22 ottobre. Riceviamo epubblichiamo la lettera di un lettore, aspramente critico della dichiarazione della Segreteria nazionale del Mpl relativa all'infelice e inquietante posizione di Beppe Grillo sulla recente tragedia di Lampedusa. La chiave di volta di tutto il ragionamento del nostro lettore ci pare sia la seguente: «L’Europa ci sta massacrando. E qual è il grimaldello con cui ottiene i propri scopi? L’immigrazione».
«Carissimi, si fa per dire, compagni,
sono un elettore di Grillo per niente pentito della mia scelta che pure in quel lontano febbraio di quest’anno era piuttosto incerta. Ho scritto elettore di Grillo di proposito, perché a quei tempi il movimento 5 stelle era una nebulosa che poteva contenere qualsiasi cosa e noi l’abbiamo votato perché lui se ne faceva garante.
Premetto che mi sono imbattuto nel vostro sito per puro caso, alla ricerca di informazioni alternative a quelle nauseabonde di sistema e devo dire che mi è piaciuto, anche se ultimamente sta diventando come la salsiccia; più sai com’è fatta e meno ti piace, infatti, alternati ad articoli di vero pregio, bisogna subire delle vere e proprie caccole, come quella che avete inserito col titolo di: Ora del delitto 10,42, da cui mi dissocio nettamente e cercherò di spiegarvi il perché.
Innanzitutto ritengo biasimevole che chi si propone come guida per la transizione ad una società socialista si faccia condizionare da onde emotive per esprimere il proprio parere su questioni vitali, com’è appunto l’argomento in questione, salvo poi subire delle benevole legnate riparatrici, qual è nei fatti l’articolo di Brancaccio: il capitale, l’immigrazione e il suicidio a sinistra, ma questa delle contraddizioni è prassi abituale su questo sito e tornerò sull’argomento in seguito.
Per quanto riguarda la xenofobia ed il razzismo, vorrei sgomberare il campo da facili preconcetti e se mi dovete etichettare come tale, sappiate che ho sempre votato a sinistra e quella extraparlamentare in particolar modo, quando esisteva ancora. La mia carriera lavorativa è incominciata nel 1968 a Torino ed ho partecipato a tutte le lotte con entusiasmo, anche se ancora diciottenne, non percepivo a pieno la portata di quel che stavamo facendo, di una cosa però sono convinto, dopo aver dato colpa ai giovani per non aver proseguito le nostre lotte, che nelle condizioni attuali quelle lotte non sarebbero state possibili.
(...) Ma veniamo al punto: l’immigrazione.
Voi che fate il contropelo alla sinistra “così detta radicale” un giorno si e l’altro pure, vi siete mai chiesti per quale motivo Rifondazione, che aveva raccolto da sola il 7% dei consensi, insieme a tutta l’altra miriade di partitelli, alle ultime elezioni non ha superato il 2%? La risposta è semplice: la sua base di riferimento non si riconosce nelle sue proposte, anche se sarebbe più appropriato dire in una sua proposta: quella di legalizzare l’immigrazione. La sua base di riferimento, per la stragrande maggioranza se ne frega dell’Europa, pensa alla sopravvivenza e ha sperimentato sulla propria pelle che da quando è iniziato il fenomeno migratorio le cose hanno preso ad andare piuttosto male e ciò è suffragato da fatti incontestabili, dei quali non è difficile trovare pezze d’appoggio su internet, se ci si vuole informare ad hoc.
(...) Si dice, spero che voi non siate di quelli, che gli immigrati fanno i lavori che non vogliamo fare noi. A parte il fatto che questa è un’affermazione delle più razziste, che equivale a dire che abbiamo ancora bisogno degli schiavi, è anche totalmente falsa. Chi raccoglieva i pomodori prima del loro arrivo? Chi ha memoria storica sa che lo sfruttamento ha origini antiche e sa anche che i braccianti locali si erano impegnati in lotte che avevano fatto emergere il fenomeno del caporalato e che si stavano piantando le basi per una normalizzazione di quei lavori, normalizzazione vanificata dal fenomeno migratorio che ha costretto alla disoccupazione tutti gli addetti di quei tempi.
L’Europa ci sta massacrando. E qual è il grimaldello con cui ottiene i propri scopi? L’immigrazione.
Voi pensate che sarebbe stato possibile attuare le così dette riforme, se non ci fossero gli immigrati caricati sulle spalle delle classi più disagiate? L’Europa ci sta massacrando. Però, con due milioni di posti regolari attualmente occupati degli immigrati, diciamolo francamente, il massacro sarebbe più sopportabile. Le carceri, senza il 34% degli extracomunitari, sarebbero più vivibili; la qualità della vita tornerebbe a livelli accettabili e quei 30, 50 miliardi di euro che sono un vero e proprio fardello di costi che ci impone questo fenomeno, si potrebbero utilizzare per riavviare la macchina produttiva e per alleviare le sofferenze dei più bisognosi del nostro paese.
Noi non siamo contro a causa del colore della pelle o per altre facezie; umanamente potremmo essere solidali, considerarli nostri fratelli, se restassero a casa loro e si battessero contro il sistema che li costringe a emigrare, noi siamo contro il fenomeno che ci impoverisce e ci mette nelle loro stesse condizioni, pur non avendo niente a che spartire con loro. Noi sappiamo che nel lungo periodo saremo perdenti; riconosciamo la loro capacità di adattamento superiore alla nostra, ma se dobbiamo uniformarci ancora alla legge della giungla, a quella della forza fisica, fatecelo sapere finché siamo in tempo per avere qualche possibilità di vittoria.
Immagino che non vi farete mancare gli argomenti per contestare quanto sto esponendo, anche se ci sono dei punti che ci trovano in piena sintonia: che la mercificazione ed il consumismo hanno assunto livelli paradossali per la vita di ognuno di noi; allora siate consequenziali, non sarebbe sufficiente il fatto che non possiamo più recarci in una spiaggia senza essere assaliti da uno stuolo di venditori che vogliono rifilarci le loro merci spazzatura, per essere contro questo fenomeno? O forse no, forse voi fate parte di un élite che non vive l’assalto quotidiano dei vu cumprà anche negli ambiti più reconditi, anche quando vi recate a farvi una cagata in camporella.
In fine volevo esprimere un ultimo concetto: non ci sono masse da indottrinare e il fenomeno Grillo lo dimostra ampiamente. Quando è palese un’esigenza, se non c’è qualcuno che la impersona, la gente non va a votare. Nel frattempo il problema si incancrenisce e a quel punto si è disposti a sopportare persino il lezzo nauseabondo dell’ignoranza di certi politici, purché si propongano di risolvere il problema. L’esperienza della Lega è lì a farci da monito: la classe politica più ignorante della storia è riuscita a catalizzare persino voti di persone che si dichiaravano di sinistra, perché pretendevano una normalizzazione della convivenza civile.
Non credo che qualcuno possa attribuire etichette di razzismo o di xenofobia a Mao tse tung, eppure egli asseriva che ogni gatto deve prendere il topo di casa sua, intendendo rimarcare in tal modo che è compito di ogni individuo battersi per far evolvere il paese che gli ha dato i natali o adattarsi ad esso. Che sono state necessarie lotte e sofferenze sovrumane ovunque, per migliorare le condizioni economiche e sociali dei popoli e non si può arrivare a tavola imbandita e pretendere di avere la propria razione, ed io aggiungo che chi non ha partecipato alle lotte non è in grado di capirne il valore e che può diventare la breccia attraverso cui si possono perdere i valori e i diritti acquisiti».
