1 ottobre. Con l’ultima loro spettacolare mossa delle dimissioni in blocco di parlamentari e ministri, i berluscones hanno questa volta sancito il divorzio irrevocabile con il gotha delle classi dominanti.
Si badi, non astratte “classi dominanti”, bensì quella setta plutocratica venutasi formando in decenni di melting pot globalista, Questa cosca, grazie a funzionari piazzati per tempo nei gangli dei diversi apparati statali nazionali, li ha alla fine espugnati, eviscerati, trasformandoli in proprie protesi.
Questa metamorfosi, qui da noi, non fu indolore, avvenne grazie alla frattura di “Mani pulite”, ovvero la rottamazione di quei settori tradizionalmente dominanti delle classi dominanti che rifiutavano di obbedire e inchinarsi ai nuovi sovrani globalisti. Questi ultimi, avendo bisogno di nuovo personale politico, furono costretti a reclutarlo tra le file di quella che era stata l’opposizione del regime democristiano. Il vecchio Partito comunista divenne il principale braccio politico dell’operazione e un fondamentale serbatoio di cervelli e funzionari al regime della “Seconda repubblica”.
Di qui la scesa in campo di Silvio Berlusconi. A nome e per conto del vecchio regime egli si mise di traverso, con inatteso successo, alla marcia trionfale dei nuovi sovrani. Questi tentarono subito di toglierlo di mezzo. Non essendoci riusciti cercarono, pur tenendolo sempre sotto tiro, di adescarlo per piegarlo ai loro disegni.
Quando sembrava che ce l’avessero fatta, che Berlusconi si fosse sottomesso, è sopraggiunta nel 2008 la grande crisi mondiale. Una crisi la cui prima vittima è stata quella artificiale costruzione dell’Unione europea e dell’eurozona in particolare. Sotto le mentite spoglie del “debito sovrano” l’Italia, mentre i berluscones erano al governo, è diventata un succulento bersaglio della finanza predatoria globale. L’eurozona, con la Germania oramai saldamente al comando, lungi dal costituire una barriera difensiva, amplificava l’attacco e ne accentuava i danni. Eravamo nel cruciale biennio 2010-2011, che culminava nella defenestrazione del governo Berlusconi del novembre 2011.
Ora ne sappiamo le ragioni vere. Berlusconi e i suoi non solo si opponevano alle draconiane misure d’austerità che erano richieste dall’alto, ma nelle segrete stanze lasciarono trasparire che l’opzione dell’uscita dall’eurozona era seriamente presa in considerazione.
Berlusconi, assediato, lasciò il campo a Monti, il che fece pensare alla cosca eurista ad una definitiva resipiscenza del Cavaliere. Errore. Non passerà un anno che Berlusconi, per non soccombere, staccherà la spina al governo dei tecnici e determinerà le elezioni anticipate del febbraio scorso.
Per bocca di Stefano Folli la cupola eurista manifestava a quel punto la sua vera e più intima preoccupazione:
Quindi giungerà la condanna del primo agosto da parte della Corte di cassazione. A caldo noi scrivevamo:
Per spiegarsi il berlusconismo si è ricorsi spesso al concetto gramsciano di “sovversivismo delle classi dominanti”, quello che, in buona sostanza, alimentò il mussolinismo e sfociò nel fascismo.
E’ forse un’analogia fuorviante. Allora la borghesia si decise a scardinare le istituzioni liberali perché questa non riuscivano più a contenere l’avanzata del movimento rivoluzionario delle masse proletarie. Oggi non c’è nemmeno l’ombra di questa avanzata.
Oggi la lotta avviene tutta nel campo borghese, tra opposte fazioni capitaliste. Il berlusconismo rappresenta quelle frazioni di borghesia e classi medie fatte a pezzi dalla globalizzazione e dal regime eurista. Il pur eterogeneo fronte avversario s’incardina invece attorno ai settori usciti vincenti e dominanti negli ultimi decenni, e che stanno facendo affari d’oro con la grande crisi. Il nocciolo duro di questo blocco consiste in quella plutocrazia predatoria che tiene saldamente in mano finanza, banche, grande industria, e apparati statali.
Questo blocco dominante in Italia nella sfera economica non lo è tuttavia sul piano politico, poiché privo di quel consenso sociale che gli permetta di governare indisturbato. Non fa appello al “vincolo esterno” europeo per caso, è infatti nel sostegno delle aristocrazie euro-atlantiche che trae la sua reale forza. Senza queste retrovie sarebbe già andato in frantumi né potrebbe sperare di vincere la battaglia finale a cui si appresta. Una battaglia decisiva perché Lorsignori vorrebbero finalmente prendere due piccioni con una fava: far fuori il berlusconismo e destra e il grillismo a sinistra.
