[ 23 febbraio ]
«Noi vediamo una cosa sola: il tentativo di riciclare la narrazione dell'anti-berlusconismo, solo che al posto dell'ex-Cavaliere ci si mette il Matteo Renzi.
Non è aria per andare in paradiso».
Non sono lontani i tempi in cui Maurizio Landini inciuciava col neo-segretario del Pd Matteo Renzi, proprio sul Jobs act. Erano l'autunno del 2103, Governo Letta a Palazzo Chigi.
Ora la musica è cambiata. Landini, dall'endorsement a Renzi mentre scalava il potere, ora fa fuoco e fiamme contro un governo che, dice giustamente, non solo ubbidisce alla Confindustria ma applica alla lettera i dettami contenuti nella famigerata lettera della Bce dell'agosto 2011.
La novità? è che, dopo averlo ripetutamente negato, Landini ha annunciato ufficialmente che "entrerà" in politica, candidandosi a portabandiera di una nuova formazione di sinistra. Lo ha fatto in un'intervista rilasciata ieri ad il Fatto Quotidiano.
Non è la prima volta che un dirigente sindacale, sconfitto sul suo terreno, si lancia nell'arena direttamente politica. Tuttavia, a differenza di Guglielmo Epifani, non vorrà fare il comprimario, né essere coptato come avvenne per Bertinotti. L'intervista ha immediatamente suscitato polemiche, così che Landini si è affrettato a smentire: "Non ho mai detto di voler fondare un partito".
Landini, in effetti, nell'intervista ad il Fatto, non sostiene che fonderà un nuovo partito (troppo rischioso) bensì...:
«Noi vediamo una cosa sola: il tentativo di riciclare la narrazione dell'anti-berlusconismo, solo che al posto dell'ex-Cavaliere ci si mette il Matteo Renzi.
Non è aria per andare in paradiso».
Non sono lontani i tempi in cui Maurizio Landini inciuciava col neo-segretario del Pd Matteo Renzi, proprio sul Jobs act. Erano l'autunno del 2103, Governo Letta a Palazzo Chigi.
Ora la musica è cambiata. Landini, dall'endorsement a Renzi mentre scalava il potere, ora fa fuoco e fiamme contro un governo che, dice giustamente, non solo ubbidisce alla Confindustria ma applica alla lettera i dettami contenuti nella famigerata lettera della Bce dell'agosto 2011.
La novità? è che, dopo averlo ripetutamente negato, Landini ha annunciato ufficialmente che "entrerà" in politica, candidandosi a portabandiera di una nuova formazione di sinistra. Lo ha fatto in un'intervista rilasciata ieri ad il Fatto Quotidiano.
Non è la prima volta che un dirigente sindacale, sconfitto sul suo terreno, si lancia nell'arena direttamente politica. Tuttavia, a differenza di Guglielmo Epifani, non vorrà fare il comprimario, né essere coptato come avvenne per Bertinotti. L'intervista ha immediatamente suscitato polemiche, così che Landini si è affrettato a smentire: "Non ho mai detto di voler fondare un partito".
Landini, in effetti, nell'intervista ad il Fatto, non sostiene che fonderà un nuovo partito (troppo rischioso) bensì...:
«Sta quindi pensando a un partito? No, sarebbe una semplificazione.
A cosa, allora? Occorre la rappresentanza di quegli interessi. Apriamo questa discussione esplicitamente. Per quello che riguarda la Fiom dobbiamo rivolgerci a tutto ciò che è rappresentanza sociale, non solo i lavoratori. C’è tutto un mondo che si deve porre il problema di come affrontare questo nuovo quadro.
È l’idea della coalizione sociale? Sì. È un tema che come Fiom abbiamo già posto a settembre nella nostra assemblea dei delegati. Il sindacato si deve porre il problema di una coalizione sociale più larga e aprirsi a una rappresentanza anche politica. Quando un Parlamento cancella lo Statuto dei lavoratori con un colpo di spugna a essere rappresentato è solo l’interesse di uno, del più forte».
Smentita capziosa. Se non è zuppa è panbagnato verrebbe da dire. Landini avrà modo di spiegare nelle prossime settimane che cosa egli intenda per "coalizione sociale". Certo, la forma ha la sua importanza, ma nella sostanza egli sta dicendo che vuole mettersi a capo di duna nuova formazione politica. E' facile immaginare che egli punta a raggruppare i rimasugli della sinistra arcobalenica, tardo-comunista, sellina e Pidì-sinistrata.
