[ 5 febbraio ]
Quindi il nostro Tsipras era sulla nave del Synaspismos che nel 2001 fu rispedita in Grecia dopo una carica della polizia che respinse così i militanti greci diretti al G8.
[Nella foto il contingente antimperialista a Genova Ponente. 20 luglio 2001]
Noi eravamo lì con altri compagni, altre sigle della sinistra e dei sindacati, persino consiglieri e figure istituzionali di regione e provincia. Come Lupo, Campo Antimperialista, RdB ed altri eravamo coinvolti politicamente più per l’altra nave proveniente dalla Grecia, quella degli antiimperialisti, i quali aderivano al nostro corteo,stabilito in partenza da piazza Montano, ma visto che c’eravamo abbiamo ben pensato di dar man forte sin dal mattino per consentire l’attracco anche della prima nave, per quanto fossimo lontani dalle posizioni socialdemocratiche degli organizzatori ed, ovviamente, dell’allora quasi sconosciuto giovane AlexisTsipras.
Genova ponente, luglio 2001: los pezzone antimperialista |
La carica fu particolarmente intensa, lasciò un paio di brutti feriti da entrambe le parti e fu interrotta in una situazione di pericoloso imbottigliamento anche grazie al nostro intervento. Tuttavia il ponte venne alzato e facemmo anche noi italiani qualche miglio in direzione di Patrasso, prima di ritornare imbarcati sulle pilotine. Si capì chiaramente quale sarebbe stato il clima di Genova, lo si era capito dal mattino con le ripetute provocazioni degli agenti che si alternavano ai turni, specialmente verso le compagne. E si intuì anche la strategia di voler dividere i presunti buoni dai presunti cattivi, evitare che si verificassero saldature nel movimento, menando preferibilmente i “buoni”.
Infatti la nave antiimperialista, dipinta alla vigilia con toni allarmistici, venne fatta attraccare senza problemi. Questa consegna fu reiterata sovente nelle giornate di Genova (ovviamente le tragiche dinamiche dell’assassinio di Carlo Giuliani rispondevano ad altre ancor più criminali).
Genova, Piazza Alimonda, dove fu ammazzato Carlo Giuliani |
Di quelle dinamiche occorrerà tener giusto conto anche nella preparazione delle giornate di contestazione all’Expo 2015 di Milano. Pur essendogli impedita la battaglia di Genova Alexis si farà le ossa nella formazione giovanile del Synaspismos per esserne eletto presidente nel 2008. Da tali trascorsi non ci si poteva aspettare dal neopremier posizioni rivoluzionarie od antieuro ma vedremo se saprà tener fede a qualche promessa, come sembra da alcuni primi provvedimenti, e se otterrà la messa in discussione (leggi sostanziale riduzione)del debito.
Già si avanzano proposte di mediazione dietro la apparente rigidità tedesca che legherebbero il mantenimento dilazionato degli impegni ad auspicati aumenti del tasso di crescita. Si prende in considerazione anche una uscita temporanea che consentirebbe, non si capisce come, un più agevole risanamento e successivo rientro. Ma oltre agli aspetti economici di tenuta dell’eurozona c’è anche la questione geopolitica che motiva in questi giorni addirittura l’insperato assist di Obama x Tsipras; il quale non sarà un rivoluzionario ma è pur sempre il leader di un paese ortodosso e le sue affermazioni sulla crisi tra Russia ed Ucraina, la contrarietà espressa per le sanzioni europee preoccupano il presidente americano.
Già il popolo greco, manifestò trasversale solidarietà ai fratelli serbi durante l’aggressione Usa-Nato alla Yugoslavia, costringendo il proprio governo a non partecipare ai bombardamenti e la casa Bianca può temere che una insostenibilità sociale dei costi imposti per rimanere in Europa possa spingere la Grecia addirittura fuori dall’orbita Occidentale per avvicinarla alla Russia. Questo peserebbe ancor
più del mantenimento in default sostanziale di un paese di 11 milioni di abitanti. Potrebbe trattarsi solo di spregiudicati ed anche disperati tentativi di alzare la posta, agitando la minaccia di instabilità che comporterebbe una uscita dall’euro o un default della Grecia, ma se salta il banco altri paesi potrebbero essere incoraggiati a perseguire scelte di politiche economiche –sociali e di politica estera diverse ed in contrasto con quelle oggi elaborate sull’asse Washington-Bruxelles.
più del mantenimento in default sostanziale di un paese di 11 milioni di abitanti. Potrebbe trattarsi solo di spregiudicati ed anche disperati tentativi di alzare la posta, agitando la minaccia di instabilità che comporterebbe una uscita dall’euro o un default della Grecia, ma se salta il banco altri paesi potrebbero essere incoraggiati a perseguire scelte di politiche economiche –sociali e di politica estera diverse ed in contrasto con quelle oggi elaborate sull’asse Washington-Bruxelles.
* Fonte: A pugno chiuso
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