Per farlo han bisogno di tempo, vorranno quindi evitare che tutto precipiti e gli italiani siano chiamati a votare adesso. Hanno bisogno di organizzare le loro truppe, di truccare nuovamente le carte e cucirsi addosso una nuova legge elettorale che gli consenta, appunto, di vincere con ampi margini. Ma hanno anche bisogno, in nome della governance —termine intraducibile ma che sta per “governing without government”, ove quindi, soppressa ogni sovranità nazionale, il potere appartiene alle tecnocrazie globali— di scassare ulteriormente la Costituzione per abolire il sistema parlamentare rimpiazzandolo con un regime neo-assolutista.
Hanno insomma assolutamente bisogno che questo Parlamento sforni ad ogni costo un altro governo —che sarebbe a tutti gli effetti un pericolosissimo Governo costituente. Napolitano è demone e garante di questa strategia.
Noi invece di che bisogno abbiamo? Noi che siamo le forze dell’opposizione antisistemica che dobbiamo augurarci? Che dobbiamo fare?
Non abbiamo certo bisogno di concedere tempo alle plutocrazie dominanti affinché si compia il loro disegno strategico. Non possiamo augurarci che sotto la regia di Napolitano si formi un governo qualsivoglia —che Napolitano se ne vada piuttosto! Davanti a dei Quisling che hanno portato il paese allo sfascio, che ben venga lo sfascio loro e dei loro piani. Che ben vengano elezioni subito per dargli una nuova e pià devastante batosta!
Non abbiamo né aspirazioni né interessi comuni a nessuna delle due frazioni capitalistiche che si stanno combattendo, ma questa loro battaglia è preferibile al sodalizio che ha soffocato il paese in questi ultimi vent’anni. E se Berlusconi avesse davvero deciso di dare fiato alla rivolta della borghesia, nulla da perdere ce ne viene, poiché l’instabilità è meglio della loro stabilità, perché solo il disordine apre spazi alla lotta sociale e solo da esso è sempre sorto un ordine nuovo.
Quindi diamoci da fare, usciamo allo scoperto, mobilitiamoci, entriamo nel campo di gioco. Per quanto ciò sia arduo conflitto occorre creare, duro conflitto, intelligente conflitto, non fine a se stesso, bensì ancorato ad una visione strategica. C'è una terza via, antagonistica ad entrambi i due blocchi capitalistici che si stanno dando battaglia, quella di dare voce agli interessi e alla rabbia del popolo lavoratore, chiamarlo alla sollevazione. Le forze antisistemiche, se non vogliono schiattare sotto le macerie della lotta in seno alla borghesia, sono obbligate ad unirsi in un fronte ampio che dichiari apertamente che suo scopo è un governo popolare d'emergenza che spezzi la gabbia europea e adotti tutte le dure misure necessarie per evitare che il paese precipiti nell'abisso.
Si badi, non astratte “classi dominanti”, bensì quella setta plutocratica venutasi formando in decenni di melting pot globalista, Questa cosca, grazie a funzionari piazzati per tempo nei gangli dei diversi apparati statali nazionali, li ha alla fine espugnati, eviscerati, trasformandoli in proprie protesi.
Questa metamorfosi, qui da noi, non fu indolore, avvenne grazie alla frattura di “Mani pulite”, ovvero la rottamazione di quei settori tradizionalmente dominanti delle classi dominanti che rifiutavano di obbedire e inchinarsi ai nuovi sovrani globalisti. Questi ultimi, avendo bisogno di nuovo personale politico, furono costretti a reclutarlo tra le file di quella che era stata l’opposizione del regime democristiano. Il vecchio Partito comunista divenne il principale braccio politico dell’operazione e un fondamentale serbatoio di cervelli e funzionari al regime della “Seconda repubblica”.
Di qui la scesa in campo di Silvio Berlusconi. A nome e per conto del vecchio regime egli si mise di traverso, con inatteso successo, alla marcia trionfale dei nuovi sovrani. Questi tentarono subito di toglierlo di mezzo. Non essendoci riusciti cercarono, pur tenendolo sempre sotto tiro, di adescarlo per piegarlo ai loro disegni.