16 ottobre 2013
«Carissimi, si fa per dire, compagni,
sono un elettore di Grillo per niente pentito della mia scelta che pure in quel lontano febbraio di quest’anno era piuttosto incerta. Ho scritto elettore di Grillo di proposito, perché a quei tempi il movimento 5 stelle era una nebulosa che poteva contenere qualsiasi cosa e noi l’abbiamo votato perché lui se ne faceva garante.
Premetto che mi sono imbattuto nel vostro sito per puro caso, alla ricerca di informazioni alternative a quelle nauseabonde di sistema e devo dire che mi è piaciuto, anche se ultimamente sta diventando come la salsiccia; più sai com’è fatta e meno ti piace, infatti, alternati ad articoli di vero pregio, bisogna subire delle vere e proprie caccole, come quella che avete inserito col titolo di: Ora del delitto 10,42, da cui mi dissocio nettamente e cercherò di spiegarvi il perché.
Innanzitutto ritengo biasimevole che chi si propone come guida per la transizione ad una società socialista si faccia condizionare da onde emotive per esprimere il proprio parere su questioni vitali, com’è appunto l’argomento in questione, salvo poi subire delle benevole legnate riparatrici, qual è nei fatti l’articolo di Brancaccio: il capitale, l’immigrazione e il suicidio a sinistra, ma questa delle contraddizioni è prassi abituale su questo sito e tornerò sull’argomento in seguito.
Per quanto riguarda la xenofobia ed il razzismo, vorrei sgomberare il campo da facili preconcetti e se mi dovete etichettare come tale, sappiate che ho sempre votato a sinistra e quella extraparlamentare in particolar modo, quando esisteva ancora. La mia carriera lavorativa è incominciata nel 1968 a Torino ed ho partecipato a tutte le lotte con entusiasmo, anche se ancora diciottenne, non percepivo a pieno la portata di quel che stavamo facendo, di una cosa però sono convinto, dopo aver dato colpa ai giovani per non aver proseguito le nostre lotte, che nelle condizioni attuali quelle lotte non sarebbero state possibili.
(...) Ma veniamo al punto: l’immigrazione.
Voi che fate il contropelo alla sinistra “così detta radicale” un giorno si e l’altro pure, vi siete mai chiesti per quale motivo Rifondazione, che aveva raccolto da sola il 7% dei consensi, insieme a tutta l’altra miriade di partitelli, alle ultime elezioni non ha superato il 2%? La risposta è semplice: la sua base di riferimento non si riconosce nelle sue proposte, anche se sarebbe più appropriato dire in una sua proposta: quella di legalizzare l’immigrazione. La sua base di riferimento, per la stragrande maggioranza se ne frega dell’Europa, pensa alla sopravvivenza e ha sperimentato sulla propria pelle che da quando è iniziato il fenomeno migratorio le cose hanno preso ad andare piuttosto male e ciò è suffragato da fatti incontestabili, dei quali non è difficile trovare pezze d’appoggio su internet, se ci si vuole informare ad hoc.
(...) Si dice, spero che voi non siate di quelli, che gli immigrati fanno i lavori che non vogliamo fare noi. A parte il fatto che questa è un’affermazione delle più razziste, che equivale a dire che abbiamo ancora bisogno degli schiavi, è anche totalmente falsa. Chi raccoglieva i pomodori prima del loro arrivo? Chi ha memoria storica sa che lo sfruttamento ha origini antiche e sa anche che i braccianti locali si erano impegnati in lotte che avevano fatto emergere il fenomeno del caporalato e che si stavano piantando le basi per una normalizzazione di quei lavori, normalizzazione vanificata dal fenomeno migratorio che ha costretto alla disoccupazione tutti gli addetti di quei tempi.
L’Europa ci sta massacrando. E qual è il grimaldello con cui ottiene i propri scopi? L’immigrazione.
Voi pensate che sarebbe stato possibile attuare le così dette riforme, se non ci fossero gli immigrati caricati sulle spalle delle classi più disagiate? L’Europa ci sta massacrando. Però, con due milioni di posti regolari attualmente occupati degli immigrati, diciamolo francamente, il massacro sarebbe più sopportabile. Le carceri, senza il 34% degli extracomunitari, sarebbero più vivibili; la qualità della vita tornerebbe a livelli accettabili e quei 30, 50 miliardi di euro che sono un vero e proprio fardello di costi che ci impone questo fenomeno, si potrebbero utilizzare per riavviare la macchina produttiva e per alleviare le sofferenze dei più bisognosi del nostro paese.
Noi non siamo contro a causa del colore della pelle o per altre facezie; umanamente potremmo essere solidali, considerarli nostri fratelli, se restassero a casa loro e si battessero contro il sistema che li costringe a emigrare, noi siamo contro il fenomeno che ci impoverisce e ci mette nelle loro stesse condizioni, pur non avendo niente a che spartire con loro. Noi sappiamo che nel lungo periodo saremo perdenti; riconosciamo la loro capacità di adattamento superiore alla nostra, ma se dobbiamo uniformarci ancora alla legge della giungla, a quella della forza fisica, fatecelo sapere finché siamo in tempo per avere qualche possibilità di vittoria.
Immagino che non vi farete mancare gli argomenti per contestare quanto sto esponendo, anche se ci sono dei punti che ci trovano in piena sintonia: che la mercificazione ed il consumismo hanno assunto livelli paradossali per la vita di ognuno di noi; allora siate consequenziali, non sarebbe sufficiente il fatto che non possiamo più recarci in una spiaggia senza essere assaliti da uno stuolo di venditori che vogliono rifilarci le loro merci spazzatura, per essere contro questo fenomeno? O forse no, forse voi fate parte di un élite che non vive l’assalto quotidiano dei vu cumprà anche negli ambiti più reconditi, anche quando vi recate a farvi una cagata in camporella.
In fine volevo esprimere un ultimo concetto: non ci sono masse da indottrinare e il fenomeno Grillo lo dimostra ampiamente. Quando è palese un’esigenza, se non c’è qualcuno che la impersona, la gente non va a votare. Nel frattempo il problema si incancrenisce e a quel punto si è disposti a sopportare persino il lezzo nauseabondo dell’ignoranza di certi politici, purché si propongano di risolvere il problema. L’esperienza della Lega è lì a farci da monito: la classe politica più ignorante della storia è riuscita a catalizzare persino voti di persone che si dichiaravano di sinistra, perché pretendevano una normalizzazione della convivenza civile.
Non credo che qualcuno possa attribuire etichette di razzismo o di xenofobia a Mao tse tung, eppure egli asseriva che ogni gatto deve prendere il topo di casa sua, intendendo rimarcare in tal modo che è compito di ogni individuo battersi per far evolvere il paese che gli ha dato i natali o adattarsi ad esso. Che sono state necessarie lotte e sofferenze sovrumane ovunque, per migliorare le condizioni economiche e sociali dei popoli e non si può arrivare a tavola imbandita e pretendere di avere la propria razione, ed io aggiungo che chi non ha partecipato alle lotte non è in grado di capirne il valore e che può diventare la breccia attraverso cui si possono perdere i valori e i diritti acquisiti».
16 ottobre 2013
42 commenti:
Sono pienamente d'accordo col discorso dell'anonimo che ha fatto queste affermazioni
Caro lettore, hai ragione, l'Europa ci massacra. E ci massacra anche creando divisioni fra poveracci. Io non credo che bisogna accogliere tutti in maniera ipocrita, ma la si fa fin troppo facile a mio avviso, e non se la prenda, con gli extracomunitari perchè invece di combattere preferiscono fuggire. La storia è fatta di fuggitivi. Noi italiani pure siamo fuggiti di essere rimasti, ma si sa noi andavamo in posti dove c'era posto per tutti, bla bla ecc... ecc..., come se in Svezia gli svedesi non esistessero. So che leggendo lei penserà che sto facendo retorica, non è così mi creda. Troppo facile a mio avviso dire: restatevene la a lottare, proprio detto da noi che non siamo mai stati un popolo per così dire rivoluzionario.
