[ 23 febbraio ]
Questa sera sapremo se l'euro-germania considererà soddisfacenti le prime garanzie del governo di SYRIZA. L'accordo siglato è odioso. Con la pistola puntata alla tempia Tsipras ha dovuto formalmente capitolare ai suoi nemici.
Vedremo come andrà finire.
Nessuno può escludere che fra due mesi (aprile per la precisione) il governo greco, nell'impossibilità di rispettare i diktat e le clausole dell'accordo capestro, si decida per il default. E quindi l'uscita dall'euro (a quel punto consensuale) sarà sul tappeto.
Una cosa è chiarissima e spicca per dimensione su tutte le altre: la vicenda greca dimostra inconfutabilmente che quest'Unione europea è irriformabile. Qui sta la sconfitta simbolica più vera e devastante, non solo di Tsipras, ma degli tsiprioti italici ed europei.
Qui sotto l'intervento dell'amico Nino Galloni
«Come temevamo, ha prevalso il mantenimento dell’attuale stato di cose e il nuovo governo greco non ha ottenuto niente di buono per il proprio Paese: uscire dell’euro con la concertazione di chi ci resta avrebbe posto le basi di una ripresa in Grecia con aumento della domanda interna e delle esportazioni (turismo compreso).
Lasciare l’euro per tornare alla valuta nazionale non costitusce una umiliazione, ma è un grosso privilegio che va meritato gestendo la nuova moneta in modo assennato, cioè per lo sviluppo interno e non per improbabili avventure.
Il rinvio non consente ai Greci di accumulare risorse per pagare i creditori europei se non mantenendo o, addirittura, accrescendo l’avanzo primario: meno servizi pubblici e più tasse.
Unica via di salvezza, l’economia sommersa: se essa si veicolasse attraverso una moneta locale popolare per vendere beni e servizi all’estero in euro probabilmente sarebbe una valvola di sfogo all’inevitabile esplosione sociale.
Accordi più sostenibili per i Greci avrebbero protetto l’Europa che c’è sempre meno come la crisi ucraina dimostra; invece essa si sta sempre più dimostrando una mera espressione geografica dove la Germania la fa da padrona senza alcuna prospettiva strategica che vada oltre i suoi miserabili interessi di bottega.
La Francia non sta a guardare, ma dovrà decidersi: o sotto la Germania e, allora, per l’Italia si metterebbe molto male in mancanza di alternative geopolitiche (esistenti, beninteso, ma da esplorare); o prendendo distanze da essa e, allora, per l’Italia sarebbe un’occasione molto importante».
«Come temevamo, ha prevalso il mantenimento dell’attuale stato di cose e il nuovo governo greco non ha ottenuto niente di buono per il proprio Paese: uscire dell’euro con la concertazione di chi ci resta avrebbe posto le basi di una ripresa in Grecia con aumento della domanda interna e delle esportazioni (turismo compreso).
Lasciare l’euro per tornare alla valuta nazionale non costitusce una umiliazione, ma è un grosso privilegio che va meritato gestendo la nuova moneta in modo assennato, cioè per lo sviluppo interno e non per improbabili avventure.
Il rinvio non consente ai Greci di accumulare risorse per pagare i creditori europei se non mantenendo o, addirittura, accrescendo l’avanzo primario: meno servizi pubblici e più tasse.
Unica via di salvezza, l’economia sommersa: se essa si veicolasse attraverso una moneta locale popolare per vendere beni e servizi all’estero in euro probabilmente sarebbe una valvola di sfogo all’inevitabile esplosione sociale.
Accordi più sostenibili per i Greci avrebbero protetto l’Europa che c’è sempre meno come la crisi ucraina dimostra; invece essa si sta sempre più dimostrando una mera espressione geografica dove la Germania la fa da padrona senza alcuna prospettiva strategica che vada oltre i suoi miserabili interessi di bottega.
La Francia non sta a guardare, ma dovrà decidersi: o sotto la Germania e, allora, per l’Italia si metterebbe molto male in mancanza di alternative geopolitiche (esistenti, beninteso, ma da esplorare); o prendendo distanze da essa e, allora, per l’Italia sarebbe un’occasione molto importante».
12 commenti:
"Qui sta la sconfitta simbolica più vera e devastante, non solo di Tsipras, ma degli tsiprioti italici ed europei."
E se fosse invece la miglior vittoria possibile? Chi meglio di un "euro-europeista" come Tsipras, confermato dai fatti dei primi giorni del suo governo, può vantare a testa alta il pieno diritto a "dover cambiare idea", visto che "non c'è alternativa" (per una volta a favore dei sovranisti).
A me Tsipras non è mai stato simpatico, sia chiaro, ma ora credo che sia il personaggio più indicato a mediare tra le forze politiche interne per convergere verso una strategia di liberazione nazionale dall'euro-schiavitù. Non si potrebbe certo accusarlo di premeditazione, e questa sì sarebbe una sconfitta cocente per questa UE germanocentrica, iperliberista, filo-usraeliana.
Comunque è essenziale che la metamorfosi sconvolga e coinvolga gli attuali equilibri tra forze politiche interne così faticosamente ricuciti fin qui.
Ha poi ragione Galloni, il ruolo della Francia sarà probabilmente il più determinante, nel bene o nel male. Per ora nel male, ma non si può mai dire con la piazza francese.
La mia è solo una ipotesi, non conoscendo bene la Grecia e i greci, quindi mi baso su quello che leggo, anche qui ovviamente.
La mia personale impressione da uomo medio è che la gente adesso vuole fermezza, non penso che la popolazione creda ad un avvenire radioso, ma quantomeno a dei sacrifici fatti per ottenere qualcosa di positivo.