Quando sembrava che ce l’avessero fatta, che Berlusconi si fosse sottomesso, è sopraggiunta nel 2008 la grande crisi mondiale. Una crisi la cui prima vittima è stata quella artificiale costruzione dell’Unione europea e dell’eurozona in particolare. Sotto le mentite spoglie del “debito sovrano” l’Italia, mentre i berluscones erano al governo, è diventata un succulento bersaglio della finanza predatoria globale. L’eurozona, con la Germania oramai saldamente al comando, lungi dal costituire una barriera difensiva, amplificava l’attacco e ne accentuava i danni. Eravamo nel cruciale biennio 2010-2011, che culminava nella defenestrazione del governo Berlusconi del novembre 2011.
Ora ne sappiamo le ragioni vere. Berlusconi e i suoi non solo si opponevano alle draconiane misure d’austerità che erano richieste dall’alto, ma nelle segrete stanze lasciarono trasparire che l’opzione dell’uscita dall’eurozona era seriamente presa in considerazione.
Berlusconi, assediato, lasciò il campo a Monti, il che fece pensare alla cosca eurista ad una definitiva resipiscenza del Cavaliere. Errore. Non passerà un anno che Berlusconi, per non soccombere, staccherà la spina al governo dei tecnici e determinerà le elezioni anticipate del febbraio scorso.
Per bocca di Stefano Folli la cupola eurista manifestava a quel punto la sua vera e più intima preoccupazione:
«Non è tanto Berlusconi a far paura ai suoi avversari, quanto la minaccia di una campagna tutta costruita contro l'Europa, la Germania, l'austerità e quant'altro. (..) Del resto, l'attacco a tutto campo di Berlusconi ha cambiato il quadro. La campagna elettorale si delinea come uno scontro pro o contro l'Europa». [Stefano Folli, Il Sole 24 Ore del 9 dicembre]Questi timori non si avverarono. I Berluscones, non ebbero il coraggio di alzare il tiro, di rappresentare il profondo e generalizzato malessere contro le politiche di macelleria sociale (che premierà le liste di M5S). Non seppero chiamare borghesia e classi medie a quella rivolta populista che è nelle loro corde. E davanti al fatto che le urne consegnarono un paese in stallo, accettarono addirittura di contribuire alla nascita del governo di Enrico Letta.
Quindi giungerà la condanna del primo agosto da parte della Corte di cassazione. A caldo noi scrivevamo:
«La sorte del governo Letta è oramai appesa ad un filo, un filo destinato a spezzarsi se, come noi riteniamo, il blocco berlusconiano gli toglierà il sostegno per andare a tappe forzate verso nuove elezioni anticipate.
La surreale prudenza pidiellina di queste prime ore non deve quindi trarre in inganno. In guerra, se decideranno di dichiararla, non andranno in prima battuta con le insegne logore della lotta contro i “magistrati rossi” (sarebbe un suicidio) ma risfoderando le armi consuete: fine delle politiche d’austerità, riduzione delle tasse, meno Stato e più mercato. Queste sono le cose su cui il berlusconismo ha costruito il suo blocco sociale, e sono le cose che questo blocco vuole sentirsi dire per uscire dal sonno in cui è precipitato».Quindi l’epilogo, le sbalorditive dimissioni in blocco di parlamentari e ministri e del divorzio di cui sopra. Ciò che i berluscones avrebbero potuto fare già nel novembre 2011 si son decisi a farlo adesso, scatenando la battaglia finale. A meno di una nuova e improbabile inversione ad U di Berlusconi, assisteremo quindi al redde rationem. Nemmeno le cosche dominanti vedono margini di negoziazione, esse son decise a farlo fuori una volta per tutte, portando così finalmente a termine l’incompiuta della “Seconda repubblica”.
Per spiegarsi il berlusconismo si è ricorsi spesso al concetto gramsciano di “sovversivismo delle classi dominanti”, quello che, in buona sostanza, alimentò il mussolinismo e sfociò nel fascismo.
E’ forse un’analogia fuorviante. Allora la borghesia si decise a scardinare le istituzioni liberali perché questa non riuscivano più a contenere l’avanzata del movimento rivoluzionario delle masse proletarie. Oggi non c’è nemmeno l’ombra di questa avanzata.
Oggi la lotta avviene tutta nel campo borghese, tra opposte fazioni capitaliste. Il berlusconismo rappresenta quelle frazioni di borghesia e classi medie fatte a pezzi dalla globalizzazione e dal regime eurista. Il pur eterogeneo fronte avversario s’incardina invece attorno ai settori usciti vincenti e dominanti negli ultimi decenni, e che stanno facendo affari d’oro con la grande crisi. Il nocciolo duro di questo blocco consiste in quella plutocrazia predatoria che tiene saldamente in mano finanza, banche, grande industria, e apparati statali.