Chi scrive pensa che la critica della Redazione fu giusta, perchè qua si cade sempre in un equivoco: la legge bossi - fini non garantisce alcun freno contro l'immigrazione clandestina. Non mi crede? Legga questo post e si faccia un'idea:
http://www.keinpfusch.net/2013/10/finestre-che-si-chiudono.html
In risposta all' ineffabile "estremista di sinistra" qui sopra,
vorrei fare una piccola, ma utile, diversione storica, allo scopo di non dimenticare quelle che sono le origini del fenomeno. Infatti, è stata la nostra “civiltà superiore” a creare la tratta degli schiavi da portare in Sudamerica (dopo che i colà nativi erano stati sterminati a fil di spada o di batteri) a scavare, fino alla morte, le miniere dei mille Potosì d’ Oltreoceano; siamo stati noi a strappare questa gente dalle loro famiglie per mandarli a morire (a milioni)tra i peggiori stenti, e dalla loro vite strappate ricavare lauti profitti. E’ stata la superiore civiltà occidentale, con il suo Moloch capitalistico, nella seconda metà dell’ Ottocento, ad invadere e colonizzare terre, civiltà, genti e culture in tutto il mondo; da quel momento, è stata solo una storia fatta di predazione, appropriazione con furto, rapina militar-armata, scempio di altrui diritti, sottrazione di materie prime, assoggettamento politico, economico e culturale; è stato il momento in cui una civiltà oplita - e priva di qualsiasi obiezione morale – decideva di prendere possesso, con la forza, di tutto il globo (questa follia si sarebbe poi ritorta contro quel mondo che, edificata la propria “Belle Époque” su un mare di sangue e sofferenze di popoli lontani, avrebbe finito per rivolgere contro sé stesso quell’ agghiacciante bagaglio di violenza sopraffattoria). E ancora, quale “civiltà”, se non la nostra, ha messo in atto, nel secondo Dopoguerra - con Bretton Woods - quelle organizzazioni (FMI, Banca Mondiale, GATT) deputate a ricolonizzare, con gli strumenti striscianti del predominio economico, nazioni ed economie meno sviluppate? Chi ha fatto del fomentare sommovimenti politici, guerre civili e rivoluzioni lo strumento principale per dare corpo a commerci indegni (sempre con la capitalisticamente inattaccabile logica del profitto)? A chi appartengono le multinazionali che si impossessano delle ricchezze locali attraverso la corruzione delle classi politiche locali e l’ assassinio degli oppositori? Chi decide gli embarghi verso nazioni bisognose, a provocare la morte per fame di migliaia (milioni, negli anni) di uomini, donne e bambini (BAMBINI)? Chi bombarda e cancella i governi di nazioni sovrane, sempre perseguendo logiche di controllo geopolitico e predazione di materie prime? A chi appartengono i mercati dei “futures” che, speculando anche sui generi di prima necessità (cereali), ne determinano fluttuazioni di prezzo in grado di causare carestie nei Sud del mondo? Chi brevetta, per lucro, medicinali che, se resi liberi, salverebbero la vita a milioni di individui? Chi trasforma in profitto il sangue degli “altri”? Risposta: la nostra civiltà “superiore”; quella che ha fatto assurgere a Signore e Dio proprio il denaro e l’ accumulazione materiale. L’ anima del mondo Occidentale capitalistico gronda sangue; tuttavia, la sua coscienza è immacolata: un organizzato simulacro di menzogne storicamente determinate viene incaricato di fungere da schermo protettivo nei confronti dei pasciuti ed opulenti abitanti del Primo Mondo: ecco perché, qui e altrove, alcuni farabutti si permettono di fare i discorsi che fanno Grillo e Casaleggio.
Se non erro quel gran furbo di Napolitano si è espresso chiaramente su allargamento della cittadinanza e DIRITTO DI VOTO. Questo per affermare il governo della stabilità perpetua e delle riforme strutturali, della DEFLAZIONE SALARIALE in nome dell'equità coi nuovi venuti.
Secondo me Brancaccio è stato interpretato male, io penso che Brancaccio non sia un difensore della Bossi-Fini, ma piuttosto il suo pensiero si avvicini di più a quello descritto da Diego Fusaro in questo post: http://www.lospiffero.com/cronache-marxiane/il-triste-affaire-kyenge-12507.html
A me pare che l'autore si sia dimenticato 2 questioni fondamentali:
(1) l'attuale debolezza dei lavoratori dipende dal fatto che il capitale è mobile e supera le frontiere senza problemi, mentre i lavoratori non lo sono affatto
(2) l'immigrazione ha potentemente aiutato i lavoratori italiani a salvarsi dalla crisi poiché, come è sotto gli occhi di tutti (chi non ci crede vada a vedere i dati ISTAT), essa si è scaricata principalmente sugli immigrati
Dunque, le tesi dell'autore sono quanto meno molto approssimative, e certamente non una buona base materiale per prendere posizione sul tema dell'immigrazione.
fausto,
ti informo che conquiste, sfruttamento e schiavismo sono sempre stati fatti da tutte le culture e razze del mondo. perfino dagli indios amazzonici fra loro.
non cadiamo nel razzismo al contrario...
antonio.
Vorrei ringraziare la Redazione, che pur ha posizioni che non condivido, per aver dato spazio ad un'altra voce di dissenso...in questo, come spesso avviene su questo blog, dimostra di essere almeno un palmo sopra il livello tipico della nostra estrema sinistra italiana
(motivo percui continuo a seguire questo blog).
Personalmente concordo con la posizione del secondo Anonimo che ha scritto (quello che ha postato il link a "Finestre che si Chiudono"):
Il problema essenziale è che l'Italia non è in grado di darsi metodologie civilizzate per rispedire a casa gli irregolari.
A differenza di quanto lui afferma però, non condivido affatto la critica originaria della Redazione:
Quando la lessi pensai alle solite "nenie dell'ultrasinistra" che, francamente, hanno rotto e a mio avviso sono all'origine dell'incapacità italiana a cui accennavo nè più nè meno di quanto non lo sia il becero razzismo leghista:
Se devo scegliere tra questo articolo e quello della "critica", scelgo questo perchè ci vedo molta più razionalità...poi che la Bossi-Fini possa non andare bene, fatte le giuste premesse (come quelle che fa l'Anonimo), posso anche convenire...
...ma se devo scegliere tra un "ultrasinistrista" che sbraita contro la Bossi-Fini in una dissennata ottica del "vogliamoci tutti bene" ed uno che è contro questo approccio...scelgo quest'ultimo:
Se non altro sa come vuole ed il problema immigratorio se lo pone.
Per quanto riguarda l'articolo in sè trovo che sia ben scritto, dice cose vere ed esprime una esasperazione nei confronti di un certo "buonismo piagnonista" dell'estrema sinistra che, in qualche misura condivido...
...forse sì...manca di quel "passino in più" che c'è nel post "Finestre che si chiudono" suggerito dall'Anonimo, ma ci tengo
a suggerire una chiave di lettura a questa mancanza:
Chi scrive il post "Finestre che si chiudono" dichiara lui stesso di non vivere in Italia (ma in Germania)...sperimentando un sistema razionale "che funziona" e non essendo esposto all'esasperante
dualismo "Leghismo" - "Piagnisteo Sinistrista" probabilmente ha modo di vedere la questione con un equilibrio che persone come me o come l'autore dell'articolo difficilmente possono mostrare
(in una realtà polarizzata si tende a polarizzarsi noi stessi)!
