[ 16 giugno ]
E i russi ricordano anche che un eventuale dispiegamento di armi pesanti Usa in Europa orientale minaccia l'atto fondatore Russia-Nato del 1997, "nel quale l'Alleanza si è impegnata a non piazzare forze da combattimento considerevoli" nei Paesi dell'Europa orientale "su base permanente”.
Il Pentagono si sta muovendo per schierare mezzi e armamenti per almeno 450 soldati nei Paesi Baltici e per almeno 750 militari per Paese in Polonia, Romania, Bulgaria e forse Ungheria: tutti Stati che ai tempi della cortina di ferro erano nella sfera di influenza di Mosca. L'idea e' che, in caso di attacco ai confini orientali della Nato, gli Usa possano inviare propri militari e usare le armi pesanti gia' presenti sul posto senza dover spendere settimane per trasportare in Europa orientale cannoni e carri armati. Ma la proposta per la quale Washington sta sondando il terreno potrebbe trovare spaccata la stessa Nato: se Polonia, Estonia, Lettonia e Lituania sono in prima fila al fianco degli Usa nel braccio di ferro con la Russia e premono per una risposta muscolare, altri Paesi mantengono con Mosca strette relazioni sia culturali che commerciali. E tra questi ci sono la Bulgaria e l'Ungheria.
Il ministro della difesa polacco, Tomasz Siemoniak - riporta il Wall Street Journal – ha confermato che si sta discutendo su come posizionare i nuovi mezzi e armamenti pesanti inviati dagli Usa. La richiesta a Washington è quella di mantenere questa presenza almeno fino alla fine del 2016.
il politologo russo Konstantin Sivkov, intervistato dall'agenzia statale Ria Novostiafferma: ''L'unica cosa che possiamo contrapporre alla Nato in questo momento e' la minaccia dell'impiego di armi nucleari perché‚ per quanto riguarda tutti gli altri parametri le nostre forze armate sono meno forti di quelle della Nato di 5-7 volte''.
Gli USA, violando gli accordi siglati con la Russia post-sovietica, schierano soldati e armi pesanti in Polonia, Estonia, Lettonia e Lituania, tutti paesi già entrati nella NATO prima di far parte dell'Unione europea (vedi cartina a lato). E l'Unione europea acconsente, malgrado le proteste russe.
Se gli Stati Uniti schiereranno carri armati, pezzi di artiglieria e altre armi pesanti nei Paesi Nato dell'Europa dell'est, la Russia in risposta ''non potrà che aumentare'' il numero di soldati, missili e mezzi bellici dispiegati nelle proprie regioni occidentali e nel territorio dell'alleata Bielorussia. A lanciare questo chiaro avvertimento a Washington e' un pezzo da novanta del ministero della Difesa di Mosca: il generale Iuri Iakubov, che non ha esitato a definire un eventuale aumento della presenza militare Usa a ridosso dei confini russi ''il passo piu' aggressivo di Pentagono e Nato dai tempi della guerra fredda del secolo scorso''.
Se gli Stati Uniti schiereranno carri armati, pezzi di artiglieria e altre armi pesanti nei Paesi Nato dell'Europa dell'est, la Russia in risposta ''non potrà che aumentare'' il numero di soldati, missili e mezzi bellici dispiegati nelle proprie regioni occidentali e nel territorio dell'alleata Bielorussia. A lanciare questo chiaro avvertimento a Washington e' un pezzo da novanta del ministero della Difesa di Mosca: il generale Iuri Iakubov, che non ha esitato a definire un eventuale aumento della presenza militare Usa a ridosso dei confini russi ''il passo piu' aggressivo di Pentagono e Nato dai tempi della guerra fredda del secolo scorso''.
E i russi ricordano anche che un eventuale dispiegamento di armi pesanti Usa in Europa orientale minaccia l'atto fondatore Russia-Nato del 1997, "nel quale l'Alleanza si è impegnata a non piazzare forze da combattimento considerevoli" nei Paesi dell'Europa orientale "su base permanente”.
Il Pentagono si sta muovendo per schierare mezzi e armamenti per almeno 450 soldati nei Paesi Baltici e per almeno 750 militari per Paese in Polonia, Romania, Bulgaria e forse Ungheria: tutti Stati che ai tempi della cortina di ferro erano nella sfera di influenza di Mosca. L'idea e' che, in caso di attacco ai confini orientali della Nato, gli Usa possano inviare propri militari e usare le armi pesanti gia' presenti sul posto senza dover spendere settimane per trasportare in Europa orientale cannoni e carri armati. Ma la proposta per la quale Washington sta sondando il terreno potrebbe trovare spaccata la stessa Nato: se Polonia, Estonia, Lettonia e Lituania sono in prima fila al fianco degli Usa nel braccio di ferro con la Russia e premono per una risposta muscolare, altri Paesi mantengono con Mosca strette relazioni sia culturali che commerciali. E tra questi ci sono la Bulgaria e l'Ungheria.
Il ministro della difesa polacco, Tomasz Siemoniak - riporta il Wall Street Journal – ha confermato che si sta discutendo su come posizionare i nuovi mezzi e armamenti pesanti inviati dagli Usa. La richiesta a Washington è quella di mantenere questa presenza almeno fino alla fine del 2016.
il politologo russo Konstantin Sivkov, intervistato dall'agenzia statale Ria Novostiafferma: ''L'unica cosa che possiamo contrapporre alla Nato in questo momento e' la minaccia dell'impiego di armi nucleari perché‚ per quanto riguarda tutti gli altri parametri le nostre forze armate sono meno forti di quelle della Nato di 5-7 volte''.
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