Questo blocco dominante in Italia nella sfera economica non lo è tuttavia sul piano politico, poiché privo di quel consenso sociale che gli permetta di governare indisturbato. Non fa appello al “vincolo esterno” europeo per caso, è infatti nel sostegno delle aristocrazie euro-atlantiche che trae la sua reale forza. Senza queste retrovie sarebbe già andato in frantumi né potrebbe sperare di vincere la battaglia finale a cui si appresta. Una battaglia decisiva perché Lorsignori vorrebbero finalmente prendere due piccioni con una fava: far fuori il berlusconismo e destra e il grillismo a sinistra.
Per farlo han bisogno di tempo, vorranno quindi evitare che tutto precipiti e gli italiani siano chiamati a votare adesso. Hanno bisogno di organizzare le loro truppe, di truccare nuovamente le carte e cucirsi addosso una nuova legge elettorale che gli consenta, appunto, di vincere con ampi margini. Ma hanno anche bisogno, in nome della governance —termine intraducibile ma che sta per “governing without government”, ove quindi, soppressa ogni sovranità nazionale, il potere appartiene alle tecnocrazie globali— di scassare ulteriormente la Costituzione per abolire il sistema parlamentare rimpiazzandolo con un regime neo-assolutista.
Hanno insomma assolutamente bisogno che questo Parlamento sforni ad ogni costo un altro governo —che sarebbe a tutti gli effetti un pericolosissimo Governo costituente. Napolitano è demone e garante di questa strategia.
Noi invece di che bisogno abbiamo? Noi che siamo le forze dell’opposizione antisistemica che dobbiamo augurarci? Che dobbiamo fare?
Non abbiamo certo bisogno di concedere tempo alle plutocrazie dominanti affinché si compia il loro disegno strategico. Non possiamo augurarci che sotto la regia di Napolitano si formi un governo qualsivoglia —che Napolitano se ne vada piuttosto! Davanti a dei Quisling che hanno portato il paese allo sfascio, che ben venga lo sfascio loro e dei loro piani. Che ben vengano elezioni subito per dargli una nuova e pià devastante batosta!
Non abbiamo né aspirazioni né interessi comuni a nessuna delle due frazioni capitalistiche che si stanno combattendo, ma questa loro battaglia è preferibile al sodalizio che ha soffocato il paese in questi ultimi vent’anni. E se Berlusconi avesse davvero deciso di dare fiato alla rivolta della borghesia, nulla da perdere ce ne viene, poiché l’instabilità è meglio della loro stabilità, perché solo il disordine apre spazi alla lotta sociale e solo da esso è sempre sorto un ordine nuovo.
Quindi diamoci da fare, usciamo allo scoperto, mobilitiamoci, entriamo nel campo di gioco. Per quanto ciò sia arduo conflitto occorre creare, duro conflitto, intelligente conflitto, non fine a se stesso, bensì ancorato ad una visione strategica. C'è una terza via, antagonistica ad entrambi i due blocchi capitalistici che si stanno dando battaglia, quella di dare voce agli interessi e alla rabbia del popolo lavoratore, chiamarlo alla sollevazione. Le forze antisistemiche, se non vogliono schiattare sotto le macerie della lotta in seno alla borghesia, sono obbligate ad unirsi in un fronte ampio che dichiari apertamente che suo scopo è un governo popolare d'emergenza che spezzi la gabbia europea e adotti tutte le dure misure necessarie per evitare che il paese precipiti nell'abisso.
24 commenti:
Analisi seria. Anche se forse sorvola sulla magalomania di Berlusconi, che ha il suo peso.
Essendo affezionato lettore ricordo che Pasquinelli, oltre ad aver previsto che Berlusconi avrebbe venduto molto cara la pelle, dava per molto probabile che alla fine Berlusconi avrebbe giocato la carta dell'antieuro.
Ritiene che quest'opzione estrema sia ancora possibile?
DALLA VOSTRA ANALISI IO TIRO UN'ALTRA CONCLUSIONE, CHE CONTRO IL BLOCCO ASSERVITO ALL'EUROGERMANIA BERLUSCONI E' IL MALE MINORE. I RIVOLUZIONARI SONO TROPPO DEBOLI PER "ENTRARE IN PARTITA". NON RACCONTIAMOCI CAZZATE: A NOI CONVIENE CHE IL BERLUSCA VINCA LA BATTAGLIA IN CORSO. TANTO LA GUERRA E' LUNGA. PIU' AVANTI CI FAREMO I CONTI.