Guido
@antonio
e sarebbe ora di finirla, non credi? Non è che dicendo che così fan tutti vuol dire che è giusto farlo. E poi permettimi di dirlo l'esempio degli indios è alquanto infelice, visto che poi a loro volta li abbiamo sterminati per permettere agli spagnoli di ingrassarsi con l'oro. La stessa cosa allora dovrebbe valere per gli unni, i tartari, i vichinghi, e tutte le guerre scoppiate nel vecchio mondo nei secoli scorsi.
E prima che qualche scemo capisca male: io sono contro l'immigrazione selvaggia. Sono per l'integrazione e per aiutare la gente a casa loro.
Caro antonio i peccati degli altri non cancellano i peccati tuoi. Ma poi permettimi la domanda indiscreta, io ogni volta che ti leggo su questo blog leggo solo dei no: no al controllo dei capitali perchè è inutile, no a questo, no a quello. Ma scusa, tu cosa proponi? Per caso la solita minestra riscaldata liberal democratica o social democratica? Ti consiglio se non l'hai fatto prima di leggere la MMT Theory, magari da li qualcosa di nuovo ne esce.
Per ribattere a Fausto (che scrive qua sopra), mi sono permesso di aggiungere un commento a parte:
In risposta a Fausto:
Mi dispiace, ma la tua indignata accozzaglia di stereotipi non ha nulla che si possa definire "diversione storica"...è semplicemente la "mitologia ideologica" del cattocomunismo italiano più becero:
a) Non esiste nessun generico "Occidente", ma ci sono specifiche nazioni europee (e, in più, gli USA) che hanno tratto notevoli vantaggi e ricchezze dal colonialismo e dall'imperialismo.
L'Italia non è tra queste.
Se vedi gli obiettivi e quanto effettivamente fatto dal c.d. "colonialismo italiano" è molto evidente come fosse una versione "da straccioni" di quello che facevano i veri colonialisti.
Persino quelli che ne erano entusiasti pensavano meramente di spedire i braccianti italiani a coltivare la terra in Africa! XD
In pratica era una forma di "immigrazione armata"...innegabilmente sanguinosa...ma il vero colonialismo otteneva "ricchezze" prima e nel frattempo!
b) Lo sai chi era a vendere gli "schiavi africani" ai portoghesi (prima) e agli altri europei (poi)?
*Gli africani*!!
Nella regione del Congo infatti c'era l'abitudine di catturare i nemici e tenerli prigionieri per mangiarli...quindi il prigioniero di un'altra tribù essenzialmente era equiparato ad una capretta o ad un altro animale...nessun problema quindi a venderlo ad uno straniero!
E bada...in quelle zone non si trattava di un cannibalismo "spiritualistico" (coll'idea di assorbire qualità spirituali della persona divorata) o "funerario" (coll'idea di assorbirne in qualche modo lo spirito), ma proprio "gastronomico" (gradivano la carne umana e non vedevano problemi a mangiarla)!
[Se cerchi qualche articolo sul cannibalismo si trovano cose piuttosto curiose al riguardo...]
c) La ragione principale percui gli africani subirono pesantemente le conseguenze del colonialismo è che erano popoli che non hanno mai
avuto il bisogno di evolversi culturalmente oltre lo stadio tribale. Essendo divisi, gli europei (che erano tecnologicamente avanzati e sapevano fare squadra) ne hanno sfruttato le debolezze mettendoli uni contro gli altri, come erano già inclini a fare.
Quindi per che cosa esattamente dovremmo "stracciarci le vesti"?
Le stesse nazioni contro il cui colonialismo ed imperialismo tanto ti indigni stanno facendo con noi la stessa identica cosa...grazie ai nostri politici putridi ed alla nostra classe dirigente marcia!
Questo dovrebbe giustificarci a qualche richiesta o pretesa futura nei confronti delle classi disagiate di quelle nazioni?
*Non credo*!
Guido
Non sarebbe male prima di commentare di essersi presi la briga di trovare e leggere "il piano Kalergi" probabilmente si ponderebbe poi su di una visione comunitaria basata più sulla ragione che sulla intolleranza. Sappiamo ormai bene che nulla avviene a caso, essere a conoscenza di questo "stramaledetto piano" indetto dalle solite élìte (incredibile vero? sempre loro...) per fare si che i loro conti tornino sempre, la gente si osservi bieca creando per essa un nemico, avente l'unica colpa di essersi messo in marcia, dopo essere stato convinto che... beh cercatelo e leggetelo, le idee che adesso avete di sicuro le accantonerete, essendo totalmente sbagliate in toto.
La questione dell'immigrazione è un classico grimaldello utile per scardinare certe convinzioni istintive. "Aggiungi un posto a tavola .....ecc." Se qualcuno si ricorda, in una tornata di elezioni politiche, la Sinistra fu battuta sonoramente dai Berlusconiani a causa del battage televisivo inscenato pervicacemente in campagna elettorale dall'on. S.T. mentre la "destra" (?!) insisté a fondo sulla questione "sicurezza". Personalmente io, lavoratore dipendente genitore di quattro figli, anni or sono riuscivo a pagar loro i libri e parzialmente anche le tasse scolastiche con quei piccoli guadagni che essi riuscivano a mettere insieme durante le vacanze andando a sudare sotto il sole a raccogliere mele, patate e quant'altro nelle campagne circostanti pagati quattro soldi . Con l'ingigantirsi del fenomeno immigrazione questa provvidenza piccola ma utilissima venne a cessare. Una volta ebbi una discussione con un mio amico medico (di sinistra) al quale cercavo di far capire come l'immigrazione sia un fenomeno voluto e favorito "là dove si puote ciò che si vuole e più non dimandare" per inflazionare il mercato del lavoro ed annientare il potere contrattuale dei lavoratori aborigeni locali. Ovviamente venni preso per un insensibile sciovinista dal brav'uomo di sinistra il quale doveva adeguarsi all'opinione che immigrato è bello a causa proprio della sua ideologia che ritiene imprescrittibile l'uguaglianza ed il solidarismo internazionali incondizionati: succeda quel che succeda. Eppure le conseguenze sono negative per i soliti spregevoli aborigeni "egoisti e razzisti" che si fanno guidare dall'istinto di conservazione. Adesso se ne è conosciuta una di nuova: l'immigrazione sarebbe favorita dai soliti "onnipotenti" soprattutto per meticciare culturalmente e cromosomicamente le popolazioni aborigene onde ridurle ad un coacervo di caratteristiche psicofisiche per far svanire la loro identità etnica-culturale a farli diventare più facilmente dominabili e incapaci di unirsi fra di loro.
Certi grimaldelli logici si trasformano, grazie alle ideologie applicate stereotipamente e acriticamente, in "proposte che non si possono rifiutare": alla mafiosa. Nei confronti di certi grimaldelli cultural-psicologici non c'è proprio nulla da fare e il loro successo dipende da aporie insite nel sistema ideologico a cui uno aderisce acriticamente..
Non si tratta di intolleranza ma di opportunità.
Non è il momento ora di spalancare le porte e stracciarci le vesti urlando alla Santoro "mi vergogno di essere Italiano".
