[ 4 giugno ]
Ieri sera Tsipras è giunto a Bruxelles per quello che potrebbe essere l'ultimo round del negoziato con la troika. Si è visto con il presidente della Commissione europea Juncker ed il presidente dell'Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem. Senza un accordo la Grecia potrebbe andare in default già venerdì prossimo, quando scade la rata da 300 milioni di euro al Fmi. Le agenzie di questa mattina battono parlano di "passi avanti". Vedremo. Sulla carta l'accordo sembra impossibile: Atene chiede la fine dell'austerità, i creditori invece la esigono perché vogliono che siano rimborsati i loro prestiti.
Ieri sera Tsipras è giunto a Bruxelles per quello che potrebbe essere l'ultimo round del negoziato con la troika. Si è visto con il presidente della Commissione europea Juncker ed il presidente dell'Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem. Senza un accordo la Grecia potrebbe andare in default già venerdì prossimo, quando scade la rata da 300 milioni di euro al Fmi. Le agenzie di questa mattina battono parlano di "passi avanti". Vedremo. Sulla carta l'accordo sembra impossibile: Atene chiede la fine dell'austerità, i creditori invece la esigono perché vogliono che siano rimborsati i loro prestiti.
In concreto: la troika esige dalla Grecia un avanzo primario (la differenza fra la spesa pubblica e le entrate tributarie e extra-tributarie esclusi gli interessi da pagare sul debito) dell'1% per il 2015, del 2% per il 2016, del 3% per il 2017 e del 3,5% per il 2018. Gli strozzini della troika vogliono passare come magnanimi e ricordano che nel memorandum imposto al governo precedente di Samaras si prevedeva un avanzo del 3% per il 2015 e 4,5% per gli anni successivi.
Se Tsipras accetterà avremo la continuazione dell'austerità, per quanto un po' meno crudele, e nessuna uscita dal marasma. E se accetterà, come scrivevamo il 31 maggio una scissione di SYRIZA sarebbe nell'ordine delle cose. La forte sinistra interna ha infatti annunciato che respingerà ogni accordo con la troika che preveda la continuazione dell'austerità.
Qui sotto la Risoluzione presentata dalla Piattaforma di Sinistra al comitato centrale di Syriza lo scorso 24 maggio (respinta con 95 voti contro 75)
«È ormai chiaro che le “istituzioni” non stanno lottando per ciò che qualcuno chiama un “onorevole compromesso”. Un “onorevole compromesso” non può esistere in nessun modo per mezzo di privatizzazioni e nuovi carichi per la classi popolari e di certo non può esistere senza una reale fine dell’austerity, senza una ristrutturazione del debito (o della maggior parte di esso) e senza un adeguato approvvigionamento di liquidità per rivitalizzare l’economia.
Ciò a cui la cerchia che governa la UE, nella BCE e nel FMI sta brutalmente e consistentemente puntando negli ultimi mesi, è di strangolare l’economia, di spremere fino all’ultimo euro dalle riserve dei paesi e di spingere i governi “non protetti” alla piena sottomissione e ad una umiliazione esemplare.
Questa tattica dei membri della UE è stata presentata anche nel summit di Riga.
Il governo non ha altra opzione che procedere al contrattacco con un piano alternativo, basato sulle promesse pre-elettorali di SYRIZA e sugli annunci programmatici del governo.
Le seguenti misure devono essere immediatamente attuate:
* L’immediata nazionalizzazione delle banche con tutte le necessarie misure aggiuntive per assicurare le loro funzioni secondo criteri sociali, di trasparenza, di produttività e di sviluppo.
* La creazione della legalità democratica e la trasparenza sui media dominanti, a fianco del controllo sostanziale del prestito obbligazionario.
* La fine immediata di ogni rete di protezione per gli oligarchi del paesi coinvolti in scandali.
* La sospensione dei privilegi e delle immunità per i grandi interessi economici.
* La tassazione sostanziale della ricchezza e delle grandi proprietà, così come la tassazione dei guadagni elevati e dei profitti delle grandi aziende.
* L’immediata e completa reintroduzione, salvaguardia e attuazione della legislazione sul lavoro e dei diritti dei sindacati.
Il governo deve controbattere in modo decisivo alla propaganda della cerchia dei governi europei, che terrorizza le persone con lo scenario del totale disastro che, secondo quanto detto, la sospensione della copertura del debito e l’eventuale uscita dall’Eurozona porterebbero al paese.
Il più grande disastro a cui il paese deve fare fronte è l’imposizione di un nuovo memorandum di qualsiasi tipo e l’estensione dei passati memoranda.
Tali sviluppi devono essere evitati con ogni mezzo e sacrificio necessario.
Ogni soluzione alternativa per una politica progressiva contro i Memoranda include prima di tutto la sospensione della copertura del debito. Malgrado tutte le difficoltà che comporta, questa opzione è di gran lunga preferibile a qualsiasi altra, in quanto offre al paese speranza e prospettive.