La sollevazione popolare è l'unica via da percorrere. Purtoppo Ci sono due ostacoli che impediscono la sollevazione: 1)i sindacati venduti al potere finanziario, per cui in cinque anni di crisi non si è vista nessuna grande manisfestazione di popolo, fatto grave e vergognoso, passato incrediblmente in silenzio; 2)l'uscita della politica dalle università e dai centri principali di pensiero, attuata sistematicamente dalle classi dominanti dalla fine degli anni di piombo...
Senza queste due componenti non c'è stata mai una sollevazione nella storia recente dei popoli. Da qui nasce il paradosso Berlusconiano del Capitalista anti-eurista, che appare agli occhi del piccolo borghese o dell'operaio come l'unico oppositore del blocco eurista!
Se poi alle migliaia di lavoratori traditi dai sindacati, aggiungiamo la stragrande maggioranza del nuovo e giovane proletariato urbano precario, che lavora nei servizi e nelle professioni intellettuali, si capisce come stavolta la Sollevazione potrà essere figlia di un meltin pot culturale e sociale mai sperimentato in precedenza...E allora ben vengano pure i Berluscones, se funzionali alla Sollevazione,al posto di questa sinistra plutocratica e tecnocratica che ha dimenticato di stare dalla parte della gente, sposando in pieno logiche Tacheriane neoliberiste!
"i nuovi sovrani. Questi tentarono subito di toglierlo di mezzo"
eh, il Comandante Silvio, della Colonna Partigiana P2, notoria spina nel fianco del capitalismo globalista, che ci ha messo 20 anni a farlo fuori, piccolo David con le sue insignificanti 3 tv private e l'alleanza di ferro con la mafia
" Oggi non c’è nemmeno l’ombra di questa avanzata. "
ma Gramsci non ha mai detto che le classi dominanti sono sovversive solo perchè il proletariato avanza, lo sono perchè vogliono essere al di fuori delle leggi che impongono agli altri. QUindi Berlusconi è sovversivo esattamente come i repubblicani yankee che non rischiano la galera come il Pregiudicato, ma vogliono soltanto mantenere le colossali esenzioni fiscali per i miliardari, e non si fanno problema a mandare a casa un milione di dipendenti statali per ottenere quello che vogliono.
"l’instabilità è meglio della loro stabilità"
mi auguro che quando gli amici golpisti e mafiosi del Pregiudicato ammazzeranno centinaia di proletari innocenti per terrorizzare il paese lei avrà il buon gusto di chiedere pubblicamente scusa per quello che incoscientemente si sta augurando..
Articolo molto stimolante. L'instabilità è ciò che bisogna augurasi.
A giudicare dai movimenti dentro il PDL si oggi, la nuova aristocrazia europea ha preparato una bella trappola per Berlusconi, e pare proprio che il Caimano sia caduto nel sacco. Vediamo se è vero. Se lo fosse, avrebbe quasi dell'incredibile...
Per i rivoluzionari meglio sarebbe che Berlusconi non si facesse ingabbiare del tutto, ma morisse dando la spallata letale al governo.
In alto i cuori!
Malgrado l'articolo dica molte cose sensate e condivisibili, dal mio punto di vista soffre di una certa staticità.
Berlusconi nasce come rappresentante del vecchio potere (ma davvero egli è in qualche misura assimilabile al cuore della vecchia DC?), ma ciò che più mi colpisce è che rimane per sempre in tale ruolo.
Voglio ricordare che Berlusconi è un uomo anche abbastanza particolare proprio sul piano caratteriale, e soprattutto è un capitalista che bada con grande cura alle sue aziende.
Leggere tutta la parabola berlusconiana come semplice continuità al vecchio potere, mi pare un errore, una grave semplificazione.
La storia non si ripete mai uguale a sè stessa, e la caduta della DC segna necessariamente un passaggio irreversibile. Naturalmente, non è che gli interessi preesistenti spariscano, questo è vero, ma tutto si trasforma anche profondamente.
Allo stesso modo, assimilare l'azione odierna di Napolitano al disegno europeo di Prodi (naturalmente non a titolo personale, lo uso qui per indicare un certo blocco politico), a una distanza di ventanni tra i due passaggi, mi pare che sottovaluti ancora una volta le trasformazioni nel frattempo intervenute.
