite su e contro M5S.
Che vuoi di più dalla vita?
ho votato e fatto votare m5s dopo essermi accorto che votavo un partito di destra (pd)...spero che l'arroganza autistica, forse indotta dalla pnl di una agenzia di marketing, non diventi il tratto distintivo del movimento.
francesco
http://www.valeriobruschini.info/?p=8227
Le elezioni regionali non tengono conto del fatto che il M5s candida cittadini che non portano voti di associazioni, grossi interessi, mafie ecc
E' una vittoria non perchè ci sia di mezzo la PNL ( e che cazzo ci dovremo difendere dalla vera PNL e cioè quella dei media) ma perchè sapevamo che un certo tipo di risultato (astensione compresa) indicava una tendenza per le prossime politiche (che ne so il 15%), un'altro risultato magari qualcosa di diverso (magari il 23% di partenza) ecc ecc ecc.
Il M5s è salito perfino sui tetti nelle pernacchie degli ITALIANI che nemmeno sapevano che c'era di mezzo la COSTITUZIONE, IL SENATO.
Ora difende unico dal TTIP e dalle manipolazioni sulla scuola pubblica (superpreside).
Poi propone ricette di sinistra e legalità solo contro tutti ma si va a spulciare che Grillo urla, che il M5s magari una volta si difende come può attaccando (visto che chi ha perso le elezioni con un significato politico è il PD e meno male per il paese), che Grillo va in vacanza da Briatore ecc.....e intanto siamo 10 milioni di incapienti.
Sveglia leggetevi i programmi, pensate chi può farcela e appoggiatelo col cuore.
Bravo Marco, mi hai tolto le parole di bocca, questa analisi senza tenere conto che i 5 stelle hanno presentato solo persone nuove e non come ha fatto pd old e legha che si sono giocati tutti i nomi che avevano pur di fa risultati, vedesi Maroni, Zaia, Toti, ecc. Ecc. Questo è di importanza vitale, quindi se la soNo giocata come una battaglia nazionale via che il 5 stelle giustamente non ha fatto, voglio ridere quando alle elezioni nazionali ci saranno i vari Di Maio, Di Battista, Taverna ecc. Ecc come sarà allora che dovremo ricordarci di questa analisi, vedremo.
M5S= -60%: LA MATEMATICA NON E' UN'OPINIONE...
Primo fatto: il 20% del 50% dei votanti corrisponde al 10% degli aventi diritto.
Ergo: un italiano su dieci vota per M5S.
Secondo fatto: in termini assoluti, nelle regioni in cui si è votato, M5S ha perso la bellezza di circa 1milione e 900mila voti rispetto alle politiche di due anni fa.
Che gli esponenti di punta di M5S, invece di capire l'allarme, cantino vittoria, è un indice inquietante che si vanno velocemente trasformando in una specie di CETO POLITICO, assumendo i medesimi atteggiamenti dei politicanti che dicono di combattere, e la cui prima caratteristica è mentire, non solo ai cittadini ma anzitutto ai loro attivisti.
Dati i fatti, essi vanno interpretati.
Come spiegare uno smottamento ben il 60% rispetto all'exploit delle politiche del 2013!?
Certo influiscono i due fattori che citano i nostri critici: che erano regionali e che i candidati M5S non erano né conosciuti né radicati nel tessuto sociale. Ma ritenere che essi siano stati i soli fattori determinanti è sbagliato oltreché consolatorio.
Il fatto, enorme nelle sue dimensioni, è che, a parte una quota persa verso la Lega (in Veneto il fenomeno è stato gigantesco), una moltitudine di gente che aveva votato M5S è andata ad ingrossare le file dell'astensione. Un dato che stride con quello delle politiche del 2013, dove M5S divenne secondo partito MALGRADO un calo del 5% rispetto alle politiche del 2008.
Abbiamo forse detto che M5S è fuori gioco? NO. Abbiamo detto che la tendenza all'astensione, espressione della generale sfiducia dei cittadini verso i partiti esistenti, ha colpito anche M5S.