Non si può essere talmente stupidi da prestare il fianco agli affamatori del popolo, i nostri politici su procura europea, pronti a appiattire i diritti democratici faticosamente conquistati dai padri al livello del mero soddisfacimento dei bisogni elementari a cui gli emigranti aspirano giustamente col loro emigrare.
anonimi 19.52 e 20.04,
le ingiustizie le hanno sempre fatte tutti. gli uomini sono veramente tutti uguali, anche nella cattiveria. è necessario correggere la propaganda che condanna solo l'occidente, solo perchè le ha fatte "meglio" (ultimamente), solo perchè ha avuto l'idea di usare la polvere per uccidere invece che farci rauti e miccette come i cinesi.
il mio metodo è anzitutto falsificare le cazzate.
in termini propositivi? USCIRE DALL'EURO e ridenominare il debito in neolire. poi si vedrà.
la MMT possiede aspetti interessanti che collimano con le mie idee, non mi pare che parli di rifiuti del debito o espropri.
concordo abbastanza con guido.
antonio.
#Guido
Forse ti chiedo troppo (scusa), ma dovresti (ri)leggere e capire (?!) quello che ho scritto. Questo ti permetterebbe di organizzare una critica più intelligente (ti richiedo scusa...) e più circostanziata (pur nell' ambito delle tue possibilità).
Puoi far meglio, ma devi impegnarti.
Rimandato.
Fausto
All'anonimo dipendente: è vero, il fenomeno dell'immigrazione crea questi sobbalzi nel mercato del lavoro, sono comunista ma non ho problemi a dire che il fenomeno migratorio vada controllato e gestito, ora giustamente tu fai notare i grimaldelli ideologici quali da una parte il buonismo incontrollato e dall'altra il fanatismo di certe frange che invocano il rischio di distruzione delle etnie mediante contaminazione, quando non è assolutamente comprovato da nessuna parte che meticciandosi si diventa più deboli, infatti in realtà siamo tutti meticci. In Russia il ceppo etnico è composto da tartari, slavi e scandinavi. Noi deriviamo da romani, greci, arabi, ecc, ecc. Così come gli americani. e la maggior parte di tuti gli altri popoli, insomma le uniche razze pure che sono rimaste sono i maori e i tagliatori di teste.
Dico questo per non cadere in vecchie mitologie di cui per fortuna ci siamo sbarazzati nel passato. Io per esempio ho un amico sposato con una cubana, non mi pare che il loro figlio soffra di handicapp o debolezze. Ma non lo dico per buonismo o per giustificare il fenomeno migratorio, dico solo per dire le cose come stanno.
La soluzione? Io mi riconosco in quello che pensa Fusaro, cioè che la lotta al razzismo deve parificarsi con la parità di diritti sociali (in concreto se il padrone vuole assumere un extracomunitario lo deve pagare quanto un italiano, su questo non ci piove), ma per far questo ci vuole uno sbalzo di orgoglio e non cadere nella trappola della guerra tra poveri che padroni e nazistelli fomentano proprio per ottenere questi risultati
@Guido
Il punto non è stabilire lo stato dei conti tra europa ed africa, si tratta soltanto di tentare di capire ciò che avviene.
La prima domanda che dovremmo porci è se sono venuti loro a casa nostra o se siamo andati noi. Naturalmente, quando dico noi, non intendo ciascuno di noi, ma noi come italiani (e ci siamo andati, abbiamo trucidato etiopi, eritrei, somali e libici, se posso rinfrescarti la memoria), e noi come occidnete che è una categoria utile per questa discussione. Non è che se non ti fa comodo, la puoi eliminare d'autorità.
Ti faccio un'altra domanda: hai mai consumato banane, caffè, cacao, e tanti prodotti vegetali che non possono crescere alle nostre latitudini? Sì, come occidentale hai acquisito il questo costume alimentare che include prodotti che la natura nel nostro ambiente non ci fornisce, e quindi sei coinvolto in vicende storiche enormi che non dipendono in alcun modo da scelte individuali.
Con le monocolture per la comodità di noi occidentali, abbiamo distrutto le loro capacità di sopravvivenza. Invece della tapioca, hanno pintato i banani ed ora sono prigionieri del nostro sistema di distribuzione, dalle multinazionali che controllano questi mercati, sono cioè diventati schiavi.
Non solo, per vendere armi, armiamo i peggiori criminali che ci sono tra loro, che non esitano a costituire eserciti fatti con ragazzini di dieci anni appena.
Ancora Cina ed Arabia saudita hanno iniziato la sistematica requisizione dei loro migliori terreni agricoli, togliendo anche la possibilità teorica di riacquistare una loro autonomia alimentare.
Insomma, siamo noi occidentali ad aver reso l'africa un paese del tutto inospitale.
Infine, abbiamo fatto loro il regalo più infido, tramite le pervasive televisioni satellitari, abbiamo diffuso le immagini della nostra opulenza creando in loro il desiderio di imitarci venendo a stare nei nostri paesi.
Ribadisco, non è che qui si tratti di avere sensi di colpa, si tratta di avere intelligenza dei fatti, capirne le reali cause. Se uno si fa il suo convincimento privato che ignora i fatti come effettivamente sono, sarà sempre sistematicamente preda di chi vuole prenderci in giro.
E basta con noi occidentali!
Che dopo aver sempre lottato contro i vari bush, berlusconi etc. etc. ci si debba sentire mettere tutti nello stesso calderone.
Parliamo di governi, di classi, di aziende.
Smettiamola anche di dire africani parliamo di storia e di fatti.
Le generalizzazioni vanno bene solo ai generali.
Marco
cucino',
e quanti italiani sono stati trucidati in italia da saraceni e turchi? e ancora prima da fenici e cartaginesi? e ancora prima dagli ominidi provenienti dall'africa 300.000 anni fa?
insomma la finiamo di mettere in campo sempre il passato?
sei rimasto alla united fruit anni 60 in guatemala, mo' di manioca ne producono a stufo, vietti a fare un giretto in sudamerica.
a luanda nei sobborghi 1 casa su 2 ha la sky.
in bolivia c'hanno 2 cellulari a persona pure sul lago titicaca.
nelle favelas brasiliane c'hanno TUTTI tv lcd larga 2 metri con home theatre e si vedono i compagni ad albano che scalciano priebke morto e dicono che siamo dei rincoglioniti che pensiamo ancora a storiacce di 70 anni fa.
questa è la realtà dei "poveri derelitti" OGGI.
antonio.
Il meticciamento, per sé è un processo naturale per la "razza umana" ed anche per i popoli in generale, ma nel lungo periodo. Nel breve periodo provoca una miscela sociologica disgregata senza links comuni Un coacervo culturale ed etnico): quanto di meglio per i colpi di mano imperialistici messi in atto da sistemi sociologici compattati da lingua, lunghe tradizioni culturali, finalità di dominio e di supremazia.
PIETAS
C'è, secondo noi, un piano etico che precede quello squisitamente politico, è il sentimento di pietas, di solidarietà e fratellanza con chi soffre le pene dell'inferno, con tutti gli oppressi.
Questi principi di fratellenza e solidarietà con la massa sterminata degli ultimi sono per noi intangibili, punto.
C'è poi il piano più squisitamente politico degli eneormi flussi migratori conseguenza dei devastantimutamenti economici e geopolitici —flussi i quali, lo diciamo a chi finge di non sapere, sono per circa l'80% sud-sud, e non sud-nord, e nemmeno est-ovest.
Il fenomeno ha dimensioni epocali, ciclopiche, la soluzione non può che essere globale, mondiale. E non l'avremo fino di certo nel regime di capitalismo-casinò.