Mi chiedo se serva a qualcuno e a qualcosa questo schematismo così spinto, o non sia meglio entrare maggiormente nel merito di tutto il processo storicamente determinatosi nel corso di questo intervallo di tempo così lungo.
Dal mio punto di vista, questi politicanti europei mi sembrano assai meno strategici, assai meno lungimiranti nella loro azione.
Credo che questa gente si muova soprattutto sulla semplice base del garantirsi una continuità nella propria collocazione personale. Purtroppo, di fronte a noi, non abbiamo un potere con una ampia visione strategica, le cose sono messe anche peggio, un gruppo di capitalisti mondiale che ha giocato a monopoli emettendo tonnellate di derivati, adesso ha il disperato bisogno di allontanare nel tempo l'inevitabile fallimento globale.
Bah, c'è chi dice: alleiamoci con i fascisti perchè anche loro sono anticapitalisti (ma a modo loro), c'è chi dice alleiamoci con i 5 stelle perchè sono contro la partitocrazia (ma odiano a morte qualunque ideologia), c'è chi dice alleiamoci coi berluscones (e chi se ne frega di venti anni di insulti verso i comunisti e il bollar gente che col socialismo non c'aveva a che fare una mazza "comunisti" creando enormi confusioni).
Io non sono contrario ai fronti ampi, ma è da tener presente che chi nasce tondo non muore quadrato.
Volevo chiedere alla redazione se era a conoscenza della nascita dell'internazionale comunista che si è tenuta a Bruxelles. Che ne pensate? Forse questo argomento è un pò OT, ma non sapevo come chiedervelo
analisi pregevole e brillante .
peccato però che gli inevitabli (ma cos'è un TIC nervoso, una COAZIONE a ripetere?) riferimenti alla casaleggio-company offuschino cotanta brillantezza d'analisi, fino a farla sembrare addirittura una sorta di MEGASPOT (involontario? andreottti diceva che a pensar male..) volto a far ingrassare ulteriormente gli incassi della ditta grillo&casaleggio.
per codesta ditta vale l'equazione: +voti = +soldi, oppure ma è lo stesso: +traffico =pubblicità =+soldi. e per avere il MASSIMO DEL traffico sulla rete cosa c'è di meglio se non utilizzare una strategia RETORICA che permetta di essere CONTRO TUTTO ed il CONTRARIO di tutto pescando consenso "oppositivo" di qua e di là? è quello che fa sistematicamente il ventriloquo barbuto dal suo blog.
ma forse conviene andare al SODO della questione per tentare di svegliare i Sollevatori Popolari dal loro SONNO della ragione.
-non é vero che il berlusconismo ha rappresentato solo la fazione borghese italiota "anti-globalista".adesso vi fischieranno le orecchie, lo so, ma da tutte le indagini sulla composizione sociale del voto elettorale risulta che i SALARIATI hanno sempre votato in stragrande maggioranza berlusconi, e come mai non hanno mai preso in considerazione i "sinistrati" o meglio ancora gli anticapitalisti di qualsivoglia chiesa politica?
-non é vero che "grillo" rappresenta l'opposizione di sinistra, se per sinistra vogliamo intendere la parte politica che ha a cuore gli interessi dei subalterni, di chi sta peggio, insomma.
-casaleggio non ha un programma politico di sinistra, se non vogliamo chiamare programma gli SPOT del SUO "ventriloquo" che frulla indistintamente tutto quello che agita il "corpo sociale" senza che questo significhi un CHIARO IMPEGNO programmatico. la conoscete la storiella de "il lusso è un diritto" del collega di casaleggio, tale sergio marchionne?" ecco, la logica (pubblicitaria) è sempre quella.
-casaleggio non prenderà MAI una posizione CHIARA contro l'euro e le oligarchie euriste, e queso non tanto perchè teme che le oligarchie gli scippino la ROBA ma perchè il suo lavoro, come "oliare" al meglio l'e-commerce , lo pone al centro delle dinamiche globaliste.
berlusconi, invece, da monopolista negli affari e nella politica (leggere il blog di orizzonte48) ha sempre avuto strutturalmente contro siffate oligarchie.adesso che è passato all'opposizione scatenerà tutta la sua potenza di fuoco mediatica contro di esse, è una guerra per la SUA ROBA e rischia di perdere tutto se cede. così inizierà a farsi strada un po' di chiarezza e di COSCIENZA antieurista.
con una conseguenza secondaria niente male. casaleggio e tutta la sua macchina della truffa saranno spazzati via.
certo i Sollevatori Popolari si troveranno senza la "caricatura" del sol dell'avvenire cui riporre i loro sogni, ma noi che abbiamo a cuore le sorti del nostro pase ci dobbiamo preoccupare per questo?