M5S resta certamente in gioco, diremo anzi di più! Diremo che il trionfalismo con cui il Direttorio ha giudicato i risultati è una spia inquietante che i dirigenti di M5S sotto sotto, gli va bene l'italicum perché stante questi i numeri, ed in barba alla fuga dalle urne dei cittadini, in barbada al crollo della partecipazione politica, andranno loro al ballottaggio con Renzi.
Diremo quindi che sotto sotto agli M5S gli va bene che Renzi resti fino al 2018.
Gentile Redazione,
concordo con il fatto che il M5S non ne sia uscito benissimo da queste elezioni. C'è una flessione ed è evidente. Come lei anch'io ho criticato un certo trionfalismo di maniera. Mi permetto però di controbilanciare la sua critica (che per alcuni aspetti condivido) con qualche dato pro M5S. Premetto che il sottoscritto è "di parte".
* il M5S ha preso oltre il 25% dei consensi perché i politici e i media per attaccarlo lo descrissero come un movimento di protesta. Cosa falsissima. La critica avvantaggiò il M5S perché indusse molti "arrabbiati" a votarlo a scatola chiusa, pur di dare fiato alla loro rabbia
* il M5S dopo marzo 2013 si è comportato coerentemente con la sua storia e i suoi ideali. Molti elettori non li conoscevano e li hanno appresi dalla tv. Per qualcuno era incomprensibile l'attenzione maniacale agli scontrini o il fatto che il M5S equiparava PD e PDL in merito a questione morale e non solo
* l'anno dopo il M5S subì una naturale contrazione di voti alle europee, forte anche della "mancia" degli 80 euro del PD. Quel 20% era un voto più "consapevole" dell'elettorato e rappresenta la base da cui ripartire
* in questi anni il M5S ha dimostrato la sua debolezza alle elezioni amministrative. Il motivo è presto detto: con le preferenze contano i "pacchetti di voti" che i candidati sono molto bravi ad "attivare". Se a livello provinciale i candidati non hanno difficoltà ad ottenere 10000 preferenze a testa questo ha un certo impatto su queste elezioni, già di base disertate dalla normale platea del corpo elettorale. Non tocca a me spiegarle come si ottengono questi pacchetti di voti (non sempre in modo illegale) e come si cooptano persone che nulla sanno di politica a concentrarsi su un tale candidato
* in un sistema elettorale in cui il primo vince e prende tutto (gli basta un sol voto in più rispetto all'avversario), indifferentemente dalla percentuale di voti presa, è più facile polarizzare il voto verso le 2 forze più favorite (esempi forti: Veneto e Campania, dove avevamo meno chance)
* premesso che è indubbio che l'esito elettorale è stato negativo per il M5S. Ma per molti sarebbe dovuta andare anche peggio. Il M5S dopo le europee era dato per spacciato e dopo le precedenti regionali (Calabria ed Emilia Romagna) sembrava non godere di ottima salute. E invece è vivo e vegeto
* il M5S ha vinto a tutti i ballottaggi dove si è presentato (5 su 5). Questo ci dice 2 cose: che per l'elettore medio il M5S è una seconda chance (come dire: se non vince la mia squadra del cuore allora va bene anche il M5S) e che in caso di ballottaggio alle nazionali (se Lega e PDL non riescono a "fondersi") il M5S "se la gioca"
* il M5S si avvantaggia quando può mostrare il suo cavallo di battaglia: l'onestà. Gli scandali Mafia Capitale sono stati posticipati ad orologeria a dopo le elezioni: l'effetto sul ballottaggio è stato evidente. Non è un dato di poco conto, il fatto che il M5S non ha una indagine in corso o un sol candidato chiacchierato è certamente non un fattore fortuito
* tutti i sondaggi danno il M5S in crescita. A DiMartedì il M5S è dato al 25% [ http://www.sondaitalia.com/2015/06/sondaggio-ipsos-centrosinistra-e.html ]
Quindi trovandosi questa tedazione nella situazione di m5s cosa avrebbe fatto? Si sarebbe sparsa il capo di cenere? Non scherziamo sarebbe politicamente una zappa nei piedi, per di più quando non si è perso nulla, si continua a non tenere in considerazione il fatto che m5s ha proposto solo sconosciuti, a differenza di tutti gli altri partiti che si sono giocati queste elezioni come se fossero state elezioni nazionali.
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