Se ci riuscirà staremo a vedere. Molti sono gli ostacoli, primo fra tutti è che in quell'area sono molti i galli a cantare, i burocrati e i ceti politici abbarbicati ai loro piccoli feudi. Tuttavia non è escluso che proprio Landini possa fungere da catalizzatore e mettere assieme i cocci di una sinistra che per quanto decotta e priva di idee, sa di potere fare affidamento su un bacino elettorale potenziale che oscilla tra il 5 ed il 10%.
Il problema è cosa vorrà farci di questo consenso. In altre parole quali saranno la linea, la strategia e dunque la natura politica di questa "coalizione sociale". C'è poco da essere ottimisti. Vorremmo sbagliarci ma sentiamo il solito lezzo di un ceto politico che tenta di sopravvivere, che non vuole soccombere ai suoi stessi fallimenti e prova a mettere assieme i cocci.
Di ben altro c'è bisogno nelle drammatiche condizioni in cui versa il Paese.
Cosa infatti proporrà il Landini ad un Paese oramai privo di vera sovranità nazionale e che si è lasciato alla spalle la democrazia parlamentare? Cosa dirà di un'Unione europea che la vicenda dei negoziati sulla Grecia si dimostra irriformabile? Cosa dirà del regime della moneta unica che si è dimostrato una macchina da guerra contro il popolo lavoratore?
Buio pesto.
Noi vediamo una cosa sola: il tentativo di riciclare la narrazione dell'antiberlusconismo, solo che al posto dell'ex-Cavaliere ci si mette il Matteo Renzi.
Non è aria per andare in paradiso.
Di ben altro c'è bisogno nelle drammatiche condizioni in cui versa il Paese.
Cosa infatti proporrà il Landini ad un Paese oramai privo di vera sovranità nazionale e che si è lasciato alla spalle la democrazia parlamentare? Cosa dirà di un'Unione europea che la vicenda dei negoziati sulla Grecia si dimostra irriformabile? Cosa dirà del regime della moneta unica che si è dimostrato una macchina da guerra contro il popolo lavoratore?
Buio pesto.
Noi vediamo una cosa sola: il tentativo di riciclare la narrazione dell'antiberlusconismo, solo che al posto dell'ex-Cavaliere ci si mette il Matteo Renzi.
Non è aria per andare in paradiso.
4 commenti:
"Noi vediamo una cosa sola: il tentativo di riciclare la narrazione dell'antiberlusconismo, solo che al posto dell'ex-Cavaliere ci si mette il Matteo Renzi.
Non è aria per andare in paradiso."
Parole da scolpire nella pietra.
PS: gran brutta idea aver tagliato l'elenco dei siti amici, erano uno degli aspetti più interessanti del sito.
Premesso che sono d'accordo con l'articolo a proposito di Landini, vi posto un retroscena su Tsipras e la Troika dal Sole 24 ore.
"Il retroscena
Secondo alcune ricostruzioni dell’ultimo Eurogruppo di venerdì, sembra che Atene sia stata minacciata in caso di mancato accordo con la troika, di dover mettere controlli di capitali come a Cipro, poiché le banche greche non avrebbero più avuto fondi di finanziamento. A quel punto Atene ha ceduto. Secondo le stime di Jp Morgan, la settimana scorsa sono usciti dai depositi delle banche greche altri 3 miliardi di euro di capitali. La settimana precedente la fuga di capitali era stata di 2 miliardi di euro. Numeri preoccupanti che riducono fortemente i margini di manovra di Tsipras e Varoufakis."
http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2015-02-23/piano-riforme-greche-contro-oligarchi-incasso-supplementare-7-miliardi--101556.shtml?uuid=ABNZmAzC
MGP
Volevo chiedere un parere a Redazione e ai lettori su una cosa che mi sembra strana di quel retroscena del Sole24ore che ho postato sopra.
Si dice che hanno minacciato la Grecia di dover applicare dei controlli di capitale.
Non è che ha molto senso, almeno mi pare...
Non è piuttosto che l'hanno minacciata di obbligarla ad applicare un PRELIEVO FORZOSO come a Cipro?
Se non ricordo male uno di quelli che decise sul prelievo a Cipro fu proprio Dijssebloem.
MGP
Non abbiamo cassato i siti amici e che suegiuamo. C'è stato un problema tecnico con blogspot. Li rimettiamo prima possibile.
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