Che risate, Berlusconi si è arreso senza dignità.
Voi speravate in lui...adesso spererete in Grillo...
Ma affidatevi a Sant'Antonio da Padova che vi aiuterà certamente.
Rimanete comunque dei fini strateghi.
Incredibile! Il senso dell'articolo, in sostanza, è un dichiarazione di approvazione a chi in tutti questi anni di discesa all'inferno, si è sempre comportato in base alla filosofia "lo Stato sono io".
A allora : "ad majoram"!
Ahimè, a giudicare dalle vicende delle ultime ore Berlusconi si è fatto ingabbiare alla grande.
Che forse ci sia un accordo sottobanco per far alzare l'IVA? Mi stupirebbe, il danno politico per Berlusconi è troppo grande.
Che forse Berlusconi abbia fatto male i conti?
La Redazione che ne pensa?
NUOVO COLPO DI SCENA
Alcune delle critiche rivolteci nei commenti meritano una risposta articolata. Che daremo.
Nel frattempo Berlusconi ha fatto l'inversione ad U che ritenevo improbabile. Se ne deve dunque dedurre che il redde rationem non ci sarà? Che dopo la mossa furbetta di Berlusconi il governo Letta realoaded è saldo sulle sue gambe?
Ma nient'affatto! Ritengo che il Berlusca abbia fatto tattica e non strategica marcia indietro, visto che rischiava di dare il Pdl in mano ai suoi "traditori". Il cavaliere, come del resto chi stava dietro a letta, ha voluto guadagnare tempo per riorganizzare le sue truppe.
Il Governo letta realoaded non avrà vita facile e c'è da star sicuri che nuove fibrilllazioni attraverseranno il Pd.
L'instabilità continua. Il caso nel campo delle classi dominanti si accresce,. Senza dimenticare il rischio che possa avvenire un collasso finanziario generale.
Resta che questa sceneggiata miserabile ha indebolito ancor di più agli occhi dei cittadini tutta la casta politica.
Speriamo che sia di buon auspicio per un risveglio della rivolta popolare.
Una rivolta che se ci sarà travolgerà non solo il circo Barnum dei partiti delle classi dominanti (Pd e Pdl) ma pure M5S che, per quanto condivisibili siano le sua battaglie parlamentari, resta un ectoplasma del tutto inadeguato a rappresentare questa incipiente rivolta dal basso.
Moreno Pasquinelli
Ah no ragazzi della Redazione.
Siamo a 3 perché avevo detto con largo anticipo a Fraioli che Bagnai era inaffidabile e avevo scritto qui molto chiaramente che sperare che Berlusconi si mettesse alla guida degli anti euro era un errore marchiano; vi avevo detto inoltre che il problema era che usate il lingaggio sbagliato e dopo una anno e più siete venuti a scrivere che in effetti bisognava cominciare a pensare a un linguaggio nuovo.
Voi vi impermalite sempre e rispondete sempre la stessa cosa ma i fatti dimostrano che dovreste riflettere un attimo sulla vostra visione generale.
State facendo e ripetendo da un sacco di tempo gli stessi errori,
un dubbio fatevelo venire e soprattutto cominciate ad ascoltare altre voci che non siano solo la vostra pancia.
Purtroppo Silvio ha fatto l'inversione ad U...devo essere sincero, compagni:
Quando ho ricevuto questa notizia ci sono rimasto *di merda*!
Ê vero che già ieri notte si sentiva parlare di una 40ina di "dissenzienti", ma io speravo che ci fossero un pò di "franchi tiratori" che bilanciassero questi ultimi...e che Letta fosse finalmente "impallinato" (come è giusto che sia...e non per i motivi percui lo avrebbe fatto Berlusconi)!
Invece il solito pagliaccio ha fatto l'ennesima inversione ad U...
Io vedo nella cosiddetta inversione a U la conferma del fatto che l'altisonante approccio marxista, sempre alla ricerca di costanti socioeconomiche, è inadeguato a comprendere questa dis-società che l'atomismo liberista ha polverizzato in una congerie di individui che cercano di fregarsi l'un l'altro, e al massimo si uniscono in cordate di potere a breve termine.
L'inversione a U nasce semplicemente dal fatto che metà della mafia clientelar-imprenditoriale che costituisce il PDL non ha voluto rinunciare alla poltroncina per salvare il sedere del capo.
