[ 7 febbraio ]
E’ passato un mese (era il 7 gennaio scorso) quando, all’età di 59 anni, il compagno Francesco Cardinali "Checco" [nella foto] ci ha lasciati.
Da anni, come conseguenza di una patologia cardiaca gravissima, era costretto sulla sedia a rotelle.
E’ passato un mese (era il 7 gennaio scorso) quando, all’età di 59 anni, il compagno Francesco Cardinali "Checco" [nella foto] ci ha lasciati.
Da anni, come conseguenza di una patologia cardiaca gravissima, era costretto sulla sedia a rotelle.
Malgrado ciò non aveva perduto la sua bonaria vivacità, la sua ironia malinconica. Intatte fino all’ultimo l’irriducibile disprezzo per questa società, come la fede politica nella rivoluzione socialista.
Malgrado non potesse svolgere una attività politica militante, Checco era un convinto membro del Movimento Popolare di Liberazione. Ed aveva insistito, che ove la morte lo avesse sopraggiunto, di essere cremato con cerimonia civile avvolto da due bandiere, quella rossa e quella del MPL. E così è stato.
Checco aveva iniziato la lotta da giovanissimo. Nel 1971 era già iscritto alla Federazione giovanile del Partito Comunista Italiano, che lasciò nel 1973, in dissenso col "compromesso storico".
Si unì ben presto al gruppo trotskysta folignate, mai abbandonando quella radice, malgrado tutte le traversie ed un lavoro duro, quello di camionista, che lo teneva spesso lontano dalla sua terra.
Del decennio turbolento e rivoluzionario dei ’70 egli si è portato per sempre addosso le stimmate: lo spirito sempre critico, una carica sovversiva che spesso sfociava nell’anarchismo, la passione politica, l’amore e l’odio spesso privi di misura.
Avrebbe voluto vivere più a lungo, diceva, per vedere almeno albeggiare la rivoluzione sociale. Disgraziatamente non ce l’ha fatta.
Ci esortava, a noi che gli siamo rimasti a fianco fino all’ultimo, a non arrenderci mai.
Malgrado non potesse svolgere una attività politica militante, Checco era un convinto membro del Movimento Popolare di Liberazione. Ed aveva insistito, che ove la morte lo avesse sopraggiunto, di essere cremato con cerimonia civile avvolto da due bandiere, quella rossa e quella del MPL. E così è stato.
Checco aveva iniziato la lotta da giovanissimo. Nel 1971 era già iscritto alla Federazione giovanile del Partito Comunista Italiano, che lasciò nel 1973, in dissenso col "compromesso storico".
Si unì ben presto al gruppo trotskysta folignate, mai abbandonando quella radice, malgrado tutte le traversie ed un lavoro duro, quello di camionista, che lo teneva spesso lontano dalla sua terra.
Del decennio turbolento e rivoluzionario dei ’70 egli si è portato per sempre addosso le stimmate: lo spirito sempre critico, una carica sovversiva che spesso sfociava nell’anarchismo, la passione politica, l’amore e l’odio spesso privi di misura.
Avrebbe voluto vivere più a lungo, diceva, per vedere almeno albeggiare la rivoluzione sociale. Disgraziatamente non ce l’ha fatta.
Ci esortava, a noi che gli siamo rimasti a fianco fino all’ultimo, a non arrenderci mai.
Terremo fede a questa consegna.
I compagni di Foligno del MPL
I compagni di Foligno del MPL
7 febbraio 2015
1 commento:
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