A chi prospetta un blindamento delle frontiere agli "stranieri" (guarda caso solo ai poveracci mai ai tedeschi, agli americani o agli svedesi, -- quelli portano i soldi eh!); a chi non vede nemmeno la differenza tra diritto d'asilo, diritto di cittadinanza, diritto alla residenza temporanea; a chi assume un atteggiamento "patriottico" di difesa dello Stato contro i migranti, vorremmo ricordare che questo Stato non è né socialista, né realmente democratico. Non è il nostro Stato, e non siamo suoi patrioti. Lo saremo quando avremo rovesciato l'oligarchia che ci domina e riconsegnato la sovranità al popolo lavoratore.
Mi domando non senza perplessità "Chi è il popolo lavoratore?" Anche certi professionisti della speculazione e dello sfruttamento dei meno accorti e dei più deboli lavorano (a modo loro). Mi sembra una categoria difficilissima da definirsi nitidamente .
In genere si ragiona per stereotipi e da ciò nascono infiniti equivoci.
Libertà, uguaglianza, fraternità: concetti evanescenti atti ad ingannare e a suscitare speranze irreali. "Carità" e "amore": nei confronti di chi e con quali finalità? Compassione: per l'avversario o solo per l'amico? Amore per i nemici: ma quando mai!!?
Il mondo è pieno di nebbia fittissima. Dov'è la luce?
Di norma mi concentro su aspetti materiali delle questioni, perché alla fine sono essi a muovere il mondo.
Questa volta però non posso non essere d'accordo con la redazione: non si costruisce il socialismo senza PIETAS. Non avremmo gli uomini per farlo marciare.
[cit] C'è, secondo noi, un piano etico che precede quello squisitamente politico, è il sentimento di pietas, di solidarietà e fratellanza con chi soffre le pene dell'inferno, con tutti gli oppressi………………..
Il liberalismo tende a sacralizzare la morale individuale (in quanto elemento garantista e moderatore), il pensiero di destra a sacralizzare la politica o politico che dir si voglia (la dimensione aggregativa, pronta a suffragare il proprio riferimento identitario tramite il conflitto coll’Altro-da-sé). Il marxista pencola fra i due estremi, ma quando il gioco si fa duro rivaluta le implicazioni polemologiche inerenti alla dialettica hegelomarxiana e fa il suo ingresso nell’agone del ‘politico’. Vedrete che quando ci sarà la guerra civile scannerete con gusto i poveracci e i proletari che militano nel campo avverso: penserete che la buona causa santifichi la vostra guerra, e invece è la buona guerra a santificare ogni causa.
[cit] Il fenomeno ha dimensioni epocali, ciclopiche, la soluzione non può che essere globale, mondiale. E non l'avremo fino di certo nel regime di capitalismo-casinò…..…………..
... che è un bel modo di non rispondere alle osservazioni critiche. Le osservazioni di chi vuol difendere non lo Stato, bensì il proletariato – e la piccola borghesia vieppiù proletarizzata – italiani dalle orde migratorie appositamente attirate per falcidiarne l’omogeneità (e quindi la coscienza di classe) insieme a forza contrattuale e diritti acquisiti.
Si è verificata una frattura nello schema mitogenico predisposto da Mardochai-Marx: la salvaguardia del lavoro italiano è entrata in aperto conflitto colla salvaguardia del lavoro (chiamiamolo così) migrante. Risuona l’invocazione: “bisogna evitare guerre fra poveri!”. Enunziare slogans è più facile che riconoscere lo stato di cose.
A prescindere che quando si parla di immigrazione si mescolano tante cose assieme e si fa una confusione unica, tra immigrazione clandestina, diritto d'asilo e altro, ma questo pare un modo di chi è in malafede di porre le questioni.
Chi ha scritto l'articolo parla di lotte.
Bene, oggi chi le fa le lotte "serie", come quelle dei "facchini" stranieri della logistica, o come fecero come tentativo, col loro "grido" i lavoratori africani di Rosarno nel 2010?
I lavoratori italiani? Non pare proprio. In tutti questi anni, con governi di centro-dx e centro-sx vari, sono passate e passano tutte le riforme e riformette che un pò alla volta fanno tornare indietro tutte le conquiste "parziali" che i lavoratori avevano conquistato con le lotte di cui parla chi ha scritto l'articolista stanco del finto "buonismo".
Tutto è stato possibile perché la maggior parte dei lavoratori italici in tutti questi anni evidentemente si è grattata la uallera e al massimo ha fatto lo sforzo di andare a votare, da veri credenti della befana elettorale. I peggiori che al momento vengono in mente sono i lavoratori che dopo i parolai della sinistra radicale optarono per i nazileghisti servi dei padroni come e peggio degli altri, e si sono visto gli effetti pratici per i lavoratori col voto dato a quella feccia. Mica si fanno lotte, qui si "vota" chi ti piglia più per i fondelli. Genio italico al lavoro, il comico guru per questo ha detto quello che ha detto, tra l'altro dicendo una castroneria con "...giusto tutelare le minoranze, ma le maggioranze?", detto da uno che dice che una ventina di milioni di italiani sono parassiti che campano sulle spalle degli altri, e non parla dei "padroni" o di chi campa di rendita quando parla di parassiti il guru imbeccato dal casaleggiato di Gaia benedetto a Cernobbio. Già solo su questo ci sarebbe da questionare sul voto dato dall'articolista al movimento alberghiero extralusso, date le premesse ideologiche del suo rappresentante "supremo", l'uno che vale più di uno.
Tornando a bomba, per molti bravi e onesti lavoratori la colpa è sempre di "altri" poveracci, certo. Invece di lottare contro i padroni si sono fatti fregare e si fanno ancora fregare con lo specchietto delle allodole dello "straniero" e del "padroni in casa nostra", tra l'altro ridicolo, padroni quando si è "servi salariati".
Vero che c'è la "concorrenza" del lavoratore straniero, ma non è che si cerca di "sollevarsi" contro il sistema che vive di questo, certo che no, ci si "solleva" contro il capro espiatorio.
Una storia vecchia come il cucco e come al solito i polli ci cascano sempre.
E i polli meritano di essere "cucinati" a dovere, altro che "sollevazioni" e difesa di tutele e diritti. Difendere chi? Le masse di pecoroni che vivono nel belpaese da operetta? Le "masse" non si sanno difendere, loro? Quello che vogliono è un pastore, tutto qui, un buon pastore che tosi bene queste pecore, e poi le porti al macello quando serve.
I discorsi sulle tutele, i diritti e altre frivolezze si potrebbero risparmiare per momenti più seri, che adesso siamo ancora dentro una farsa.
Saluti,
Carlo.
Fausto: Giusto per vedere se mi fossi lasciato prendere la mano da una lettura pregiudiziale ho riletto quanto hai scritto...e non vedo motivo di rivedere la critica:
Hai messo assieme una serie di immagini connesse ad eventi storici presi su un maniera molto approssimativa per produrre la solita "brodaglia del cazzo" con cui il tipico estremista di sinistra "giustifica" il proprio dissennato piagnisteo...in che modo dovrei "raffinare" la mia dialettica per rispondere ad un mucchio di puttanate??
Volete continuare a negare che l'immigrazione generi dei problemi concreti alla maggior parte della popolazione?
Liberi di continuare a navigare col paraocchi verso l'infinito!
Guido
Vincenzo Cucinotta:
La monocultura è un processo nato col colonialismo, ovviamente, ma il suo "proseguo" è legato al fatto
che certi Paesi sono entrati in un meccanismo di scambi globali invece
che rimanere isolati ed autonomi:
Cuba non può essere sospettata di essere pilotata dagli interessi di capitalisti occidentali, ma, dopo la rivoluzione, il tentativo di ribilanciare e rendere più autarchica la propria economia è fallito.
E perchè è fallito?
Perchè dovendo entrare in un giro di scambi col Blocco Sovietico, doveva fornire una merce di scambio "specialistica"...quindi è ritornata alla monocultura.