Ha ragione Vincenzo Cucinotta, questa non è una classe dirigente, non ha un progetto strategico e cerca solo di tirare in lungo prima dello sfacelo. Dietro non ci sono ceti e classi sociali, c'è una massa indistinta di consumatori con una televisione al posto del cervello. Che si lamentano per far andare il becco, ma sono i primi a voler rimandare il crollo perché pensano solo all'oggi e alla pancia piena.
Ha fatto un inversione ad U inattesa anche da Letta e Brunetta. Il tutto per una tatticismo (o magari altro che non sappiamo) che si sta rivelando fallimentare. Presumo che non sarà lui ad usare l'arma-fine-mondo della campagna anti euro/UE. Questo pone fine anche alla speranza di potenti megafoni su cui faceva affidamento Bagnai (le cose cambieranno improvvisamente diceva) e la cosa non mi fa certo piacere. Paragone ha ripiegato su Barnard, che non ho visto, ma presumo sarà al più un tocco di colore alla trasmissione.
La campagna anti euro/UE sarà fatta da gruppetti di estrema destra (vedi fratelli d'italia) e costituirà un inefficace viamaestrismo di destra.
A meno di un forte choc sociale o finanziario, che certo può arrivare ma è ancora un ipotesi, non vedo più cosa possa scuotere tutto.
Se non dovesse verificarsi neppure questo ...
Vedremo, ma è desolante a guardarsi
E invece io penso caro VOP che il berlusca abbia fatto un inversione a U perchè ha una chaira strategia in mente, ha perso una battaglia ma per vicnere la guerra.
E poi vorrei chiederti: cosa proponi tu al posto dell'"altisonante approccio marxista"? Quello che dice che siamo tutti dei rimbambiti che si guardano il TG4? Sai, molti pensavano a questo, e infatti a causa di questa analisi sbagliata Berlusconi ha sempre vinto. E poi non ti preoccupare ora c'è internet, che farà quello che la televisione non è mai riuscita a fare: la totale morte neuronale.
@Giovanni
ma no, non ti scoraggiare, la sollevazione del popolo è dietro l'angolo, non la vedi?
ma poi non hai letto Pasquinelli che dice che ci sarà il collasso finanziario internazionale?
tutto va per il meglio, ce lo dice Moreno che azzecca tutte le previsioni, non ti scoraggiare.
se poi pensiamo che Pasquinelli lo aiuta il Mazarino del Basso Lazio, Fiorenzo Fraioli, ci rendiamo conto che la vittoria non ci potrà sfuggire.
Amici della Redazione, scusate ma non ho capito come interpretate questa incredibile inversione a U di Berlusconi.
E' un fatto di cui rallegrarsi oppure no?
Detta in altri termini questo fatto ci avvicina o ci allontana dalla meta?
Che giudizio dare della inversione ad U di Berlusconi?
Qui Mpl prova a dare una risposta:
LA SITUAZIONE POLITICA ADESSO
A chi fa ironia per quanto concerne le previsioni sul collasso finanziaro internazionaleci corre l'obbligo di segnalare che non si tratta delle "profezie" del Pasquinelli, ma dell'allarme suonato da numerosi analisti internazionali e da diversi economisti marxisti (e non solo) che ritengono che la conseguenza delle enormi iniezioni di liquidità della banche centrali, avendo rinvigorito la pura speculazione finanziaria, finirà inevitabilmente per causare un crack più potente di quello del 2008.
Eccellente e lucido intervento;condivido integralmente la parte riguardante la genesi e le reali responsabilità della devastazione sociale inaugurata con la stagione delle "Mani pulite",propedeutiche all'attuale assalto alle condizioni di vita di milioni di persone,pervicacemente perseguito dal capitale transnazionale.Ho invece delle serissime riserve sulla presunta paura dei servi della Troika a misurarsi con il corpo elettorale.Se ciò avvenisse, siamo così sicuri che il bacino elettorale del pd ,autentica Vandea oramai,non costituisca un vero e proprio argine alla giusta ripulsa di chi,giustamente, vede in questo governo l'ultimo e disperato tentativo delle oligarchie di perpetuare il proprio dominio assoluto a spese delle classi dominate?Ovvero:si ha presente quanto sia decisiva una base elettorale che per tradizione vota come un sol uomo,alle prese con una legge elettorale ancora più truffaldina?Significa che quei 6/7 milioni di piddini saranno determinanti nel far vincere ancora una volta lor signori.Complimenti per la meritoria perseveranza nel costante lavoro di disvelamento degli orrori del potere(vero).
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