Tsipras ha già deluso, o riprende la situazione e capisce che, a mio modo di vedere, il popolo è disposto ad un certo tipo di sacrifici pur di uscire da questa situazione oppure è finita.
Riccardo.
Mi pare che sia difficilissimo giudicare adesso.
La Grecia si trova in una situazione tale che se uscisse dall'euro di punto in bianco rischierebbe una situazione non solo di miseria ma di guerra civile (conoscendo i trascorsi del paese).
La Germania sa che se cede anche di poco si troverà immediatamente a dover combattere non più contro un solo singolo paesino ma contro Spagna, Portogallo, Francia e forse anche Italia (quest'ultima forse è solo una pia speranza, ma certamente le nostre pretese salirebbero di intensità).
Al cinema lo chiamano mexican stand off, con tre o più persone che si puntano la pistola addosso e il primo che spara ucciderà sí qualcuno ma al tempo stesso è sicuramente quello morto per secondo perché sarà immediatamente colpito dagli altri.
Allora non resta che aspettare il momento in cui inevitabilmente
1 i greci (eventualmente) capiranno che hanno votato per un partito che non mantiene le promesse, anche se non è ancora detto
2 Tsipras e Varoufakis si renderanno conto che alle condizioni imposte dalla Troika, oggi ridenominata Istituzioni, non ce la faranno mai e dovranno tirarne le conseguenze.
3 in altri paesi andranno al potere partiti che se non sono contro l'euro tout court non sono però assolutamente disposti a subire le imposizioni tedesche in tema di austerità.
A quel punto sarà evidente per tutti l'irriformabilità dell'Unione, non prima e lí si vedrà davvero chi ha tradito o non ha tradito.
Da parte nostra straparlare di tradimento di Tsipras è come fare il frocio col culo dell'artri visto che noi votiamo al 40% Renzi mentre le conseguenze del grexit saranno durissime e le pagheranno solo i greci.
Nel frattempo però diamoci da fare nel sensibilizzare l'opinione pubblica, una cosa che qui da noi non viene nemmeno presa in considerazione visto che l'unico impegno della sinistra (RC, SEL etc) è nel senso delle "alleanze", dei riciclaggi tipo Landini con la sua nuova ventilata entrata in politica e nelle teorizzazioni astratte.
Se siamo comunisti è la coscienza politica del popolo il mostro primo obiettivo e su questo non si sta facendo abbastanza.
Colpisce il fatto che Tsipras anziché ammettere francamente la sconfitta e progettare una rivincita, abbia la faccia di presentare l'attuale debacle come una brillante vittoria.
Fatti salvi improbabili astuzie machiavelliche da parte del personaggio, questo linguaggio è indizio di un coinvolgimento della dirigenza di Siryza nel politichese di regime. Ricorda le balle che Rifondazione ha sistematicamente ammannito ai propri elettori durante il governo Prodi.
Chi si prepara allo scontro pensa a indurire e radicalizzare la propria base, non ad anestetizzarla a suon di balle fiorite. Onore a Manolis Glezos, che da vecchio combattente ha enunziato con poche e chiare parole la realtà politica del momento.
Temo che il titolo più appropriato per questo post sia "Il trascinamento del corpo del vinto è solo rinviato".
solo che questa volta il corpo trascinato sarà acheo...
Non vorrei che questo rinvio serva solo ad aiutare i compari di "Podemos" a prendere per i fondelli il popolo spagnolo (tirando con ambigui camuffamenti della resa senza condizioni alla troika fino alle elezioni iberiche) allo stesso modo in cui Syriza ha fatto a quello greco.
Giulio Bonali.
Molti faticano a rendersi conto di come funzionano realmente le cose: l'offerta politica è manipolata. Tutta. Guardando bene, chi sa come funzionano certe cose, vede che dietro le facce ora vincenti, c'è sempre lo stesso "gruppo", si chiamino Tsipras, Grillo, Renzi o Merkel. Chi certe cose le sa, è almeno un anno che scrive cosa avrebbe fatto Tsipras. Non ci sono novità. Continuo a notare con desolazione che, esattamente come è accaduto con Grillo, con Renzi, con il Berlusca, molti si rifiutano di guardare le cose come stanno e dicono "aspetta, vedrai, fa parte di una strategia" o "è il male minore" o "non c'erano alternative". Sonno. Sonno profondo.
Scettico sin dall'inizio, resto comunque cauto: non si sa mai.
Ma questa syriza, per fare un paragone con la realtà italiana, assomiglia sempre di più ad un misto tra rifondazione comunista, minoranza pd e cgil.
Niente di buono sembrerebbe.
io indagherei piu' a fondo su Varoufaskis...odora di Soros &co.
Non diciamo balle per cortesia.
La Grecia da sola non ce la farà mai, prima devono esserci altri paesi i cui governi siano contro l' eurotecnocrazia.
Se in Spagna, Portogallo, Francia andranno al potere partiti che sosterranno la causa di Syriza allora la lotta sarà possibile altrimenti è ridicolo prendersela con Tsipras e Varoufakis.
Il problema vero quindi sono GLI IMBECILLI che non vanno a votare perché fanno i saputoni smagati ripetendo la patetiche litania del perdente:
"Tanto so' tutti uguali, ce vojono tutti frega', Tsipras la Merkel Grillo so' la stessa manica de ladri, nun annamo a vota' così je damo na lezione"
I veri colpevoli di questa tragedia sono proprio i RITARDATI MENTALI SENZA PALLE che la pensano così.
A ZMAR
Ma chi sei? Paolo Barnard sotto mentite spoglie?
A quanto pare Tsipras e la merkel sono più o meno la stessa manica di ladri.
Ma ciò non significa che non si debba andare a votare:
Il KKE é ben attra cosa!
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