Tu sostieni che il fatto che la monocultura sia stata introdotta dai colonialisti, in virtù del fatto che noi compriamo prodotti frutto di tale monocultura, ci equiparerebbe ai colonialisti stessi, ma non consideri un elemento essenziale:
Il colonialismo in Africa inizia all'incirca nel '700 e la popolazione africana di allora era di circa 100 milioni di persone.
Quella popolazione plausibilmente viveva in una condizione autarchica
come quella a cui tu accenni...
...coltivandosi la tapioca.
Ma tu realmente credi che la popolazione africana avrebbe potuto crescere fino a oltre
1 miliardo di persone se non fosse entrata in un sistema di scambi internazionale? Col relativo processo di specializzazione (ed un più o meno voluto scambio di conoscenze)?
No. Sarebbero rimasti a quel livello di popolazione perchè la loro struttura sociale ed economica ed il loro sviluppo tecnologico a quel livello li limitava (cioè...se lo superava, la gente crepava di fame, esattamente come da noi!).
Ora è chiaro che gli "europei" si sono avvantaggiati di loro, ma questo solo e soltanto perchè loro si sono posti nelle condizioni di essere "fregati" dagli "europei" e perchè il loro sviluppo culturale non ha consentito loro nè di evitare i "trucchi" degli "europei" (in genere, metterli contro tra di loro) nè di agire in concerto in modo rapido ed efficiente per contrastare tale minaccia.
D'altronde gli "europei" nella Storia hanno cercato di fregare, soggiogare e derubare tutti i popoli che hanno incontrato:
Anche coi giapponesi c'abbiamo provato...e quelli che hanno fatto?
a) All'inizio hanno accolto gli stranieri.
b) Hanno visto che questi creavano rogne ed avevano mire coloniali, quindi hanno optato per l'isolazionismo...e gli europei che ci arrivavano (al di là degli Olandesi) venivano messi a morte senza processo.
c) Quando si sono accorti che gli "occidentali" erano divenuti una minaccia inevitabile, dopo aver "abbozzato" alla loro prepotenza, si sono affrettati a colmare il divario tecnologico con questi pericolosi stranieri.
Questo, a mio avviso, dimostra come
alla base della capitolazione di alcuni popoli di fronte agli europei non ci sia un problema di "divario tecnologico", ma proprio un problema di arretratezza culturale (in larga parte dovuta alle favorevoli condizioni ambientali)...perchè il divario tecnologico può essere superato se la propria cultura non "spalanca le porte" alla minaccia straniera a causa della propria litigiosità e frammentazione interna!
(Peraltro ritengo che noi italiani,
in barba a tutte le opere d'arte che impreziosiscono il nostro Paese [che sono spesso frutto delle ricche committenze dei vari "potentati" di cui la nostra terra era ricca], siamo un perfetto esempio di cultura inferiore, dato che ci siamo sempre "fatti usare" dagli altri popoli europei...e infatti continuiamo a farci usare tuttora!).
Guido
Redazione:
Pur non condividendo la posizione, apprezzo il fatto che riconosciate
che certi concetti siano "pre-politici".
In quanto "pre-politici" non li condivido:
Non sono "comunista" perchè sono "di buon cuore" nè perchè sono un "buon uomo"...sono comunista perchè
sono un uomo malvagio che vuole assicurare alla propria discendenza
una società migliore di quella in cui lui ha vissuto e ritengo che, obiettivamente, il Comunismo sia l'unica strada.
[Non provo "fraternità" o "solidarietà" neppure con i miei parenti ed è *dire tutto*...]
Lo Stato non sarà il mio Stato, ma questo Paese è il posto dove vivo,
dove pago una quantità sconfinata di tasse e dove cerco di tirare a campare...
...ed il vostro approccio mi pare totalmente incomprensibile:
A meno che non vi aspettiate la sollevazione in 1-2 settimane, che cosa credete di ottenere in termini
di consenso da una posizione "etica" che, francamente, ha sfracassato le balle persino tra gli elettori di estrema sinistra?
Credete che gli italiani guardino con estremo favore a chi saltella giulivo perchè l'immigrazione "è inevitabile", solo perchè crea più
conflitto, più casino e, molto remotamente, una possibilità che gli italiani si incazzino e si sollevino in armi?
O credete che gli immigrati si portino dietro la "Rivoluzione Araba" o che si prestino nel ruolo di "freschi rivoluzionari"?
Mi pare che quello che è chiaramente emerso è che devono trovarsi in condizioni ancora più abominevoli delle nostre per ribellarsi, che le posizioni che emergono da queste rivoluzioni tendono più al tradizionalismo religioso che alle vostre posizioni
e che le posizioni a voi affini sono ultraminoritarie persino laddove le rivoluzioni scoppiano davvero...quindi, anche con queste premesse, credete davvero che l'immigrazione farà "il pieno di benzina" alla sollevazione che auspicate? :-?
E peraltro, scusate, ma il riferimento agli "stranieri poveracci" contro "stranieri non poveracci" è veramente una cazzata:
Il fastidio della maggior parte degli italiani riguarda il fatto che finiremo col pagare ancora più tasse anche per l'aggravio di spese che la presenza e l'arrivo di quei "poveracci" comporterà:
Americani, tedeschi, svedesi, ecc...vengono da turisti o da studenti, pagano di tasca loro e se non hanno lavoro qui generalmente se ne vanno fuori dai coglioni...in che modo nel vostro ragionamento influenzerebbero negativamente le nostre tasse?
Guido
#Guido
Brevemente.
Devi essere convinto che la stupidità sia una virtù, stante l' impegno con il quale la manifesti.
Ad maiora.
Fausto
A parte il fatto che credo che la redazione quando parlava di americani, inglesi e tedeschi si riferisse non ai turisti ma alle multinazionali
Le tasse in più per gli immigrati? Veramente per chi non lo sapesse le tasse in più verranno pagati per il MES e il fiscal compact, cioè ai tedeschi e agli americani stessi.
Ma poi che devo leggere? Kalergi, Mordekai Marx? Mi sono rotto di sti complottasti che denunciano il GRANDE COMPLOTTO DEMO-PLUTO-NARCO-AFRO-GIUDAICO-MASSONICO-COMUNISTA
che tanto lo sappiamo tutti che il mitico NWO lo denunciate non per noia ma per invidia, e che sull'aeroplano dove spruzzano gli scii kimici in realtà vorreste starci voi.
@Antonio, non capisco se quando parli delle favelas con sky sia un elogio o una critica.
Però vorrei ricordare a tutti: avete voluto far cadere il muro di Berlino? Avete voluto fare i moralisti perchè "nun c'erano li diritti pelli poveri russi" gne...gene...gne...?Ecco, questi sono i risutlati. Mi viene in mente quando un leghista su twitter mostrò solidarietà ai monaci pestati dalla Cina. Che palle!! Gli avrei voluto dire io. Ma perchè non pensi un pò ai tuoi padani figli di Maastricht, invece dei monaci tibetani?
Io sono sicuro che tutti questi che dicono: ma che morissero tutti sti africani dimm...da se in Africa non ci fossero governi fantocci messi li da Lobby e Multinazionali Americane e Francesi ma regimi comunisti questi qua sarebbero i primi ad accoglierli col tappeto rosso alla Vendola maniera.
Guido, mi sa che ti sei perso un punto: le tasse che tu paghi non le paghi per i servizi, le paghi alle banche, ma Barnard lo leggi? Ti consiglierei di consultare i suoi scritti oltra al sito della MMT, sono sicuro che troverai parecchie soluzioni ai tuoi problemi.
anonimo 10.38,
non volevo giudicare ma esporre una realtà che è molto diversa da quella di 50 anni fa di "noi che sfruttavamo loro poveri derelitti".