Se le “istituzioni” (l'ex troika - ndr) continuano con la loro politica di ricatto nei prossimi giorni, il governo ha il compito di affermare chiaramente che da qui in avanti non “spennerà” più il popolo greco saccheggiando i suoi risparmi, non procederà al prossimo pagamento del FMI e che intende portare avanti soluzioni alternative per il futuro del paese sul piano economico, sociale, politico e strategico, a salvaguardia del suo programma».
da anticapitalista.org
traduzione di Irene Alberici
Qui sotto la Risoluzione presentata dalla Piattaforma di Sinistra al comitato centrale di Syriza lo scorso 24 maggio (respinta con 95 voti contro 75)
«È ormai chiaro che le “istituzioni” non stanno lottando per ciò che qualcuno chiama un “onorevole compromesso”. Un “onorevole compromesso” non può esistere in nessun modo per mezzo di privatizzazioni e nuovi carichi per la classi popolari e di certo non può esistere senza una reale fine dell’austerity, senza una ristrutturazione del debito (o della maggior parte di esso) e senza un adeguato approvvigionamento di liquidità per rivitalizzare l’economia.
Ciò a cui la cerchia che governa la UE, nella BCE e nel FMI sta brutalmente e consistentemente puntando negli ultimi mesi, è di strangolare l’economia, di spremere fino all’ultimo euro dalle riserve dei paesi e di spingere i governi “non protetti” alla piena sottomissione e ad una umiliazione esemplare.
Questa tattica dei membri della UE è stata presentata anche nel summit di Riga.
Il governo non ha altra opzione che procedere al contrattacco con un piano alternativo, basato sulle promesse pre-elettorali di SYRIZA e sugli annunci programmatici del governo.
Le seguenti misure devono essere immediatamente attuate:
* L’immediata nazionalizzazione delle banche con tutte le necessarie misure aggiuntive per assicurare le loro funzioni secondo criteri sociali, di trasparenza, di produttività e di sviluppo.
* La creazione della legalità democratica e la trasparenza sui media dominanti, a fianco del controllo sostanziale del prestito obbligazionario.
* La fine immediata di ogni rete di protezione per gli oligarchi del paesi coinvolti in scandali.
* La sospensione dei privilegi e delle immunità per i grandi interessi economici.
* La tassazione sostanziale della ricchezza e delle grandi proprietà, così come la tassazione dei guadagni elevati e dei profitti delle grandi aziende.
* L’immediata e completa reintroduzione, salvaguardia e attuazione della legislazione sul lavoro e dei diritti dei sindacati.
Il governo deve controbattere in modo decisivo alla propaganda della cerchia dei governi europei, che terrorizza le persone con lo scenario del totale disastro che, secondo quanto detto, la sospensione della copertura del debito e l’eventuale uscita dall’Eurozona porterebbero al paese.
Il più grande disastro a cui il paese deve fare fronte è l’imposizione di un nuovo memorandum di qualsiasi tipo e l’estensione dei passati memoranda.
Tali sviluppi devono essere evitati con ogni mezzo e sacrificio necessario.
Ogni soluzione alternativa per una politica progressiva contro i Memoranda include prima di tutto la sospensione della copertura del debito. Malgrado tutte le difficoltà che comporta, questa opzione è di gran lunga preferibile a qualsiasi altra, in quanto offre al paese speranza e prospettive.
Se le “istituzioni” (l'ex troika - ndr) continuano con la loro politica di ricatto nei prossimi giorni, il governo ha il compito di affermare chiaramente che da qui in avanti non “spennerà” più il popolo greco saccheggiando i suoi risparmi, non procederà al prossimo pagamento del FMI e che intende portare avanti soluzioni alternative per il futuro del paese sul piano economico, sociale, politico e strategico, a salvaguardia del suo programma».
da anticapitalista.org
traduzione di Irene Alberici
1 commento:
Sembra che i greci stiano resistendo
http://www.telegraph.co.uk/finance/economics/11650568/Greece-brands-creditor-demands-unacceptable-as-endgame-nears.html
Il dilemma è:
a) se la Germani e la Troika cedono anche gli altri paesi periferici pretenderanno la fine dell'austerità, un politica fiscale comunitaria e ovviamente la remissione dei debiti. Inaccettabile per i tedeschi e per le oligarchie finanziarie.
b) se cede Atene il governo Tsipras cade, la situazione interna degenera non si sa fino a che punto, negli altri paesi europei dilagano i partiti anti Europa sia di sinistra che di destra estrema. Insostenibile per Germania e Troika.
Per noi vanno bene entrambe le soluzioni ma con una premessa che deve essere rispettata ossia CHE IL POPOLO SI INCAZZI. Almeno un po'...
Senza di questo i giochi sono finiti; se invece gli spiriti animali politici non si sono atrofizzati del tutto dopo quattro decenni di propaganda asfissiante allora stiamo per partecipare a un rivolgimento (rivoluzione) storico epocale.
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