1) almeno in sudamerica, le multinazionali pagano salari doppi rispetto ai padroni locali.
2) se sono poveri spesso sono poveri di patrimoni e non di redditi, questo perchè per CULTURA (che non dipende solo dalla componente europoide della popolazione, ma anche da quella nera e india) non hanno nozione del concetto "tempo" e si sputtanano tutti i soldi che guadagnano in cazzate, e lo facevano anche prima che arrivassero i gingilletti del consumismo, basta leggersi un buon libro di etnologia.
3) nel lavoro sono inefficientissimi (anche i bianchi-ricchi) perchè quando fai una cosa che non vuoi fare incoscientemente la fai male (freud: psicopatologia della vita quotidiana). e anche questo non è cultura europea.
4) mio nonno pugliese faceva tabacco, lo annaffiava tutti i giorni (non è una gran fatica, basta azionare una pompa a motore sul pozzo e un tubo distribuisce l'acqua) e venivano piante di 3m e faceva soldini con 1 ettaro. invece il contadino sudamericano con pozzo e 5 ettari preferisce starsene in amaca e aspettare che piova e vengono piante di 30cm quando dice culo.
5) allora, stando così le cose, perchè mi devo sentire in colpa per le loro presunte disgrazie e svenarmi per aiutarli?
antonio.
@redazione
Questo è quello che succede a giocare con termini come "sovranità". Un po' ve lo meritate
bvzm1
@antonio, la pirizia è in ogni paese che trovi, tuo nonno pugliese riusciva a far crescere le piante sudando sette camice? Onoere a lui, ma tutti gli altri connazionali di tuo nonno erano così?
Li scansafatiche sono in tutto il mondo, ma questo non c'entra nulla, qua non si parlava chi fosse la miglior etnia o la peggiore. E' chiaro che se l'immigrato sgarra va mandato via a casa, ma on si può trasformare in una questione etnica come fanno in molti. Vero che dall'altro lato c'è chi fa razzismo all'incontrario, ma non si può passare da un estremo all'altro. Io ci riesco, e se ci riesco io ti assicuro che può riuscirci chiunque
Antonio scusa, ma tu che c'entri? Da quello che ho cpaito vivi in sudamerica. Quindi di cosa ti stai svenando? E se poi non ti piacciono gli autoctoni del luogo perchè non te ne vai? No, così per capire.
anonimi 15.59 e 17.15,
non è questione etnica ma culturale. ho esposto delle realtà che contrastano con chi dice che dobbiamo aiutare tutti perchè sono poveri e solo per colpa nostra. ebbene non sono così poveri e se qualcuno lo è non lo è solo per colpa nostra.
poi non ho detto che non mi piacciono, non confondiamo l'esposizione di una realtà col giudizio.
personalmente sono estremamente aperto e mi piacciono molti aspetti delle culture altre, e non mi piacciono molti aspetti della nostra.
antonio.
Beh, da Italiano l'idea di aiutare e risarcire non sarebbe così male. Dopo la caduta dell'impero romano e 1500 anni di Unni, Visigoti e Ostrogoti, Borboni e Savoia se iniziassimo a chiedere risarcimenti noi potremmo vivere di rendita :-))))))
Certa gente parla come se il 99,99% degli italiani, degli europei, dei bianchi-etero-cristiano-maschi per dirla in radicalchichese fossero i diretti responsabili delle disgrazie altrui, manco fossero gli azionisti di maggioranza della Shell o dei politici corrotti di Brazzaville. Vagli a spiegare, a sti geni che rinfacciano lo schiavismo ottocentesco al padre di famiglia muratore disoccupato, che la tratta degli schiavi era monopolio ebraico, arabo e turco, oltre che "bianco". E vagli a spiegare che non possiamo, non dobbiamo, non vogliamo farci carico di "bambini speciali" colorati che per "colpa nostra" attraversano il mar mediterraneo alla modica cifra di 5000 dollari.
I buonisti, in fondo, sono quelli che non si sentono soddisfatti se non c’è una turba di storpi, lebbrosi, sifilitici e idioti su di cui riversare la loro commiserazione, a cui andare a baciare le piaghe e a cui andare a domandare ‘perdono’ del fatto di non essere essi stessi storpi, lebbrosi, ecc. La turba in questione viene loro provveduta dagli immigrati di colore, soprattutto se illegali. Questo tipo di psicologia auto sadistica è sempre più diffusa, in quanto pompata dai mezzi di comunicazione di massa, fino a contagiare anche gente che normalmente complessi del genere non ne avrebbe assolutamente. A tutti si fa dimenticare che fare la carità a chi non se lo merita – al parassita – non solo non è un merito ma, anzi, un demerito e una forma di auto denigrazione e di avvilimento di sé stessi e dei propri discendenti. È invece vero che poveri nostrani (europei) ce ne sarebbero anche troppi soprattutto – ma non esclusivamente – fra i vecchi, che dopo avere lavorato tutta una vita percepiscono pensioni da fame (nel pur ricco Nord-Est padano ci potrebbe essere fino a un 15 – 20% di poveri e il fenomeno sta incominciando a coinvolgere anche delle zone fra le più benestanti d’Europa, tipo la Baviera e la Sassonia). Ma è anche vero che l’Europeo generalmente ha una sua dignità: chi è povero cerca di occultare quella sua condizione, entro i limiti del possibile. Quindi il povero europeo non serve a soddisfare la lussuria di commiserazionismo del buonista, per soddisfare la quale vale l’extracomunitario che fa del continuo vittimismo e che non si vergogna di mostrare a tutti le sue piaghe.
Anche il celebre Abbé Pierre, grande buonista, asseriva che i poveri di razza bianca non lo interessavano, perché non facevano audience –a differenza di quelli di colore. Per mettere a tacere la coscienza molesta di quelli che non sono del tutto convertiti al buonismo ma che non sono rimasti completamente immuni al suo veleno, si propone una soluzione intermedia. Non quella di importare in massa gli extracomunitari e fare di noi i loro inservienti e prosseneti, ma neppure – come sarebbe giusto –lasciare che risolvano i loro problemi per conto loro, se ne avessero la volontà e la capacità. Quindi, “aiutiamoli a casa loro”: ecco una parola d’ordine che irretisce chi non se la sente di avere l’extracomunitario come vicino ma che non vuole sentirsi additato come un ‘senza cuore’. “Aiutiamoli a casa loro” significa semplicemente elargire loro dell’elemosina a fondo perduto, perché mai essi avranno la capacità e –soprattutto – la volontà di ‘migliorare’ (nel senso europeo del termine) la loro sorte (21). Questo è insito nella loro natura: c’è uno studio abbastanza ben fatto sul fallimento assoluto e totale di ogni tentativo di ‘industrializzare’ il Terzo Mondo. L’unico vero aiuto che a quelle genti si potrebbe dare – consono con la loro struttura psicologica – sarebbe quello di rimetterle nelle condizioni in cui erano prima dell’avventura coloniale europea: il che, a ben vedere le cose, in questo momento ha da vedersi come utopico.
la verità è un altra .. è che in Italia i governanti hanno paura che gli italiani siano pochi cioè meno di 60 milioni di individui il che li rende accoglienti ai nuovi popoli disperati che assaltano le coste e i confini ormai inesistenti. la cifra 60 milioni è imposta dall'Europa a chi ci governa ,quindi i maschietti italiani e le fanciulle italiche sognano di cantare in tv e gli extra e non affolleranno sempre di più l'Europa ma soprattutto l'Italia ormai sterile
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